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IL NAZISMO - Le origini, La dittatura, Preludio alla guerra




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IL NAZISMO

Le origini


La sconfitta della grande guerra fu pagata a caro prezzo dalla Germania, messa in ginocchio e ridicolizzata dai vincitori con il trattato di Versailles. Nonostante la proclamazione della Repubblica di Weimar, il Paese era disastrato dalla fame, dalla disoccupazione, con l'inflazione che raggiunse livelli talmente spaventosi da ridurre il marco a carta straccia, si paga pane, latte e patate con alcune migliaia di marchi, poi si passa ai milioni, per infine arrivare a miliardi e addirittura a migliaia di miliardi di marchi. I tumulti di piazza, i disordini erano all'ordine del giorno e il governo appariva troppo debole per poter arginare la protesta e le insurrezioni che rendevano sempre più concreto, lo spettro di una rivoluzione filo-bolscevica.

In questo quadro angosciante e caotico, si ritrovò a convivere un reduce di guerra di origine austriache, Adolf Hitler, sconvolto da una sconfitta attribuibile, nei suoi pensieri, al tradimento degli ebrei e dei comunisti, da lui considerati i veri nemici del popolo tedesco.

Nel luglio 1919 il giovane Hitler entrò in contatto con il partito dei lavoratori tedeschi, un piccolo gruppo nazionalista di estrema destra guidato da Anton Drexler, che traeva le proprie origini da circoli e sette esoteriche come la Thule, fattore che ha contribuito a creare un macabro alone di mistero e di occulto, circa presunti lati oscuri del nazional-socialismo e circa il suo legame con il mondo del paranormale.

Dopo aver scritto nel settimanale del partito, e dopo aver esposto, il 24 febbraio 1920, in una birreria di Monaco (la 'Hofbräuhaus'), in venticinque punti, il suo programma, fondato su teorie razziali, il 10 luglio 1921, Adolf Hitler fu nominato capo del movimento che era stato ribattezzato 'partito nazional-socialista dei lavoratori tedeschi'; l'emblema della formazione divenne la svastica, un'antica immagine della tradizione indoeuropea simboleggiante la fortuna, nota nella religione nordica per essere legata al Sole e rappresentante Thor, il Dio del Fulmine; era il simbolo esoterico più importante e considerato l'emblema della razza ariana.

Il partito fu anche organizzato militarmente, attraverso la nascita delle SA (squadre d'assalto), i gruppi paramilitari nazisti, diretti dal comandante Ernst Rohm, che vennero impiegati da Hitler e dai suoi seguaci, nel cosiddetto putsch di Monaco, il fallito colpo di stato del novembre 1923, che provocò l'arresto del futuro fuhrer e la sua condanna a cinque anni di reclusione nel carcere di Landsberg; nella realtà la prigionia durò meno di un anno e fu proprio durante la sua detenzione che Hitler dettò al fedele amico Hess, il 'Mein Kampf', la bibbia della dottrina nazional-socialista nella quale furono esposti i principi cardine di un'ideologia fondata sulla necessità di garantire alla razza ariana la giusta espansione verso i territori orientali ed il dominio sui popoli inferiori tra cui, in primis, quello ebraico, considerato la causa di tutti i mali e, come tale, da eliminare; nel 'Mein Kampf, la storia è vista nell'ottica di una guerra, nella quale le razze superiori sottomettono quelle inferiori, attraverso la necessaria costituzione di uno stato fortemente autoritario, volto a creare le basi per la creazione di una società razziale.

Uscito dal carcere, in seguito ad amnistia, Hitler riorganizzò il partito che, nel giro di pochi anni sarebbe passato dall'anonimato delle elezioni del 1925, agli 800 mila voti e 12 deputati nel 1928 e ai sei milioni e mezzo con 107 deputati del 1930, grazie alla grande arte oratoria del suo capo, che colpiva profondamente l'animo frustrato dei tedeschi, umiliati dalle condizioni di Versailles, con discorsi invocanti la nascita di una grande Germania, votata alla rivincita.

Nonostante i consensi ottenuti e l'appoggio, finanziario, dei grandi industriali, il partito nazional-socialista venne sconfitto, alle elezioni presidenziali della primavera 1932, dal vecchio maresciallo Hindenburg ma, ciononostante, grazie alle divisioni dello schieramento avversario, ad abili mosse politiche e a delicati meccanismi di alleanza, Adolf Hitler fu nominato, il 30 gennaio 1933, dallo stesso Hindenburg, cancelliere del reich; il primo atto di una storia fatta di orrori e sofferenze era stato dunque scritto.

La dittatura

Hitler dunque conquistò il potere in maniera legittima, senza ricorrere ad un colpo di mano, come quello tentato, viceversa, nel 1923, con il putsch della birreria; tuttavia la nomina a cancelliere del futuro fuhrer del reich, fu l'ultimo atto di legittimità e democrazia di una repubblica ormai agonizzante e che nel giro di poco tempo si sarebbe tramutata in dittatura, feroce ed incontrastata, degli uomini con la svastica.

Nel febbraio del 1933, approfittando dell'incendio del Reichstag, attribuito ai comunisti, vennero emanate le prime leggi volte ad eliminare le libertà civili ed ogni forma di opposizione politica, mentre, dopo lo scioglimento del parlamento e le contestuali nuove elezioni, che attribuirono ai nazisti la maggioranza, anche grazie al terrore scatenato dalle milizie paramilitari del partito, il 23 marzo Hitler si faceva attribuire i pieni poteri.

Il 26 aprile nacque la temibile GESTAPO, la polizia segreta, la quale, insieme alle SA, diede il via, in tutto il paese, a terrificanti azioni di repressione mentre il 14 luglio il partito nazional-socialista divenne l'unico consentito.

La dittatura fu consolidata il 2 agosto del 1934, quando, alla morte di Hindenburg, Hitler si addossò la duplice carica di presidente e primo ministro; meno di due mesi prima, il 30 giugno, nella cosiddetta 'notte dei lunghi coltelli', su ordine del fuhrer, le SS di Himmler avevano massacrato, in un drammatico regolamento di conti, Rohm ed i vertici delle SA, sospettati di cospirazione ai danni del potere centrale. Da quel momento le squadre d'assalto, i camerati della prima ora, coloro che avevano condiviso l'ascesa al potere del nazismo, uscirono di scena insieme alle loro famigerate camicie brune, per far posto all'ordine nero delle SS dello stesso Himmler, che avrebbero dato vita, negli anni successivi, ai più terrificanti e macabri massacri che la storia ricordi, divenendo il braccio armato di una folle ideologia.

Nel contempo i vertici nazisti cominciarono, con regolare perseveranza, ad attuare la loro politica antisemita, cominciata con l'azione di boicottaggio contro le attività ebraiche e con il rogo dei libri di scrittori ebrei, al fine di purificare la cultura tedesca; il 15 settembre 1935 vennero emanate le leggi di Norimberga, che tolsero agli ebrei ogni diritto politico, proibendo anche i matrimoni misti, al fine di tutelare la purezza della popolazione di razza ariana; la stessa propaganda diretta dall'abile ed intelligentissimo dottor Joseph Goebbels, martellava continuamente le menti dei cittadini, con discorsi, articoli, volti a screditare, ferocemente, il 'traditore giudeo' nemico della patria e del popolo tedesco. Era la radio il mezzo più importante in questo campo, con la capillarità della sua penetrazione diventò uno strumento di coinvolgimento delle più larghe masse e del processo di identificazione tra esse e i detentori del potere.

La vera e propria azione di persecuzione cominciò però il 9 novembre 1938, quando, nella famosa 'notte dei cristalli', al fine di vendicare l'uccisione, avvenuta a Parigi, di un diplomatico tedesco, ucciso da un dissidente ebreo, furono distrutti negozi, case, sinagoghe, profanati cimiteri, sterminate intere famiglie.

Nonostante il nazismo avesse cominciato a gettare la maschera, il consenso di Hitler e del suo movimento, negli anni pre-bellici, raggiunse livelli trionfali.

Il fuhrer aveva infatti trasformato un paese alla fame, distrutto, umiliato, in una nazione che stava ritrovando l'antica potenza ed i fasti perduti; la miseria degli anni venti, la disoccupazione, il collasso economico, erano ormai soltanto un ricordo; Hitler infiammava le folle con discorsi esaltanti la grandezza della Germania, di una nazione destinata a vendicare le umiliazioni subite e a riconquistare un posto di prim'ordine in Europa e nel mondo.

Il nazionalismo cancellò l'inflazione, fece ritrovare ai tedeschi il benessere perduto: anche grazie al potenziamento dell'industria bellica, tutti lavoravano, ogni famiglia poteva vivere serenamente, le città erano più floride ed eleganti che mai, degne cornici per i rappresentanti della razza perfetta.

Ai congressi del partito di Norimberga, alle olimpiadi di Berlino del 1936, Hitler, di fronte a folle oceaniche e deliranti, in un clima di esaltazione collettiva, appariva come il condottiero invincibile di una nazione ritrovata, più possente che mai, che cominciava a preoccupare il mondo intero per le sue smanie di grandezza e per la sua esuberanza.

Erano gli anni del nazismo delirante, che trovava la sua magnificazione nel mito della purezza ariana.

Hitler sosteneva che la razza nordica tedesca, quella germanica o ariana costituiva il nucleo originario e "superiore" che andava salvaguardato e conservato come il più privilegiato, mentre le razze "inferiori" avrebbero dovuto essere discriminate, perseguite ed eliminate.

Ma chi erano questi "inferiori" da perseguire ed eliminare per lasciare il mondo ai soli "superiori" di razza ariana?

-I "malati mentali", per i quali il regime previde la soppressione in quanto giudicati incurabili e inutili, o i portatori di malattie ereditarie, per i quali il regime previde la sterilizzazione forzata.

Vennero approvate anche leggi a carattere medico-sanitario che sancivano uno status di inferiorità per tutti coloro che non rientravano pienamente nelle caratteristiche standard della razza ariana. Queste pratiche erano di sicuro anticattoliche, ma venivano giustificate dal regime in nome della necessità di salvaguardare la sanità e l'integrità del sangue e della privilegiata razza ariana.

- I popoli slavi (o zingari) dell'Est, considerati inferiori sia dal punto di vista della razza che da quello politico, in quanto comunisti, principale bersaglio della politica estera tedesca di espansionismo e riconquista di uno "spazio vitale". Questi avrebbero dovuto essere soppressi qualora oppositori del regime e, in ogni caso, ridotti in condizioni di schiavitù nelle campagne, nelle miniere e in tutti i lavori pesanti e con possibilità di apprendimento e istruzione limitate al solo livello elementare ma non superiore.

-I cosiddetti "asociali", coloro che avevano comportamenti non tollerati dal regime, come gli omosessuali.

-Soprattutto gli ebrei. Questi erano già stati vittime di discriminazione religiose da parte cristiana nei secoli, ma nell'800 avevano riconquistato in tutta Europa i pieni diritti politici e civili.

Essi rappresentavano per i nazisti una minoranza di "inferiori" contro i quali il regime si accanì talmente tanto da decretarne, oltre la discriminazione e persecuzione, anche la deportazione in lager o campi di concentramento e dunque l'eliminazione, fino ad un vero e proprio sterminio, ad un genocidio di massa (la "soluzione finale").


Preludio alla guerra

Trascurando gli accordi di Versailles, che privavano la Germania, dell'aviazione, della flotta, dell'artiglieria e che riducevano l'esercito a soli 100.000 effettivi, i vertici nazisti diedero il via ad un possente piano di riarmo, che contribuì alla creazione di un esercito spaventosamente potente, forte di armamenti di prim'ordine e di un'aviazione, la Lutwaffe, all'avanguardia.

L'intenzione del fuhrer era quella di imporre la superiorità razziale ariana tramite un'azione militare destinata a sottomettere le altre nazioni e gli altri popoli.

Per far questo fu varato un piano economico quadriennale, volto a fare, della Wehrmacht, un esercito moderno ed evoluto, pronto e predisposto alla guerra prima che le altre nazioni potessero essere in grado di arginare gli ambiziosi piani del III reich; la responsabilità del riarmo fu affidata a Hermann Goring, che fu in grado di contare su risorse economiche sterminate e su una forza lavoro senza precedenti.

A poco a poco, Hitler cominciò a mettere in pratica i suoi propositi espansionistici, a partire dal 7 marzo 1936, quando la Renania venne rioccupata militarmente, senza reazione da parte delle potenze occidentali e con la solidarietà di Mussolini, che si era legato alla Germania nazista dopo la campagna d'Etiopia.

L'avvicinamento tra i due regimi sfociò in un vero e proprio trattato di alleanza tra Italia fascista e Germania nazista, in quello che fu denominato 'asse Roma-Berlino' e che ebbe modo di operare immediatamente nella guerra civile spagnola, in appoggio alle forze nazionaliste di Francisco Franco; l'evento fornì a Hitler l'occasione di collaudare le sue forze armate, in funzione di una guerra sempre più imminente; gli Stuka tedeschi divennero dunque, tragicamente, i protagonisti ed i signori assoluti dei cieli spagnoli, seminando il panico con devastanti bombardamenti, preceduti dall'agghiacciante suono della sirena che tali aerei azionavano durante la loro picchiata, proprio al fine di terrorizzare gli inermi civili.

La politica estera di Hitler proseguì con l'annessione, il 13 marzo 1938, tra il tripudio della gente, dell'Austria, ma ciò non fu sufficiente per placare i propositi espansionistici del III reich: con la scusa del problema della tutela delle minoranze tedesche, venne infatti reclamata la regione dei Sudeti, che si trovava sotto la sovranità Cecoslovacca; ne seguì una violenta attività propagandista, che portò il mondo sull'orlo di una guerra evitata solo grazie alla mediazione di Mussolini, promotore e sostenitore di un accordo, quello di Monaco del 29-30 settembre 1938, nel quale, pur di evitare di ripiombare nell'incubo, si decise di accontentare di nuovo Hitler, che ottenne i Sudeti, impegnandosi a non avanzare altra pretesa; ma la parola del fuhrer restò carta straccia e ben presto, le truppe tedesche invasero ed annientarono, con la creazione del protettorato di Boemia e Moravia, una Cecoslovacchia privata, con la perdita dei Sudeti, delle proprie fortificazioni di confine e delle proprie difese naturali.

I fragili equilibri e la speranza di mantenere la pace furono però, definitivamente vanificati dall'ulteriore progetto di Hitler, quello di impossessarsi del cosiddetto 'corridoio di Danzica' che separava la Prussia orientale dal resto della nazione e che era stato concesso alla Polonia, nel 1919, con il trattato di Versailles, per consentirle di avere uno sbocco sul mare.

Il 23 agosto 1939 il mondo fu scosso dalla notizia del patto di non aggressione Molotov-Ribbentrop, tra Germania e Unione Sovietica, chiaro preludio dell'imminente invasione della Polonia e della sua futura spartizione tra le due grandi potenze; il 1 settembre 1939, la Wehrmacht oltrepassò il confine orientale scatenando il dramma del secondo conflitto mondiale, che avrebbe dovuto portare, nei propositi del fuhrer, al trionfo del III reich ed alla nascita di una grande Germania, volta ad esaltare la superiorità della razza eletta, secondo i principi dettati, già 16 anni prima, nelle pagine del 'Mein Kampf'.

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