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Lo scetticismo




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LO SCETTICISMO


IL movimento degli Scettici iniziò nel VI sec. a. C.,e si diffuse in varie correnti perdurando fino al III sec.d.C.La meta degli scettici è la conquista di una tranquilla sicurezza interiore.

Si distinguono 3 periodi nella storia dello scetticismo.


l'antico scetticismo ,iniziato da PIRRONE


lo scetticismo della Media Accademia rappresentato da CARNEADE di Cirene


La ripresa del pirronismo fra il I e il III sec. d.C.Il rappresentante maggiore è ENESIDEMO, altri furono Agrippa e Sesto Empirico.



LA SCEPSI


La " scepsi" è ricerca critica, ma è una ricerca fiduciosa nelle possibilità di giungere al vero, vi è un'indagine che muove dal dubbio per conquistare la certezza ( la scepsi di Socrate o di Platone) e vi è la ricerca che di proposito mira  a raffermare e rendere definitivo il dubbio, a dimostrare le ragioni dell'impossibilità di pronunciarci su di una qualsiasi cosa ( la scepsi di Pirrone).

Per gli scettici la realtà è conosciuta non qual è, ma quale appunto diviene nel suo apparire a noi, nel suo trasformarsi in rappresentazione nostra, anzi in impressioni della nostra coscienza.

Lo scetticismo si rivolge contro ogni forma di " dommatismo" cioè ogni forma di dottrina che pretenda enunciare verità sicure ( dommi)

Criticando così tutte le correnti filosofiche gli scettici traggono la conseguenza che l'unico partito da prendere è quello di " SOSPENDERE" in ogni questione il proprio giudizio, " ASTENERSI" sempre cosi dall'affermare come dal negare.

Lo scetticismo vuol dimostrare l'incapacità del pensiero a raggiungere una verità universale, ma intanto esso presenta come una verità universale, questa sua affermazione dell'importanza del pensiero, e nel dimostrarla esso si serve appunto del pensiero. Anche per negare la ragione, bisogna ricorrere alla ragione.




LO STOICISMO



Il fondatore della scuola stoica fu ZENONE di Cizico in Cipro ( 334-262), che cominciò ad insegnare verso il 300 in un Portico ( STOA) di Atene, da qui il nome della scuola.

Gli successe CRISIPPO verso il 208 che fu il vero sistematore della dottrina stoica in tutte le sue parti.

Questi sono i filosofi dell'Antica Stoa, alla quale seguirono la Media Stoa, fiorita in Rodi tra il I e il II sec. a. C. con indirizzo eclettico, e la Nuova Stoa, fiorita in Roma nell'epoca imperiale.


LA MORALE


Per gli stoici l'oggetto dell'amore e dell'attività di ogni animale è la conservazione del proprio essere; con ciò si intende, oltre l'amore di se nella propria individualità (istinto di conservazione) anche l'amore di se nella propria discendenza in cui la propria individualità si amplia e si conserva attraverso il tempo ( conservazione della specie).

Nell'uomo pero non si tratta solo di conservare l'essere fisico, ma l'ESSERE DELLA RAGIONE. Ciò che l'individuo deve soprattutto amare in se è il LOGOS universale, che è la parte essenziale ed egemonica della sua anima, della sua natura di uomo. Gli impulsi animali possono e debbono ricevere disciplina e sistemazione dal Logos.

Quindi gli stoici affermarono la legge suprema della vita morale con la formula "vivi conforme a natura".

Il saggio seguendo la ragione, dà alla propria condotta una linea, e cosi mentre attua la sua natura si conforma alla natura dell'universo e quindi al Logos divino. Dunque, legge morale, legge naturale e legge divina coincidono perfettamente.

E la virtù consiste in questa vita conforme a ragione.

La virtù è essa stessa la felicità, il sommo bene.

Anzi la virtù è il solo bene, il vizio il solo male.

Tutte le altre cose che si trovano tra l'una e l'altro non sono né bene né male, sono INDIFFERENTI ( adiaphora).

La volontà buona è dare ad ogni cosa il suo giusto valore, è il trionfo sulle "passioni" è l' APATIA.

La passione è intesa dagli stoici come moto dell'animo pervertito.

In cui il pervertimento consiste in un errore di giudizio.

Non c'è via di mezzo tra la virtù e il vizio, tra la saggezza e l'insensatezza, non si può essere più o meno viziosi o lo si è o non lo si è.


LA FISICA


Per gli Stoici tutta la realtà è corporea, solo ciò che è corporeo è reale.

Il materialismo degli Stoici è monastico e dinamico, l'universo è per essi come un unico organismo vivente che ha in se stesso il principio del suo movimento e del suo sviluppo.

Pertanto l'universo è composto di anima e di corpo, entrambi materiali, ma distinti l'una come principio attivo l'altro come principio passivo.

Il corpo del mondo è fatto di acqua e di terra; l'anima del mondo è fatta di fuoco e di aria, è cioè come un alito caldo (pneuma) fornito di una tensione (tonos).

Questo "pneuma " o " spirito" cosmico ( anima del mondo) è il Dio degli Stoici, dio perché sebbene materiale, si rivela nella sua azione come Intelligenza.



LA LOGICA


L'origine della conoscenza è anche per gli Stoici nelle sensazioni e i concetti sono i risultanti, attraverso la memoria, dalla sensibilità.

Ma per quanto riguarda la realtà gli Stoici affermano che è un tutto estrinsecamente connesso: la conoscenza non può dunque avere per oggetto dati frammentari nel loro isolamento reciproco, ma gli organici rapporti per cui si unificano.

Le sensazioni non sono per se stesse ne vere ne false.

Sebbene da esse si ricavi tutto il contenuto del conoscere non formano tuttavia, per se sole, conoscenza.

Questa presuppone un ATTO con cui l'anima, come RAGIONE, fa il suo contenuto rappresentativo.

Codesto atto è l' ASSENSO, una specie di decisione con cui il soggetto ragionevole prende posizione di fronte all'oggetto.

Questo assenso però può esser precipitoso ed incauto: è l'ERRORE.

Se invece la rappresentazione è cosi adeguata all'oggetto da escludere ogni dubbio ragionevole e da provocare l'assenso, si ha la verità: questa specie di assenso è il criterio del vero.


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