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L'opera riformatrice di Solone




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L'opera riformatrice di Solone


Solone, uomo politico e poeta ateniese (630-560 ca. a. C.), pur essendo un aristocratico era sensibile ai problemi politici e sociali. Fu eletto arconte con ampio mandato e in particolare con l'incarico di riordinare la costituzione dello stato. Egli assunse le funzioni di "arbitro legislatore". Come arbitro egli doveva tentare di conciliare gli interessi delle diverse classi sociali e come legislatore emanare delle leggi destinate a garantire che ciascuna delle classi rispettasse o diritti riconosciuti alle altre.

Il suo primo provvedimento fu lo scuotimento dei pesi (o seisachtheia), vale a dire la cancellazione dei debiti e delle ipoteche iscritte a garanzia dei debiti; inoltre egli proibì che da quel momento in poi un cittadino potesse divenire schiavo di un altro per estinguere un debito e conferì a tale legge un valore retroattivo. Il suo provvedimento più importante, tuttavia, fu quello con cui riordinò la cittadinanza sulla base del censo (o timocrazia, costituzione fondata sulla ricchezza). Egli divise la cittadinanza in quattro classi sulla base del reddito cancellando in questo modo i privilegi derivanti dalla nascita: infatti il principio di base di questo sistema era che le classi più abbienti erano obbligate a contribuire in maggior misura alle necessità dello Stato, ma in cambio avevano un peso più significativo nella vita politica . Sarebbe sbagliato, dunque, pensare che la nuova costituzione concedesse a tutti uguali diritti: le classi meno abbienti, in realtà, rimasero escluse dalla partecipazione alle cariche pubbliche, alle quali erano ammessi solo i cittadini delle prime due classi.

La massima concessione che Solone fece al popolo fu l'Eliea ossia il tribunale popolare nel quale potevano sedere come giudici (sorteggiati tra tutti i cittadini) quei cittadini di sesso maschile che avessero compiuto trent'anni. Il diritto di partecipare all'assemblea (ecclesia) e all'Eliea era garantito a tutti i cittadini. Con Solone l'Areopago conservò il suo potere e il suo prestigio; la tradizione del sec. IV attribuisce a Solone l'istituzione della bulè dei 400 (100 membri per ciascuna delle 4 tribù ioniche).

I cittadini vennero divisi in quattro classi:

i Pentacosiomedimni, i più ricchi, quelli che raccoglievano sulle loro terre almeno cinquecento mediani di cereali (corrispondenti a 260 ettolitri) o cinquecento metriti di olio o di vino ( corrispondenti a 195 ettolitri, perché non c'era un'esatta  equivalenza fra le misure di capacità per gli aridi e per i liquidi);

i Cavalieri, che raccoglievano almeno trecento mediani o metriti;

gli Zeugiti, che raccoglievano almeno duecento;

i Teti, che non possedevano terre o producevano meno di duecento misure.


Godevano del diritto elettorale attivo e passivo solo le prime tre classi; alle cariche finanziarie -tesoriere di Atena (tamiai), tesorieri della città (colacreti), appaltatori delle imposte (poleti)- potevano accedere solo i pentacosiomedimni i quali insieme ai cavalieri erano eleggibili anche all'arcontato e alla carica di efeti; agli zeugiti era aperta al tempo di Solone solo la carica degli Undici (cui spettavano la polizia, i processi per reati comuni, l'esecuzione sommaria dei colpevoli). Comune alle prime tre classi era l'obbligo delle armi.

I Teti, la classe più povera prestavano servizio militare esclusivamente in qualità di rematori. Gli Zeugiti prestavano servizio militare in fanteria, in qualità di opliti, con armi proprie. Le due classi più ricche dovevano prestare servizio militare con il proprio cavallo.

Dopo aver tolto ai nobili i terreni pubblici usurpati nel corso del secolo VII a. C. e averli ridistribuiti tra i contadini e i pastori, Solone si preoccupò inoltre di dettare nuove regole in materia di diritto di famiglia, introducendo un sistema che permetteva di distinguere il concubinato dal matrimonio (che doveva essere preceduto, per essere tale, da un atto di fidanzamento), e, di conseguenza consentiva di distinguere i figli legittimi da quelli illegittimi. Sulla base di questa rinnovata organizzazione giuridica, infine, Solone dettò anche delle regole in materia di successione, consentendo anche a quanti non avevano figli maschi di fare ugualmente testamento.

In materia di diritto penale, va ricordato che Solone non modificò la legge di Dracone sull'omicidio, rimasta poi in vigore per tutta l'età classica, fino al periodo ellenistico.

Solone vietò anche l'esportazione dei prodotti del suolo attico, tranne l'olio e la ceramica. Fece anche la riforma monetaria e quella dei pesi e delle misure.

Conclusa la sua opera rinnovatrice, Solone si allontanò da Atene. Secondo la leggenda, prima di andarsene egli avrebbe fatto giurare ai suoi cittadini di non cambiare le leggi che aveva dato loro. Considerato da molti il "padre della democrazia ateniese", Solone fu certamente un personaggio dotato di un profondo equilibrio e di un grande senso politico: secondo Plutarco, all'amico che un giorno gli aveva chiesto se riteneva di aver dato ad Atene le leggi migliori, Solone avrebbe risposto: " le migliori che essi potessero accettare".

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