Eredita' ideologica

EREDITA' IDEOLOGICA

Vertiginosi progressi tecnico-scientifici nel 1900 (Zeppelin, Planck, Freud). A dire il vero a questo si contrapponeva lo scetticismo, soprattutto in ambiente intellettuale.

I disordini della Russia portarono nel 1905 alla formazione dei primi "Soviet" (Consigli operai), tracciando la spaccatura del movimento operaio tra socialismo democratico-riformatore e comunismo dittatoriale-rivoluzionario.

Tra inizio XX secolo e fine del XIX apparvero i primi sintomi di profondi rivolgimenti (concorrenza imperialista tra potenze, politica di espansione degli USA e intervento internazionalista in Cina per esempio, la completa conquista coloniale dell'Africa, il rovesciamento delle alleanze europee, le guerre balcaniche). 1902: Hobson fa un confronto critico liberale con l'imperialismo moderno.

Non è possibile capire l'avvio della Prima guerra mondiale senza tener conto di quei rivolgimenti spirituali e ideologici.
Dei "sistemi ideali" cercarono d ifondere, integrare utilizzare le teorie dei filosofi applicabili alla pratica. Questo era l'espressione del processo di ideologizzazione. Nacque l'interazione tra mutamento politico e mutamento ideale.

Agli "ismi" affermativi dei sistemi ideali seguono gli "ismi" negativi del pensiero della crisi e della decadenza. Gli effetti di questa radicalizzazione sono nazionalismo e razzisamo, anarchismo, tecnocraticismo e culto della violenza.

La fede nella scienza diventa uno strumento per accrescere le possibilità di disporre di potere politico. I limiti estremi sono il fideismo pseudoscientifico.

Per tutto il secolo precedente, Stati nazionali autonomi e partiti borghesi, sindacati, forze industraili e forme di partecipazione politica degli interessi costituiti erano stati gradualmente organizzati. Controllare queste forze divenne il problema principale dello Sato di massa autoritario moderno.

La vecchia idea federalistico-democratica ebbe poca efficacia. Fu più forte una politica sorrtta da dogmi del comunismo, fascismo e nazionalsocialismo.

La Rivoluzione francese inaugura in maniera irreversibile la nuova era delle idee e delle ideologie. Le strutture statuali sono fatte dipendere solo da teorie della ragione che pretendono di essere "scientifico-politiche".

Il conservatorismo moderno nasce come reazione alle rivoluzioni quindi.

Nessuno Stato poté rinunciare interamente alle nuove motivazioni ideali, ed evitare in seguito l'ideologizzazione dei suoi stessi strumenti.

Questo è quindi il secolo della politica ideologica: il secolo, cioè, tanto della politicizzazione delle idee quanto della ideologizzazione della politica.