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Benedetto Spinoza




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Benedetto Spinoza


Dati biografici


Nacque ad Amsterdam nel 1632 e morì nel 1677. Viveva in Olanda, proveniente da una famigliari ebrei portoghesi. Pur avendo studiato nella comunità ebraico-portoghese con risultati che facevano sperare in un futuro rabbino,egli da giovane aveva manifestato idee filosoficamente proibite sia dalla comunità Cristina che da quella Ebraica della quale faceva parte. Quindi, ad un certo punto della sua vita venne espulso dalla sinagoga che frequentava. Non si sa bene per quale motivo, il decreto di espulsione parlava di dottrine blasfeme.


Spinoza aveva studiato la filosofia greca, latina ed ebraica, e alla luce della ragione, aveva cercato di sgombrare il campo dalle pesantezze e da quelle che a lui apparivano come cose non logiche ad esempio delle Sacre Scritture. L'Antico testamento secondo Spinoza andava studiato come libro storico, cercando di analizzare gli eventi raccontati dalle sacre scritture dal punto di vista della ragione. Per cui, ad esempio, quando Giosuè nell'Antico Testamento afferma : "fermati o sole.", questo, dice Spinoza, non vuol dire che il sole ruota attorno alla terra, ma, come è stato dimostrato, è la terra che ruota attorno al sole. Queste sono tutte metafore, quindi dobbiamo prendere ciò che è stato scritto in questi testi innanzitutto contestualizzandole, utilizzando la ragione.

Questo aveva creato molto sconcerto, tanto è che le opera di Spinoza finivano subito nell'indice dei libri proibiti compilato dalla Chiesa Cattolica Romana, che durò fino al 1949.

Spinoza nella vita faceva l'ottico, però spendeva la maggior parte del suo tempo a rispondere a lettere che gli venivano dai filosofi, fu anche in corrispondenza con Newton e criticò Hobbes.


Contesto Storico in cui Spinoza visse (molto importante).


Spinoza era un cittadino non di uno stato qualsiasi del '600, ma visse durante quella che venne chiamata la grande anomalia del XII secolo in Europa, la Repubblica Olandese o Repubblica delle Province unite.


Questa è stata un laboratorio vero e proprio per la nascita non solo della filosofia moderna, ma proprio dello Stato moderno. All'epoca era uno stato particolare visto con grande diffidenza dai monarchi degli stati che lo circondavano. La Repubblica Olandese, era una Repubblica popolare, governata dagli aristocratici, comunque molto ampia, tollerante, dove convivevano ebrei, cristiani, etc etc, era una repubblica che aveva visto abbandonare l'esercito per sviluppare il commercio. Aveva capito che la ricchezza di uno Stato non era nello Stato, ma nel commercio. Così era uno stato nel quale si rifugiarono molti pensatori nell'epoca che nei loro paesi di origine venivano censurati o addirittura condannati. Cartesio e Locke ne sono esempi.

Era una Repubblica in cui si potevano esprimere e pubblicare opinioni più o meno liberamente, anche opinioni compromettenti, comunque con alcuni limiti.

Cartesio, racconta ad esempio in una lettera : "io posso scendere liberamente dal macellaio sotto casa il quale mi fornisce dei pezzi di carne sui quali io posso fare i miei esperimenti di medicina. Prima, in Francia, non potevo farlo, se non chiedendo autorizzazioni".


La stessa cosa viene espressa da Spinoza nella sua opera "Trattato teologico politico" pubblicato nel 1670. Già il titolo era abbastanza scabroso per il '600.


Trattato Teologico Politico


Pubblicato nel 1670.

Se l'obiettivo di Hobbes era quello di porre fine alle guerre civili proponendo uno Stato forte, una monarchia assoluta, l'obiettivo di Spinoza era quello di rispondere a coloro che pensano che per porre fine alle guerre civili sia necessario impedire la libertà di religione e la libertà di pensiero.


Io invece sostengo, dice Spinoza, che il fine di uno Stato non è la tranquillità e la pace, ma la libertà dei suoi cittadini. Il fine dello Stato è la libertà. Alla fine del suo trattato Spinoza giungerà alla conclusione che la stabilità di uno Stato non è data dal punire ogni opinione differente da quella del Sovrano, sia in materia di religione che di politica, perché, la storia insegna che quei sovrani che hanno cerato di reprimere le libertà di pensiero, prima o poi sono stati oggetto di ribellione.

Uno Stato che vuole durare a lungo, invece, secondo Spinoza, è quello in cui vengono garantite le differenti opinioni sia in materia di religione che politica

Semplicemente, la punizione delle dottrine non confacenti all'ortodossia, è deleteria, non è utile allo Stato. E' la concezione dei paesi bassi del tempo e quella attuale. Con leggi troppo severe avremo un risultato negativo opposto  a quello raggiungibile con una politica più flessibile, ma entro certi limiti, ovviamente. E' una concezione utilitaristica, la tolleranza, egli dice, non è giusta, ma utile.


La natura dell'uomo e forma di stato.


All'inizio Spinoza parla della superstizione e dice che gli uomini sono creduloni per natura, sono facili preda del timore e facili preda dei desideri e delle passioni. Spinoza aveva letto Machiavelli molto attentamente, questo è uno dei due autori che egli cita esplicitamente.

Egli, quindi, afferma che gli uomini sono creduloni, sono facile preda della passione e anche della superstizione, non riescono a sviluppare la ragione. Sono facile preda di ciò che gli dice il sovrano di turno in quanto non sono abituati a ragionare.


La monarchia inganna gli individui. Spinoza, quindi, condanna, contrariamente da Hobbes, la monarchia, egli è un sostenitore della Democrazia repubblicana, del governo del popolo, attraverso la camera dei deputati


La monarchia inganna gli individui, si allea con il potere religioso e costringe gli individui ad accettare quello che la monarchia stessa pensa essere la cosa giusta. Camuffa nel nome e per conto della religione, la paura, per mezzo della quale si tengono sotto controllo i cittadini.


All'inizio egli scrive una frase emblematica : "(1.08.30) mentre nella legislazione dello stato condannasse solo le azioni e lasciasse immune le parole, i conflitti non potrebbero in alcun modo.." Spinoza, quindi, distingue nettamente la libertà di parola dalla libertà di azione.


Lo stato di natura e nascita dello Stato.


L'uomo allo stato di natura non è per forza un lupo nei confronti degli altri uomini, come per Hobbes, potrebbe esserlo, ma non lo è per forza. Nello stato di natura ciascuno ha il diritto di fare tutto quello che la sua natura gli concede di fare. Quindi il diritto naturale è l'insieme di regole che descrivono la natura di ciascun individuo e di ogni essere vivente.

Nello stato di natura esiste una equiparazione tra diritto e potenza: quello che possiamo fare, abbiamo il diritto di farlo. Allora nello stato di natura, la prima regola è sempre quella di conservare la nostra esistenza. Qualcuno lo farà utilizzando la ragione, altri la forza, quindi non è come per Hobbes che l'uomo è per forza cattivo nei confronti dell'altro, qualcuno può esserlo, altri no.


Però, anche per Spinoza, si va verso un inconveniente, ciascuno si muove per la sua auto-conservazione. Così, anche per lui, lo stato di natura porta allo stato di guerra. Per Hobbes, avevamo visto, che lo stato di natura porta a tutti contro tutti. Quindi per uscire dallo Stato di natura si va attraverso un contratto.


Contratto che, però, presenta degli aspetti differenti rispetto a quello di Hobbes.


Gli individui si associano e cedono i loro diritti, ma non tutti. Mantengono il diritto a ragionare e gli altri diritti vengono ceduti non al sovrano, ma alla comunità stessa. Gli individui quindi, si associano, creano la comunità, lo Stato, un entità astratta, alla quale cedono i loro diritti. Ecco quindi che non si crea un sovrano superiore a tutti. Sicuramente, poi, lo Stato va guidato, e quindi si creerà un governo, ma la sovranità rimane al popolo. Spinoza è quindi un teorico della sovranità popolare.


Rapporto tra sudditi e sovrano.


Spinoza vuole porre fine ad un dilemma che aveva caratterizzato molti filosofi del suo tempo: quello di trovare una soluzione al problema di rapporto tra sovrano e sudditi.


Bisogna fare in modo che i sudditi ed il sovrano coincidano, quindi che i sudditi siano allo stesso tempo anche sovrani. La soluzione è la Democrazia, in quanto nella democrazia viene maggiormente garantita la libertà che è il fine dello Stato.


Quindi, quale è il rapporto tra il governo creato e gli individui stessi che lo hanno creato?


Abbiamo detto, che gli individui creano la comunità cedendo i loro diritti naturali, la comunità crea un meccanismo di governo, verranno nominati i governanti, e, di conseguenza, verranno create le leggi.


Quando Spinoza riflette sulla liceità del diritto di resistenza contro l'autorità pubblica, egli dice che non è il diritto del popolo di ribellarsi contro il sovrano, perché gli uomini mantengono il diritto a ragionare.


Hobbes ha detto che dopo la nascita dello Stato gli individui non sono più arbitri di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ciò non è vero per Spinoza, gli uomini mantengono la loro capacità di giudicare il potere, la loro libertà di religione e di parola.

Ma, una cosa è giudicare, criticando pubblicamente, magari scrivendo un libro, ed una cosa è usare violenza contro i propri sovrani. Quello che Spinoza dice è che si può usare il pensiero ma bisogna obbedire alle leggi senza ribellarsi. Cioè, si può riformare dall'interno uno Stato ma non si può fare la rivoluzione. Quindi c'è una grande distinzione tra la possibilità di criticare il potere, possibilità mantenuta in quanto è mantenuta la libertà di pensiero, di parola, di religione, e possibilità di azione contro il proprio sovrano, questo diritto non c'è. Bisogna quindi convincere la gente che una legge è sbagliata, ma senza rivoluzione. Questa concezione è molto vicina alla visione moderna. Spinoza in questo è molto "moderno".


La grande differenza con Hobbes è che la coscienza di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato non dipende dal sovrano, ma ancora da noi, dal popolo, il quale può ancora giudicare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.


Il modello che Spinoza descrive è quindi il modello della Repubblica delle province unite del '600, nella quale era già presente questa tolleranza e libertà dal punto di vista utilitaristico.

Partendo quindi da una concezione di stato di natura molto vicino a quello di Hobbes (tutti contro tutti), vediamo che però l'esito di questo stato è completamente differente: è una repubblica nella quale si gode molto del diritto di usare la propria ragione.


Vedremo che Locke avrà sia uno stato di natura differente a quello di Hobbes sia un esito, nel rapporto individui-potere politico, differente da quello sia di Hobbes che di Spinoza.


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