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Orthomyxovirus: virus influenzale




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ORTHOMYXOVIRUS: VIRUS INFLUENZALE



La famiglia degli Orthomyxoviridae è divisa in 4 generi:

Influenza A

Influenza B

Influenza C

Togothovirus ->al genere appartengono i virus: Togotho e Dhori

I 3 generi del virus dell'influenza (A,B,C) sono differenti x caratteristiche antigeniche e di organizzazione del virione.

►I virioni del virus dell'Influenza A →

hanno una forma sferica

provvisto di un involucro lipidico derivato dalla membrana della cellula ospite in cui sono inseriti 3 tipi di (glico)proteine (peplomeri) virus-specifiche:

l'emoagglutinina (HA) -> è l'antirecettore che lega il virione ai residui di acido sialico (recettore) presenti nelle glicoproteine e nei glicolipidi di membrana. Poiché questi ultimi sono presenti anche sui globuli rossi, l'antirecettore conferisce al virus la capacità di legarsi alla superficie delle emazie con le conseguenti proprietà emoagglutinanti.

la neuraminidasi -> ha il compito di impedire che il virione venga "neutralizzato" dal legame con l'acido sialico presente nelle glicoproteine del muco, alla superficie delle mucose respiratorie, consentendo l'arrivo a contatto con la superficie delle cellule dell'epitelio mucoso.

la proteina M2 (che forma un canale in grado di consentire il passaggio di ioni.

All'interno della membrana lipidica si trova la proteina di membrana M1 o "matrice" che racchiude il genoma virale formato da 8 diversi e distinti segmenti (minicromosomi) di RNA monocatenario a polarità negativa. Sono legati ad un certo numero di molecole di una proteina con elevata affinità x l'RNA (nucleo-proteina NP) a formare complessi nucleo-caspidici. Il segmento 7 codifica sia x la proteina M1 sia x la proteina M2; mentre il segmento 8 codifica 2 proteine denominate NS1e NS2 (NS = nn strutturali) il cui significato è quello di consentire l'esportazione nucleo-citoplasmatica di molecole di RNA genomico.

►I virioni del virus dell'Influenza B → il segmento 7 del genoma codifica solo la proteina M1

►I virioni del virus dell'Influenza C → ha un genoma formato da 7 segmenti di RNA e manca del

segmento codifica NA. Però l'emoagglutinina del virus è una proteina multifattoriale con

attività emoagglutinante e neuraminidasica.

MECCANISMO D'AZIONE PATOGENA

- Il virione viene introdotto x endocitosi in una vescicola endosomica al cui interno il pH acido provoca alterazioni conformazionali nella emoagglutinina che espone una porzione idrofobica che inserendosi nella membrana della vescicola endocitosica ne provoca la fusione con il peplos virale con la conseguente liberazione nel citoplasma dei complessi RNP virali (formati dai vari segmenti del genoma, insieme al complesso trascrittasico ed alla proteina NP) devono essere trasferiti al nucleo cellulare.

- Pur essendo il virione infettante provvisto di un autonomo complesso trascrittasico, l'enzima può iniziare la trascrizione del genoma virale solo se i segmenti di RNA  virale sono legati ad un innesco (primer) che è rappresentato da frammenti di RNA cellulare con uno specifico "capping" che il virus "ruba" dagli RNA cellulari "nascenti" utilizzandoli x consentire al proprio complesso trascrittasico di svolgere la propria funzione.

-Il virus che si libera dalle cellule infette può facilmente infettare le cellule contigue (penetra x endocitosi mediata con il recettore), ma non è in grado di provocare la fusione della cellula infetta con quella contigua.


La presenza di un genoma segmentato conferisce ai virus influenzali, la variabilità dovuta alla comparsa di mutazioni nei singoli segmenti, ma anche la possibilità di presentare variazioni notevoli nell'assetto delle diverse proteine strutturali. È possibile che durante l'assemblaggio delle rispettive progenie virali, si verifichi una sorta di "riassortimento" genomico, con lo scambio dei segmenti genomici che codificano HA o NA con la conseguente comparsa di virus con consistenti differenze nell'assetto delle glicoproteine presenti nel peplos.


La patologia umana

3 generi antigenicamente distinti: Influenza A, Influenza B, Influenza C. Nell'ambito di ciascun genere le diverse specie di virus influenzali hanno identici antigeni esteri (componente nucleocapsidico,antigene NP) e matrice proteica; mentre presentano differenze antigeniche nelle proteine dell'emoagglutinina e della neuraminidasi.


I virus influenzali A sono presenti nella specie umana e anche in numerose altre specie animali (anatre, tacchini, cavalli, suini). Tra i virus influenzali A si distinguono 15 diversi sottotipi sulla base di differenze nei caratteri antigenici dell'emoagglutinina H e della neuraminidasi N.

Gli uccelli sono il reservoir naturale di tutti i sottotipi di virus dell'influenza A e sono considerati la sorgente originaria delle infezioni da virus influenzali dell'uomo e di tutti gli altri animali.

- I virus influenzali presentano un tropismo generalmente limitato alle mucose dell'albero respiratorio; xchè l'emoagglutinina HA sia in grado di legarsi allo specifico recettore, la sua forma originaria (HA0) deve essere scissa proteoliticamente nelle 2 subunità attive HA1e HA2, ciò avviene ad opera di proteasi cellulari.

Gli stipiti di virus influenzale B e C  hanno una circolazione limitata alla specie umana e non presentano sottotipi diversi.


L'infezione si contrae mediante l'arrivo sulle mucose delle prime vie aeree del virus presente nell'aria (infezione aerogena) o veicolato dalla mani dopo il contatto con superfici contaminate. L'infezione può assumere caratteri epidemici o addirittura di pandemia.

L'infezione ha un breve periodi di incubazione (1 o 2 gg) tende a risolversi spontamenamente nell'arco di 5-7 gg. Complicanze polmonari sono + frequenti nei soggetti anziani, o portatori di affezioni respiratorie croniche. Il danneggiamento dell'epitelio vibratile dell'albero bronchiale favorisce l'instaurarsi di sovrainfezioni batteriche.

La guarigione si accompagna alla comparsa di una solida immunità nei confronti del virus infettante. L'immunità di tipo umorale ha un ruolo predominante, infatti gli anticorpi diretti contro l'emoagglutinina virale e tra questi gli anticorpi di tipo IgA, vengono secreti alla superficie delle mucose respiratorie.

Antigenic drift (deriva antigenica) ed interessa i virus influenzali A e B. Nonostante l'immunità vasti episodi epidemici si susseguono periodicamente x la comparsa di ceppi virali che in seguito a mutazioni hanno acquisito modificazioni strutturali nelle proteine del peplos e in particolare nell'emoagglutinina.

Antigenic shift -> nel caso dei virus influenzali A, possono occasionalmente comparire nella popolazione umana stipiti virali completamente nuovi, caratterizzati da modificazioni antigeniche consistenti x il possesso di sottotipi di emoagglutinina o neuraminidasi totalmente diverse rispetto a quelli presenti nei virus precedentemente in circolazione. È la conseguenza di un fenomeno di riassortimento genomico che si verifica tra un virus influenzale A umano ed un virus influenzale A animale (che si ritiene essere il terreno + idoneo x il verificarsi di questo fenomeno, il suino). Quindi i virus influenzali A che circolano negli animali soprattutto tra i volatili domestici rappresentano un rischio potenziale x la specie umana .


METODI DI IDENTIFICAZIONE

I virus influenzali umani possono infettare il topino inoculati x instillazione nasale. Si moltiplicano nell'embrione di pollo, crescono anche in colture di cellule di fibroblasti umani, senza effetto citopatico evidente.

L'isolamento in embrione di pollo o in colture di cellule e dimostrazione della presenza mediante la ricerca della comparsa di potere emoagglutinante nel liquido amniotico o di proprietà emoadsorbenti nelle colture di cellule.

L'identificazione del virus isolato si effettua mediante prove di ibridazione dell'emoagglutinazione ad opera di sieri noti;

La ricerca di antigeni virali, mediante reazioni di immunofluorescenza o immunoenzimatiche, nelle secrezioni faringo-bronchiali, utilizzata x una diagnosi rapida.

La ricerca dell'aumento di anticorpi in 2 campioni di siero (acuto e convalescente) può essere utilmente impiegata a scopo diagnostico.


TERAPIA

Si può controllare l'intensità e la durata della sintomatologia x mezzo di  inibitori della neuraminidasi virale.


METODI DI IMMUNIZZAZIONE

I vaccini antinfluenzali sono allestiti con virus coltivati in embrioni di pollo ed inattivati mediante trattamento con formalina o semplicemente con i soli antigeni "protettivi" (emoagglutinina e neuraminidasi) isolati (vaccini a subunità). La loro efficacia è buona.

La vaccinazione è indicata nei soggetti anziani o debilitati deve essere praticata all'inizio di ogni autunno mediante 2 inoculazioni sottocutanee distanziate di 3-4 settimane.

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