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L'alimentazione - bambino




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L'ALIMENTAZIONE - bambino

Il neonato normale presenta dei vivaci riflessi di suzione e dei punti cardinali e può essere alimentato per via orale immediatamente dopo la nascita. Di solito l'alimentazione non deve essere ritardata per più di 4 h. L'emissione dalla bocca e il rigurgito di muco sono comuni il primo giorno di vita, ma devono scomparire spontaneamente.


Latte materno

Il latte materno è l'alimento ideale per i primi mesi di vita in quanto:

mantiene e rafforza il rapporto madre-figlio, guardandosi negli occhi il rapporto psico-affettivo viene rafforzato;

per la sua composizione, che è specie-specifica.

Tuttavia, negli ultimi anni si assiste ad una progressiva riduzione dell'allattamento materno nei paesi industrializzati e attualmente anche in molti paesi in via di sviluppo. Ciò si sta verificando a causa dell'intraprendenza delle multinazionali (es. Nestlè) che si stanno espandendo anche nei paesi del terzo mondo, provocando conseguenze importanti come l'aumento della mortalità infantile in quanto il latte artificiale richiede una adeguata qualità anche dell'acqua utilizzata. Inoltre, il latte artificiale è costoso e non contiene gli Ab presenti nel latte materno che difendono il tratto GI; per questo motivo si verificano sepsi sistemiche, infezioni del tratto GI ed infezioni respiratorie.

Nel latte materno maturo sono presenti Ab, linfociti, plasmacellule che possono raggiungere il circolo sistemico per diapedesi mediante le tight junction che, in età neonatale, sono più permeabili. Il latte materno inoltre è sempre disponibile alla giusta temperatura, non richiede alcuna preparazione ed è privo di contaminazione batterica.

Caratteristiche del latte materno: Il latte materno è specie-specifico: non ha in genere potere allergizzante, può contenere proteine eterologhe legate alla dieta materna. La presenza di leaky gut ("intestino colabrodo") determina la sensibilizzazione alle proteine del latte di mucca. La madre durante l'allattamento non dovrebbe assumere determinati alimenti (sostanze aromatiche come cipolla e aglio) e farmaci. La birra veniva consigliata in quanto corrisponde all'introduzione di liquidi anche se non dovrebbe essere assunta. Alcune sostanze ingerite dalla madre possono favorire il passaggio di sostanze allergizzanti e determinare delle reazioni cutanee per il bambino. Le verdure non cotte se ben lavate possono essere ingerite dalla madre durante l'allattamento.

Il latte materno è variabile in relazione a:

fattori ereditari: il latte differisce per ogni singola donna;

fattori fisiologici: età materna, prematurità (più ricco di proteine, grassi, Ig), fase di lattazione (colostro, latte di transizione, latte maturo), fase della poppata (il latte alla fine della poppata è più ricco di grassi per rendere sazio il bambino; questo sistema è importante in quanto il bambino mangia ad libitum e in assenza di una regolazione potrebbe diventare obeso fin dalla nascita), fase della giornata (al mattino il latte e' più ricco di lipidi).

Il Latte Definitivo può essere definito come un sistema colloidale complesso, di colore bianco opaco, reazione neutra o leggermente alcalina (pH 6,97 - 7,2) contenente:

Proteine: il contenuto proteico è nettamente minore rispetto al latte vaccino ed è costituito prevalentemente da: proteine del siero (60%: lattoalbumina, sieroalbumina, lattoferrina, immunoglobuline), caseina (40%);

Azoto non proteico: Comprende: nucleotidi, AA (es. taurina, che interviene nel processo di coniugazione degli acidi biliari, e cisteina che fa parte di altri processi di coniugazione);

Carboidrati: principalmente lattosio (63%), che viene scisso dalla lattasi intestinale in glucosio e galattosio. I processi di fermentazione ad opera della flora intestinale determinano la produzione di acido lattico, che a sua volta determina una riduzione del pH intestinale. Il pH acido stimola la crescita di lattobacilli, un importante fattore di protezione per le infezioni intestinali. Il maggiore contenuto di lattosio del latte materno rispetto al latte artificiale protegge il lattante dalle infezioni intestinali. Il latte artificiale, inoltre, contenendo un maggior numero di proteine deve essere diluito e questo determina un'ulteriore riduzione del lattosio. Il latte di mucca va zuccherato così da renderlo isocalorico rispetto al latte di mamma. I bambini non allattati al seno hanno un maggior numero di infezioni intestinali, questo si verifica anche per una ridotta quota di galattosio presente nel latte rispetto al saccarosio. Il Galattosio è utile per la sintesi di mucopolisaccaridi e cerebrosidi, costituenti  della sostanza bianca cerebrale. Quindi svolge un ruolo essenziale per il processo di mielinizzazione delle fibre nervose. Nel latte materno sono inoltre presenti Oligosaccaridi (16%), assorbiti e utilizzati a scopo energetico e per la sintesi di glicolipidi e glicoproteine. Inoltre sono i precursori di un amminozucchero (N-acetilglucosamina), implicato nella proliferazione del Lactobacillus bifidus, impedenso così l'adesione da parte di altri batteri e proteggendo dalle infezioni del tratto intestinale;

Lipidi: elevato contenuto di acidi grassi insaturi (più del 50% della quota lipidica). Il contenuto di lipidi subisce notevoli variazioni individuali e nell'ambito dello stesso soggetto, nelle diverse poppate e nel corso della stessa poppata. La dieta materna influisce più sulla qualità che sulla quantità dei lipidi. La composizione percentuale di lipidi, proteine e carboidrati è uguale nelle varie mamme;

Vitamine: Il contenuto subisce notevoli oscillazioni in rapporto alla dieta della nutrice. Il contenuto di vitamina K del latte umano è basso; la somministrazione di vitamina K alla nascita è raccomandata per tutti i neonati, specialmente quelli che saranno allattati al seno;

Minerali: basso contenuto di minerali, insieme alla bassa concentrazione proteica fanno si che vi sia un ridotto carico di soluti per il rene del bambino allattato al seno. Nei primi mesi di vita il bambino è un piccolo insufficiente renale. Il contenuto di minerali nel latte materno è pari a circa 1/3 di quello del latte vaccino (2,4 g/l. vs 7 g/l). Nonostante ciò, il rapporto Ca/P pari a 2:1 (1,3:1 nel latte vaccino) determina un aumento della biodisponibilità di questi elementi nel latte materno, con assorbimento (75%) maggiore rispetto a quello ottenuto con il latte vaccino (55%). Anche l'assorbimento del ferro è maggiore per il latte materno (50%) rispetto al latte vaccino (10%). Il contenuto di ferro del latte umano è basso ma la maggior parte dei neonati a termine normali ne ha riserve sufficienti per i primi 4-6 mesi di vita. Il ferro del latte umano viene assorbito bene. Dai 4-6 mesi la dieta del lattante andrebbe arricchita di alimenti fortificati in ferro.

Il latte di madri che seguono una dieta sufficiente ed equilibrata è in grado di fornire tutti i nutrienti necessari eccetto il fluoro e la vitamina D.

Accanto alla componente nutritiva, il latte materno possiede anche componenti non nutritive:

Lisozima: induce lisi delle pareti batteriche;

Lattoferrina: lega il ferro avendo un'azione batteriostatica, in quanto il Fe ha un'azione pro-infettiva. La lattoferrina inibisce la crescita di E.Coli nell'intestino;

Lattoperossidasi: ha azione battericida;

Complemento: opsonizzazione e lisi batterica;

Immunoglobuline (lgA, IgA secretorie, IgG, IgM). Possono passare per diapedesi;

Cellule del sistema immunitario: linfociti T e B, polimorfonucleati, macrofagi;

Enzimi: lipasi;

Ormoni: TSH, T3-T4, LH, FSH, prolattina, steroidi ovarici;

Fattori di crescita: EGF, NGF.

Vantaggi dell'allattamento al seno: Il latte materno risulta insostituibile in quanto:

rafforza il rapporto madre-figlio;

protegge i lattanti dall'insorgenza di m. allergiche;

protegge i lattanti da infezioni soprattutto dell'apparato respiratorio, gastroenterico e genito-urinario, la lattoferrina protegge dalle infezioni mediante la presenza di linfociti, macrofagi, etc;

favorisce lo sviluppo del timo e quindi del sistema immunitario;

promuove lo sviluppo del SNC, per la componente di lipidi, amminoacidi e galattosio;

riduce l'incidenza di Ca del seno;

ha un'azione protettiva sul rene;

ha un vantaggio economico, la mamma deve mangiare circa 800 calorie in più, mentre l'allattamento artificiale costa molto di più.

Controindicazioni: Controindicazioni all'allattamento sono:

assunzione di farmaci che passano nel latte (litio, antitiroidei, isoniazide, chemioterapici). Nel caso la mamma dovesse prendere un antibiotico si valuta il rapporto rischio/beneficio, se dovesse passare un po' di amoxicillina durante la lattazione non è un problema;

condizioni patologiche materne quali: TBC in fase attiva; HIV; Febbre tifoide; Setticemia; Malaria; Eclampsia gravidica; Emorragia grave; Cancro della mammella;

Consumo di droghe;

Malnutrizione cronica;

Nevrosi gravi e psicosi post-partum.

Circa i 2/3 dei neonati allattati al seno sieronegativi per CMV possono contrarre l'infezione.

Problemi e difficoltà nell'allattamento al seno: Le cause di difficoltà all'allattamento possono essere dovute o al lattante oppure alla madre. Le cause riguardanti il lattante sono:

debolezza transitoria della suzione, può essere utile effettuare una spremitura con il tira-latte, si procede dando il latte al neonato con il contagocce;

dentizione precoce e si consiglia l'utilizzo di paracapezzoli;

labio-palato-schisi (labbro leporino): si consiglia di assumere una posizione semieretta se interessa solo il massiccio facciale superiore, se il danno è severo il neonato va allattato artificialmente con tettarelle morbide, ampie oppure può essere utilizzata una placca ortopedica palatina in attesa della riparazione del palato.

Le principali cause materne sono:

anomalie dei capezzoli (rientranti: estrarli mediante siringa tagliata, possono essere utilizzate coppette para-capezzoli a partire dal 3° mese di gravidanza; troppo lunghi: latte spremuto);

Ingorgo mammario: dopo 2-5 gg dal parto (montata lattea). Si consigliano impacchi caldo umidi per ridurre l'ingorgo;

Ipogalattia: aumentare la frequenza dei pasti, se la mamma ha poco latte si procede aumentando il numero delle poppate, poiché più la mamma allatta e più aumenta lo stimolo della lattazione. L'allattamento materno, nel caso sia insufficiente, può essere alternato con il latte artificiale (allattamento misto). In genere dopo 12h dal parto si procede con il primo allattamento. Prima si procede con la lattazione e prima aumenta la montata lattea. Nel prematuro non è possibile iniziare molto presto con l'allattamento al seno;

Mastite: sospendere temporaneamente l'allattamento dal seno malato; tirare il latte. Impacchi e antibiotici. La sospensione viene effettuata sia per la mamma che per il neonato che può ricevere latte infetto. L'escrezione batterica può essere a poussè come tutte le forme di sepsi a partenza da un focolaio infetto quindi si procede con la terapia antibiotica. La mastite può essere alleviata con un allattamento frequente e continuativo, ma possono essere occasionalmente necessarie applicazioni calde locali e antibiotici;

Ragadi: paracapezzoli, coppette con ghiera. Un'igiene adeguata può aiutare a prevenire irritazioni e infezioni ai capezzoli causate da un allattamento iniziale prolungato, dalla macerazione del capezzolo da umidità o dallo sfregamento da parte di indumenti;

madri affette da epatite C: pur essendo possibile un passaggio del virus nel latte, non è stato dimostrato un aumentato rischio di contrarre l'infezione nei bambini allattati al seno. In alcune casistiche c'è una lieve preponderanza di infezione mediante l'allattamento al seno mentre in altre non c'è, quindi il dato non è statisticamente significativo. La trasmissione materno-fetale si verifica in seguito al contatto con la saliva, per piccole lesioni cutanee non necessariamente del capezzolo. Il latte non è una via di trasmissione statisticamente superiore rispetto alle vie biologiche;

I nati da madre con epatite B: possono essere regolarmente allattati al seno se ricevono l'opportuna immunoprofilassi passiva-attiva.


Allattamento Artificiale

Latte vaccino: Il latte vaccino, per le caratteristiche della sua composizione, non risponde alle esigenze nutrizionali del lattante.

Le proteine sono in quantità superiori (circa 3 volte) rispetto al latte materno e costituite prevalentemente (82%) da caseina (mentre è pari al 40% nel latte materno). Ciò rende la digestione difficoltosa, in quanto precipitando in fiocchi, non può essere digerita dai succhi gastrici.

I lipidi sono in quantità sovrapponibili a quelli del latte materno, ma qualitativamente differenti. Gli acidi grassi insaturi e il colesterolo sono presenti in quantità ridotte e prevalgono gli acidi grassi saturi a lunga catena.

I carboidrati sono costituiti prevalentemente dal lattosio, che è in quantità ridotte rispetto al latte materno.

I minerali sono presenti in quantità superiori (circa 3 volte) rispetto al latte materno. Il calcio è presente in quantità elevate, ma con scarsa biodisponibilità per il ridotto rapporto calcio/fosforo e per la formazione di saponi con gli acidi grassi non assorbiti. Il ferro da un lato è poco assorbito (10%), dall'altro viene perso con le micro perdite ematiche intestinali (allergia alle proteine del latte vaccino)indotte dal latte vaccino.

L'elevato apporto di sodio, potassio e cloro, insieme al consistente contenuto proteico, sono responsabili di un carico renale dei soluti sicuramente maggiore rispetto al latte materno.

Le vitamine sono in quantità insufficiente rispetto al latte materno, in particolare se si tiene conto della quota persa con i processi di sterilizzazione.

In basso viene riportata una tabella con la composizione del latte materno durante le varie fasi della lattazione e paragone con il latte vaccino.

Figura : Composizione dei diversi tipi di latte.

Se si volesse umanizzare il latte vaccino bisognerebbe diluirlo e integrarlo con gli zuccheri per avere un contenuto isocalorico rispetto al latte materno, inoltre bisognerebbe aggiungere calcio, fosforo, omega-3, ferro.

Secondo le raccomandazioni attuali bisogna evitare l'assunzione di latte vaccino, in particolare a basso contenuto di grassi o latte scremato, prima di un anno di età.

Il latte vaccino è un alimento non adeguato per il lattante per:

elevato contenuto di proteine con rapporto caseina/sieroproteine a favore della caseina;

presenza di proteine eterologhe (b-lattoglobulina) che provocano l'allergia alle proteine del latte vaccino;

insufficiente apporto di carboidrati;

eccessivo apporto di minerali;

deficit di acidi grassi essenziali, colesterolo e vit. D;

assenza di fattori immunoprotettivi (immunoglobuline, macrofagi, linfociti).

Oggi si tende ad evitare l'uso del latte vaccino, anche se opportunamente diluito e integrato, per almeno i primi 6 mesi di vita (meglio per i primi 12 mesi di vita), in quanto esso può essere causa di manifestazioni allergiche e di microperdite ematiche intestinali con conseguente anemizzazione.

Il latte vaccino contiene Ig specifiche contro le infezioni della mucca e non dell'uomo, inoltre durante la fase di sterilizzazione viene persa una quota di vitamine.

Latti in formula: Sono prodotti a partire dal latte vaccino, modificato per renderne la composizione il più possibile simile al latte materno. Comprendono:

Formule adattate per lattanti del primo semestre;

Formule di proseguimento.

Il quantitativo minimo raccomandato di ogni nutriente è maggiore del quantitativo di quel nutriente nel latte materno. I produttori devono garantire alla FDA che ogni latte formulato prodotto, in quanto fonte di nutrimento per il lattante, garantisce la normale crescita e il normale sviluppo almeno per i primi 4 mesi di vita.

Le formule per lattanti sono destinate all'alimentazione del neonato a termine e di quello pre-termine di peso superiore a 2500 g fino all'età di 4-6 mesi. Il loro contenuto rispetta la composizione qualitativa-quantitativa del latte materno. Rispetto al latte vaccino presentano:

Un adeguato apporto di carboidrati e lipidi;

un minor contenuto di proteine e minerali, con un adeguato rapporto Ca/P (compreso tra 1.2 e 2, cioè simile a quello del latte materno) rispettando meglio, in tal modo, il carico renale di soluti e proteine, essendo intermedio tra il latte materno e quello vaccino;

integrazione con vitamine e oligoelementi.

In Italia questo latte costa molto in più (per depositi, pubblicità, informatori) rispetto a gli altri paesi come ad esempio la Germania.

In un lattante allergico alle proteine del latte vaccino può essere utilizzato il latte di soia, tuttavia sono possibili reazioni allergiche anche in questi casi.

Le formule di proseguimento (latte in polvere o liquido) sono indicate per l'alimentazione del lattante dopo il 4° - 6° mese di vita, hanno un maggior contenuto di proteine e di ferro ed un minor contenuto di acidi grassi essenziali che il lattante può assumere attraverso i cibi introdotti con il divezzamento (olio di oliva extravergine). A 4 - 6 mesi si riesce a sopportare un carico di soluti maggiore rispetto al neonato.

Il latte "MIO" è fortificato con l'aggiunta di vitamina D, calcio, acidi grassi polinsaturi. Il latte di proseguimento rispetta il fabbisogno di oligoelementi come il ferro così da sopperire alla mancanza di sostanze che non vengono assunte con lo svezzamento in quanto ad esempio non tutti i bambini amano mangiare la verdura.

L' ESPGHAN ha definito il range dei valori dei vari costituenti di una corretta formula adattata. Questa società codifica il fabbisogno nutritivo in base all'età del paziente.

Le formule per il pretermine hanno:

un elevato contenuto proteico (2 - 2.2 g) in quanto il neonato deve completare la fase plastica;

un maggior apporto di lipidi e presenza di MCT (acidi grassi a catena media, per l'immaturità funzionale pancreatica e epato-biliare il prematuro presenta un ridotto contenuto di ac. biliari e di lipasi, gli acidi grassi a media catena vengono assorbiti direttamente, non necessitano dell'azione degli acidi biliari);

carboidrati: non solo lattosio, ma anche malto-destrine (polimeri di glucosio) che vengono assorbite nel pretermine che presenta una carenza di lattasi intestinale.

Il bambino nato pretermine non viene allattato dalla mamma, si somministra una formula di latte speciale fino a quando non raggiunge un peso pari a 2,5 Kg.

Si parla di formula 0 per il latte del pretermine e formula 1 per il latte del bambino nato a termine.


Razione Alimentare del Lattante

Allattamento al seno: In questo caso il numero dei pasti è variabile, dipendente dalla domanda del lattante, anche ogni ora fino a 16 volte al giorno. Se il bambino è soddisfatto dopo ogni poppata dorme per 2-4h tra le poppate e aumenta di peso adeguatamente. La durata della poppata è di 15-20 min.

Il calcolo della razione alimentare a scopo orientativo, sulla base del contenuto calorico del latte umano (70 Kcal/dl) e al fabbisogno giornaliero del lattante nei primi mesi di vita (circa 110 Kcal/Kg), si ricava dalla formula: peso bambino (kg) x 150 = ml/latte/die, ad esempio se pesa 3 Kg il suo fabbisogno sarà di 450 ml/latte/die.

L'adeguatezza dell'apporto alimentare si valuta effettuando il controllo giornaliero del peso nella 1° settimana e poi settimanalmente tenendo presente che:

calo fisiologico di 5-8% nella prima settimana, se il calo ponderale è maggiore si tratta di un calo patologico e bisognerà valutare se c'è un danno d'organo, un'infezione ecc;

incremento ponderale nei primi 2-3 mesi è circa 200 g a settimana (25-30 g/die).

La maggior parte dei neonati è in grado di iniziare l'allattamento al seno immediatamente dopo la nascita, quasi sempre entro 1-4h. Entro la fine della prima settimana di vita la maggior parte dei neonati sani assumerà 60-90 ml di latte e necessiterà di 6-9 pasti al giorno. L'assunzione del latte avviene ogni 4-2h. E' importante soddisfare la fame del neonato quando si presenta, così da impedire che il neonato associ il pianto prolungato e una situazione di disagio con il cibo, inoltre aiuta a prevenire pratiche di alimentazione non corrette (pasti troppo piccoli e frequenti o ingurgito rapido).

Al momento della poppata il neonato dovrebbe essere affamato, asciutto, non avere né troppo caldo né troppo freddo. Deve essere tenuto in posizione comoda, semiseduto per prevenire il vomito quando deve eruttare. Anche la mamma deve stare comoda e a suo agio. Il successo dell'allattamento dipende dagli aggiustamenti fatti nei primi giorni di vita.

Alla nascita sono presenti dei riflessi che facilitano l'allattamento al seno: la ricerca di cibo, la suzione, la deglutizione e il senso di sazietà.

Nella posizione da seduta si deve tenere il bambino in braccio, girato verso la donna, con la testa nella piega del gomito, in modo che non sia costretto a girare la testa per arrivare al seno. Testa, torace e gambe del bambino devono essere in linea retta. Avvicinare dolcemente la guancia del bambino al seno, affinché possa cercare per istinto il capezzolo. Si può scegliere qualsiasi posizione l'importante è che il bambino riesca a respirare bene e si attacchi prendendo in bocca il capezzolo e buona parte dell'areola (la zona scura intorno al capezzolo). Verificare che il capezzolo sia al centro della bocca e che si trovi sopra la lingua del bambino. Il labbro inferiore deve essere rivolto all'infuori ed il mento aderente al seno. In caso di presenza di muco nelle prime vie aeree si procede con la detersione con soluzioni fisiologiche sterili.

Il neonato non deve essere staccato dal seno con forza. Al termine della poppata il neonato deve essere mantenuto eretto sulla spalla della madre o in grembo per aiutarlo ad espellere l'aria deglutita. E' una procedura indispensabile nei primi mesi di vita ma non deve diventare eccessiva.

Allattamento con latte artificiale: Il numero dei pasti è generalmente 7 nelle prime settimane, 6 nei primi 2 mesi, 5 fino all'inizio dello svezzamento

L'allattamento con il latte artificiale non richiede l'alimentazione a domanda che è addirittura dannosa.

Per il calcolo della razione alimentare oltre la prima settimana di vita è come nell'allattato al seno, peso bambino (kg) x 150 = ml/latte/die; nella prima settimana di vita somministrare per ogni pasto tante decine di ml di latte quanti sono i giorni di vita del bambino meno 1 (per 7 pasti), ml latte pro/poppata = [n° giorni di vita -1] x 10, ad esempio un neonato di 3gg, (3-1) x 10 = 20 ml di latte per poppata.

In media, la durata dell'allattamento è di 10-15 min. L'ambiente dell'allattamento artificiale deve essere simile a quello dell'allattamento al seno, con la madre o chi nutre il bambino e il bambino in posizione comoda, senza fretta e senza fonti di distrazione. Il bambino deve essere sostenuto come se fosse allattato al seno. La tecnica del ruttino è importante per evitare rigurgiti e dolori addominali. Tutti i lattanti occasionalmente rigurgitano una piccola quantità di latte dopo la poppata.


Divezzamento

Il divezzamento o svezzamento è il graduale passaggio da un'alimentazione esclusivamente a base di latte ad una mista, contenente anche alimenti solidi. Il bambino si svezza perché non può continuare ad assumere solo il latte della mamma, deve imparare ad usare il cucchiaio, deve iniziare a masticare, ad ingerire cereali, amidi che sono alla base della nostra dieta. Inoltre cambiano le esigenze nutrizionali e la dieta basata unicamente sul latte risulta povera di ferro, calcio, vitamine, ecc.. Il bambino è in grado di digerire e assorbire vari nutrienti così come di metabolizzare, utilizzare ed eliminare i prodotti assorbiti con la digestione; ha inizio l'eruzione dei denti, il bambino è più attivo e inizia ad esplorare il mondo.

L'età del divezzamento è spesso dettata da fattori socioculturali e costumi familiari che non sempre hanno tenuto in considerazione le necessità nutrizionali del bambino, del grado di maturazione dell'apparato gastrointestinale (le amilasi pancreatiche devono essere presenti altrimenti l'amido non viene digerito), del rene e del SNC (il bambino deve essere in grado di masticare, deve avere un'adeguata propriocezione).

Il divezzare troppo presto (prima del 4° mese) può causare:

aumento di allergie e intolleranze alimentari in quanto l'intestino è maggiormente permeabile alle macromolecole. Se viene introdotto troppo presto il pesce o l'uovo si possono generare delle allergie multiple agli alimenti;

squilibri nutrizionali secondari alla precoce sospensione dell'allattamento al seno.

Divezzare troppo tardi (dopo il 6° mese) può causare:

ritardo di crescita;

deficit immunitari e nutrizionali se il latte materno rimane l'unico alimento del bambino (difetto di apporto di nutrienti quali ferro, zinco e proteine di elevato livello biologico).

Quando possibile, durante il divezzamento il bambino dovrebbe essere ancora allattato al seno, in modo da mantenere, entro limiti accettabili, la quota proteica, destinata altrimenti ad aumentare oltre i limiti raccomandati gravando così sul rene e garantire un'assunzione adeguata di acidi grassi polinsaturi.

Infatti, è stato dimostrato che un bambino che assuma normalmente latte materno durante il divezzamento arriva a introdurre con la dieta una quota giornaliera di acido arachidonico e docosaesanoico (DHA) raggiungibile solo con quantitativi non realizzabili di alimenti quali uova, pesce o fegato.

Non vi sono invece elementi convincenti per continuare l'allattamento materno oltre il 12° mese, almeno nei paesi industrializzati. L'allattamento può essere protratto per più tempo ma è importante che la mamma aumenti il suo introito calorico giornaliero.

Regole generali durante le prime fasi del divezzamento

Olio: dovrebbe essere extravergine di oliva, perche più ricco di acido oleico, vitamine e antiossidanti.

Zucchero e sale: non consigliabili fino ai 12 mesi di vita, per evitare che il bambino si abitui a gusti marcatamente dolci o salati che potrebbero condizionare le scelte dietetiche in epoca successiva e predisporlo allo sviluppo di carie, iperglicemia e ipertensione arteriosa. Evitare cibi contenenti coloranti o additivi, utilizzando prodotti controllati all'origine e durante i processi produttivi.

E' importante introdurre gli alimenti con gradualità nello svezzamento, gli alimenti più allergenici come il pomodoro, i crostacei vanno introdotti verso la fine dello svezzamento.

In caso di anamnesi familiare e/o personale positiva per allergia è bene introdurre con maggiore gradualità gli alimenti.

A partire dal 4° - 5° mese di vita, la prima pappa può essere fatta con brodo vegetale, che va integrato con cereali senza glutine (fino al compimento del 6° mese) e con liofilizzati o omogeneizzati di carne (vitello, manzo, pollo, tacchino, agnello, coniglio), grana e olio di oliva e frutta (mela, pera o banana).

Per preparare il brodo vegetale si mette a bollire 1⁄2 L di acqua, si aggiunge la carota, la patata fino a farlo ridurre della metà (250 ml), si aggiunge inoltre il parmigiano reggiano che contiene i lactobacilli che hanno una funzione antibatterica. La prima pappa può essere fatta o con il brodo vegetale o con la crema di riso.

Il bambino quindi avrà il seguente schema di alimentazione: 2 volte il latte - 1 pappa - 2 volte latte.

Dopo 20-30 giorni, si passa all'introduzione della seconda pappa: si proporranno gradualmente nuovi alimenti, passato di verdure, formaggio o pesce (a partire dal 7° mese: sogliola, trota, salmone), prosciutto cotto al posto della carne.

In questo caso lo schema alimentare è: latte - 2 volte la pappa (pranzo e primo pomeriggio) - latte la sera.

In mancanza di latte materno, dal 6° mese di vita dovrebbe essere utilizzata una formula di proseguimento in modo da garantire sempre un apporto di latte da solo o con yogurt pari a 500 ml/die per soddisfare il fabbisogno di calcio.

All'8° mese si introducono generalmente il passato di legumi e l'uovo sodo (tuorlo).

Al compimento del 1° anno: albume, latte vaccino più biscotti o cereali integrali per abituare il piccolo al consumo di fibre.

Il latte vaccino diluito può essere iniziato al 6° mese di vita mentre il latte vaccino comune all'8° - 12° mese di vita, deve essere zuccherato al 5% per renderlo isocalorico al latte materno o umanizzato. Quindi si devono aggiungere 5g di zucchero ogni 100 ml di latte, ad esempio se si assumono 250 ml di latte si devono aggiungere 2 cucchiaini e mezzo.

L'apporto calorico deve essere sempre di 70kcal/dl. Si consiglia di passare al latte vaccino intorno al 1° anno di vita ma ciò dipende anche dal contesto sociale: infatti il latte di proseguimento può essere assunto fino al 3° anno di vita.

Problemi nutrizionali nel corso del 1° anno di vita: Alimentazione insufficiente si manifesta con stato di agitazione, pianto e mancato aumento ponderale, irritabilità, disturbi del sonno. La cute diviene secca e grinzosa e il tessuto sottocutaneo scompare.

Nel caso di Iperalimentazione, gli intake eccessivi non sono dovuti al latte materno o formulato bensì alle integrazioni.

Il rigurgito è spesso normale soprattutto nelle prime fasi di vita. Può essere ridotto mediante una corretta eruttazione. Il vomito è un sintomo comune nella prima infanzia e si può associare a disturbi sia banali che severi.

Le feci dei bambini allattati al seno sono di norma meno consistenti di quelle dei bambini nutriti con latte formulato. L'assunzione da parte della madre di lassativi o di particolari alimenti può indurre nel bambino l'emissione di feci poco formate.

Anche l'eccessiva assunzione di latte materno può determinare l'emissione di feci poco formate; tuttavia la diarrea da iperalimentazione è inusuale. Una diarrea deve essere considerata infettiva fino a prova contraria. Per fenomeni lievi in genere è sufficiente sospendere tutti gli alimenti solidi e uno o più pasti di latte sostituendoli con acqua bollita o con una soluzione idroelettrolitica bilanciata.

Per quanto concerne la stipsi, uno sfintere anale stretto o spastico può essere il responsabile di una stipsi ostinata da correggere con dilatazione digitale. Anche fessurazioni e ragadi anali possono essere causa di stipsi. Un megacolon agangliare si può manifestare nella primissima infanzia con stipsi. Si può anche manifestare per un insufficiente apporto di liquidi o alimenti.

La colica è un sintomo complesso caratterizzato da dolore addominale parossistico di probabile origine intestinale. L'attacco inizia all'improvviso con pianto forte. Possono essere associate alla fame o all'aria deglutita.

Dalla fine del 1° anno di vita la maggior parte dei bambini si adatta a uno schema di tre pasti più 2-3 spuntini. Bisognerebbe permettere ai bambini di alimentarsi autonomamente appena sono in grado di farlo. Ad esempio, il cucchiaio può essere utilizzato non appena il bambino riesce a tenerlo in mano e a dirigerlo alla bocca.

La dieta giornaliera dovrebbe essere basata sui gruppi principali di alimenti: cereali, frutta, verdura, carne e derivati del latte con quantità sufficienti di macro e micro nutrienti. Le abitudini alimentari che si formano al 1° - 2° anno di vita influenzano quelle degli anni successivi.

Il bambino e l'adolescente dovranno continuare ad avere un apporto quotidiano di 500 ml/die di latte, 250 ml la mattina e 250 ml la sera. Il latte, lo yogurt e i formaggi rappresentano la principale fonte di calcio. Bisogna considerare che 100g di formaggio vengono preparati utilizzando 2L di latte.


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