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Rousseau - differenze con gli illuministi, la sua vita e le sue opere, emilio, l'infanzia




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ROUSSEAU



E' svizzero (Ginevra)

Sente il bisogno di un rinnovamento politico sociale educativo e religioso. Partecipa in parte all'illuminismo, ha in comune con essi la critica della tradizione e della società del tempo ma estende questa critica anche alla cultura scientifica.


DIFFERENZE CON GLI ILLUMINISTI


Non condivide la fede nella religione, ciò che accomuna gli uomini è il sentimento (pre - romantico) non crede nel progresso tecnico e scientifico, infatti collabora all'enciclopedia ma solo per la parte sulla musica.

Gli illuministi avevano visti l'aspetto intellettualistico dell'educazione, per lui invece l'educazione è la formazione integrale dell'individuo. Può essere considerato l'iniziatore della pedagogia moderna, il suo merito principale è quello di cogliere l'aspetto puerocentrico dell'educazione (il bambino al centro) l'educatore deve essere al servizio della natura del bambino. E' stato accusato di incoerenza ma su un punto fu coerente: ha fondato la politica e la pedagogia sul principio della libertà.


LA SUA VITA E LE SUE OPERE


Per comprendere il suo pensiero bisogna conoscere la sua vita che fu fuori dalla norma e lo portò a farsi una cultura da autodidatta, disordinata ma vitale che lo ha posto in contrasto con gli illuministi. Verso la metà del '700 partecipa ad un concorso dell'accademia di Digione sul tema "Se il progresso delle scienze e delle arti abbia contribuito alla corruzione o alla purificazione dei costumi". Rousseau vince il concorso e qui abbiamo il suo primo tema fondamentale che è "La civiltà corrompe", le arti e le scienze sono maschere che abbelliscono la natura sordida della civiltà, esse distendono ghirlande di fiori sopra le catene che opprimono l'uomo ma gli uomini corrono verso le loro catene perché preferiscono essere schiavi piuttosto che liberi, questo per pigrizia, per abitudine; ci vorrebbe uno spunto anticonformista. In seguito scrive un altro saggio sull'origine i fondamenti della disuguaglianza fra gli uomini, e qui si getta nella politica ( questo discorso sarà poi ripreso da Marx) qui abbiamo la seconda tesi fondamentale che è in contrasto con gli illuministi. Gli uomini nascono tutti uguali, è la civiltà, il progresso che li rende disuguali. Il primo che ha cintato un terreno ed ha detto "questo è mio" e ha trovato altre persone tanto ingenue da credergli è stato il fondatore della società civile, e la storia della civiltà è il progresso della disuguaglianza. Il primo gradino della disuguaglianza è la proprietà privata (differenza con Lock). Il secondo gradino è la magistratura che fa leggi che garantiscono solo chi possiede. Il terzo gradino è lo stato che avvalla le leggi.


In seguito scrive le sue opere principali:

"Il contratto sociale" che è un'opera politica

"Emilio" che è un'opera pedagogica

In entrambe le opere si ha la critica della società contemporanea.

Il suo tema fondamentale è il ritorno alla natura. Questo ritorno alla natura è visto in due tempi il primo è il mito del buon selvaggio e qui abbiamo la differenza fra uomo naturale (cioè il selvaggio) autentico, ingenuo, felice perché non ha la necessità di apparire come non è, (quindi è buono); e l'uomo civile artificiale inautentico ed infelice perché vuole sempre apparire diverso da come è.

In un secondo tempo lui si rende conto che lo stato di natura non è mai esistito e forse non esisterà mai, non è un fatto reale, è un'ipotesi e non si può fermare il progresso quindi tornare alla natura significa riguadagnare una condizione di vita più pura, più sincera e più autentica. A questo punto è necessario un contratto sociale che sostituisca la giustizia all'istinto. La sua idea è quella di una radicale riforma politica basata sull'uguaglianza e sulla volontà generale. Questa si rivolge al bene comune ma non è la somma delle singole volontà, è un corpo morale, unico ed è il popolo ed è fondata su un patto di unione nel quale ciascuno rinuncia al proprio arbitrio affinché possa trionfare la giustizia. Se però non si può cambiare lo stato bisogna cambiare l'uomo e nasce "Emilio" romanzo pedagogico più famoso dell'antichità.


EMILIO


Emilio è un allievo immaginario con un precettore, i cardini dell'educazione:

Educazione secondo natura: il bambino deve crescere in campagna e bisogna seguire le tappe evolutive del bambino.

Educazione negativa: consiste nel rimuovere tutti gli ostacoli che possono deformare la crescita naturale.

Educazione indiretta: cioè la capacità dell'educatore di promuovere tutte le circostanze affinché il bambino si autoeduchi.


L'INFANZIA


I tre maestri sono:

- La natura che si sviluppa spontaneamente.

- Le cose di cui facciamo esperienza.

- Gli uomini che ci insegnano l'uso delle nostre facoltà.


Emilio nasce in campagna, la prima educazione è sensomotoria e l'educatore (precettore) deve impedire che si formino delle abitudini (manga quando ha fame, dorme quando ha sonno). Il pianto non deve essere considerato in quanto spesso diventa un ordine. Per quanto riguarda il linguaggio non bisogna frastornare il bambino di parole ma fargli udire articolazioni facili distinte ripetute spesso, riferite ad oggetti concreti.


II E III INFANZIA


Rousseau critica Lock per il quale bisogna ragionare coi bambini. La ragione si sviluppa tardi al termine del processo educativo. Emilio impara dalle conseguenze dei suoi atti per esempio se rompe i vetri della finestra dormirà al freddo. Emilio impara a leggere perché si accorge della utilità delle cose in quanto il precettore gli fa arrivare dei biglietti di invito, Emilio non sa leggere e quindi non può approfittare degli inviti.


ADOLESCENZA


Questo periodo è il più adatto per la formazione della cultura (per lui si inizia a 12 anni). L'apprendimento è attivo (no sui libri ma esperienze) ed il protagonista è l'allievo.

Emilio non studia la geografia sulle carte ma le costruisce egli stesso e costruisce gli arnesi da lavoro ripetendo l'esperienza di Robinson Crosuè il libro di Defoe che è l'unico consigliato. Impara ad orientarsi quando si smarrisce nella foresta e vuole tornare a casa.

Da 15 anni in poi maturano il senso sociale ed il senso morale ed inizia lo studio dei classici, della storia e dell'educazione artistica.

Dopo i 15 anni giunge il tempo dell'educazione religiosa. Rousseau ne parla nel quarto libro dell'Emilio che si chiama "la professione di fede del vicario savoiardo". Il vicario rappresenta il suo ideale di sacerdote, è un uomo intelligente e modesto povero di beni materiali e ricco di virtù morali. Il quinto libro dell'Emilio è dedicato all'educazione di Sophia la donna ideale (per Emilio), non è bella ma è interessante, ha gusto, sa dirigere la casa, taglia e cuce i suoi abiti, sa tenere i conti, è molto buona e docile. Si incontrano, si sposano ma lui fa prima un viaggio. Concludendo Emilio impara attraverso l'osservazione, l'esperienza ed il fare. In sintesi si ha l'anticipazione di tutte le scuole attive del '900 e del metodo intuitivo ed inoltre per Rousseau l'infanzia è una stagione valida in se (non come preparazione all'età adulta), anche lui ha i suoi limiti, per esempio inizia troppo tardi l'educazione sociale e rinvia ad un'epoca troppa avanzata la comparsa della ragione e del senso morale.

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