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Il funzionalismo




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IL FUNZIONALISMO


La prima guerra mondiale determinò un rallentamento dell'attività edilizia, molto fiorente nel primo decennio del '900. Alla ripresa, i costruttori si trovarono di fronte ad una situazione sociale, economicamente, tecnologicamente e profondamente mutata.

La guerra accelerò ovunque lo sviluppo dell'industria sia in senso quantitativo sia per quanto riguarda il progresso tecnologico. Ci fu un ulteriore accrescimento delle popolazioni nelle città.

La classe operaia, cosciente di aver contribuito più di ogni altra allo sforzo bellico e di averne più di ogni altra sofferto, acquistava sempre più un peso politico decisivo : la rivoluzione bolscevica ne fu una dimostrazione.

La borghesia professionale si trasformava sempre più in classe di tecnici e dirigenti. La struttura della città non rispondeva più alle esigenze sociali per il crescente sviluppo della meccanizzazione dei servizi e dei trasporti.

Prima della guerra era già presente il problema urbanistico e solo dopo si presero provvedimenti veri e propri perché esso si presentò urgente e gravissimo.

Ha un aspetto funzionale: è un organismo produttivo, deve quindi liberarsi di tutto ciò che intralcia o ritarda il suo funzionamento.

Ha un aspetto sociale: la classe operaia è ormai la più forte della comunità urbana, non può più essere considerata strumento manovrato e irresponsabile.

Ha un aspetto igienico, in senso fisiologico e psicologico: la città - fabbrica, per la densità della popolazione, è un ambiente opprimente, psicologicamente alienante.

Ha un aspetto politico: per dare alla città agibilità e funzionalità, cioè per utilizzarla bisognava toglierla dalle mani di chi, semplicemente, la sfruttava per il proprio profitto. Quello che impedì e tuttora impedisce l'adeguamento della struttura alla funzione urbana ed era la causa prima del disordine delle città e la speculazione immobiliare.

Ha infine un aspetto tecnologico: perché il problema dell'architettura e della città viene posto come edilizia costruita "in serie". Si passa da una produzione edilizia costruita in sito ad una di tipo prettamente industriale.

Questo insieme di cose mutò radicalmente la figura professionale dell'architetto: il costruttore doveva essere un urbanista, cioè progettare lo spazio urbano.

Per questo si determinò una netta distinzione fra i molti mestieranti che si misero a servizio della speculazione immobiliare, peggiorando le condizioni della città, ed i pochi che erano coscienti della loro dignità di professionisti o di tecnici, che opposero ai primi, progetti di utilizzazione razionale.

Se i mestieranti al servizio del capitale immobiliare miravano allo sfruttamento del suolo urbano secondo i procedimenti operativi tradizionali, e quindi si opponevano ai nuovi metodi di progettazione, alle nuove tecnologie e alle nuove forme architettoniche ( salvo ad imitarle in modo esteriore e banale quando vennero di moda), la loro opposizione non nacque, come nel passato, da un reale attaccamento alle tradizioni, quindi si può essere certi che si parla di malafede e che ciò che si vuol difendere è lo sfruttamento speculativo contro il dovere di utilizzare funzionalmente il suolo e l'apparato urbano.

Il classicismo adottato come architettura ufficiale dal fascismo in Italia e dal nazismo in Germania no ha il minimo fondamento nell'architettura classica. L'introduzione dell'architettura moderna è stata dunque una lotta politica caratterizzata dalla contrapposizione fra forze progressive e forze reazionarie. In particolar modo l'architettura moderna è stata perseguitata in Italia col fascismo, in Germania col nazismo e in Unione Sovietica col prevalere delle spinte reazionarie.

L'architettura moderna si è sviluppata in tutto il mondo secondo alcuni principi generali:

La priorità della pianificazione urbanistica sulle pianificazione architettonica;

La massima economia al fine di poter risolvere un " minimo di esistenza", il problema delle abitazioni;

La rigorosa razionalità delle forme architettoniche;

Il ricorso alla tecnologia industriale, alla standardizzazione, alla prefabbricazione in serie di cose comunque attinenti alla vita quotidiana (disegno industriale);

La concezione dell'architettura e della produzione industriale qualificata come fattori qualificanti del processo sociale e dell'educazione democratica della comunità.

Nell'ambito di questa, che possiamo chiamare l'etica fondamentale o la deontologia dell'architettura moderna, si distinguono diverse impostazioni problematiche e diversi indirizzi, dipendenti dalle diverse situazioni oggettive, sociali e culturali. Si possono così distinguere:

Razionalismo formale, che ha il suo centro in Francia e fa capo a Le Corbusier;

Razionalismo metodologico - didattico, che ha il suo centro in Germania, nella Bauhaus, e fa capo a W. Gropius;

Razionalismo ideologico, quello del costruttivismo sovietico;

Razionalismo formalistico, quello del neo - plasticismo olandese;

Razionalismo empirico, dei paesi scandinavi che ha il suo massimo esponente in A. Alto;

Razionalismo organico americano, con la personalità dominante di F. L. Wright.





Le Courbusier


(1887-1965): non è stato soltanto un grande artista, ma anche un magnifico agitatore culturale, un'inesauribile fonte di idee. Teorico, polemista, battagliero e propagandista e, con la sua opera di architetto e di scrittore, ha fatto del problema dell'urbanistica e dell'architettura uno dei grandi problemi della cultura del nostro secolo.

La sua opera architettonica è parsa priva di coerenza poiché Le Corbusier, come Picasso , ha cambiato stile più volte. La coerenza sta nella sua condotta, e questa è stata la sua politica dell'urbanistica e dell'architettura. Il fondamento del razionalismo di Le Corbusier è cartesiano, lui stesso lo dichiara; il centro della cultura mondiale rimane, per Le Corbusier, la Francia.

L'urbanista - architetto ha il dovere di procurare alla società una condizione naturale e nello stesso tempo razionale di esistenza, ma senza fermare lo sviluppo tecnologico perché il destino della società è il progresso.

L'arte è considerata tale quando l'oggetto, l'opera d'arte ha una forma corrispondente alla funzione.

Gli edifici e la natura si fondono con semplici rapporti di proporzione dove Le Corbusier troverà la formula pitagorica: l'uomo misura di tutte le cose , la misura umana, il Modulor.

L'architettura funzionale non è astrazione o formalismo,  come nella casa dove il volume viene liberato su pilastri ( pilotis), in modo che sotto si circoli senza che il movimento della città venga interrotto dai blocchi massicci delle costruzioni e permetta la compenetrazione della città nei palazzi stessi.

Le Corbusier, essendo stato pittore da giovane, ha dedotto la concezione cubista dello spazio continuo, plastico, praticabile a più direzioni e dimensioni. Questo spazio Le Corbusier lo organizza con scale di grandezza.

A scala urbanistica : e sono i piani urbanistici che elabora o abbozza per molte città d'Europa (Ginevra, Anversa, Barcellona, Marsiglia, Parigi ), dell'Africa, del Sud - America e dell'India.

A scala edilizia : e sono gli edifici pubblici, le scuole, i musei, le case di appartamenti, i villini.

Tendenzialmente Le Corbusier è un classico, come Picasso.  

Alla fine della prima guerra mondiale la Germania, sconfitta, era in una condizione politica, sociale , economica tragica. Era lacerata dai conflitti di classe: da un lato i militari e i capitalisti che avevano voluto la guerra, ed ora addossavano la colpa della sconfitta al disfattismo della classe operaia, invocando il riarmo ed uno Stato forte che scateni un'altra guerra di rivincita.

Il popolo era ora il solo a subire le conseguenze della disfatta. GROPIUS, come Le Corbusier, va veduto nel suo duplice aspetto di artista e di animatore culturale.

Ma Le Corbusier è un vulcano di idee, Gropius il sostenitore fermissimo di un'idea. Le corbusier, inoltre, detta leggi, discute, argomenta, persuade; Gropius fonda (1919) e dirige una scuola "democratica".

Le Corbusier ha una politica tutta sua in cui porta la società a costruire e non distruggere; Gropius analizza la situazione e programma la propria scelta ad una corrente politica, la socialdemocrazia. Le Corbusier si mette in gara con i pittori perché l'ideale classico della forma è universale; ora si avvicina a Braque, ora a Gris, ora a Picasso; Gropius non          crede all'universalità dell'arte, ma convoca intorno a sé, nella Bauhaus Weimar, artisti più avanzati (Kandisky, Klee).





Gropius: la Bauhaus


La Bauhaus è stata una scuola democratica appunto per questo il nazismo, appena arrivato al potere l'ha soppressa (1933).

Era fondata sul principio della collaborazione, della ricerca comune fra maestri e allievi, parecchi dei quali sono ben presto diventati docenti.

Col termine democratico s'intende una società che sì autodetermina, vale a dire che si forma e sviluppa da sé.

Progresso è educazione, strumento dell'educazione è la scuola, dunque la scuola è il seme della società democratica.

Bauhaus significa "Casa della Costruzione"; al vertice sta l'urbanistica perché educa a fare la città ed a vivere da cittadini, civilmente.

La razionalità deve inquadrare i grandi e i piccoli atti della vita: deve essere razionale la città in cui si vive, la casa in cui si abita, il mobile e l'utensile di cui ci si serve, l'abito che s'indossa.

Un solo metodo di costruzione determina la forma di tutto ciò che serve alla vita, e poiché tutto è prodotto dall'industria, si riduce a progettare per l'industria quindi il piano regolatore di una grande città è il disegno industriale come il progetto di un cucchiaio.

Quindi un piano urbanistico si occupa della distribuzione ed il coordinamento di tutte le funzioni sociali: abitazione, lavoro, istruzione, assistenza, svago; la funzione determina la forma e la sua tipologia degli edifici.

Lo stesso Gropius lo dimostra: poiché considera l'edificio scolastico come il nucleo formativo della città, ne studia così l'organismo funzionale, a cominciare da quella che dirige, la Bauhaus, per la quale nel 1925 costruisce a Dessau una sede che è uno dei capolavori del funzionalismo architettonico europeo; e poiché ritiene che il teatro sia anch'esso un centro educativo-sociale, studia per il regista Piscator il Teatro Totale, la cui architettura è tutta in funzione delle azioni sceniche ed in cui lo spettatore è partecipe dello spettacolo.

Quindi si può notare che dal problema dei contenuti funzionali si passa logicamente a quello della comunicazione.

Anche nelle città del passato gli edifici significavano e comunicavano es. la cattedrale significava e comunicava la presenza di Dio o l'autorità della chiesa, il palazzo reale, il potere sovrano, la casa signorile, la rendita del proprietario.

In definitiva, comunicavano l'ordine gerarchico che veniva imposto dall'alto alla società; in altre parole la comunicazione era comando.

La società democratica non ha classi, ha solo funzioni; queste funzioni sono egualmente necessarie a tutta la società.

La comunicazione circola e si estende da persona a persona e costituisce il tessuto vitale della società democratica.

La concezione della città come sistema di comunicazione, che oggi è alla base d'ogni serio studio urbanistico, è già presente, sia pure soltanto come intuizione, nella teoria e nella didattica della Bauhaus.

Tutto ciò che rientra nell'ambito della comunicazione visiva è oggetto, nella Bauhaus, d'analisi, di progettazione.

Molti tipi d'oggetti per la produzione industriale in serie che si sono poi e sono tuttora largamente diffusi sono nati dalle ricerche analitiche della Bauhaus.

Si precisa e teorizza il principio della forma standard: fondamentale dal punto di vista tecnico, per la produzione meccanica in serie, per l'accordo che implica, da parte dei consumatori, circa la forma più appropriata e quindi standardizzata, di certi oggetti.

Indubbiamente nella teoria e nella didattica della Bauhaus predomina la tendenza a geometrizzare le forme; ma non si tratta di un canone, come accade in Francia.

La forma geometrica ci è così familiare che possiamo servircene indipendentemente dal suo significato concettuale originario, come di un segno cui è possibile attribuire, mutando le circostanze, significati diversi.

E' esattamente quello che vuol dimostrare Kandisky nei dipinti dopo il 1920, nei quali sembra di studiare di proposito gli infiniti significati che può assumere, mutando la situazione dello spazio o il colore, il medesimo segno geometrico.

Il metodo progettistico della Bauhaus non è il metodo per trovare la forma giusta, ma     la forma è colta nel suo formarsi.







La Gestalt


La GESTALT si occupa dello studio della forma, poi si avrà anche la formazione della GESTALTUNG.

Qui, specialmente, il razionalismo tedesco diverge (è diverso) da quello Francese, per cui la forma deve essere razionale perché corrisponde all'essere umano.

La Bauhaus è sempre stata una scuola d'arte, anzi un vivacissimo centro di cultura artistica in contatto con tutte le altre tendenze avanzate dell'arte europea: con il neo-plasticismo olandese, con il costruttivismo russo, perfino con il dadaismo e il surrealismo.

In quella scuola-madre del razionalismo architettonico tedesco era fondamentale l'insegnamento dell'arte teatrale, affidato ad O. Schlemmer (1888-1943): e non soltanto come architettura del teatro e scenografia ma come regia, coreografia, azione scenica, danza. - Da ricordare è una scena del balletto con i bastoni -.

Anche l'opera urbanistica di Gropius non può considerarsi la pura e semplice applicazione di una formula razionalistica. Allievo di Behens, già nel 1911, col progetto delle officine Fagus, muta radicalmente la concezione dell'architettura industriale risolvendo insieme il problema della strumentalità dell'edificio e quello delle condizioni igieniche e psicologiche del lavoro.

Le grandi pareti vetrate annullano la separazione tra spazio esterno ed interno; le strutture portanti si riducono ad una successione di piani ortogonali (perpendicolari); l'edificio non è più una massa plastica, ma una costruzione geometrica di piani trasparenti nello spazio.

Poco dopo (1914), nella "fabbrica modello" per l'esposizione del Werkbund a Colonia, dimostra di aver più di un suggerimento dall'opera di Wright, di cui appena si cominciava a parlare in Europa; e, subito dopo la guerra, è uno dei protagonisti del movimento architettonico espressionista (Gruppo di Novembre).


Lo spazio per Gropius, non è nulla in se: è pura, illuminata estensione.

Tutta l'opera di Gropius si risolve nella progettazione: a scala urbana (quartieri di Karlsruhe e di Berlino), a scala edilizia (scuole, case d'appartamenti e unifamiliari, villini), di disegno industriale (carrozzeria dell'automobile Adler).

Per Gropius anche la progettazione deve essere attività sociale, di gruppo, interdisciplinare perché la ritiene una garanzia della serietà del lavoro, ma anche della sua democraticità.

Persuaso che l'architettura non può essere l'opera individuale di un artista, Gropius ha quasi sempre lavorato in collaborazione: specialmente quando dopo aver lasciato nel '28 la direzione della Bauhaus, non ha più intorno l'apparato operativo di una scuola.

Nel '34 quando fugge in Inghilterra, collabora con Maxwell Fry; dal '37 quando viene chiamato a insegnare nell'Harvard University negli stati uniti, collabora prima con Breuer, un ex-allievo e insegnante della Bauhaus anch'esso emigrato, poi con K. Wachsmann, col quale studia un sistema di prefabbricazione integrale.

Infine, con i suoi allievi, forma una cooperativa d'architetti (T.A.C.) e, da allora, non ha più separato il lavoro personale da quello del gruppo.

Nelle opere del periodo americano, sempre precise dal punto di vista della metodologia e della progettazione, manca la volontà di seguire severità e durezza, l'impegno problematico delle opere tedesche tra il 1920 e il 1930.

È un'altra prova, nonostante la razionalità di Gropius, perché la sua opera nasceva dalla situazione storica estremamente drammatica del dopoguerra tedesco: era cioè un intervento decisamente politico.

Gropius socialista in Germania, ha cessato di esserlo in America.






Mies van der Rohe pratica la tecnologia della produzione in serie, progetta e costruisce una sedia in occasione dell'esposizione internazionale di Barcellona, questa ha una struttura metallica.

Breuer (1992-1962), è il maggior designer uscito dalla Bauhaus.

Fin dal 1925, inventando i mobili di tubo metallico, aveva instaurato una nuova tipologia, una nuova funzionalità del mobile.

Non era stata soltanto una trovata geniale, perché i mobili di tubo metallico sono leggeri, quasi immateriali; sono economici poiché si producono facilmente in serie, sono fatti di materiali poco costosi ma non volgari, non sopportano ornamenti.

Il mobile è un oggetto utile, maneggevole, simpatico.

Il mobile metallico di Breuer era dunque la prima sintesi operativa e funzionale delle arti, la prima grande vittoria del "disegno industriale".

Breuer progetta e costruisce la poltrona "Wassili" nel 1926, fatta di tubo metallico cromato e tela bianca.



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