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'I Malavoglia' Di Giovanni Verga - Riassunto, Impressioni di lettura




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'I Malavoglia' Di Giovanni Verga




ANNO DI EDIZIONE: 1983


GENERE LETTERARIO: romanzo storico-sociale


CASA EDITRICE: Oscar Mondadori


Riassunto



La vicenda si svolge ad Aci Trezza, un piccolo paesino della Sicilia e racconta della vicenda della famiglia Toscano (chiamata da tutti Malavoglia), la quale era un tempo molto numersa. I Malavoglia godevano di una buona reputazione in paese ed erano conosciuti come gentiluomini ed onesta gente di mare. Essi vivevano in una bella casa, che era ammirata da tutti in paese, chiamata casa del Nespolo, la quale costituiva la loroprincipale ricchezza assieme alla loro barca: "La Provvidenza".

Il capofamiglia era padron 'Ntoni. Egli viveva con il figlioBastianazzo e la moglie Maruzza, detta La Longa, Loro avevano cinque figli: il maggiore si chiamava 'Ntoni, poi c'era Luca, Mena (Filomena), che era da tutti soprannominata Sant'Agata, in quanto stava sempre al telaio, Alessi (Alessio) e Lia (Rosalia).

'Ntoni, ormai ventenne, partì per il militare. Per incrementare le entrate della famiglia si decise di prendere a credito 40 onze di lupini dallo zio Crocifisso e venderli in un paese vicino. I lupini vennero così caricati sulla Provvidenza e Bastianazzo e Menico della Locca vennero scelti per completare l'affare. Non si ricevettero notizie dei due uomini per qualche giorno ed il tempo iniziava a farsi brutto, così sia in paese che tra i familiari iniziò a diffondersi il presentimento di una brutta sventura. Purtroppo le loro intuizioni erano giuste e si scoprì quindi che la barca era affondata e i due uomini erano dispersi. I Malavoglia e soprattutto La Longa erano disperati, ma tuttavia si stavano impegnando a trovare una soluzione per ripagare lo zio Crocifisso. L'occasione venne grazie al ritrovamento della "Provvidenza". Essa era molto malridotta, tuttavia pensarono di farla riparare a Turi Zuppiddo, loro compaesano. Zio Crocifisso era interessato unicamente a riavere i suoi soldi.

Nel frattempo si vociferava che la Mena dovesse sposarsi con Brasi Cipolla, uno dei ragazzi più ricchi del paese (anche se la ragazza era interessata al carrettiere Alfio Mosca). I Malavoglia riuscirono a far tornare 'Ntoni dalla leva, mandando Luca al suo posto. Da ora i Malavoglia alternarono periodi fortunati a periodi di miseria.

I maschi della famiglia andarono a lavorare a giornata per padron Fortunato, mentre le donne cercavano di guadagnare qualche soldo con piccoli lavoretti.Tuttavia quando arrivò il giorno dei morti non erano ancora in grado di pagare, perciò gli venne concessa una dilazione fino a Natale. Lo zio Crocifisso vedendo che la situazione rimaneva piuttosto critica, cedette il credito a Piedipapera e lo convinse ad aspettare fino a Pasqua per la dilazione. Come garanzia i Malavoglia impegnarono la casa del nespolo. A Pasqua riuscirono a saldare solo parte del debito così venne concessa un'ultima dilazione.Nel frattempo Luca era partito per il militare, padron 'Ntoni aveva organizzato il matrimonio tra Mena e Brasi Cipolla e 'Ntoni era convinto di sposare la Barbara, ma purtroppo l'improvvisa notizia della morte di Luca gettò di nuovo la famiglia nello sconforto e nella miseria. I Malovoglia in quel periodo avevano avuto dei contrasti con gli Zuppiddi e Piedipapera, il quale siccome i Malavoglia non erano ancora in grado di pagare decise di prendersi la casa del Nespolo. A malincuore i Malavoglia lasciarono la loro casa, piena di ricordi, però quando riniziarono a guadagnare qualche soldo, grazie al lavoro delle donne e all'attività sulla Provvidenza, chiesero allo zio Crocifisso di tenerla da parte. Un giorno la barca perse il controllo e padron 'Ntoni si ferì alla testa ma fortunatamente alla fine si riprese. Il matrimonio di Mena era saltato ed anche quello di 'Ntoni e quindi ora era Don Michele a corteggiare Barbara. Fu proprio lui che salvò i giovani Malavoglia quando la provvidenza stava per affondare ed in paese iniziarono a circolare voci su una possibile unione tra lui e Barbara, con grande disappunto di 'Ntoni.

Intanto i Malavoglia avevano racimulato le provviste per l'inverno ed avevano pagato le spese di riparazione per la barca, anche se 'Ntoni era ormai stanco di questa vita di sacrificio e fatica. La Longa morì di colera e pregò 'Ntoni di badare ai suoi fratelli, ma nonostante questo egli iniziò a fare lo scansafatiche all'osteria, a dormire fuori di notte. Il suo rancora verso don Michele si era accentuato perché la Santuzza lo aveva allontanato dall'osteria in suo favore e perché il brigadiere andava spesso ad avvertire la Mena e la Lia di controllare il fratello. Così una sera si aggregò con Rocco Spatu, Cinghialenta e il figlio della Locca per un'operazione di contrabbando. Sulla strada incontrarono la polizia e 'Ntoni ancora inesperto venne arrestato e diede una pugnalata a don Michele, il quale morì. Padron 'Ntoni saputo l'accaduto ne fu molto addolorato, ma nonostante questo si recò ad assistere al processo e spese tutti i suoi soldi per l'avvocato. 'Ntoni fu condannato a cinque anni di reclusione. Durante il processo venne messa in luce la relazione fra don Michele e Lia: quest'ultima, ferita, lasciò il paese per sempre.

Alla fine Alessi e la Mena riuscirono a racimulare i soldi necessari per ricomprare la casa del nespolo e vivere dignitosamente. Il nonno per un po' stette con loro, ma in seguito siccome era solo di peso venne mandato all'ospizio nonostante l'opposizione di Mena e Alessi. Egli si sposò con Nunziata e Mena fece da madre ai loro bambini. Ella aveva rifiutato di sposare compare Alfio Mosca, per non riversare su di lui l'onta della sua famiglia.

Dopo alcuni anni, di notte, ritornò 'Ntoni per una visita. Era stato lontano per così tanto tempo che ormai sembrava quasi un estraneo. I suoi fratelli gli proposero di restare con loro, ma egli non accettò poiché a Trezza aveva ormai perso la sua reputazione. Egli così se ne andò alla ricerca di nuova fortuna.



Impressioni di lettura




La vicenda dei Malavoglia è ambientata nella seconda metà dell'ottocento (all'inizio del libro,infatti, 'Ntoni viene chiamato alla leva e : siamo alla fine del 1863).

La prima cosa che ho notato leggendo questo romanzo è che si tratta di un contesto popolare e tradizionale, che rappresenta in modo piuttosto chiaro il modo di vivere dell'epoca. La società descritta nei Malavoglia è una società contadina in cui si vive di sussistenza: i più ricchi possono permettersi di vivere senza lavorare e talvolta approfittando degli altri (come per esempio lo zio Crocifisso il quale aveva venduto della merce rovinata ai Malavoglia, ma nonostante ciò egli voleva riavere i suoi denari nel minor tempo possibile, senza curarsi che i Malavoglia fossero in gravi difficoltà finanziarie), mentre gli altri si dedicavano alle attività tradizionali come la pesca, la coltivazione e la vendita del vino e poi c'era chi cercava di fare qualche soldo in più truffando il prossimo e occupandosi di contrabbando (come Pizzuto, Rocco Spatu, Cinghialenta).

Ognuno badava ai propri interessi e non aveva tempo di preoccuparsi dei problemi degli altri, tanto che alla fine gli unici che rimasero vicino ai Malavoglia nelle loro disgrazie furono la cugina Anna e Alfio Mosca.

I Malavoglia presentati da Verga costituiscono una tipica famiglia siciliana, e grazie a questo romanzo lo scrittore ci apre una piccola finestra su questa società, che era ed è ancora oggi molto legata alla propria cultura ed alle proprie tradizioni (come il rito della spadina d'argento: la futura sposa deveva portare una spadina d'argento tra i capelli, che doveva poi essere sfilata dando inizio al fidanzamento).

È chiaramente visibile, fin dall'inizio del libro, che la società risulta basata su valori tradizionali (come ad esempio la laboriosità, l'orgoglio per la propria famiglia e le proprie origini, il senso del decoro e dell'onore).

Nel libro la dimensione popolare (le chiaccere del paese, i pettegolezzi, la cura della reputazione, i commenti) ha una grande rilevanza, anzi costituisce lo sfondo su cui si basa l'intera storia.

Ci scontriamo fin da subito con una società molto diversa da quella di oggi, in cui si da molta importanza al giudizio ed dell'opinione popolare, tanto da influenzare la vita ed i comportamenti delle persone. Si tratta di un ambiente in cui sono molto importanti le apparenze, e si cerca in ogni modo possibile di non dar origine a pettegolezzi, che in paese erano però molto diffusi e spesso prendevano spunto da particolare insignificanti (per esempio quando si vedeva un ragazzo passare spesso sotto le finestre di una ragazza, si pensava che i due avessero una storia, come successe per 'Ntoni e Barbara). La famiglia era per tutti la cosa più importante: infatti, per lo meno all'inizio del romanzo, la famiglia Malavoglia era molto unita, infatti secondo padron 'Ntoni: ".per remare il remo bisogna che le dita s'aiutino l'un l'altro."

I Malavoglia vengono presentati fin dal primo momento come "buona e brava gente di mare", che godevano di una buona reputazione in paese, in quanto si erano sempre comportati onestamente, da "galantuomini".

Ma la stima guadagnata e l'onore andarono perduti a causa di una serie di sfortunati eventi che rovinarono la loro vita. È da sottolineare che nel libro tutte le disgrazie che colpiscono i Malavoglia non sembrano essere arrivate a caso, anzi sembrano quasi una punizione per i loro comportamenti contro la tradizione o per loro mancanze (come ad esempio la morte di Bastianazzo sembra quasi un castigo per aver voluto migliorare la loro condizione umana, diventando commercianti da pescatori; la madre di Luca non l'aveva accompagnato alla partenza e poi arrivò la notizia che Luca era morto.)

Appare subito evidente il differente ruolo rivestito dalla donna nella società di un tempo rispetto a oggi: in passato la donna non rivestiva posizioni di potere (le decisioni e gli incarichi più importanti erano affidati esclusivamente agli uomini). Il principale compito delle donne era quello di badare alla casa, come delle buone massaie ed allevare i figli. Le ragazze crescendo dovevano imparare le principali attività per occuparsi della casa e dedicare la loro vita alla famiglia, svolgendo una vita piuttosto appartata e mostrando un comportamento riservato, tale che anche solo un piccolo complimento o un regalo erano sufficienti per creare imbarazzo, come quando don Michele, il brigadiere, iniziò a rivolgere i suoi interessi verso Lia). Inoltre le ragazze al di sotto dei vent'anni, venivano considerate già in età da marito e dopo i venticinque anni erano considerate troppo "vecchie" per potersi sposare. In questo modello di società arcaica, il matrimonio viene considerato quasi un obbligo, un dovere, in quanto una ragazza se rimane zitella provova un disonore che si riversa sull'intera famiglia. Si tratta infatti spesso di matrimoni combinati, organizzati dal capofamiglia (come per esempio padron 'Ntoni che aveva organizzato il matrimonio di Mena con Brasi Cipolla).

Alcuni membri della famiglia Malavoglia, vengono presentati come esempi di virtù ed integrità morale, come ad esempio Mena, una ragazza per bene, riservata e dai modi composti e la cugina Anna (sempre disposta ad aiutare chi aveva bisogno) e la Longa, che nonostante il comportamento scontroso di 'Ntoni, cercò di convincerlo a non partire, mantenendo così unita la famiglia).

A questi modelli di purità si contrappongono invece personaggi come 'Ntoni, i quali non si contentano di quello che hanno e cercano di migliorare la loro posizione sociale, partendo alla ricerca di fortuna e ritornano però senza niente in mano.

Secondo il mio parere, Verga voleva in questo modo dare un'importante lezione di vita ai suoi lettori: coloro che si accontentano di ciò che hanno e rimangono saldi nei loro principi, alla fine riescono ad andare avanti e sistemare i loro problemi (come ad esempio la Mena ed Alessi che sono le uniche persone della famiglia Malavoglia che sono rimaste legate alla loro famiglia e alla loro cultura ed alla fine sono riusciti a ricomprare la casa del nespolo), mentre colo che cercano di avere sempre di più e vanno alla ricerca di fortuna e ricchezza sono destinati a tornare a casa con un pugno di mosche (come 'Ntoni, il quale aveva perso talmente il contatto con la sua famiglia e le sue tradizioni che quando, alla fine, ritorna finalmente a casa per salutare i fratelli si sente come un estraneo ed anche la casa del nespolo in cui ha abitato per tanti anni, gli sembra ora fredda priva di ricordi.)

Particolarmente rilevante è il modo con cui Verga introduce il paesaggio e presenta i diversi personaggi e la lingua che lui utilizza.

La descrizione del paesaggio è piuttosto essenziale; l'autore tratta e presenta il paese di Aci Trezza, infatti, come se già il lettore lo conoscesse e fosse pratico del luogo. L'autore accenna solo il nome di qualche strada, la presenza di una piazza, le case con i loro ballatoi e la sciara (=la spiaggia di nera, di origine vulcanica, che caratterizzava il lungomare di Aci Trezza), che ricorre spesso nella narrazione.

I personaggi vengono provvisti più con una descrizione morale e caratteriale che fisica (così padron 'Ntoni viene presentato come un uomo che presenta e spiega la realtà attraverso i proverbi, 'Ntoni viene descritto come un "bighellone di vent'anni", sottolineando così la sua voglia di evasione e di vivere la vita pienamente, Luca "che aveva più giudizio del grande").

Particolare attenzione merita anche il linguaggio utilizzato dallo scrittore. Pur contenendo una serie di parole (ad es: comare, sciara) appartenenti al dialetto siciliano oppure particolarità derivanti dal siciliano (per esempio in Sicilia veniva molto usata la parola "padron" che veniva posta davanti al nome del capofamiglia in segno di rispetto). Ma non tratta di un linguaggio puramente dialettale (infatti anche i proverbi sono strettamente collegati al dialetto siciliano, ma sono stati "tradotti" nell'italiano utilizzato al tempo in cui Verga scrive)

Egli utilizza come base l'italiano medio del suo tempo, e lo arricchisce di espressioni siciliane tradotte in italiano e riadattate, pur mantenendo il loro significato per poter renderlo accessibile ad un pubblico più vasto dei soli lettori siciliani.

Verga è uno dei maggiori esponenti del verismo: gli autori veristi cercavano infatti di accostarsi al vero, cogliendolo nelle forme più evidenti e descrivendo nei loro libri il mondo e la società in ogni loro aspetto com'erano veramente.

Questo scrittore usa spesso il discorso diretto e il discorso indiretto libero: una forma di dialogo tra il discorso diretto e il discorso indiretto. Nel discorso indiretto libero non vi sono le virgolette (come in quello diretto) pertando sembra che siano i personaggi a parlare, ma poi vengono introdotte alcune espressione che fanno capire al lettore che non sono i personaggi a parlare, ma il narratore. ES: "Nulla voleva fare, lui! Che gliene importava della barca e della casa? Poi veniva un'altra malannata, un altro colèra, un altro guaio, e si mangiava la casa e la barca, e si tornava di nuovo a fare come le formiche. Bella cosa! E poi quando si aveva la casa e la barca, che non si lavorava più? O si mangiava pasta e carne tutti i giorni? Mentre laggiù, dov'era stato lui, c'era della gente che andava sempre in carrozza, ecco quello che faceva."

Ritengo che "I Malavoglia" sia un libro molto interessante, in quanto apre uno sguardo sulla società siciliana del tempo.





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