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Dante




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Scheda del libro - Delitto e castigo, Fedor Michajlovic Dostoevskij


Scheda del libro   Titolo Delitto e castigo   Anno di pubblicazione 1866  

Nel 1948 1' ONU approva la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Rifletti sulla loro natura e sui problemi che pone la loro protezione


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Dante


Dante nacque a Firenze nel 1265, da una famiglia di piccola nobiltà di parte guelfa. Il suo maestro da giovane, che presenta anche nell'inferno, fu Brunetto Latini. La sua esperienza intellettuale e sentimentale si compendia attorno ad una ragazza che lui chiama Beatrice durante i suoi anni giovanili. Dopo la morte di quest'ultima si dedicherà agli studi filosofici. Per quanto riguarda le esperienze politiche fu eletto Priore e proprio durante la sua carica la città era divisa in due fazioni quella dei guelfi neri e quella dei bianchi. Dante appoggiava i guelfi bianchi che si preoccupavano per la libertà di Firenze mentre quelli Neri favorivano la politica di Bonifacio VIII. Quando i guelfi neri s'impadroniranno  di Firenze Dante sarà condannato all'esilio con l'accusa di corruzione. Inizialmente sperò di ritornare in patria ma dopo un tentativo di rientrare con la forza, fallito, ci rinunciò. Eppure rimase in lui ancora la speranza dell'arrivo di un imperatore che avrebbe fatto da arbitro fra le autorità terrene senza cercare di sostituirsi ad esse e un papato dedito alla povertà materiale.

Tra i primi indirizzi culturali Dante sceglie la lirica d'amore cortese. In seguito subentra l'amicizia con Guido Cavalcanti che implica l'adozione di un nuovo stile che lui stesso denominerà "Dolce Stil Novo".

Dopo la morte di Beatrice Dante raccoglie le liriche più importanti, facendole precedere da un commento in prosa, in un'opera chiamata Vita Nuova. Il libro è suddiviso in tre parti: la prima è caratterizzata dai caratteri dell'amore cortese, infatti, il poeta ama la donna per averne qualcosa in cambio e nel solo saluto consiste il suo appagamento esteriore. Nella seconda parte con la negazione del saluto Dante intende che la felicità deriva non dall'appagamento esterno ma dal lodare la sua donna che è in terra come un miracolo. Infine il terzo stadio è caratterizzato dal conflitto fra l'amore per la donna e per Dio risolto poiché il saluto della donna rappresenta per il poeta la salvezza dell'anima che lo porta a Dio.

Dopo la morte di Beatrice nascerà appunto in Dante la passione per la Filosofia, ma questi anni che vanno dalla morte della donna fino all'esilio rappresentano anche un periodo di ricerca di un nuovo stile dotto e sublime. Con l'incontro con la poesia Trobadorica nascerà il gruppo delle Rime Petrose così chiamate perché dedicate ad una madonna Pietra bella ed insensibile. Questo nuovo stile sarà completamente in antitesi con il dolce stile precedente; periodica sarà la ricerca di suoni aspri accompagnata da un modo di poetare chiuso ed estremamente filosofico. Successivamente durante gli anni dell'esilio la sua visione del mondo si farà sempre più cupa.

Il Convivio è il frutto degli studi filosofici di Dante. In questo l'amore trattato è solo quello per la sapienza. Nel I Trattato egli vuole offrire sapienza non hai dotti ma a coloro che nonostante essendo dotati di spirito virtuoso non hanno avuto la possibilità di dedicarsi agli studi, perciò lo scrive in volgare. Nel II trattato spiega il metodo del commento delle proprie canzoni, nel III trattato compone un vero e proprio inno alla sapienza e nel IV parla della nobiltà, sostenendola non un privilegio ereditario ma una conquista attraverso la virtù. La prosa del convivio è differente da quella della Vita Nova perché non più lirica.

Il De Vulgari Eloquentia tratta della lingua volgare e della sua affermazione come lingua di cultura. Scritto in latino e destinato quindi principalmente ai dotti, tratta inizialmente del volgare illustre un volgare adatto ad uno stile sublime e ad argomenti importanti. Dopo aver tracciato una storia del linguaggio a partire dalla leggendaria Torre Di Babele definisce altri argomenti, oltre a quelli amorosi, che possono essere trattati in volgare cioè quelli epico-guerrieri.

Il logoramento delle due istituzioni fondamentali del Medioevo, Impero e Chiesa, portò Dante a comporre il De Monarchia un'opera di carattere politico in cui egli esprimeva il suo sogno di una restaurazione imperiale. Nel primo libro evidenzia la necessità di un imperatore che fosse supremo arbitro fra le contese delle autorità terrene non sostituendosi ad esse, nel secondo ci dimostra come la figura imperiale è concessa direttamente da Dio come quella della Chiesa. Il terzo libro parla dei rapporti fra Impero e Chiesa due poteri autonomi ma complementari che devono rispettarsi l'uno con l'altro.

La Divina Commedia nascerà da una visione cupa del mondo da parte di Dante ma da una speranza verso un riscatto futuro. Un mondo in cui l'imperatore dimentica la sua funzione di supremo arbitro, la Chiesa pensa solo ai beni terreni ed ugualmente gli uomini che sono sopraffatti dalla cupidigia di denaro. Finché non arriverà la punizione divina, il Veltro, che sconfiggerà il leone, la lonza e la lupa. Dante ritiene di essere stato scelto da Dio per indicare all'umanità con il suo poema e mediante il viaggio nell'oltretomba la via della salvezza. La Commedia è senz'altro un poema allegorico che trae spunto da molti caratteri classici soprattutto nei primi canti dell'Inferno. La base filosofica è costituita dalla Scolastica è paragonabile alle Summae di San Tommaso che cercavano di spiegare ogni minimo particolare del creato però a differenza di questi Dante scrive per l'azione e non per la speculazione. Infine Dante ritiene che il suo poema va letto come si leggono le scritture poiché benché Virgilio rappresenti allegoricamente la Ragione, Beatrice la Teologia e Catone la Libertà conservano comunque una loro fisionomia storica che porterebbe alla cosiddetta concezione figurale.

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