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Analisi del racconto "il colonnello chabert" di honorÉ de balzac




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ANALISI DEL RACCONTO


"IL COLONNELLO CHABERT"

DI HONORÉ DE BALZAC


1) Un giorno Chabert si presenta dall'avvocato Derville e gli racconta la sua storia. Tre mesi dopo Derville parla con il colonnello in casa dell'allevatore che lo ospita e parla con la contessa colpendo il suo punto debole. Otto giorni dopo Chabert e la contessa si incontrano nello studio dell'avvocato, lei porta il colonnello nella villa di campagna e lui scopre i suoi piani malvagi. Sei mesi dopo questo episodio Derville chiede alla contessa il risarcimento dei soldi anticipati al colonnello di cui non ha più notizie. Qualche tempo dopo l'avvocato incontra Chabert in tribunale mentre viene accusato di vagabondaggio. Nel 1840 Derville trova Chabert in un ospizio e viene a sapere che era lì dal 1820.

Quindi la vicenda narrata dura un anno più i venti anni che il colonnello trascorre all'ospizio.


2) Scena: il dialogo che si svolge tra il colonnello e la contessa Ferraud durante il viaggio in carrozza.

Digressione: Vicende iniziali come la descrizione della sporcizia dello studio di Derville, la dettatura di una lettera giuridica ai copisti, i discorsi e gli scherzi dei galoppini costituiscono una deviazione dall'argomento principale del racconto.

Ellissi: E' omesso il racconto dei sei mesi che Chabert trascorre all'ospedale. Egli dice "Coloro che mi salvarono mi portarono all'ospedale. Sei mesi dopo quando guarii."

Sommario: Chabert riassume brevemente gli eventi che accaddero dall'uscita dalla fossa comune fino all'incontro con Derville; parla del manicomio di Stoccarda, dell'incontro con un vecchio amico, dei tentativi di comunicare con la moglie ecc.


3) Studio dell'avvocato: sporco, disordinato, puzzolente, impantanato, spoglio, fosco, bisunto, polveroso, umido, caotico. Vuole suscitare il disgusto del lettore verso quello studio per niente serio e professionale, ma lurido e popolato da burloni.

Domicilio di Chabert (stanza): spoglia, misera, fatiscente, sporca, ammuffita, crepata, umida, tarlata. Vuole suscitare la pietà, la compassione, ma anche la commiserazione del lettore per le disperate condizioni del colonnello.

Villa della contessa: graziosa, curata, armoniosa, pulita, ordinata, lussuosa. Dà un'idea della condizione di vita agiata e ricca della contessa che contrasta fortemente con quella del colonnello.

Camera del tribunale: fosca, maleodorante, spoglia, triste, affollata, simile a tante altre. Balzac dice che la camera è adibita "per il perpetuo transito degli infelici"; lo sfondo di una stanza deprimente aiuta a formarsi nella mente un'immagine della situazione.

L'ospizio: trascurato, malinconico, isolato, abbandonato. Le condizioni dell'ospizio non aiutano la situazione dei ricoverati, anzi trasmettono loro la tristezza e il senso di abbandono, che sono gli stati d'animo con cui ritroviamo il colonnello nel 1840.


4 ) Chabert racconta che nella battaglia di Eylau un Russo gli squarciò il cranio con una sciabolata. Nello stesso momento il suo cavallo fu colpito da una cannonata; Chabert cadde su un lato e il cavallo gli si accasciò sopra. L'imperatore mandò due chirurghi per verificare se il colonnello era effettivamente morto. Quando i due arrivarono videro tutta la cavalleria nemica mentre calpestava Chabert, quindi lo dichiararono morto senza tastargli il polso. In realtà fu il cavallo ad essere calpestato, questi protesse il colonnello come uno scudo. A causa della ferita però Chabert perse i sensi e si svegliò sotterrato in una fossa comune. Le ferite gli dolevano, l'aria gli mancava, ma per un caso fortuito il colonnello aveva un po' di spazio per muoversi e trovò un braccio di cui si servì per scostare la terra sopra di lui. La sua testa emerse dalla terra, però il contatto con la neve lo fece svenire. Lo ritrovò una donna che lo trasportò in casa propria, lo curò, ma il egli cadde in uno stato di catalessi e fu portato all'ospedale. Quando riacquistò conoscenza racconto la sua storia, il chirurgo gli credette e scrisse dei documenti che accertavano la sua identità. Eventi bellici allontanarono il colonnello dalla città ed egli si ritrovò senza neanche il denaro necessario per acquistare i documenti che gli avrebbero permesso di riprendere il suo posto nella società. Per anni vagabondò come un barbone mendicando un tozzo di pane. Tutti gli avvocati cui si rivolse gli ridevano in faccio; nessuno credeva alla storia di Chabert e questo lo distrusse moralmente, divenne triste, rassegnato e l'ira lo fece finire addirittura al manicomio di Stoccarda. Quando lo liberarono volle rivedere Parigi e gli venne in mente di rivolgersi all'avvocato Derville.


5) Chabert è un uomo molto ingenuo e fiducioso, perché sale in carrozza con la moglie fidandosi, senza sospettare inganni. E' riconoscente, tanto che piange quando Derville promette di aiutarlo, e sensibile poiché si lascia intenerire dal quadretto famigliare ideato dalla contessa.

Ha un carattere altruista perché insegna a leggere ai figli dell'allevatore senza chiedere nulla in cambio, anzi salda di sua iniziativa i debiti dell'amico, quindi è anche un uomo generoso. Non è per niente manesco o vendicativo, quando smaschera gli inganni della signora non progetta vendetta; certo tira due schiaffi a Delbeq, ma sono più che giustificati. Scoperta la cruda realtà Chabert si dimostra umile, chiede solo di poter vivere alla luce del sole, è ragionevole e riesce ad adattarsi alla condizione di povertà senza perdere il senno o suicidarsi.

Certo la triste conclusione dei fatti lo cambia, non è più risoluto, forte, speranzoso e fiducioso, ma rassegnato e disgustato.


6) Nel narratore: Il narratore la giudica abile nel curare il suo aspetto fisico, abile a fingere di essere triste, pentita, ingenua e generosa; interviene dicendo che la contessa riesce imprimere un dolce fascino misto a malinconia sulle memorie del colonnello circa la loro unione passata, riesce a farlo intenerire e vergognare dei sospetti e della diffidenza che aveva formulato in precedenza. Quindi la giudica capace di manipolare la situazione in suo favore.  

Nell'avvocato: Derville pensa che una donna così graziosa e affascinante non vorrà mai riconoscere né il marito né l'amante in un uomo che indossa un vecchio carrick. Poi la giudica furba e intelligente perché avverte Chabert di stare attento ai trucchetti della contessa.           

Nel colonnello: Il colonnello dopo aver scoperto gli inganni della contessa si gonfia di una rabbia che tuttavia riesce a soffocare, la disprezza, non la maledice, ma non l'ama più e la giudica senza cuore.

L'avvocato Derville fornisce il ritratto più completo di lei, perché ci racconta i suoi progetti, le sue ambizioni di far parte dell'alta società, i suoi punti deboli, le sue preoccupazioni; inoltre l'avvocato è abile a intuire le mosse della contessa e sa come farla impallidire.  


7) Per essere giuridicamente riconosciuto come il colonnello Chabert egli avrebbe dovuto affrontare anni di numerosi processi, sottoporsi a inchieste, assistere alle discussioni circa i suoi atti e affrontare chissà quanti altri ostacoli burocratici. Egli odiava i processi, era un peso troppo grande per lui sopportarli, quindi è la burocrazia che gli impedisce di vivere come meriterebbe un colonnello. Anche il denaro è suo nemico, poiché servivano soldi per comprare gli atti che provavano la sua identità, per pagare gli avvocati e i processi, ma Chabert i soldi non li aveva.

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