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Partiti e sistemi di partito




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Partiti e sistemi di partito



L'origine dei partiti

Si parla davvero di partiti solo quando la politica permette la partecipazione elettorale allargata e competitiva, e le cariche sono distribuite con le elezioni.

Solo così i candidati sentono la necessità di organizzare la propria attività.

L'organizzazione inizia all'interno del parlamento, poi i gruppi parlamentari promuovono i partiti nei propri collegi elettorali (partiti parlamentari);

2) sono gli oppositori in parlamento che si organizzano fuori usando reti sociali pre-esistenti (partiti extra-parlamentari).


Come si distingue un partito dalle altre org?

A - la definizione classica di partito è di Max Weber: "i partiti sono org liberamente create e miranti a un reclutamento libero il loro fine è sempre la ricerca di voti per elezioni a cariche politiche".

B - Sartori dice che "un partito è qualsiasi gruppo identificato da un'etichetta ufficiale che si presenta alle elezioni, ed è capace di collocare attraverso elezioni candidati alle cariche pubbliche".

C - altre caratteristiche sono

1) strutture che consentono la partecipazione degli iscritti;

2) programma di politiche pubbliche;

3) dura più di una tornata elettorale.


Teoria sulla nascita dei partiti:

prospettiva genetica

prospettiva strutturale


Prospettiva genetica: spiega le modalità attraverso le quali nel corso del tempo sono nati i partiti. Rokkan analizza la formazione degli Stati-nazione dell'Europa occidentale assieme ai processi di democraticizzazione e individua 4 fratture (cleavages) che hanno dato origine a org politiche.

Durante la costruzione dello Stato-nazione si formano 2 fratture:

centro/periferia; 2) Stato/Chiesa;

con la nascita di 1 partito che rappresenta gli interessi del centro, 1 della periferia (come centro si intende le risorse e il potere, con periferia peculiarità etniche/culturali), 1 dello Stato, 1 della Chiesa (i partiti Stato e Chiesa possono unirsi al centro e alla periferia)

= partito liberale, confessionale, conservatore, di minoranza etnica.

Con la riv.industriale si creano altre 2 fratture:

campagna-agrari /città-industriali; imprenditori/lavoratori.

(se già esistono i partiti conservatore e liberale, riescono a rappresentare gli agrari e gli imprenditori).

Nascono il partito agrario e il partito operaio.

Da destra a sinistra ci sono: conservatore, agrario, liberale, confessionale, socialista.

Dopo la guerra avvennero 2 fratture politiche: a destra si ridefinirono gli interessi movimenti fascisti; a sinistra, la riv. bolscevica e l'adesione alle 21 tesi del partito comunista dell'URSS spaccò i partiti socialisti e fece nascere i partiti comunisti.

Siccome sono fratture politiche non sono comparse in tutti i sistemi politici occidentali e non sono durate.


Prospettiva strutturale: Duverger spiega la nascita dei partiti analizzando i rapporti fra le org protopartitiche, il parlamento e il suffragio.

quando il suffragio è limitato, nascono in parlamento org quasi partitiche con limitata proiezione esterna;

quando il suffragio si amplia nascono strutture partitiche extraparlamentari che usano org esterne per ottenere rappresentanza (partiti confessionali e socialisti);

quando il sistema parlamentare e partitico sono consolidati, il malcontento fa nascere oltre a partiti extra-parlamentari anche partiti antiparlamentari (cercano di entrare nel parlamento per distruggerlo); fascismo e comunismo.



Tipi di partiti

Dagli anni '20 il sistema partitico era già consolidato e permetteva la classificazione dei tipi di partito.

Prima distinzione di Weber a seconda dell'obiettivo:

patronato degli uffici

attivazione di ideali di contenuto politico.

Distingue anche la trasformazione strutturale da partiti di notabili (= strutture attivate solo durante le elezioni) a partiti di massa (= strutture permanenti in costante attività).


Duverger distingue partiti di massa (= fanno riferimento agli iscritti x il loro radicamento nel sistema politico) e partiti di quadri (= riuniscono notabili x dirigere le elezioni e mantenere contatti con i candidati).

Neumann distingue il partito di rappresentanza individuale (= si attiva in occasione delle elezioni) dal partito di integrazione sociale (= org estesa, permanente, influente, aperto alla partecipazione degli iscritti).

Gli autori erano convinti che i partiti di massa dovessero e sarebbero diventati le org prevalenti.

L'ipotesi che in Europa occidentale tutti i partiti sarebbero diventati org burocratiche di massa si rivelò errato, perché la loro struttura cominciò a mutare.


Kirchheimer individuò la trasformazione verso i partiti pigliatutti (catch all parties) = i dirigenti cercavano di estendere il partito a tutti gli elettori possibili a scapito dell'identità.

Le caratteristiche del mutamento sono:

a)     riduzione dell'ideologia

b)     rafforzamento dei gruppi dirigenti

c)     diminuzione del ruolo del singolo iscritto

d)     minore accentuazione di una specifica classe sociale

e)     apertura all'accesso di diversi gruppi di interesse

Kirchheimer aveva ragione, i partiti si trasformarono in pigliatutti. Alcuni però cercarono di mantenere 2 caratteristiche intatte: 1) il radicamento di massa (alto numero di iscritti); 2) una rete organizzativa diffusa sul territorio.

I pigliatutti non investono energie nel reclutamento di iscritti facendo affidamento sulla visibilità della leadership.


Il partito di massa tende a trasformarsi anche in un partito professionale-elettorale.

Va ricordato che la partecipazione nei partiti è 1) sempre stata limitata; 2) può essere manipolata dai dirigenti impedendo la democrazia interna (legge ferrea dell'oligarchia).

Secondo Downs "i partiti formulano proposte politiche per vincere le elezioni; non cercano di vincere le elezioni per realizzare proposte politiche".

Sono i partiti che cercano gli elettori e non viceversa.

Schumpeter perciò definisce i partiti "imprenditori politici che collocano il loro prodotto in un mercato della politica nel quale esistono elettori-consumatori insoddisfatti e disponibili.

Ricordando la tesi di Duverger (tutti i partiti diventeranno di massa) ci accorgiamo che oggi non è così: i nuovi partiti cercano di esaltare le differenze rispetto ai concorrenti ed i punti di forza x espandere l'elettorato.


Un nuovo tipo di partito individuato da Katz e Mair è il "partito cartello": cartello è un termine economico che significa accordo fra imprese x limitare la concorrenza. I partiti cartello x limitare la concorrenza giungono a collusioni che cercano di rendere difficile l'ingresso nella competizione a org nuove. Grazie ai vantaggi della collusione i partiti possono ignorare iscritti e organizzazione.

Teoria molto criticata: Kitschelt dice che

i dirigenti oggi sono più attenti alle preferenze degli iscritti;

è aumentata la competizione fra partiti.


Sistemi di partito

Il sistema di partito per essere tale, richiede

interazione orizzontale almeno fra 2 partiti,

l'interdipendenza verticale fra elettori, partiti, parlamentari, governo.

La competizione partitica perciò influenza il piano elettorale, parlamentare, governativo.

Duverger distingue i sistemi di partito attraverso il criterio numerico: monopartitici, bipartitici, multipartitici.

Sartori aggiunge criteri di rilevanza:

il potenziale di coalizione

il potenziale di intimidazione/ricatto: anche se il partito non è nella coalizione può avere abbastanza influenza da condizionare la coalizione di governo e il sistema politico.

Con riferimento ai sistemi multipartitici aggiunge il criterio di polarizzazione: quanta distanza ideologica intercorre fra i partiti. I partiti distanti ideologicamente non potranno allearsi; esempi sono i partiti fascisti e comunisti, oggi quelli dell'estrema destra. Questi partiti cmq contano perché congelano perte dell'elettorato e influenzano le scelte governative.

Sartori con i 3 criteri classifica i sistemi di partito a seconda del formato (N partiti), logica di funzionamento (potenziale di coalizione + polarizzazione). Dalla classificazione Sartori differenzia i sistemi competitivi da quelli non competitivi.

Sistemi non competitivi = monopartitico, egemonico.

Sistemi competitivi = predominanti, bipartitici, multipartitici limitati, multipartitici estremi, atomizzati.

Monopartitici: esiste un solo partito, di tipo ideologico o pragmatico.

Egemonico: tollerata la presenza di altri partiti, ed hanno simbolicamente seggi in parlamento;

sanno che non potranno mai ottenere la maggioranza e sostituire il partito egemonico.

Predominante: il partito, in una lunga serie di elezioni competitive, ottiene regolarmente un alto numero di seggi, che gli permette di governare da solo. Il formato può essere multipartitico.

Bipartitici: dal formato può essere multipartitico, ma analizzando la meccanica si nota che

solo i 2 medesimi partiti conquistano alternativamente la maggioranza assoluta

il partito vittorioso governa sempre da solo

l'alternanza è un'aspettativa credibile

Queste condizioni devono sussistere contemporneamente, poiché è possibile che sistemi di formato bipartitico funzionino con logica diversa.

Atomizzati: non sono sistemi partitici stabilizzati, non conquistano percentuali di voti necessari x poter durare nel tempo. Spesso sono sistemi di partito "allo stato nascente" dopo una lunga fase di autoritarismo-totalitarismo. Il fenomeno è slegato dal sistema elettorale scelto.

E' una situazione che non persiste più di 3-4 tornate elettorali.

Multipartitici limitati: hanno da 3 a 5 partiti rilevanti e funzionano con logica moderata e centripeta, cioé producono alternanze di governo che permettono a tutti i partiti rilevanti di accedervi (x Sartori la logica di funzionamento centripeta = pluralismo moderato).

Multipartitici estremi: l'alternanza è impraticabile e non praticata. Se vi fosse alternanza, che avrebbe dovuto includere partiti "anti-sistema", sarebbe cambiato il regime politico nell'accezione di Easton (regole). La competizione è centrifuga (pluralismo polarizzato),poiché i partiti ai 2 poli estremi crescono svuotando il centro dello schieramento.

Le opposizioni sono irresponsabili, perché formulano programmi inattuabili per i quali non dovranno rispondere.

I governi praticano la politica dello "scaricabarile" (scaricare le responsabilità delle loro azioni ad alleati e oppositori) e la politica dello scavalcamento (promettere più di quello che possono mantenere o mantenere promesse allargando il debito pubblico).

Funzionano a bassi tassi di rendimento e a lungo andare collassano.


Le trasformazioni dei sistemi di partito

Secondo Duverger, i sistemi di partito si trasformano in 4 modi: alternanza, divisione stabile, predominio, sinistrismo.

Alternanza: movimento pendolare periodico che procura pochi problemi. Difficile da instaurare, si afferma più facilmente nei sistemi bipartitici o bipolari.

Divisione stabile: è l'assenza di variazioni importanti tra i partiti nel corso di un lungo periodo; è misurata dalla

scarsa ampiezza degli scarti fra 2 elezioni (il seguito elettorale rimane invariato);

parità di movimenti duraturi.

Predominio: esistenza di un partito che si distanzia nettamente dai suoi rivali x un lungo periodo di tempo.

Sinistrismo: slittamento lento e regolare verso sinistra che avviene con

nascita di partiti nuovi alla sinistra dei vecchi partiti, che vengono spostati a detra e perciò scompaiono o si fondono;

indebolimento dei partiti di destra a favore della sinistra;

mantenimento dell'equilibrio globale dei blocchi, ma con rafforzamento al loro interno dei partiti di sinistra (liberali, comunisti);

sostituzione di un vecchio partito di sinistra con uno più dinamico;

ascesa del partito di estrema sinistra a detrimento di tutti gli altri.

Ci sono 2 ipotesi su quali condizioni portano alle trasformazioni dei sistemi di partito:

i sistemi di partito una volta formatisi si configurano in una divisione stabile e continuativa (congelata), perché i partiti strutturano l'elettorato e godono di vantaggi di posizione.

I sistemi di partito possono cambiare sia negli attori che nella dinamica, specialmente quando cambiano le regole elettorali.



Perché sopravvivono i partiti

Per capire se c'è una crisi di partito bisogna osservare gli indicatori del sistema e dei singoli partiti.

Indicatori nel sistema

contare i partiti seguendo i criteri di sartori (si nota che partiti in europa, a parte eccezioni, esistevano da almeno 30 anni).

La percentuale di elettori che vanno alle urne, che segnala il grado di interesse che i partiti suscitano, la loro capacità di mobilitazione, la loro competizione politico-elettorale. (si nota un declino alternato, che siccome non è continuativo non può tradursi come insoddisfazione nei confronti dei partiti).

Indicatori nei partiti

iscritti; 2) oscillazioni elettorali; 3)strutturazione del voto; 4) selezione del personale politico e governativo; 5) scrittura dell'agenda politica.

Declino degli iscritti: avviene perché il reclutamento, in base al rapporto costi/benefici non è più profittevole.

Oscillazioni percentuali di voto: dipendono da fattori slegati ad una crisi dei partiti, ma le grandi oscillazioni possono derivare dall'incapacità dei partiti di mantenere un seguito stabile.

Strutturazione del voto: l'offerta di programmi è rimasta stabile, perché non sono apparsi partiti nuovi e duraturi.

Selezione del personale: sono scelti con lunga esperienza partitica.

Agenda politica: la sua formazione dimostra se i partiti hanno parola decisiva in materia di politiche pubbliche. Pareri discordanti, le politiche possono essere influenzate dall'UE, oppure da gruppi d'interesse.


I partiti continuano ad essere gli esclusivi attori dei regimi democratici perché:

A - la democrazia non è possibile senza partiti perchè il pluralismo si esprime in org stabili e durature.

B - assolvono molteplici compiti che nessun'altra org sa svolgere.

Secondo Pizzorno i partiti durano perché:

servono a mantenere il consenso

garantiscono il coordinamento del personale politico;

sondano le opinioni dei cittadini e li rappresentano responsabilmente;

riducono l'eccesso di problemi che l'amministrazione dello Stato dovrebbe affrontare se tutte le domande della società pervenissero direttamente.

Notare che singolarmente tali funzioni possono essere svolte da altre org. La ragione della durata è che i partiti sono garanti, dopo la cessazione dello scontro ideologico di un'alta negoziabilità degli interessi (a differenza dei gruppi d'interesse).


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