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Le forme di stato




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LE FORME DI STATO



Il termine "forma di stato", indica il modello di organizzazione politica su un territorio. Uno stato può essere di tipo unitario , regionale o federale.

STATO UNITARIO: lo stato unitario è costituito da un unico popolo, stanziato su un unico territorio e  sottoposto ad un unico potere di sovranità

Un stato unitario può essere accentrato o decentrato. Accentrato quando l' amministrazione statale è costituita da organi centrali con lo stato che ha sede al centro; decentrato quando l'amministrazione statale è formata da enti locali (province, comuni) ai quali però viene riconosciuta una limitata autonomia amministrativa.

Una forma particolare di stato unitario è lo Stato Regionale.

STATO REGIONALE: lo stato regionale è uno stato che riconosce un'ampia autonomia non solo amministrativa ma anche legislativa agli enti locali nei quali è suddiviso il suo territorio.

Dallo stato unitario e regionale si distingue lo stato federale.

STATO FEDERALE: lo stato federale è composto da un insieme di stati federati ciascuno con un proprio popolo territorio e sovranità.

Dal punto di vista storico uno stato federale può essere il risultato dell'unione di più stati indipendenti (USA, Germania), oppure della scomposizione dello stato unitario (Austria, Canada). Gli stati di tipo federale sono caratterizzati dalla coesistenza dello stato centrale e di un certo numero di stati locali, uniti ma autonomi tra loro. In questo modo lo stato federale ha un "peso" maggiore nei rapporti internazionali; e gli stati federati hanno un rapporto più stretto con il territorio e sono più vicini ai governati. A differenza degli stati unitari dove esiste un solo governo, lo stato federale è formato da un "governo centrale" che coordina e armonizza l'attività dei "governi locali" dei singoli stati federati.

Lo Stato Federale ha una sovranità interna ed esterna o internazionale, mentre i singoli stati federati hanno solo la sovranità interna verso lo stato federale.

Spesso gli stati di tipo federale sono stati plurinazionali, nel senso che il loro popolo appartiene a nazionalità diverse di solito il parlamento degli stati federali è bicamerale: ha una camera rappresentativa dei cittadini, e una camera rappresentativa degli stati.


L'EVOLUZIONE STORICA DELLE FORME DI STATO



Nell'epoca moderna si possono distinguere le seguenti forme di stato:


          LO STATO ASSOLUTO;

          LO STATO LIBERALE;

          LO STATO AUTORITARIO;

          LO STATO SOCIALISTA;

          LO STATO DEMOCRATICO



LO STATO ASSOLUTO


La prima forma di organizzazione politica di tipo statale è stata lo STATO ASSOLUTO, cioè la forma di stato che si è sviluppata tra il XV E IL XVI secolo nell'Europa continentale con la creazione delle grandi monarchie nazionali in Francia, Spagna e Portogallo.

Nel regime assoluto il potere è tutto concentrato nelle mani del re; gli individui sono sudditi e non cittadini in quanto sono in una posizione di soggezione rispetto al sovrano non sono titolari di diritti politici ma solo di alcuni diritti privati.



LO STATO LIBERALE



Lo stato assoluto è stato sostituito dallo stato liberale in seguito alle rivoluzioni borghesi che si sono verificate nel corso del XVII secolo in Inghilterra. Il regime liberale ha rappresentato la forma di organizzazione statale prevalente in Europa nel corso dell'800 e nei primi anni del '900. In questo periodo la borghesia si è affermata prima sul piano economico, con il passaggio da un'economia di tipo agricolo ad un'economia di tipo industriale; e poi sul piano politico con la rivendicazione dei diritti da parte dei cittadini nei confronti del potere pubblico. Lo stato liberale si basa su alcuni principi:

          La proclamazione del principio della sovranità popolare: la sovranità non appartiene più al re, ma a quella elite borghese che ha il compito di eleggere i suoi rappresentanti nell'assemblea legislativa

          Il riconoscimento del principio dell'uguaglianza formale di tutti i cittadini davanti alla legge;

          L'affermazione della superiorità della legge anche nei confronti degli organi pubblici.

Nello stato di tipo liberale viene realizzato il principio della separazione de poteri, in base al quale, secondo la teoria elaborata da Montesquieu nell'opera "l'esprit des lois" le tre funzioni fondamentali dello stato devono essere attribuite ad organi separati; in oltre lo stato liberale riconosce ai propri cittadini alcune libertà individuali: la libertà personale; la libertà di manifestazione del pensiero, la libertà di stampa e la libertà di religione. Dal punto di vista economico infine, lo stato liberale, si basa sui principi del liberismo economico e in particolare sul riconoscimento del diritto di proprietà privata e della libertà dell'iniziativa economica privata. Lo stato liberale, è entrato in crisi dopo la prima guerra mondiale quando hanno fatto il loro ingresso nella scena politica i partiti di massa e le organizzazioni sindacali degli operai e dei contadini rivendicando maggiore libertà e democrazia: la crisi del regime liberale,  ha aperto la strada alla formazione dello stato democratico, ma in alcuni paesi, questo passaggio è stato interrotto dall'instaurazione di un regime autoritario o di un regime socialista.



IL PERIODO LIBERALE


Il periodo liberale è il periodo della storia italiana che va dall'unificazione politica (1861) fino all'avvento del fascismo (1922) ed è caratterizzato da profondi cambiamenti che riguardano sia la forma di governo dello stato italiano sia la società civile . Per quanto riguarda la forma di governo lo STATUTO ALBERTINO prevedeva la monarchia costituzionale pura, basata sulla centralità del re rispetto agli altri poteri dello stato e sull'indipendenza del governo rispetto al parlamento. Tuttavia, già nei primi anni successivi all'entrata in vigore dello statuto, la forma di governo si trasformò di fatto, in base ad una semplice prassi costituzionale in una monarchia parlamentare: dal punto di vista formale il re, continuava ad essere titolare della funzione esecutiva e del potere di nominare e revocare i suoi ministri, ma dal punto di vista sostanziale l'organo esecutivo poteva svolgere le sue funzioni soltanto se riusciva ad ottenere e a conservare la fiducia dell'organo legislativo. In questo modo tra il potere esecutivo e quello legislativo si veniva  a creare un rapporto di fiducia, tipico delle forme di governo parlamentari in quanto:

          Il governo nominato dal re entrava pienamente in carica soltanto se e quando si presentava davanti al parlamento per illustrare il suo programma politico, e otteneva la fiducia di entrambe le camere;

          Il governo era obbligato di fatto a dimettersi, perché non poteva più realizzare il suo programma, se anche soltanto una delle camere votava la sfiducia nei suoi confronti

Durante il periodo liberale si verificò un rafforzamento dei poteri del parlamento e l'indebolimento dei poteri del sovrano: il re infatti, non era più libero ne di nominare il governo, ne di revocarlo. L' istituto della controfirma ministeriale in base al quale tutti gli atti del re dovevano essere controfirmati da un ministro, produsse un rafforzamento del ruolo  del governo nei confronti della corona, trasferendo all'esecutivo il potere di nomina dei senatori a vita e di scioglimento anticipato della camera elettiva. Nel 1912 il governo Giolitti introdusse il suffraggio universale maschile, attribuendo il diritto di voto a tutti i cittadini di almeno 21 anni, in grado di leggere e scrivere, che insieme al riconoscimento dell'indennità ai deputati e all'approvazione di un sistema elettorale di tipo proporzionale (1919) consentì la partecipazione attiva delle classi popolari alla vita politica del paese e portò alla creazione dei grandi partiti di massa .



LO STATO AUTORITARIO


Lo stato autoritario si è affermato in Italia negli anni '20 del XX secolo, e poi con alcuni caratteri analoghi in Germania, Spagna e Portogallo. L'avvento del fascismo in Italia e del nazismo o nazionalsocialismo in Germania, è stata la conseguenza della grande crisi sociale venutasi a creare dopo la fine della prima guerra mondiale. Lo stato autoritario si basa sulla figura di un capo chiamato "DUCE" cioè di un uomo forte che accentra su di se tutti i poteri dello stato. Il regime autoritario crea un sistema totalitario che pur mantenendo il diritto di proprietà privata, e una certa libertà di iniziativa economica, pretende di controllare e di uniformare alla propria ideologia tutte le manifestazioni della società civile, imponendo una cultura di stato, una religione di stato, un'arte di stato e così via. Le caratteristiche principali dello stato autoritario sono:

          L'abolizione del principio di legalità e dello stato di diritto: nel senso che l'attività del potere pubblico si svolge al di sopra della legge e senza garanzie per i cittadini;

          La limitazione dei diritti fondamentali di libertà:

          L'eliminazione del pluralismo culturale e politico ;

          La soppressione della libertà sindacale;

          La sostituzione degli organi elettivi e rappresentativi;

          L'accentramento burocratico dell'apparato statale che viene strutturato in base ai rigidi principi gerarchici.

Mentre in Italia e in Germania il fascismo e il nazismo terminò con la sconfitta e la fine della seconda guerra mondiale, in Spagna e in Portogallo la dittatura è caduta soltanto verso la metà degli anni '70.



LO STATO SOCIALISTA


Lo stato socialista si è affermato per la prima volta in Russia in seguito alla Rivoluzione Bolscevica d'ottobre nel 1917, che a determinato la caduta del regime zarista e l'instaurazione della dittatura del proletariato. Il regime socialista si basa sulla dottrina comunista o marxista- leninista fondata da karl Marx nel corso dell''800 e rielaborata da Lenin all'inizio del '900. La dottrina comunista prevede l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione e quindi la collettivizzazione, cioè il loro trasferimento allo stato o ai gruppi di lavoratori per realizzare un'economia di tipo collettivistico. Secondo la teoria marxista-leninista, il socialismo costituisce una fase intermedia per arrivare alla fase finale del comunismo che instaurerà una società senza classi e senza stato. Nell' esperienza concreta il socialismo reale si è sviluppato a partire dagli anni '20 del XX secolo nell'Unione Sovietica e nei cosiddetti paesi satelliti dell'Europa Orientale. E' stato caratterizzato dai seguenti elementi:

       L'eliminazione del pluralismo economico mediante la creazione di un partito unico e la repressione di qualsiasi forma di dissenso o critica al regime;

       La subordinazioni delle libertà fondamentali dei cittadini agli interessi del socialismo;

       L'accentramento politico dell'apparato statale e l'abolizione del principio della separazione dei poteri;

       La sovrapposizione della struttura del partito a quella dello stato.

Il modello di stato comunista è entrato in crisi alla fine degli anni '80 a causa dell'inefficienza del sistema economico e della mancanza della libertà politica e sociale.



LO STATO DEMOCRATICO


Lo stato democratico rappresenta la forma di organizzazione statale prevalente nel corso della seconda metà del XX secolo e quella attualmente più diffusa in Europa. Le caratteristiche del regime democratico sono:

          Il riconoscimento del suffraggio universale, cioè il diritto di voto a tutti i cittadini di una certa età, e lo sviluppi degli istituti di democrazia diretta e indiretta o rappresentativa;

          L'affermazione del principio di uguaglianza sostanziale, inteso come il riconoscimento a tutti i cittadini di pari opportunità;

          L'intervento dello stato nell'attività economica, allo scopo di realizzare alcuni obbiettivi di interesse generale.



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