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L'assolutismo illuminato e le riforme




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L'assolutismo illuminato e le riforme


L'assolutismo e le riforme

L'assolutismo era la forma politica dominante nell'A..r ,la nuova fase dell'assolutismo con l'intento di provvedere alla felicità dei governanti si chiama assolutismo illuminato o riformatore,questa politica fu realizzata dal'alto senza alcun coinvolgimento della società civile tentando di cancellare o ridurre le libertà i privilegi di cui era ricca la società di A.r


I lumi e il potere

IL partito dei lumi ebbe un rapporto ambivalente con le monarchie assolute,le appoggiò nella loro azione riformatrice e razionalizzatrice ,ma le contrastò sul tema della libertà e dello sviluppo dell'opinione pubblica.Le idee dei lumi e in qualche caso i singoli philosophes esercitarono infatti una sensibile influenza sulle iniziative dei monarchi riformatori.Nel 1764 L'illuminista lombardo cesare beccarla pubblicò un'operetta,Dei delitti e delle pene,destinata a divenire non solo uno dei libri più importanti e più letti dell'illuminismo,ma una vera pietra miliare nella costruzione dello stato di diritto.Beccarla affermava che la pena di morte nn solo nn è legittima ma nn è neppure utile.


Riforme e necessità dello stato

Il riformismo 700 trova le sue motivazioni più profonde nella necessità di risolvere i grandi problemi dello stato moderno nel suo rapporto con l'economia e con la società.

Le principali direzioni in cui si esplicò l'iniziativa riformatrice dei sovrani assoluti furono:-l'accrescimento delle entrate fiscali dello stato-lo sviluppo dell'economia-l'accentramento del potere e il rafforzamento della burocrazia-la riforma dei codici e dell'amministrazione giustizia-la riduzione dell'autonomia del clero .



Il nodo del fisco

Le riforme comportavano conflitti con i ceti e gruppi sociali detentori di privilegi e autonomie.

Dato che gli ordini privilegiati godevano di esenzioni di vario tipo e riuscivano largamente a evadere anche le imposte dovute,la maggior parte del carico fiscale gravava sui ceti popolari.Occorreva dunque colpire la rendita fondiaria:il che significava ridurre la sfera delle esenzioni,creare migliori sistemi di accertamento dei redditi,organizzare un sistema di riscossione efficiente gestito dalla mano pubblica.


Il clero la giustizia

Si profilava qui uno scontro ,oltre che con l'aristocrazia,con il clero e con gli enti ecclesistici.Nel tentare di imporre una giustizia uniforme e pubblica,che garantisse la certezza del diritto i monarchi riformatori si scontrarono con la durissima resistenza dei giudici e dei diversi tribunali


Il riformismo incompiuto

Le riforme settecentesche incisero positivamente modernizzando la vita civile e rafforzando le strutture dello stato.Portare a compimento le riforme avrebbe significato rivoluzionare la società dell'A.r ,introducendovi il principio dell'ugualianza giuridica.E questo nonn ere né nelle intenzioni né nelle possibilità delle monarchie,l'interesse dei sovrani era ridurre le autonomie e il particolarismo alla nobiltà utilizzandola al servizio dello stato.Questi limiti interni segnarono profondamente l'illuminismo riformato.


Il riformismo asburgico:Maria Teresa

La monarchia asburgica realizzò una politica riformatrice,Maria Teresa e Giuseppe II furono due grndi sovrani.Maria Teresa pose mano alla organizzazione dello stato.La monarchia asburgica era fra le più arretrate d'Europa:ciascuna delle regioni da essa dominate conservava proprie leggi e regolamenti interni.M.T assoggettò la nobiltà all'imposta fondiaria,sottrasse la gestione del prelievo fiscale ai poteri locali,avviò al catasto delle proprietà terriere,ridusse i privilegi fiscali del clero.Altre importanti riforme interessarono l'istruzione,M.T fondò il theresianum un'esclusiva scuola superiore,pose sotto il controllo dello stato l'università di Vienna,roccaforte dei gesuiti e nel 1773 decretò lo scioglimento della compagnia di Gesù utilizzandone i beni per finanziare l'istruzione pubblica.


Il giurisdizionalismo di Giuseppe II

Giuseppe II in campo religioso attuò una forte politica giurisdizionalistica(giuseppinismo)mirante ad affermare l'autorità dello stato sulla chiesa.Importantissimi furono i decreti sull'emancipazione degli ebrei e sulla tolleranza religiosa,che riflettevano sia l'adesione ai principi illuministi sia alla volontà di tutelare gli interessi dello stato.


Provvedimenti fiscali,economici,giuridici

Altri importanti eventi di riforma furono:l'estensione del catasto,già attuato in Lombardia Ausrtia Boemia Ungheria ,la parziale liberalizzazione del commercio interno pressoché totale smantellamento delle corporazioni;il potenziamento dell'istruzione elementare,l'abolizione pressoché completa della censura;l'emanazione di un nuovo codice penale che fissava pene uniche per tutti i sudditi.Giuseppe II tentò anche di eliminare i soprusi feudali cui erano soggetti i contadini;nel 1781 abolì la servitù della gleba in diverse regioni dell'impero;nel 1789 emanò un provvedimento rivoluzionario,che aboliva il sistema fiscale vigente,sopprimeva le decime e le corvèes e assoggettava tutti i proprietari ,senza distinzioni di ordini,a una imposta unica.


Le reazioni al riformismo Giuseppino

Questi provvedimenti suscitarono la violenta reazione dei nobili,tanto che Giuseppe II fu costretto a rinviarne l'attuazione e dopo la sua morte Leopoldo II li annullò.La ribellione dei nobili austriaci boemi e ungheresi e quella dei Paesi Bassi austriaci sanzionò in modo negativo il tentativo di Giuseppe II di modernizzare dall'alto una società per motivi molto diversi arretrata ,all'interno della quale non si erano sviluppate forze sociali interessate a sostenere l'opera di riforma del sovrano.


Il riformismo pragmatico di federico il grande

Federico II detto il grande ,fu uno dei protagonisti dell'assolutismo illuminato:lo stato favorì la colonizzazione di nuove terre e diede impulso alle manifatture e ai commerci;lìistruzione venne curata e sviluppata,sia nei gradi superiori che a livello9 popolare ;la Prussica fu il primo paese a sancire nel 1763 l'obbligatorietà dell'istruzione elementare.Inoltre Federico incoraggiò la diffusione della cultura e la circolazione delle idee;fece di Berlino una capitele culturale,chiamandovi Voltaire e altri filosofi illuministi;teorizzò e praticò la tolleranza religiosa;rese più funzionale e umana la giustizia,avviando un ambizioso progetto di codificazione che vide la luce alcuni anni dopo la sua morte.


Un re filosofo?

Federico II fu salutato dall'opinione pubblica innovatrice come re filosofo.

Il potere del sovrano si reggeva sull'esercito,sulla burocrazia e soprattutto sulla grande aristocrazia terriera,i cui privilegi non vennero messi in discussione:nonostante le dichiarazioni di principio ,la servitù della gleba rimase in vigore,anche se vennero presi parziali provvedimenti per migliorare la condizione dei contadini,regolamentando le corvèes e proibendo la vendita dei servi.


Il nakaz di Caterina II

Caterina II nel 1767-68 inviò alla commissione una istruzione (nakaz) che riecheggiava i grandi temi dell'illuminismo,quali la tolleranza religiosa,la libertà di stampa,la diffusione dell'istruzione,la riforma della giustizia penale ispirandosi a Montesquieu e a Beccarla.Ma dopo questo grande inizio,il riformismo assoluto si impaludò :il nuovo codice non vide mai la luce ,anche se furono realizzate parziali riforme nel campo della giustizia,con la creazione di una struttura di tribunali e l'introduzione de maggior garanzie per gli imputati.


Una riforma per i nobili

La zarina puntò a legare allo stato la nobiltà,estendendone il potere e i privilegi:la carta della nobiltà nel 1758 sancì prerogative nobiliari recenti e di antica data,come l'esenzione dalla tassa personale e dal servizio militare civile;il monopolio della proprietà fondiaria e del possesso dei servi;il diritto a essere giudicati da propri pari;il dominio sulle assemblee locali.


Lumi e riforme in Spagna

Anche la Spagna conobbe un sensibile risveglio culturale a opera di un èlite riformatrice che mise in discussione i secolari fattori di debolezza della società spagnola.La monarchia di Carlo III di Borbone pur cauta e moderata intraprese una politica riformatrice,in particolare attraverso il ministro Leopoldo di Gregorio,marchese di Schillace.I risultati furono per la verità modesti:la parziale liberazione del commercio del grano,l'espulsione dei gesuiti,un inizio di riforma del sistema scolastico.Sulle grandi questioni,i riformatori non riuscirono a vincere l'opposizione degli ordini privilegiati:esemplare in tal senso il fallimento del progetto di catasto e riforma fiscale elaborato da Schillace ,nonché quello di riduzione della manomorta.


Riforme senza Lumi in Portogallo

Nel Portogallo l'opera di riforma fu promossa da Sebastiani Josè de Carvalho e Mello, dal 1770 marchese di Pombal,che dominò la vita polita portoghese dal 1750 al 1777,sotto il regno di Giuseppe I.Diffidente verso le idee illuministe di cui proibì la circolazione ,il marchese di Pombal era tuttavia consapevole della necessità di riformare un paese incapace fdi evolvere,con un'agricoltura arretrata e una manifattura inesistente,un'aristocrazia ed un clero fra i più riveriti d'Europa.Pombal espuse i gesuiti dal paese e promosse una politica giurisdizionalista che registrò i suoi maggiori successi con la riforma dell'istruzione universitaria e con l'assoggettamento del tribunale dell'Inquisizione al controllo del potere civile.A suo merito la ricostruzione di Lisbona dopo il devastante terremoto.Ma dopo la morte di Giuseppe I Pombal fu licenziato e il Portogallo entrò in un irreversibile declino economico.


Inghilterra ,un nodello per i riformatori

Il sistema politico inglese rappresentava per gran parte dei riformatori continentali un modello da imitare.In effetti ,nonostante gravi elementi de degenerazione e di corruzione ,la vita politica inglese era molto più avanzata di quella del continente.Nel parlamento stesso La camera dei lords ,formata dai pari del regno,aveva assunto minore importanza della camera dei comuni,eletta ogni sette anni,espressione della media proprietà fondiaria e della borghesia commerciale.nel 1760 salì al trono Giorgio III,il quale tentò di ripristinare l'autorità del sovrano su decisive questioni costituzionali,quali la nomina dei ministri,che il sistema inglese non regolamentava in modo preciso;il sovrano si appoggiò al partito tory,tradizionale rappresentante dei gruppi conservatori fedeli alla monarchia,per cercare di rompere l'egemonia dei whigs,lo schieramento di matrice borghese che aveva dominato negli ultimi decenni la vita politica del paese.


Il problema della rappresentanza politica

Il regime costituzionale britannico fu minacciato da un ritorno delll'assolutismo,anche perché il contrasto fra whigs e tories si giocava più su concrete questioni politiche che su differenze ideologiche.La solidità del sistema politico era ormai comprovata,comparvero nella società inglese dei problemi ;della rappresentanza politica e del diritto di voto.Già negli anno 70 nacque in Inghilterra il movimento radicale,che richiedeva l'elezione annuale del parlamento e l'estensione del diritto di voto.Non l'autorità del sovrano ma la rappresentatività del parlamento era il grande tema che avrebbe animato nei decenni successivi la vita politica inglese

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