L'Unione Sovietica nei primi anni Venti

L'Unione Sovietica nei primi anni Venti

L'Unione Sovietica dopo la Guerra civile

L' Unione Sovietica riemerse dalla guerra civile in condizioni di arretratezza ben più gravi rispetto al periodo zarista. Il Comunismo di guerra ebbe conseguenze disastrose perché alla requisizione i contadini reagirono riducendo la produzione e aggravando la crisi agricola. La mancanza di cibo e consumo favoriva il mercato nero e per di più masse di popolo si spostavano verso la campagna. Le città ebbero anche una modifica strutturale in quanto si assottigliavano le file delle elite economiche e professionali, ma anche quelle operaie. La Russia post-rivoluzionaria era più povera e rurale di prima della Guerra. A ciò si sommava anche la disgregazione sociale dovuta agli scontri sanguinosi. Una conseguenza di tutto questo fu una crisi politica dovuta alla  frattura del partito politico in quanto il popolo non vedeva più i Bolscevichi come i salvatori della Russia.

L'isolamento del gruppo dirigente Bolscevico

Nel paese ci fu un enorme rottura tra governo comunista e popolazione. Nelle campagne furono represse numerose rivolte contadine contro le requisizioni mentre nelle città la popolarità del Partito Comunista si era molto indebolita e si manifestarono proteste tra i lavoratori (rivolta di Kronstadt) contro i privilegi dei dirigenti del Partito. A questo si aggiungeva l'isolamento internazionale dell'Unione Sovietica che non veniva riconosciuta anzi osteggiata dai governi occidentali. Lo stato sovietico dovette constatare il fallimento della rivoluzione europea. Per questa prospettiva era stato costruito il Comintern con l'obiettivo di coordinare tutti il partiti comunisti di tutto il mondo. Ma la minoranza dei comunisti nei vari paesi rese impossibile il raggiungimento dell'obiettivo di una rivoluzione su scala europea.

La Nuova Politica economica

Con il X congresso del partito (Marzo 1921) Lenin e i dirigenti abbandonarono il comunismo di guerra e avviarono la Nuova Politica Economica (Nep) che reintroduceva elementi di profitto individuale (redistribuzione della proprietà privata) e di libertà economica per rianimare la produzione interna :

• Cessazione delle requisizione sostituite da imposte in denaro o in natura
• Continuarono gli ammassi, cioè conferimento di grano allo stato senza forzature
• I contadini erano liberi di vendere le eccedenze e assumere mano d'opera
• Il commercio interno divenne libero
• Si favorì lo sviluppo della piccola impresa, con aziende private con meno di 21 dipendenti. Tuttavia il controllo fu mantenuto dallo stato nelle principali attività.

I risultati della Nep

La Nep diede risultati complessivamente positivi. In sintesi:

• La produzione agricola e il reddito tornò nel 1926 come prima della Guerra
• La produzione industriale ebbe un sensibile miglioramento
• Nel piano internazionale le potenze europee interpretarono la Nep come un "ritorno al Capitalismo" e il governo sovietico fu finalmente riconosciuto e vennero riprese le relazioni diplomatiche e commerciali
• Differenziazione sociale : in campagna crebbe il ceto dei Kulaki e un altro ceto che riuscì ad emergere fu quello dei Nepmany
• Il principale cambiamento nella scala sociale furono gli apparati dello stato e del partito

Due linee per l'industrializzazione

La Nep non bastò per trasformare l'URSS in potenza industriale. Per questo problema si aprì un dibattito tra i sostenitori della Nep come Bucharin, che proponevano una trasformazione graduale del sistema economico basata sulla produttività dell' agricoltura, intensificando l'apertura al mercato e gli oppositori come Trockij, i quali ritenevano che a fronte dell'isolamento internazionale che escludeva l'afflusso di capitali dall'estero fosse necessario accelerare l'industrializzazione.

Economia e Politica

I sostenitori all'industrializzazione consideravano la Nep una ritirata strategica del socialismo. Il suo prolungamento era pericoloso perché avrebbe favorito il rafforzamento dei nepmany e dei kulaki. Inoltre questo dibattito si intrecciò con il problema del potere nel Partito Comunista dopo la morte di Lenin nel 1924. Le riforme della Nep non si tradussero in una maggiore libertà politica, anzi ci fu un ulteriore irrigidimento autoritario.