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Compendio del libro I dell'Eneide




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Compendio del libro I dell'Eneide


PROEMIO (v. 1 - 33)

o      Argomento: Virgilio presenta ciò di cui parlerà nel libro. Racconterà delle guerre di Enea, l'uomo che per primo, fuggito dalle spiagge di Troia per volere del Fato (destino), venne in Italia sbarcando sulle rive di Lavinio e in terra e in mare fu soggetto agli dei, e soffrì molto a causa dell'ostilità di Giunone prima di fondare la sua città e portare nel Lazio i suoi dei dai quali sono nati il sangue latino, le città di Albalonga e di Roma.

o      Invocazione alla Musa (Melpomene): Il poeta si rivolge alla Musa della poesia epica pregandola di fargli conoscere le cause, l'offesa e il dolore per cui Giunone condannò Enea, uomo pio, a soffrire tante pene e angosce.

o      Antefatto: Cartagine fu fondata dai Fenici di Tiro e sarebbe diventata rivale dell'Italia e della città sorta sul Tevere. Giunone amò Cartagine più di Samo, qui teneva le sue armi e il suo carro e sognava di fama, se il destino lo consentiva, la dominatrice dei popoli. In realtà le Parche (le divinità del destino) avevano stabilito che dal sangue Troiano sarebbe discesa una stirpe che un giorno avrebbe abbattuto le mura di Cartagine. Temendo queste cose e ricordandola guerra contro troia condotta a favore dei Greci;il giudizio di Paride, l'offesa alla sua bellezza, allontanava i Troiani superstiti della guerra di Troia, dal Lazio facendoli errare per anni nel Mediterraneo.

AZIONE DI GIUNONE (v. 34 - 222)

o      Istigazione ad Eolo: Giunone, vedendo che i Troiani erano arrivati oltre la Sicilia, si recò nell'Eolia, il regno di Eolo, re dei venti. Lo convinse ad aiutarla contro i Troiani promettendogli in sposa la sua ninfa più bella (Deiopea). Subito Eolo scagliò i suoi venti (Euro, Noto e Africo) che colpirono le navi di Enea, il quale si disperò ed avrebbe preferito morire durante la guerra di Troia pur di non vedere quella scena. Il Noto rovesciò tre navi che vinirono sugli scogli, l'Euro spinse altre tre navi sulle sabbie delle Sirti, un'altra nave fu inghiottita da un vortice.

o      Intervento di Nettuno: Nettuno, vedendo la flotta di Enea dispersa in mare, richiamò i venti ricordando loro che il potere sul mare era solo suo e che Eolo poteva comandare solo sulle rupi selvagge. Rimesse in piedi le navi i Troiani si gettarono sulle spiagge della Libia. Ad Enea rimasero sette navi. Poi mentre i compagni accendevano il fuoco e macinavano il grano, Enea controllava la zona e scopriva un armento di cervi. Ne uccideva sette, uno per nave, che furono subito cucinati. Nel frattempo rincuorò i compagni e pensò a quelli scomparsi.

LAMENTO DI VENERE (v. 223 - 304)

o      Venere, la madre di Enea, si rivolse a Giove chiedendo spiegazioni su ciò che era accaduto e ricordando che il distino di Enea era quello di arrivare in Italia e dare origine a Roma e al suo impero. Giove rispose alla figlia predicendo il futuro destino di Roma e così rassicurandola. Enea sconfiggerà i Rutili, suo figlio Ascanio, detto anche Julo, regnerà trent'anni e fonderà la città di Albalonga. Dopo trecento anni Rea Silvia, la regina vestale, partorirà due figli gemelli, Romolo e Remo. Romolo fonderà Roma e darà origine ai Romani. Da lui discenderà Cesare della famiglia Giulia  (da Julo).

APPARIZIONE DI VENERE AL FIGLIO (v. 305 - 417)

o      Mentre Enea esplorava la boscaglia gli apparve Venere che gli disse di trovarsi in Africa, nella terra di Didone, regina di Cartagine, che, dopo l'uccisione del marito Sicheo da parte del fratello di lei Pigmalione, era fuggita da Tiro ed aveva fondato Cartagine. Poi la dea invitò il figlio a recarsi alla reggia e per proteggerlo lo avvolse in una nuvola.

ENEA VERSO CARTAGINE NELLA NUBE (v. 418 - 493)

o      Enea, entrando in Cartagine, osservò molte persone intente a costruire la città. Poi si recò nel tempio di Giunone dove con grande meraviglia scoprì sculture che rappresentavano le scene più eroiche della guerra di Troia.

ACCOGLIENZA (v. 494 - 630)

o      In quel momento Didone entrò nel tempio seguita da una gran folla. Tra i tanti Enea riconobbe i suoi compagni dispersi che invocavano la benevolenza e l'aiuto della regina che rispose favorevolmente. In quel momento la nuvola che avvolgeva Enea si dissolse e l'eroe apparve in tutto il suo splendore.

PREPARAZZIONE DEL BANCHETTO (v. 631 - 656)

o      Mentre Didone e Enea si recavano nella reggia veniva preparato un banchetto e venivano mandati molti animali alle navi. In cambio i Troiani regalarono un manto, un velo ricamato, uno scettro, un monile ed una doppia corona. 

VENERE E CUPIDO (v. 657 - 688)

o      Venere si rivolse al figlio Cupido invitandolo ad aiutarla a salvare Enea facendo in modo che Didone si innamorasse di lui. Cupido deve trasformarsi nel figlio di Enea, Ascanio, e lanciare le sue frecce a Didone.

VENERE E IULO (v. 689 - 694)

o      Venere intanto portò Iulo nel bosco.

CUPIDO ALLA REGGIA (v. 695 - 722)

o      Venne portata la cena e la regina si emozionò nel ricevere i doni e nell'abbracciare il piccolo Iulo.

DIDONE CHIEDE IL RACCONTO (v. 723 - 756)

o      Finita la cena, bevvero e la regina ringraziò Giove e invitò Enea a raccontare la sua storia.

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