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Ambrogio lorenzetti - il gotico internazionale




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Ambrogio Lorenzetti


La grande stagione della pittura senese (la cui scuola si caratterizzava come una scuola aulica, di corte, molto vicina allo stile bizantino anche se con degli elementi innovativi) vide nei fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti i suoi ultimi , grandi rappresentanti; fu specialmente Ambrogio, però, che, con la sua arte, si qualificò come un testimone attento e partecipe della vita sociale e politica del tempo.

Le notizie biografiche su di lui sono scarse; la sua nascita a Siena, comunque, è databile verso gli ultimi anni del 1200 mentre la sua morte avvenne molto probabilmente a causa della peste del 1348.

Oltre a Siena, Lorenzetti fu molto attivo anche a Firenze dove entrò necessariamente in contatto con Giotto e la sua scuola; la sua radicata formazione senese, però, gli impedì di aderire in profondità ai nuovi canoni artistici fiorentini.

Alla prospettiva giottesca, Ambrogio contrappone una visione della realtà personale e fantasiosa; alla solidità dei personaggi tipici di Giotto - modellati mediante il chiaroscuro - Lorenzetti preferisce invece la sinuosità delle linee di contorno che racchiudono, al proprio interno, campiture di colore omogenee.


Tra i suoi affreschi eccezionale è il ciclo del Buon e del Mal governo, nel Palazzo Pubblico senese, realizzato tra 1337 e il 1339. Snodandosi lungo tre pareti del salone, questo ciclo si divide in due sezioni: le prime due pareti sono occupate dalle allegorie del Buon Governo e degli Effetti del Buon Governo in città e in campagna, mentre la terza parete ospita, in stato peraltro logorato, le allegorie del Mal Governo e degli Effetti del Mal Governo in città e campagna. L'importanza di questi affreschi è fondamentale soprattutto perché sono stati una delle prime rappresentazioni di arte civile (quindi non a carattere religioso) del Medioevo italiano.


T  Nell'Allegoria del Buon Governo vi è un complicato ma non casuale intrecciarsi di figure simboliche. In quest'opera

il Buon Governo è rappresentato da un saggio assiso seduto su un trono e sovrastato dalle tre figure alate di Fede, Speranza e Carità; alla sua destra siedono la Prudenza, la Fortezza e la Pace, mentre alla sua sinistra troviamo la Magnanimità, la Temperanza, e la Giustizia, che riappare una seconda volta sulla destra del dipinto seduta su un trono e nell'atto di reggere una bilancia. Conclude poi la composizione una sfilata di ventiquattro consiglieri della città che reggono simbolicamente due cordoni pendenti dalla bilancia della giustizia.

Vi sono poi numerose altre figure allegoriche in riferimento alla complessa realtà senese del tempo; l'affresco di Lorenzetti, infatti, si rivolgeva a tutta la cittadinanza del comune e, per questo, era importante che l'oligarchia al potere scegliesse di rappresentare se stessa come ispiratrice e sostenitrice di un governo forte, giusto e saggio.

Oltre l'evidente scopo didascalico dell'opera - cioè di trasmettere un insegnamento - in questa allegoria possiamo ritrovare in diversi particolari la vena personale di Lorenzetti; un esempio importante a questo proposito è la Pace, raffigurata come una giovane donna morbidamente semidistesa. Il suo corpo, pur con qualche richiamo rotondeggiante, è ben lontano dalla raffigurazione massiccia che avrebbe realizzato Giotto; esso, invece, è evidenziato da un armonico susseguirsi di linee curve che costituiscono il panneggio dell'abito della donna, più decorativo che realistico, e che collegano come con un tratta curvo ininterrotto le spalle a ai piedi. Osservando infine la posa della figura appare evidente come, per la sua rappresentazione, Lorenzetti si sia ispirato agli antichi canoni della statuaria classica.


T  Nell'Allegoria sugli Effetti del Buon Governo, Lorenzetti riesce a esprimere al massimo la propria fantasia creativa.

L'affresco rappresenta, nella metà sinistra, la città di Siena e, in quella a destra, la campagna e il contado circostante. E' evidente come, per la prima volta, il paesaggio, solitamente ignorato, diventa il soggetto principale della narrazione pittorica.

Nella raffigurazione della città, irta di torri e di palazzi, gli effetti del buon governo sono rappresentati dalla maestà degli edifici (da cui trapela un tentativo di prospettiva che risulta però alquanto sbagliata)e dall'operosità della moltitudine di abitanti che vi compaiono, alcuni dei quali lavorano altri dei quali, invece, si dilettano.

Nella porzione di destra, quella della campagna, viene rispecchiata la stessa idea d'ordine e operosità evidenziata in città. Anche qui il paesaggio ricchissimo di particolari assume un'importanza sicuramente primaria rispetto ai personaggi.

Entrambe le rappresentazioni, oltre appunto all'ordine e alla operosità dei personaggi, hanno in comune una maniacale attenzione e cura dei particolari, anche quelli apparentemente più insignificanti.

Nonostante l'apparenza, però, in questo affresco non vi è, da parte dell'autore, alcun tentativo di rappresentazione realistica; ne sono esempio il già accennato errore prospettico nelle architetture cittadine e, nella parte della campagna, le innaturali dimensioni degli alberi, la cui rappresentazione non rispetta la semplice regola prospettica secondo la quale un oggetto visto da lontano è molto più piccolo dello stesso oggetto visto da vicino. Il Lorenzetti, quindi, pur ispirandosi sicuramente alla vita quotidiana, trasporta quest'ultima in una dimensione quasi fiabesca, senza cioè alcun intento di realismo ne, tantomemo, di racconto storico.




Il Gotico Internazionale


Per gotico internazionale si intende quella fase tarda di gotico che va dalla fine del XIV fino alla metà del successivo.

L'aggettivo internazionale ha un duplice significato. In primo luogo allude al fatto che questo movimento non ebbe un unico centro di origine ma, bensì, che derivò dalla somma di più esperienze talvolta diversissime tra loro; in secondo luogo indica la sua vasta e omogenea diffusione in tutta Europa .Si tratta della prima forma di arte medioevale laica, cioè non più ( o non necessariamente) legata alla religione; la sua nascita e poi diffusione, infatti, è identificabile coi raffinati ambienti delle corti dell'epoca, dove regnavano il culto per il bello e l'originale.

Il Gotico internazionale esaspera volutamente alcuni degli elementi più caratterizzanti delle architetture gotiche; ne sono esempio l'esasperazione dello slancio verticale delle volte e i complicatissimo intreccio dei costoloni delle volte che è riscontrabile, ad esempio, nell'Abbazia di Westminster a Londra dove ritroviamo il cosiddetto stile perpendicolare.

In Italia il Gotico Internazionale ha, in campo pittorico, una diffusione temporale abbastanza limitata, in quanto verrà già al nascere del 1400 soppiantato da quella nuova volontà di realismo e concretezza caratteristica del Rinascimento.

I due artisti italiani più rappresentativi del gotico internazionale sono sicuramente Gentile da Fabriano e il Pisanello.





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