Alla riunione dei vertici
del pallone di Milano si fa strada il 'lodo Petrucci'
Carraro: 'Non c'è la volontà politica per un decreto
spalma-debiti'
Calcio, una soluzione drastica
le squadre in rosso retrocedono
Un fallimento pilotato: perderebbero anche il parco-giocatori
MILANO - Il tempo
per salvare il calcio stringe. La strada per salvarlo ormai è una sola e non è
il salva-calcio. Come annuncia il presidente della Figc Franco Carraro al
termine degli stati generali del calcio riuniti a Milano: 'Abbiamo preso
atto che non esiste la volontà politica di dar vita a una norma che provveda
per le società in situazione debitoria a rateizzare i debiti attraverso il
rilascio di garanzie reali'. Resta la seconda strada. Si chiama 'Lodo
Petrucci' ed è una strada dolorosa: la società viene portata a un
fallimento pilotato e si riparte da una categoria inferiore. In più,
rifondazione totale, visto che i giocatori sarebbero tutti svincolati.
E' quanto emerge alla fine degli stati generali del pallone con l'obiettivo di
tirare fuori le società dal baratro finanziario in cui rischiano di
sprofondare. Ma soprattutto, nell'immediato, di permettere le iscrizioni
all'Uefa per la prossima stagione. E qui la scadenza è drammatica: 31 marzo,
dopodomani. E' vero che se l'Uefa dovesse rigettare un'iscrizione, la società
avrà la possibilità di fare ricorso fino a tre gradi di giudizio. Ma il rischio
è che non si faccia altro che prolungare l'agonia se non si riuscirà a mettere
mano ai nodi politici della questione.
'Prendo atto che non si parla più di decreti salva-Irpef', aveva
detto prima di tutti il presidente della Lega calcio Adriano Galliani. E così
tramonta una delle possibili strade, quella di affidarsi al governo. Ed ecco la
seconda strada. Più percorribile, ma molto più dolorosa, il 'lodo
Petrucci' appunto, dal nome del presidente del Coni. In pratica è un
fallimento pilotato.
La società porterebbe i libri in tribunale e
tecnicamente fallirebbe. Ma con modalità diverse. Spiega Carraro che non si
ripeterà il caso dellla Fiorentina che, con un nome diverso, era stata fatta
ripartire dalla serie C2. Con il nuovo regolamento, sempre con un nome diverso,
la stessa società si sarebbe potuta iscrivere nel campionato di C1 visto che,
al momento del fallimento, la Fiorentina si trovava in serie B. Se invece la
società vorrà manetenere lo stesso nome potrà ripartire dalla terza categoria.
Durante il vertice si è valutato anche la possibilità di ricorrere a una strada
meno dolorosa, cioè chiedere sponda al governo. Ma non è aria. Il decreto
salva-calcio che avrebbe consentito alle società di spalmare i debiti con il
fisco in un certo numero di anni consentendo così ai bilanci di rifiatare è
crollato e non può più essere riesumato. L'Unione Europea, prima ancora che il
veto nostrano di Lega e Udc, ha fatto chiaramente intendere che quella misura
sarebbe stata un'ingerenza indebita dello Stato in regime di concorrenza.
E così il mondo del calcio ha dovuto prendere atto di dover farcela da solo.
'Nessuno ha mai pensato di chiedere regali per coloro che non hanno pagato
il fisco - dice ora Carraro - c'era l'ipotesi che il creditore, a tutela del
suo credito, mettesse dei vincoli per il debitore e recuperasse il suo debito,
ma la volontà non c'è e ci auguriamo comunque che il maggior numero possibile
di società possa essere in regola'.
Lega Calcio aveva deciso che
Roma-Lazio si doveva ripetere
il 14 aprile, ma il Prefetto vuole spostarlo a data da
destinarsi
Derby, si va verso un rinvio
per questioni di sicurezza
ROMA - Sembra ormai sicuro il
rinvio del derby Lazio-Roma, per motivi di ordine pubblico. La ripetizione
della partita era stata stabilita dalla Lega Calcio per il 14 aprile alle ore
17 ma, dopo una riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica e
dopo molte consultazioni con il Viminale, sembra che il prefetto Achille Serra
abbia deciso di non far giocare il derby nella data stabilita.
Secondo i responsabili dell'ordine pubblico la data è troppo vicina ai fatti
dell'Olimpico quando furono feriti 153 poliziotti e la situazione potrebbe non
essere serena. Anzi la tensione potrebbe essere acuita dalla decisione di
raddoppiare le giornate di squalifica al campo della Roma. Elementi che i
responsabili dell'ordine pubblico vogliono valutare bene così come vogliono
tenere sotto controllo le tifoserie prima di dare il via alla ripetizione della
partita. Così sembra che si andrà verso un ulteriore rinvio anche se
l'ufficializzazione dovrebbe venire solo dopo un'ulteriore riunione del
Comitato per l'ordine e la sicurezza della prossima settimana.
'Sospensione del derby? Il Prefetto ha fatto bene perché questa partita
deve essere una festa e si deve giocare in un clima sereno. I nostri tifosi,
poi, questo derby lo hanno subito e non c'entrano assolutamente nulla'. Il
presidente della Lazio Ugo Longo è pronto ad accettare le decisioni dei
responsabili romani dell'ordine pubblico se si dovesse arrivare a un rinvio
della data del 14 aprile per la ripetizione del derby.
Mentre la Roma avrebbe già ricevuto comunicazione della sospensione del derby:
la notizia viene vissuta come un ennesimo colpo dall'ambiente romanista che si
sentiva appena risollevato dalle vicende societarie in evoluzione positiva.
Filtra amarezza per un'altra decisione che si aggiunge a quella assunta ieri
dalla disciplinare che ha aggravato la sanzione a carico della società portando
da uno a due i turni di squalifica del campo.
CAGLIARI - Sarà il
capo della polizia a dire l'ultima parola su quando si potrà disputare il derby
Lazio-Roma. E la dirà dopo un approfondito esame a livello nazionale dei
problemi e delle misure di sicurezza negli stadi. Lo ha annunciato il ministro
dell'Interno Giuseppe Pisanu, giunto in mattinata a Cagliari, dove domani
presiederà il congresso provinciale di Fi. Il ministro ha ricordato che ieri in
Consiglio dei ministri ha presentato alcune proposte sulla sicurezza negli
stadi che ora saranno valutate dal ministro dei Beni Culturali, Giuliano
Urbani, competente in materia di sport.
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