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Partecipazione politica




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Partecipazione politica


Definizione preliminare


Attività politica = rapporti che intercorrono fra individui/gruppi/associazioni/istituzioni in forme, modalità, frequenze e intensità diverse. L'attività politica si riflette nella partecipazione politica.


Partecipazione politica = "insieme di azioni e di comportamenti che mirano ad influenzare le decisioni e la selezione dei detentori del potere, in maniera più o meno diretta e più o meno legale, per conservare o modificare la struttura (e i valori) del sistema d'interessi dominante."

La definizione data individua solo la partecipazione visibile.


Partecipazione invisibile = opinione pubblica interessata alla politica e informata, che per vari motivi si attiva raramente. È importante nei regimi democratici perché possiede la capacità di partecipare.


Le modalità di selezione dei decisori/influenza delle decisioni sono 3:

a)     riconosciute dalle norme e dalle procedure legali;

b)     non riconosciute, ma accettabili e accettate;

c)     non riconosciute, sfidano le basi del sistema con diversi gradi di extra-legalità.


I sistemi politici si differenziano nella capacità di assorbire o meno le nuove forme di partecipazione, nel loro grado di elasticità/rigidità rispetto a nuove domande.

La partecipazione politica è meglio analizzabile partendo dall'individuo e spiegando attraverso i suoi comportamenti, i processi di formazione dei gruppi e delle attività collettive.


Secondo Rokkan, le variabili importanti per la partecipazione dell'individuo sono:

i ruoli dell'individuo nei suoi ambienti vitali;

con quali collettività s'identifica

le scelte disponibili nella comunità locale di appartenenza;

le scelte disponibili nel sistema politico nazionale.



Un processo complesso = che cosa ha spinto/spinge verso la partecipazione?


Si può dire che la partecipazione politica sia un fenomeno sia antico che recente.

Antico, perché già nelle poleis greche, benché limitata a un gruppo ristretto, la partecipazione politica si sviluppava nelle sue caratteristiche centrali (diretta a influenzare decisori e decisioni).

Recente, perché la partecipazione ha assunto le sue caratteristiche più specifiche dopo la formazione degli stati nazionali, durante le pressioni per la democratizzazione.


I processi più importanti di sviluppo della partecipazione politica possono essere sintetizzati così:

il motivo della decisione di ampliare il numero di partecipanti deriva dal conflitto interno delle élite che detengono il potere.

Ogni volta che il conflitto non si può risolvere entro i confini con i modi tradizionali, un settore dell'élite cerca dei sostenitori esterni e procedono alla mobilitazione politica (= incentivazione dall'alto al coinvolgimento nella sfera politica).

Tale passaggio avviene con la rottura delle vecchie regole e la creazione di nuove.

Il processo più regolare e semplice da studiare è l'allargamento della partecipazione politica attraverso la concessione del diritto al voto; i processi più sregolati sono le rivoluzioni.


Rokkan, analizza il processo di democratizzazione insieme all'ampliamento della partecipazione politica e individua 4 soglie istituzionali:

legittimazione = il riconoscimento formale del diritto di critica contro il regime, di riunione, di espressione e stampa;

incorporazione = sono concessi formalmente i diritti di partecipazione anche ai sostenitori delle nascenti opposizioni;

rappresentanza = la possibilità sostanziale di ottenere seggi in parlamento (quanto erano alte le soglie di accesso e quanto si sono abbassate);

potere esecutivo = quanta influenza diretta ha il parlamento sulle decisioni dell'esecutivo.


Il processo di democratizzazione è influenzato dalla mobilitazione sociale, cioé l'insieme dei seguenti fenomeni socio-economici:

i)        spostamento della popolazione dalla campagna alla città;

ii)      spostamento della popolazione dal settore agricolo a quello industriale e poi al terziario;

iii)            aumento della popolazione e mutamento della sua composizione;

iv)     crescita dell'alfabetizzazione;

v)       maggiore esposizione dei mezzi di massa

Questi cambiamenti stimoleranno gli individui a partecipare per influenzare i processi che li toccano da vicino, ma la loro "effettiva" partecipazione dipenderà dalla struttura delle opportunità politiche = le modalità di organizzazione della sfera politica + le potenzialità di integrazione politica.


Il coinvolgimento di masse di individui è partecipazione politica quando nasce dal basso, è autonomo, influenza i detentori del potere politico;

Si dice mobilitazione quando il coinvolgimento è indotto dai detentori del potere per controllare gli strumenti di partecipazione e il consenso dei sudditi.

Attenzione! La mobilitazione crea le precondizioni per la partecipazione politica.

Germani distingue la mobilitazione in

primaria = rottura degli tradizionali schemi di comportamento;

secondaria = rilancio dell'attività di gruppi già mobilitati, ma passivi e subordinati;

smobilitazione = nel corso dei conflitti, il tentativo di alcuni gruppi sociali di fermare la mobilitazione e ripristinare lo status quo smobilitando i settori mobilitati. È sempre temporanea, perché una volta attivata la tensione alla partecipazione, essa non pupò essere spenta, ma solo incanalata.


C'è uno stretto nesso fra

processo di mutamento sociale;

rivendicazione dei diritti;

espansione nel settore pubblico e partecipazione politica.



Processo a più stadi


Gli elementi che influenzano l'intensità della partecipazione sono:

I) politicizzazione = interesse + partecipazione

II) ricettività = se gli individui ritengono irrilevanti o meno le conseguenze dell'attività degli imprenditori politici e se questi si preoccupano o meno ad organizzare consenso.


Fattori della politicizzazione

precedenti esperienze di partecipazione hanno ottenuto soddisfazione alle proprie domande?

La sensibilità dei detentori rispetto alle domande se insensibili, sono stati rimpiazzati?

Se e quanto senso d'identità e collaborazione si prova partecipando.

La partecipazione cala quando i detentori del potere ricorrono alla repressione e rendono insopportabili i costi personali della partecipazione.


Le differenti modalità di partecipazione si presentano in tutti i sistemi politici, ma con diversa frequenza e intensità.

Si possono catalogare in 1) attività orientate alla decisione; 2) attività orientate all'espressione.


Partecipazione elettorale

La partecipazione elettorale è la modalità più diffusa e universale; può essere il culmine di un'insieme di attività di partecipazione o il momento iniziale (precondizione); dove non è tutelata, la partecipazione in altre forme è precaria.

Esistono grandi differenze fra i regimi democratici riguardo la partecipazione elettorale e sono causate da differenze sistemiche.

Il tasso di astensione dipende

dall'importanza che gli elettori attribuiscono all'esito;

dalla percezione che hanno della propria influenza su quell'esito ciò dipende da come sono strutturate le istituzioni.

Il voto nei diversi sistemi è agevolato o complicato dalle regole.

Traduce immediatamente le preferenze dei singoli elettori, ma non comunica informazioni specifiche; la scelta del candidato, ad esempio, raramente è basata sulla conoscenza del programma.

A causa dei suoi limiti, il voto è spesso collegato al altre modalità di partecipazione.

L'inclinazione dell'individuo a esercitare il diritto di voto dipende da variabili personali:

orientamento psicologico;

componenti ambientali i) se ha interese generalizzato per la politica; ii) se è bene informato; iii) se ritiene di potere influenzare le scelte.


Come si formano le 3 componenti ambientali

3 possibili risposte: 1) status socio-economico; 2)coscienza di classe; 3)senso civico.



I partecipanti


1) Lo status socio-economico è una variabile indipendente, per spiegare la presenza o l'assenza di certi individui dalla partecipazione, perché le ricerche empiriche dimostrano che sono le persone collocate ai livelli più alti della scala a votare.

Milbrath dice che: "le persone più vicine al centro della società sono più inclini a partecipare in politica delle persone vicine alla periferia, perché ricevono più stimoli che le allettano a partecipare e ricevono maggior appoggio dai loro pari quando partecipano".

La loro partecipazione deriva dal desiderio di conservare la loro posizione privilegiata.

2) Coscienza di classe = capacità delle organizzazioni d'infondere solidarietà e di creare identità in settori sociali che condividono esperienze socio-culturali simili.

Secondo Pizzorno "la partecipazione politica è maggiore quanto maggiore è la coscienza di classe".

Grazie alle organizzazioni che colmano le disuguaglianze di status, anche le persone di condizione socio-economica bassa accedono al potere politico.

Pizzorno dice che "la coscienza di classe promuove la partecipazione politica e la partecipazione politica accresce la coscienza di classe": si deduce che se la classe operaia si frammenta e s'imborghesisce, la loro partecipazione non promuoverà una struttura di classe, ma interessi di gruppo particolari.

3) Senso civico Modello nato dalla domanda "perché i cittadini non partecipano attivamente?" 3 risposte plausibili:

non possono denaro;

non vogliono tempo;

nessuno glielo ha chiesto conoscenze.

Si ricava che per partecipare ci vogliono denaro, tempo, conoscenze +

a)     propensione all'impegno civico visto come dovere individuale (senso civico);

b)     strutture di reclutamento dove l'impegno riesca a trovare uno sbocco gratificante.


I partecipanti abitualmente attivi sono maschi, di settori centrali e privilegiati, di età centrale (25/60), pienamente inseriti nella vita sociale e lavorativa.

Aumentata la partecipazione dei settori femminili e giovanili sotto nuove forme. (vedi elenco)


Tipi di partecipanti

inattivi al massimo leggono di politica e sono disposti a fermare una petizione se richiesto;

conformisti si impegnano soltanto con forme convenzionali di partecipazione;

riformisti utilizzano le forme di partecipazioni convenzionali + forme di protesta, dimostrazioni, boicottaggi;

attivisti abbracciano anche forme non legali o illegali di aazione politica;

contestatori simili a riformisti e attivisti, però non prendono parte alle forme convenzionali di attività politica (non hanno contatti con i dirigenti e non vanno alle urne).



La razionalità della partecipazione politica


Nel comportamento elettorale, le possibilità di un singolo elettore di influenzare il risultato complessivo sono nulle, perciò appare irrazionale che gli elettori dedichino parte del loro tempo a informarsi.

Il comportamento è razionale se la motivazione invece che strumentale è espressiva senso di appartenenza dell'elettore a una classe sociale/gruppo etnico.

Il voto allora diventa un'affermazione di appartenenza del gruppo.


I free riders sono non partecipanti che finiscono per godere dei benefici ottenuti dai partecipanti; possono essere consapevoli o inconsapevoli; solo i consapevoli si rendono conto che la loro mancanza può rendere impossibile il raggiungimento dell'obiettivo e potrebbero decidere di partecipare.

Olson dice che "l'individuo razionale nel gruppo numeroso non sarà disposto a compiere alcun sacrificio per conseguire gli obiettivi che egli condivide con altri. Solo quando i gruppi sono piccoli, essi si organizzeranno e agiranno per conseguire i loro obiettivi".

Hirshman ribatte Olson dicendo che "il solo modo in cui un individuo può accrescere il vantaggio che egli stesso trae dall'azione collettiva consiste nell'aumentare il proprio contributo [egli va incontro] verso due esperienze opposte, ma ugualmente deludenti: quelli in grado di partecipare attivamente rischiano di sperimentare l'impegno eccessivo, mentre quelli che desiderano solo esprimere le loro opinioni vivono le delusioni del sotto-coinvolgimento".



La partecipazione nei partiti e nelle organizzazioni


Dalla ricerca sul Partito Comunista condotto da Mannheimer e Sebastiani, si estraggono 3 tipi di militante (= partecipante molto attivo):

a) partito-ideale concezione forte e totalizzante del partito incentivi di solidarietà/identità;

b) partito-progetto concezione forte definita da obiettivi generali di trasformazione sociale incentivi orientati allo scopo;

c) partito-strumento concezione debole, definita da obiettivi particolari incentivi materiali.

Si può valutate il cambiamento del Partito Comunista italiano osservando la trasformazione degli iscritti e la propaganda usata per reclutare e mantenerli: si nota un'evidente crescita degli incentivi materiali e di quelli orientati allo scopo rispetto a quelli di solidarietà.


Juan Linz riformula la tesi di Michels (legge ferrea dell'oligarchia), sottolineando i fenomeni che possono creare tendenze oligarchiche all'interno delle organizzazioni:

formazione di una leadership

formazione di una leadership professionale e sua stabilizzazione;

formazione di una burocrazia (impiegati con compiti specifici e regolarmente pagati);

centralizzazione dell'autorità;

sostituzione dei fini ultimi con fini strumentali (dalla realizzazione della società socialista a organizzazione fine a sé stessa);

crescente rigidità ideologica;

crescente differenza tra interessi del leader su quelli dei membri;

la scelta dei nuovi leader è fatta dalla leadership in carica tramite cooptazione;

i membri non esercitano influenza sui processi decisionali;

spostamento I) da base di membri del partito a base elettorale; II)da base elettorale classista a base elettorale più ampia.


Il punto che Michels e Linz vogliono sottolineare è che esistono processi interni alle organizzazioni che vanificano la partecipazione politica e rendono le organizzazioni preda delle oligarchie.


Hirshman distingue tre modalità attraverso le quali gli iscritti possono influenzare le scelte dell'organizzazione:

1) la protesta; 2) la defezione; 3) la lealtà.

La defezione è costosa per il membro (perdita di amici) ed è scelta quando la protesta è fallita e ci sono altre orgaizzazioni attraenti da aderire.

La lealtà si esprime con la riaffermazione del sostegno in momenti difficili e scelte controverse.

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