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Gruppi e movimenti




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Gruppi e movimenti



L'analisi dei gruppi: pluralismo e rigidità sociali


Bentley, studioso capostipite dell'analisi dei gruppi, indirizza l'attenzione sui processi politici piuttosto che sulle istituzioni giuridiche.

L'analisi empirica dei gruppi nell'ambiente anglosassone diventa un tutt'uno con la teoria del pluralismo ed è stata posta come base dell'esistenza dei regimi democratici.

In democrazia sono importanti la

overlapping membership = individui appartenenti a più gruppi si rendono conto della necessità di conciliare i diversi interessi piuttostoo che cercare lo scontro;

cross-cutting membership = individui appartenenti ai gruppi nei quali interagiscono con altri di diversa provenienza sociale, status, religione tali rapporti eliminano le tensioni sociali distruttive.

Almond e Powell elaborano una classificazione dei gruppi basandosi sulle modalità di comunicare ai detentori del potere le loro domande:

a)     articolazione anomica

b)     articolazione non associativa

c)     articolazione istituzionale

d)     articolazione associativa


Gruppi d'interesse anomico: sono gruppi nati fuori dalle regole/senza regole, perché i loro interessi sono nuovi e non ci sono canali sperimentati per manifestare o i detentori del potere ignorano ripetutamente le loro preferenze;

sono spinti a dramatizzare la loro situazione con tumulti, sommosse, saccheggi, assassinii.

Gruppi d'interesse non associativi: basati sull'etnia, la religione, la parentela.

Gruppi d'interesse istituzionali: sono gruppi che hanno interesse a tutelare delle prerogative in quanto istituzioni durature; vi si appartiene solo entrando a far parte della istituzione.

Gruppi d'interesse associativi: sono gruppi che nascono per proteggere un particolare interesse economico/sociale/culturale e autopromuoversi;

ci si può entrare e uscire senza problemi.


Caratteristiche particolari:

rappresentanza esplicita degli interessi;

impiego di personale a tempo pieno;

procedure ordinate x la formulazione di interessi.

Tendono a regolare lo sviluppo e l'influenza degli altri tipi di gruppo d'interesse.


Almond e Powell a differenza di Bentley non danno ai gruppi stesso status e potenzialità e non considerano lo Stato un gruppo come gli altri.


Modalità di azione dei gruppi x influenzare le scelte politiche pressione (lobby)


Non tutti i gruppi sono ugualmente riconosciuti, accettati, graditi, e dipende da quanto sono congruenti con le norme culturali della società.


Rose individua 6 tipi di rapporti gruppi-cultura politica:

armonia fra le domande dei gruppi di pressione e le norme culturali generali;

crescita graduale nell'accettabilità dei valori politici a sostegno delle domande dei gruppi di pressione;

negoziazzione con sostegno fluttuante da parte delle norme culturali;

promozione di fronte all'indifferenza culturale;

promozione di fronte al mutamento di tendenze culturali di lungo periodo;

conflitto fra i valori culturali e gli obiettivi dei gruppi di pressione.


Ogni gruppo cerca di massimizzare le opportunità di successo facendo leva

sulle risorse che possiede

utilizzando canali di comunicazione e di pressione sul potere politico più consoni

individuando il livello (esecutivo, legislativo, giudiziario) al quale vengono prese le decisioni che lo riguardano.

(studiando l'attività dei gruppi di pressione si può individuare il locus del potere politico e ricostruire i processi decisionali)


Le risorse dei gruppi sono:

a)     la dimesione della membership

b)     la rappresentatività

c)     la risorse finanziarie disponibili

d)     le conoscenze

e)     la collocazione nel processo produttivo e nelle attività sociali.


Il successo è facilitato se la provenienza degli iscritti è la stessa di chi prende le decisioni (accordata legittimità x affinità).


Dimensione: può influenzare direttamente, con il voto; indirettamente minacciando un dissenso delle delle decisioni sgradite o fornendo denaro x attività a favore/contro i decision makers (org. Contadine, sindacati).

Rappresentatività: ossia quanta fetta del settore rappresenta; più è ampia , più sarà legittima l'attività di negoziazzione e l'impatto sull'opinione pubblica.

Risosrse finanziarie: possono derivare dalla forza numerica o dal tipo di aderenti. L'utilizzazione può essere diretta e trasparente (sovvenzione campagne elettorali e pubblicità) o indiretta (corruzione)

Conoscenze: premettendo che a) le decisioni devono essere giustificate; b) i decision makers hanno bisogno di info; i gruppi di pressione mirano a disporre conoscenze in grado di influenzare la decisione. L'informazione è perciò strutturata x influenzare le decisioni e spesso l'info data è minore dell'info nascosta. Più piccolo e coeso è il gruppo, più info potrà controllare e nascondere. La trasparenza è garantita da tutti gli interessi in gioco.

Collocazione strategica: nel processo produttivo. I destinatari più sensibili agli effetti della pressione sono i cittadini, che poi faranno pressione sui decision-makers. L'uso di tale tattica non è esente di fallimenti.


Per i gruppi di pressione è sempre più difficile presentarsi come portatori d'interessi generali e la reazione è diventata dura.

La reazione contro i gruppi di pressione si manifesta in 2 modi:

teorie neo-conservatrici = vedono i gruppi come ostacolo al conseguimento del bene comune e come strumento per la soddisfazione di interessi particolari. Olson dice che "le coalizioni a fini distributivi abbassano la capacità di una società di adottare nuove tecnologie e di riallocare risorse al mutare delle condizioni e riducono il tasso di cresita economica". In conclusione la competizione dei gruppi non sono sempre funzionali alle democrazie.

neo-corporativismo = accordi fra grandi org. X tempi lunghi.



Il neo-corporativismo fra rappresentanza e partecipazione


Dalle posizioni neoprogressiste, Schmitter elabora un modello di rapporti fra org. e Stato detto neo-corporativismo.

La teoria era rivolta a capire

lemodalità di policy-making in paesi governati dalla sinistra;

a spiegare i rapporti fra partito di governo, sindacati, associazioni imprenditoriali

quale tipo di sindacato sia più efficiente ad assorbire le tensioni interne derivanti dall'accordo neo-corporativo: il sindacato monolitico accentrato o pluralista democratico? Risposta ambivalente: sindacati accentrati sono facilitati ad accettare accordi neo-corporativi; i sindacati democratici rappresentano meglio le domande degli iscritti e fanno fronte più facilmente alle conseguenze degli accordi.

Per costruire un assetto neo-corporativo è necessario:

a)     presenza del partito di sinistra al governo,

b)     che i sindacati entrino nell'accordo perché hanno fiducia nel partito di sinistra;

c)     che le associazioni imprenditoriali (che hanno poco spazio di negoziazzione) entrino nell'accordo,perché il governo promette un basso livello di conflitto sociale e alta prevedibilità delle politiche.

Il neo-corporativismo è un buon correttivo contro un pluralismo sfrenato e sregolato.

Il neo-corporativismo a causa di varie insoddisfazioni può subire:

rivolte alla base nelle org facenti parte dell'accordo;

mobilitazioni di masse;

nascita di nuovi interessi non inseribili nell'accordo;

nascita di movimenti monotematici non negoziabili (qui schmitter categorizza tutti i movimenti collettivi)


La partecipazione politica attraverso i movimenti collettivi


Sui movimenti collettivi la teoria sociologica si suddivide in studiosi che la considerano 1) irrazionale o 2) le danno un ruolo importante nelle modalità di azione sociale.

Per gli studiosi l'analisi dei movimenti presenta numerose domande:

qual'è il rapporto fra le componenti psicologiche e sociologiche?

Quandosono normali o eccezionali?

Quando i partecipanti sono integrati o emarginati?

Come si istituzionalizzano o si sciolgono?

Alberoni distingue fenomeni collettivi di gruppo e fenomeni collettivi di aggregato:

di gruppo = i partecipanti sperimentano variazioni in sé stessi e nel modo di rapportarsi agli altri;

di aggragato = sono le mode, i boom, le manifestazioni di panico, dopo i quali si riprende la vita normale.

Fra i sociologi contemporalei in tema di movimenti ci sono 4 posizioni generali, quelli di Smelser, Alberoni, Touraine, tilly.

Smelser:  il comportamento collettivo è il primo stadio di mutamento sociale e no è istituzionalizzato, poiché si verifica quando i mezzi istituzionalizzati non sono capaci di dominare le tensioni. Al contrario, riesce ad incanalare gli scoppi in più modesti tipi di comportamento. Le critiche fatte a Smelser sono

dipinge i movimenti collettivi come solo prodotto di disfunzioni sociali e quindi negative da riassorbire al più presto;

interpreta la società come stabile e ordinata, turbata dai movimenti;

i partecipanti devono essere sottoposti a un più rigido controllo sociale;

il mutamento è esogeno, estraneo alla società stessa.

Alberoni: contrappone a) stato nascente stato istituzionale della vita quotidiana; b) movimento istituzione.

Stato nascente = modalità specifica di frasformazione sociale e di certa durata, è un momento di discontinuità dell'istituzione e della vita quotidiana, perché il sistema sociale coinvolto perde le caratteristiche del vecchio stato ed entra in quello nuovo, che ha proprietà particolari. Dopo la trasformazione lo stato nascente cessa e ritorna lo stato istituzionale e della vita quotidiana.

Per Alberoni lo stato nascente non è l'unica modalità di trasformazione sociale. Chi fa parte del movimento collettivo sono le classi sia minacciate di declassamento e sia quelle in ascesa, perché entrambe sono deluse dall'ordine in cui credevano e x realizzarsi cercano strade alternative.

Alberoni distingue fra chi da inizio al movimento e chi si avvantaggia del risultato; fra chi mobilita (1° fase) e chi si aggrega (2° fase).

Nasce l'interrogativo chi si mobilta x primo? La teoria prevalente  indica gli emarginati (non hanno nulla da perdere) e gli alienati dal sistema. Le ricerche di wilson e Melucci dimostrano che gli emarginati mancano delle risorse necessarie x lanciare il movimento, e gli alienati, siccome rifiutano il sistema, si escludono dal coinvolgimento. La leadership è fatta da individui collocati alla periferia del centro. Melucci dice che "i primi ribelli sono coloro che reagiscono alla contraddizione tra una identità collettiva esistente e i nuovi rapporti sociali imposti dal mutamento. Possono mobilitarsi perché 1) hanno già esperianza di partecipazione; 2) hanno propri leader e risorse organizzative; 3) possono usare reti di comunicazione esistenti x fare circolare nuvo messaggi; 4) riconoscono più facilmente interessi comuni. Pizzorno verifica la teoria con la mobilitazione operaia dell'autunno caldo italiano.

Touraine: secondo lui i movimenti sociali sono processi attraverso i quali una società produce la sua organizzazione. La teoria si basa su 3 principi

principio d'identità = l'attore definisce sé stesso rispetto agli altri nel mezzo di un conflitto;

principio di opposizione = nasce nel conflitto con la contrapposizione fra attori e rafforza l'identità;

principio di totalità = è il sistema d'azione storica in cui gli avversari, sottoforma di classi, si disputano il dominio.

Più forte è l'identità, più forte è l'opposizione, più marcato sarà il principio di totalità. Al contrario di Smelser Touraine dice che "il movimento sociale non è l'espressione di una contraddizione , ma fa scoppiare un conflitto di classe: esso nasce dalla società e attraverso il conflitto produce la trasformazione".

Tilly: concentrandosi sugli attori, spiega i movimenti collettivi con l'esistenza  di uno squilibrio nella distribuzione del potere; quando gli attori interagiscono, sviluppano interessi che rivelano chi perde e chi guadagna nei rapporti. Si sviluppa allora l'identità comune e la consapevolezza di appartenere a un gruppo, che si organizza. Con l'organizzazione inizia la mobilitazione delle risorse per passare all'azione collettiva, cioé il perseguimento dei fini comuni. Il processo è influenzato da quanto gli altri gurppi

sono vulnerabili;

sono in grado di minacciare rivendicazioni, che se hanno successo diminuirebbero il successo del gruppo sfidante.

Tutti  gli autori menzionati si sono preoccupati di differenziare i vari movimenti sociali.

Melucci distingue in:

movimenti rivendicativi = ha l'obiettivo di imporre mutamenti nelle norme, nei ruoli e nelle procedure di assegnamenti delle risorse socio-economiche;

movimento politico = ha l'obiettivo di incidere sulle modalità d'accesso ai canali di partecipazione politica e spostare i rapporti di forza;

movimenti di classe = ha l'obiettivo di capovolgere l'assetto sociale.

Di recente è cambiato il teatro dell'azione collettiva, passata dal campo nazionale a quello internazionale grazie al fenomeno della globalizzazione, e i movimenti si caratterizzano x essere "contro" (G8, guerra); presentano cmq molte caratteristiche distintive dei movimenti di Alberoni (stati nascenti).

Poca attenzione è stata dedicata ai risultati dell'azione dei movimenti.

Secondo Alberoni "il risultato storico di un movimento e le sue conseguenze dipendono da molti fattori slegati al progetto".

Alberoni individua i meccanismi x controllare i movimenti:

impedire allo stato nascente di sorgere;

ricondurre la sua interpretazione a una griglia precostituita, in modo che rientri in una delle figure riconosciute esemplari o di trasgressione (cioé incanalarlo in una istituzione);

costringere il movimento a fare riferimento a un fondamento indiscutibile del passato;

impedire il riconoscimento e il generalizzarsi del movimento;

costringerlo a competere scegliendo le regole del gioco  più favorevoli all'istituzione;

infiltrare il movimento;

neutralizzare il movimento incanalandolo in istituzioni sostitutive;

reprimerlo con la violenza.

La teoria di Tilly è la migliore x analizzare i risultati: essa permette di sollevare interrogativi adatti alla ricerca empirica.

Tarrow studia la connessione fra protesta sociale e risposte sistemiche.

In conclusione tutti gli autori considerano i movimenti uno strumento di partecipazione politica spesso eterodossa, anomala, influente, moderna.

Quasi tutti hanno ignorato i movimenti rivoluzionari,perché sono sparite le spinte rivoluzionarie e i detentori del potere sono più attrezzati x farvi fronte.

Il confronto di 2 teorie spiega il successo dei movimenti rivoluzionari:

la generalizzazione di Toqueville secondo la quale il momento più difficile dei regimi conservatori è quando cominciano a riformarsi, perché le riforme appaiono inadeguate a chi le ha richieste, e spingono i conservatori contrari ad abbandonare il regime. I detentori si ritrovano schiacciati dalla mobilitazione e la contromobilitazione, mentre la richiesta di altre riforme si trasforma in movimento rivoluzionario.

La teoria delle aspettative crescenti di James Davies (teoria della curva J): nessuna riforma soddisferà completamente i gruppi/movimenti organizzati contro il potere politico. La sola insoddisfazione non basta a produrre un movimento rivoluzionario, ma questa nascerà quando davanti alle aspettative crescenti appare un netto peggioramento della situazione, causando frustrazioni crescenti.



Le conseguenze della partecipazione politica


L'analisi delle conseguenze della partecipazione politica è uno dei terreni negletti della scienza politica. Tuttavia sappiamo qualcosa sugli individui: siccome partecipano x motivi espressivi, essi possono essere delusi/insoddisfatti e ritirarsi nella vita privata; è una scelta temporanea superabile con un nuovo ciclo di coinvolgimento.

Le conseguenze x il istema politico:

a)     ricordando le differenze socio-economiche fra cittadini attivi e non attivi, le politiche attuate rifletteranno le preferenze di un segmento solo della popolazione e i dirigenti chiamati ad attuarle saranno tratti dallo specifico segmento. Verba e Nie dicono che un modo per ridurre le differenze è la presenza di org. come partiti e sindacati che mobilitano gli individui di status economico inferiore. Bisogna stare attenti, perché la partecipazione di tali settori può essere pilotata dai dirigenti delle org. C'è sempre contraddizione fra eguaglianza e armonia politica.

b)     Il livello di partecipazione influenza la ricettività dei leader: + alta partecipazione = massima ricettività, anche verso le preferenze dei non attivi (beneficiano pure i free riders); + bassa partecipazione = meno i leader si sforzano ad essere ricettivi.



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