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La luna - tesina




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LA LUNA

La parola Luna deriva dall'antichissima radice indoeuropea "leuk", che significa "splendere" trasformandosi poi nel greco "leucos", lucente, chiaro, bianco, e poi nel latino "lux", "luceo", "lumen". Luna significa quindi "la luminosa".




La Luna: superstizione e mito

Fin dagli albori del tempo abbiamo cercato di raggiungere il cielo e di scoprirne i misteri: l'astronomia accompagna l'uomo fin dalle sue origini, sia perché l'osservazione del cielo si è rivelata essere un potente strumento di sopravvivenza e di sviluppo, sia perché la volta celeste è sempre stata al centro dell'ansia spirituale e conoscitiva del genere umano.

Le costellazioni, i pianeti, il Sole e la Luna, ci forniscono un legame molto forte con le civiltà più antiche, una sorta d'eredità che ci accomuna tutti, ogni volta che guardiamo il cielo.

La Luna in particolare è stata al centro d'ogni mitologia fin dall'antichità e la sua importanza è da attribuire alle innumerevoli leggende tramandate di generazione in generazione con lo scopo di spiegare fenomeni un tempo considerati magici e misteriosi.

I primi calendari segnavano il trascorrere del tempo, non con il Sole e le stagioni, bensì con l'alternarsi delle "Lune". Ecco perché, nelle società umane di tutto il mondo, la Luna fu sempre considerata come un personaggio divino: adorata da molti popoli antichi, a Babilonia era chiamata Sin, in Egitto era nota come Thot, e in Grecia come Ecate, rappresentata con tre teste, una di leone, una di cavallo ed una di cane.

MITI DELL'ANTICA ROMA

Poi i Romani mutarono i nomi della divinità lunare greca in Diana, Trivia e Lucina (da cui poi deriverà Luna), e sostituirono agli antichi sacrifici umani celebrati in onore della dea della notte, con l'usanza di ululare lungamente nei trivii: "Nocturnisque Ecate triviis ululata per Urbem".

Probabilmente è da quest'usanza che nacque la leggenda dell'uomo-lupo, detto anche licantropo.

L'autore latino Petronio, durante la stesura del "Satyricon", volle inserire il racconto intitolato "Il lupo mannaro" all'interno della narrazione: nei romanzi antichi, infatti, non è infrequente l'inserimento di racconti "neri" in modo da tener sempre viva l'attenzione del lettore, che rimane rapito dall'immagine selvaggia e terrificante della natura.

I due giovani innamorati protagonisti dell'opera, Encolpio e Gitone, accompagnati dal retore Agamennone, partecipano ad un banchetto organizzato da Trimalchione, un ricco liberto riuscito ad accumulare enormi ricchezze. La cena, organizzata con un lusso sfrenato e sfacciatamente ostentato, ha come protagonista assoluto il padrone di casa il quale, dopo aver recitato versi improvvisati e di pessimo gusto, lascia la parola all'amico Nicerote che si esibisce nel racconto di una raccapricciante esperienza personale.

Nicerote, quand'era ancora un giovane schiavo, dovette fare un viaggio per recarsi a trovare una sua amante alla quale era appena morto il marito. Per il percorso si assicurò come compagno un soldato ospite a casa del suo padrone. Durante il viaggio quest'ultimo si apparta fra le tombe che costeggiano la strada per un bisogno: in realtà, appena in prossimità delle tombe, l'uomo si spoglia e si trasforma in lupo-mannaro, urinando sui propri vestiti che vengono subito tramutati in pietra. Spaventato lo schiavo corre verso la fattoria della sua amante, ma vi giunge troppo tardi: un lupo aveva appena ucciso tutte le pecore, ma fortunatamente prima che facesse del male a qualcuno era stato colpito al collo. Tornato a casa il ragazzo trova il soldato sdraiato sul letto ed il medico intento a curargli una ferita sul collo. Da quel momento in poi non passò più neanche un minuto accanto a quell'essere misterioso.

LETTERATURA E VIAGGI FANTASTICI SULLA LUNA

Di certo la Luna seduce. Seduce gli scienziati, che cercano di svelarne i misteri; seduce i poeti, che le cantano inni, e stimola la fantasia degli scrittori.

Tra gli innumerevoli autori che hanno composto testi aventi come sfondo la Luna, Ludovico Ariosto, Giacomo Leopardi e Italo Calvino, sono sicuramente tra i più significativi.



LUDOVICO ARIOSTO


Orlando Furioso Astolfo sulla Luna


"Tutta la sfera varcano del fuoco,
et indi* vanno al regno de la luna. da qui
veggon per la più parte esser quel loco
come un acciar che non ha macchia alcuna; come un acciaio
e lo trovano uguale, o minor poco
di ciò che in questo globo si raguna, è raccolto
in questo ultimo globo de la terra, il più lontano da Dio nel sistema tolemaico
mettendo il mar che la circonda e serra . *comprendendosi chiude
Quivi ebbe Astolfo doppia maraviglia:
che quel paese appresso era era sì grande, visto da vicino
il quale a un picciol tondo rassomiglia
a noi che lo miriam da queste bande ; *da queste parti, dalla terra
e ch'aguzzar conviengli ambe le ciglia,
s'indi la terra e 'mar ch'intorno spande
discerner vuol ; che non avendo luce, se vuole distinguere la terra
e il mare che si spande
l'imagin lor poco alta si conduce . poiché non avendo la terra e il suo
Altri fiumi, altri laghi, altre campagne               mare luce propria, la loro
sono là su, che non son qui tra noi; immagine non giunge tanto in alto
altri piani, altre valli, altre montagne,
c'han le cittadi, hanno i castelli suoi loro
con case de le quai mai le più magne
non vide il paladin prima né poi:
vi sono ample e solitarie selve,
ove le ninfe ognor cacciano belve. continuamente
Non stette il duca a ricercare il tutto; esplorare
che là non era asceso a quello effetto *scopo
da l'apostolo santo fu condutto
in un vallon fra due montagne istretto,
ove mirabilmente era ridutto raccolto
ciò che si perde o per nostro difetto,
per colpa di tempo o di Fortuna:
ciò che si perde qui, là si raguna " si raccoglie


Il brano è tratto dall'Orlando Furioso, poema epico composto nel 1516, in cui Ariosto porta alle estreme conseguenze il tema dell'amore: Orlando, pieno di rabbia e risentimento verso il saraceno Medoro, nuovo amore di Angelica, perde il senno.

Il cavaliere Astolfo è quindi incaricato di salire sulla Luna, per recuperare il senno perso da Orlando per amore. Lo stesso San Giovanni, che gli ha dato questo compito, lo accompagna nel luogo in cui vengono raccolte beni materiali ma soprattutto morali perduti dagli uomini sulla Terra: le lacrime e i sospiri d'amore, l'ozio, il tempo perso nel gioco, i desideri irrealizzati, i doni fatti con speranza di ricompensa, il denaro dato in beneficenza, la corruzione della Chiesa.

Finalmente Astolfo giunge ad un monte dov'è radunato il senno perso dagli uomini, "che mai per esso a Dio voti non ferse" . Esso è racchiuso in ampolle, poiché si trova allo stato gassoso, e su una di queste c'è scritto "Senno d'Orlando". Astolfo, con la sua ampolla, può tornare sulla Terra per restituire ad Orlando il suo senno perduto.

La Luna fa da sfondo a questa magica avventura: quest'ultima è di acciaio e senza macchia, uno specchio della Terra che offre però immagini rovesciate. La Luna ne è infatti l'esatto complemento dal momento che vi si trova tutto ciò che sulla Terra si è perso o per errore, o per colpa del tempo o della fortuna ed è per questo che viene definita come "altro mondo".




GIACOMO LEOPARDI

Idilli Alla Luna




O graziosa luna, io mi rammento
che, or volge l'anno, sovra questo colle
io venia pien d'angoscia a rimirarti:
e tu pendevi allor su quella selva
siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto

che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
il tuo volto apparia, che travagliosa
era mia vita: ed è, nè cangia stile
o mia diletta luna. E pur mi giova


la ricordanza, e il noverar l'etate
del mio dolore. Oh come grato occorre
nel tempo giovanil, quando ancor lungo
la speme e breve ha la memoria il corso
il rimembrar delle passate cose,
ancor che triste, e che l'affanno duri!




Il 1819 fu un anno importante per Leopardi: importante per la tentata fuga da Recanati organizzata all'insaputa dei genitori, casualmente scoperta e pertanto fallita. Il fallimento fu un duro colpo per il poeta: il destino stesso lo teneva segregato in Recanati, e tutti i suoi sforzi erano nulli per potersene liberare. L'idillio fu composto proprio in quest'anno, per poi venir pubblicato per la prima volta nel 1825 nel "Nuovo Ricognitore" con il titolo "La ricordanza".

A distanza di un anno il poeta torna a contemplare la Luna che pende sul monte Tabor, su quel colle che a lui dava la percezione dell'infinito: il momento presente diventa quindi l'occasione del ricordo del tempo passato. Tra i due tuttavia sembra non esserci frattura: è passato un anno ma il dolore è sempre lo stesso, la vita per lui era "travagliosa", come purtroppo è anche ora.

Emerge qui il "pessimismo storico" del poeta: egli ricorda che, anche allora, il suo volto gli appariva "nebuloso e tremulo" per le lacrime che gli sgorgavano dagli occhi eppure, in tanta sofferenza, gli è di conforto il ricordo del passato, anche se trista è la vita e se l'affanno ancora dura.

Quando il dolore ci affligge, quando non si è appagati da ciò che la vita ci ha offerto, quando il nulla sembra pendere sull'anima, solo la speranza può risollevare le nostre sorti: ma quando gli anni portano via con sé anche l'ultimo barlume di "speme", il dolore è immenso e nulla lo può attenuare. Ed è proprio per questo che solo il ricordo dell'età giovanile si può insinuare nell'animo di chi non ha più la forza di sperare, di attendere le gioie che verranno e di trarre dall'attesa un breve attimo di felicità. La Luna diventa quindi una donna graziosa e diletta che s'inchina ad alleviare il pianto umano: dolce lenitrice di dolore, scende a rischiarare la selva e a ridare nuovo vigore alla luce degli occhi del poeta, da tempo velati di pianto.



Canto notturno di un pastore errante nell'Asia

"Che fai tu Luna in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa luna?

Sorgi la sera e vai

contemplando i deserti; indi ti posi.

Ancor non sei tu paga

di riandare i sempiterni colli?

Ancor non prendi a schivo,ancor sei vaga

di mirar queste valli?"


I versi sono quelli iniziali del "Canto notturno di un pastore errante nell'Asia" di Giacomo Leopardi. Un pastore leva un lamentoso canto alla Luna, chiedendole quale sia il senso della Natura e dell'esistenza, ed il motivo per cui non interviene a migliorare la condizione umana. Fallito il tentativo di entrare in comunicazione con la natura, al pastore non resta che avanzare delle ipotesi, mettendole direttamente a confronto con la triste realtà che ha potuto osservare direttamente. Giunge tuttavia alla triste consapevolezza dell'inevitabilità del dolore umano: la vita appare come un continuo alternarsi di noia e di sofferenza e ciò deve portare l'uomo a riflettere sulla propria condizione, abbandonando le certezze e facendosi carico della responsabilità di essere moderni.

La modernità di Leopardi sta proprio in questa continua ricerca di significato: si interroga la Luna anziché dialogare con lei perché ci si sente abbandonati in una condizione di solitudine, senza più il conforto della voce proveniente dalla natura, senza più la certezza che fra l'io e il mondo vi sia una corrispondenza affettuosa di significato e di valore.

Il poeta parte già dalla consapevolezza del fatto che la Luna non parla: fin dall'inizio infatti al sostantivo "luna" si associa l'aggettivo "silenziosa", caratterizzando subito l'indifferenza dell'interlocutrice: il pastore quindi interroga la luna anche sapendo fin dal principio che ella non risponde e non può rispondere ad interrogativi a cui solo l'uomo può dare risposta.

La Natura ormai non appare più come una madre benigna che creò l'uomo come creatura semplice, ignara e tuffata nelle sue illusioni, ma diviene perfida matrigna che illude l'uomo (pessimismo cosmico).




DALLA TERRA ALLA LUNA. E OLTRE

Una delle massime aspirazioni dell'uomo è stata sin dall'antichità quella di compiere un viaggio sulla Luna. Si pensi che già nel II secolo d.C. Luciano di Samosata sognava di raggiungerla a bordo di una nave trascinata da un turbine. Lo stesso astronomo Giovanni Keplero immaginava di recarsi sul satellite e di tornare portato da compiacenti demoni. Un suo contemporaneo, Francis Godwin, fantasticava di compiere il viaggio a bordo di una zattera trainata da cigni.

Nel XVII secolo Cyrano de Bergerac si 'reca' sulla Luna su un carro spaziale sospinto da congegni a reazione usanti come carburante vapore di rugiada, mentre lo scrittore Edgar Allan Poe immagina di intraprendere questo arduo viaggio su un pallone gonfiato con un gas misterioso, 40 volte meno denso dell'idrogeno.

Nella mentalità dell'epoca, lo sbarco sulla Luna fu quindi considerato il punto di arrivo di un lungo e complicato lavoro tecnico-scientifico, ma l'impresa fu sentita come un punto di partenza, una tappa dalla quale prendere nuovo slancio per avventurarsi in esplorazioni ancora più coraggiose.

In viaggio nello spazio: obbiettivo Luna

Volare, a quanto pare, è sempre stato un sogno dell'uomo. Il primo apparecchio volante, una vera rivelazione per l'epoca, fu il biplano a motore dei fratelli Wright.

Da allora, l'uomo ha cercato di arrivare sempre più in alto.

Con Auguste Piccard si ha il primo volo nella stratosfera, e da allora i progressi sulle "macchine volanti" non si sono più fermati. Tuttavia per avere i primi voli anche al di fuori dell'atmosfera bisognerà aspettare il secondo dopoguerra e la guerra fredda.

I sovietici, infatti, insieme alle ricerche nucleari, fecero partire anche degli studi su delle tecnologie che permettessero all'uomo di viaggiare nello spazio. Il 4 ottobre 1957, la storia ricorda il lancio del satellite Sputnik-1, sovietico, seguito da un secondo con a bordo la cagnetta Laika, per vedere se c'era la possibilità di mandare anche l'uomo nello spazio. Il ritorno di Laika, dimostrava che l'uomo nello spazio non era un sogno, bensì una possibilità; così, il 12 aprile 1961 il pilota militare Yuri Gagarin percorse l'orbita della Terra a bordo del Vostok 1, lanciato alle nove e sette minuti della mattina, che tornò al suolo un'ora e quarantotto minuti dopo.

Il successo dell'iniziativa sovietica fu un duro colpo per gli americani: Lo Sputnik infatti era il primo satellite artificiale in orbita attorno alla terra, ma la sua importanza consisteva soprattutto nel fatto che ora i sovietici avrebbero potuto disporre di propulsori in grado di lanciare missili dal suolo russo direttamente sul territorio americano. Gli americani passarono subito al contrattacco: il mese successivo al volo di Gagarin, il presidente americano John Fitzgerald Kennedy lanciò il più ambizioso progetto per quei tempi: lo sbarco dell'uomo sulla Luna. Il programma fu diretto dal tedesco Werner Von Braun e fu eseguito a Cape Canaveral, in Florida. . Mentre gli americani si preparavano allo sbarco dell'uomo sulla Luna, vengono battuti nuovamente sul tempo dai sovietici: nel 1963, Valentina Tereskova è la prima donna ad andare nello spazio. Accompagnato da insuccessi e gravi tragedie (tre statunitensi persero la vita durante una prova a terra dell'Apollo 1 nel gennaio del 1967), l'onore di posare per primo il piede sulla Luna toccò, il 21 luglio 1969, a N. Armstrong, accompagnato dal colonnello Buzz Aldrin e da Michael Collins

Il colonnello Aldrin, sceso dal modulo lunare subito dopo Armstrong, piantò la bandiera degli Stati Uniti e lesse il messaggio inciso su una targa metallica che diceva: "Qui uomini del pianeta Terra per primi hanno messo piede sulla Luna. Luglio 1969 A.D. Siamo venuti in pace per l'umanità". Sulla targa erano apposte le due firme degli astronauti e il disegno dei due emisferi terrestri. I due uomini collocarono quindi alcuni strumenti per le rilevazioni scientifiche: un foglio di alluminio preparato per catturare i gas portati sulla Luna dal vento solare (elio, neon, argo, cripto, xenon), uno specchio per riflettere i raggi laser proiettati dalla Terra che avrebbero reso possibili perfette misurazioni della distanza Terra-Luna, e infine un sismografo. Successivamente vennero raccolti campioni di roccia da riportare a terra. Dopo circa 21 ore e mezzo il LEM, si staccò di nuovo dalla superficie lunare per fare ritorno modulo di comando Columbia dove attendeva il terzo navigatore, Collins. L'impresa si concluse con il rientro sulla Terra e l'ammaraggio della navicella sull'Oceano Pacifico.


"È un piccolo passo per l'uomo, ma un gigantesco balzo per l'umanità".


Contemporaneamente al progetto lunare nel 1962 si apre la corsa a Marte, con il lancio della navicella sovietica Mars 1. Gli americani rispondono con la lunga serie dei Mariner.Il resto è cronaca recente: Mars Pathfinder, ancora targato USA, "ammarta" il 4 luglio '97.

Ma che n'è stato nel frattempo della Luna? Dopo la missione dell'Apollo 11 si continuano le sperimentazioni di navicelle sempre più sofisticate: il 12 aprile 1981 compare per la prima volta lo Space Shuttle. Fu proprio uno shuttle, il Challenger, ad essere utilizzato nel 1985 nella missione di messa in orbita del laboratorio europeo Spacelab, grazie al quale vennero condotti importanti studi in fatto di nuovi materiali, fisica solare, astrofisica e geofisica.

L'anno seguente anche i sovietici lanciarono in orbita la stazione spaziale MIR, che è ricordata maggiormente per una serie di avarie, fino al suo recente pensionamento. Il programma di voli degli shuttle subì una tragica battuta d'arresto il 28 gennaio 1986, quando il Challenger esplose poco dopo il decollo e morirono i sette componenti dell'equipaggio. Le missioni lunari Apollo furono 6, si partì con Apollo 11 e si concluse con Apollo 17 (Apollo 13 non atterrò).

Dopo la cosiddetta n"corsa alla Luna" degli anni '70, le missioni spaziali verso il nostro satellite si sono ridotte notevolmente. Solo recentemente la sonda Clementine, costruita riadattando un satellite spia militare, ha ripreso numerose immagini delle regioni polari ancora sconosciute, ma nel maggio del 1994 questa sonda ha perso i contatti con la Terra.

Dal 1998 è in attività la sonda Lunar Prospector della NASA, che ha lo scopo di effettuare la mappatura completa della superficie lunare e di studiarne la composizione mineralogica.

Grazie a queste innumerevoli spedizioni siamo riusciti ad ottenere il vastissimo numero di informazioni oggi a nostra disposizione: i moti lunari, le eclissi, le maree, la composizione interna del nostro satellite ormai per noi non sono più un mistero.








CARATTERISTICHE LUNARI

La luna è l'unico satellite naturale della Terra, ed è anche il più interno fra tutti i satelliti del nostro Sistema planetario. Le sue caratteristiche sono:


DIAMETRO

3476 Km (1/4 della Terra)

DISTANZA DALLE TERRA

384.000 Km

DENSITA' (m/v)

¾ della Terra 3.36g/cm3

ACCELLERAZIONE DI GRAVITA'

1/6 della Terra

TEMPO DI RIVOLUZIONE E ROTAZIONE

27g 7h 43m 11.5s

INCLINAZIONE ORBITA


MASSA

1/81 della Terra

TEMPERATURA

Da 127 a 170°

DISTANZA MEDIA TERRA-LUNA

384.402 Km



I movimenti della luna

Se osserviamo il nostro satellite nel corso di un giorno possiamo vedere che la Luna compie un movimento analogo a quello del Sole e degli altri astri della Sfera celeste, sorgendo a levante e tramontando a ponente. Questo movimento tuttavia è solo apparente, in quanto dovuto alla rotazione terrestre.

Se prolunghiamo la nostra osservazione nel tempo, prendendo in considerazione le varie posizioni che la Luna assume rispetto alle stelle, ci rendiamo conto che essa compie anche un altro movimento, descrivendo sulla Sfera celeste in poco più di 27 giorni un circolo massimo da ponente a levante: la Luna infatti compie un moto antiorario intorno alla Terra, descrivendo un'orbita ellittica di cui la Terra occupa uno dei due fuochi, secondo le leggi di Keplero.

Il comportamento della Luna in realtà è molto più complesso: oltre a girare attorno al Sole e a partecipare ai moti del Sistema solare, della Galassia e dell'Universo, subisce delle perturbazioni dovute all'azione gravitazionale degli altri corpi celesti. La Luna compie quindi diversi movimenti simultanei:


Rotazione

Il movimento di rotazione si compie attorno all'asse lunare da W verso E, con una velocità angolare media di 13° al giorno: la durata di una rotazione completa della Luna è quindi di 27d7h43m12s, uguale a quella del moto di rivoluzione, per cui la Luna rivolge alla Terra sempre la stessa "faccia".

Tuttavia, attraverso piccole oscillazioni dell'asse lunare chiamate librazioni, possiamo vedere più della metà della superficie lunare: il moto di rotazione avviene a velocità angolare costante, quello di rivoluzione che segue le leggi di Keplero avviene a velocità variabile, ciò può comportare un leggero anticipo o ritardo del moto di rotazione rispetto a quello di rivoluzione, facendo in modo che si possano vedere parti delle regioni equatoriali che dovrebbero appartenere alla "fascia nascosta


Rivoluzione

Il movimento di rivoluzione della Luna si effettua in senso antiorario, sempre da W verso E, lungo un'orbita ellittica di cui la Terra occupa uno dei due fuochi.

L'ellisse orbitale lunare è un po' più schiacciata di quella terrestre, ma comunque assimilabile ad una circonferenza; il valore dell'eccentricità è infatti di 0,055 circa. Nel corso della rivoluzione la Luna non si trova sempre alla stessa distanza dalla Terra: il punto più vicino alla Terra detto perigeo, è a circa 356.000 km dalla Terra e quello più lontano, l'apogeo è a circa 407.000 km.

Il piano su cui giace l'orbita lunare non coincide con quello dell'orbita terrestre, ma è inclinato rispetto a questo di 5°09, con la conseguenza che per circa metà del tempo impiegato per una rivoluzione, questa si trova al di sopra del piano dell'eclittica e per l'altra metà ne è al di sotto. L'orbita lunare interseca il piano dell'orbita terrestre in due punti detti nodi, uniti dalla linea dei nodi, che corrisponde all'intersezione tra il piano dell'orbita lunare con il piano dell'eclittica.

La velocità con cui la Luna compie il suo moto di rivoluzione attorno alla Terra si aggira intorno a 1 km/s, ed è maggiore in prossimità del perigeo e minore in prossimità dell'apogeo.

I due movimenti, rotazione e rivoluzione, sono sincroni, tuttavia quando procediamo alla misurazione della loro durata, questa varia in relazione al punto di riferimento usato, che può essere il Sole o una stella lontana: nel primo caso si ha il mese lunare (rivoluzione sinodica), che dura 29g 12h 44m, nel secondo caso misuriamo il mese sidereo (rivoluzione siderea), di durata minore pari a 27g 7h 43m. Tale differenza è dovuta al fatto che quando la Luna ha terminato di compiere una effettiva rivoluzione intorno alla Terra (riv. siderea), quest'ultima non si trova più nello stesso punto avendo compiuto a sua volta un arco di eclisse attorno al Sole, e quindi la Luna dovrà percorrere un tratto supplementare della sua orbita per ritornare nella medesima posizione.


Traslazione

Nel compiere il suo moto attorno alla Terra, la Luna si sposta anche intorno al Sole: ne deriva un movimento di traslazione che si effettua nello stesso senso e con la stessa velocità angolare con cui la Terra compie il suo moto di rivoluzione. La traiettoria lunare riferita al Sole è detta una specie di ovale deformata, un po' sinuosa, che taglia l'orbita terrestre 24 o 25 volte. Essa viene chiamata epicicloide e ha la caratteristica di rivolgere la sua concavità sempre dalla parte del Sole: la Luna è infatti l'unico satellite del Sistema solare la cui orbita è sempre concava verso il Sole.


Altri moti

Esistono numerosi altri moti della Luna, simultanei ai precedenti ma molto più lenti; alcuni di essi consistono in perturbazioni dovute all'azione attrattiva del Sole. Tra i più importanti vi sono:

Il moto di regressione della linea dei nodi: essa non rimane fissa nello spazio, ma si va spostando continuamente, ruotando in senso orario con un periodo di circa 18,6 anni.

La rotazione dell'asse maggiore dell'orbita lunare: la linea che congiunge il perigeo con l'apogeo ruota in senso antiorario, come l'asse maggiore dell'orbita terrestre, compiendo un giro completo in 8,85 anni.

Naturalmente, insieme alla Terra, la Luna partecipa al movimento che il Sole e tutti i corpi del Sistema solare compiono verso la Costellazione di Ercole, e quindi anche alla rotazione della nostra Galassia e alla sua recessione, ossia all'espansione dell'Universo.



Le fasi lunari e le eclissi

Se osserviamo la Luna in serate successive ci rendiamo conto che le sue condizioni d'illuminazione non sono sempre le stesse. I diversi aspetti della Luna si ripetono con la stessa successione ogni mese sinodico e sono dovuti alle varie posizioni che questa assume non solo rispetto alla Terra ma anche rispetto al Sole.

Vi è di conseguenza un ciclo regolare in cui si susseguono 4 fasi lunari ciascuna di 7 giorni:




Novilunio

È considerata la prima fase e si ha quando Terra, Sole e Luna sono allineati, con la Luna posta tra la Terra e il Sole: l'emisfero che questa rivolge verso di noi non viene quindi colpito dai raggi solari e quindi risulta oscuro. Tuttavia osservando il satellite durante il novilunio e nei giorni prossimi a questa fase, possiamo notare anche la parte oscura del disco lunare, rischiarata da un debole chiarore grigiastro, detto luce cinerea, provocata dai raggi solari che, dopo aver colpito la Terra, si riflettono verso la Luna la quale li rimanda a noi molto indeboliti


Primo quarto

In questa seconda fase la Luna si trova in "quadratura", cioè 90° verso E rispetto alla congiungente Terra-Sole. Passati 7 giorni dal novilunio, ritardando ogni giorno di 50 minuti, la Luna sorge a mezzogiorno per tramontare a mezzanotte, ed è illuminata solo la metà occidentale della parte a noi visibile.





Plenilunio

In questa terza fase Terra, Luna e Sole sono nuovamente allineati, ma questa volta è la Terra che si trova tra Sole e Luna. Quest'ultima sorge alle 18 e tramonta alle 6 del mattino seguente; la sua faccia visibile è completamente illuminata dal Sole




Ultimo quarto

In quest'ultima fase la Luna ritorna in quadratura, ma questa volta a W del Sole. Sorge a mezzanotte e tramonta a mezzogiorno; resta illuminata solo la metà orientale della faccia visibile




Le eclissi

Quando Sole, Terra e Luna sono perfettamente allineati, si ha un eclissi di Sole o di Luna: ciò avviene solo quando la Luna si trova in uno dei due nodi o nelle sue immediate vicinanze, e contemporaneamente la fase lunare corrisponde al novilunio o al plenilunio.

Questi fenomeni sono prodotti dal fatto che la Terra e la Luna, illuminate dal Sole, formano dalla parte opposta un cono d'ombra che progressivamente si restringe, fino a terminare ad una certa distanza. Contemporaneamente si forma anche un cono di penombra che si allarga nascondendo parzialmente la vista del Sole.

Data la relativa vicinanza tra Terra e Luna, queste possono entrare nel cono d'ombra dell'altra tuttavia, date le maggiori dimensione della Terra rispetto a quelle della Luna, il cono d'ombra della Terra ha dimensioni maggiori, perciò la Luna impiegherà più tempo ad attraversarlo, che non viceversa, quindi le eclissi di Luna hanno durata maggiore rispetto alle altre.





Eclissi di Luna

Quando la Terra s'interpone tra la Luna e il Sole proiettando la propria ombra sulla Luna, che viene così oscurata, si ha un'eclissi di Luna. L'eclisse può essere totale o parziale in base alla porzione di superficie occultata dal cono d'ombra della Terra.

Quando la Luna non è perfettamente allineata con Terra e Sole e attraversa la parte più esterna del cono d'ombra, l'eclissi è parziale, nel caso di un'eclisse totale la Luna entra prima nel cono di penombra per oscurarsi poi completamente quando entra nel cono d'ombra.



Struttura interna

La struttura interna della Luna è stata analizzata mediante le onde sismiche prodotte dai "lunamoti" che si verificano soprattutto quando si trova in prossimità della Terra: questi, sommati alle innumerevoli esplorazioni, hanno confermato che la Luna, come la Terra e probabilmente anche tutti gli altri pianeti e satelliti del sistema solare, ha una struttura a strati concentrici.

Nel mezzo vi è il nucleo, il cui raggio è di poco superiore ai 500 Km, il quale potrebbe essere parzialmente fuso. È rivestito da un mantello costituito da materiale molto rigido.

Superficialmente troviamo la crosta, anch'essa rigida, con uno spesso di circa 60 Km.


Strutture superficiali

Nelle notti di luna piena, anche ad occhio nudo, si vedono sulla superficie lunare delle aree più scure chiamate "mari" e delle aree più chiare chiamate "terre". L'esplorazione diretta ha confermato questa suddivisione.




Mari

Si presentano come vasti territori pianeggianti quasi privi di crateri, e sorprendentemente sono praticamente assenti sulla faccia non visibile della Luna. Il loro colore scuro è dovuto alla presenza di rocce scure basaltiche, chiamate "basalti del mare", abbastanza simili a quelli terrestri, rispetto ai quali hanno un maggiore contenuto di ferro ed un minor contenuto di sodio.


Terre

Le terre occupano circa l'80% della superficie lunare, e sono morfologicamente più complesse dei mari, in quanto ricche di crateri e dei cosiddetti "altopiani lunari".

Le rocce che le compongono sono di due tipi:

  • Basalti premarini: hanno un contenuto in minerali scuri inferiore ai basalti del mare
  • Anortositi: rocce simili ai gabbri terrestri ma molto più basiche di quest'ultimi

Superficie lunare

La continua caduta di meteoriti sulla superficie lunare, che non è protetta dall'atmosfera, ha frantumato lo strato superficiale delle rocce lunari. Il suolo è infatti uniformemente coperto da un materiale a grana fine chiamato regolite, prodotto dallo sminuzzamento delle rocce superficiali.





Origine della Luna

Sono state proposte diverse ipotesi circa l'origine della Luna:

  1. Fissione: Gorge Darwin ipotizzava che la Luna si fosse staccata dalla Terra quando questa, nelle fasi iniziali della sua formazione, era fusa e ruotava molto velocemente. L'ipotesi fu in seguito abbandonata perché si è dimostrato che la velocità di rotazione primordiale della Terra non sarebbe stata sufficiente per il distacco
  2. Cattura: la Luna sarebbe un corpo celeste che, mentre attraversava il sistema solare, sarebbe stato catturato dal campo gravitazionale terreste
  3. Accrescimento: la Luna si sarebbe formata mediante l'aggregazione di frammenti rocciosi in orbita attorno alla Terra, allo stesso modo in cui si sono formati i pianeti attorno al Sole
  4. Impatto gigante: nella fase finale della formazione della Terra, quando il nucleo interno si era già differenziato da quello metallico, si pensa che questa sia stata colpita da un corpo grande circa quanto Marte. L'impatto avrebbe staccato un'enorme quantità di materiale formando un anello di detriti attorno alla Terra, che si sarebbe in seguito condensato per dare origine alla Luna.











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