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Grande fratello: lo specchio degli italiani?




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GRANDE FRATELLO

LO SPECCHIO DEGLI ITALIANI?

E' ormai appurato e consolidato: la febbre "Grande Fratello" travolge tutti, favorevoli o meno, nel suo impeto distruttivo continuamente interrotto dagli spot pubblicitari. E' inutile cercare di sfuggire all'attrazione irresistibile che questo programma della tv spazzatura esercita sul pubblico televisivo.



Marina, Roberta, Francesca, Pietro, Rocco, Salvo, Maria Antonietta, Sergio, Cristina, Lorenzo, aleggiano sopra di noi come i postumi di una sbornia, una sbornia architettata brillantemente da chi conosce bene l'indole umana, o più precisamente quella italiana: l'italiano guardone, pettegolo, moralista nei confronti della donna (vedi Marina, la "gattamorta") ed al contempo emulatore del grande Pietro Taricone, lo "sciupafemmine" che ha irretito la povera e indifesa Cristina, la quale pende ora dalle sue labbra; un italiano che si illude di aver scoperto qualcosa di nuovo, un "Truman show" in cui può interagire limitandosi ad alzare la cornetta del telefono (al modico costo di £ 2000 al minuto più scatto alla risposta), mentre non si accorge di una cosa che invece dovrebbe sembrare ovvia: quello che la tv ci propina sono le frustrazioni, le paranoie, la staticità della nostra vita, su cui purtroppo non possiamo agire così semplicemente.

L'esperimento del "topo in gabbia" non è servito ad altro che ad accentuare i peggiori difetti delle sue povere cavie, difetti d'altronde che sono propri dell'intero popolo italiano: il radicato maschilismo di chi si è subdolamente alleato per cacciare tutte le donne; il servilismo di queste ultime, sempre pronte a pulire e servire coloro che le hanno nominate con la malignità e tutte le lacrime di coccodrillo del caso; lo smodato disordine che regna in una casa assediata da occhi elettronici in ogni angolo; la pessima alimentazione, la difficoltà di comunicare, la cultura spicciola, il parlarsi dietro nonché addosso.



Chi non si riconosce, o si vorrebbe riconoscere, in Pietro, il superpalestrato macho e dongiovanni, o in Rocco, l'ambiguo e troppo sensibile, dalle argomentazioni deboli per le quali viene sempre preso in giro?

Chi non vede se stessa in Cristina, così forte in apparenza ma in realtà vulnerabile e facile al pianto da una parola in su, oppure in Maria Antonietta, la docile Heidi della situazione ma pronta a sfoderare una sensualità casalinga e poco credibile?

Laddove non ci riconosciamo, poi, siamo pronti alla critica: giudichiamo il comportamento di Roberta, spregiudicata e sempre sincera, dalla lingua tagliente, o quello di Marina, accusata di raggirare gli uomini né più né meno di quanto lo faccia con le donne il "big Jim" Taricone, o la franchezza di Salvo, che ammette di aver bisogno dei 250 milioni per sua moglie e sua figlia.

Non c'è che dire, chi ha creato il programma ha messo in piedi, con una notevole arguzia, un business incredibilmente redditizio: ha posto l'italiano davanti ai suoi peggiori difetti, ed ha ottenuto perfino che ne ridesse con gusto. 

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