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Azione patogena dei virus




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AZIONE PATOGENA DEI VIRUS


L'azione patogena dei virus, cioè la loro capacità di determinare in vivo malattia, deve essere valutata in relazione a :     1) realizzazione dell'infezione;

2) produzione e estrinsecazione delle lesioni

INFEZIONE

Prevede la :    1. penetrazione del virus nell'ospite

replicazione in organi e tessuti definiti


PENETRAZIONE

- Può essere passiva x immissione diretta -> (ex rabbia, AIDS, epatite B, togavirus,bunyavirus,flavivirus) nel circolo linfo-emopoietico, x via trancutanea tramite morsicature, eventi traumatici, uso di siringhe o aghi infetti, inoculazioni realizzate da artropodi vettori.

- Per superamento delle barriere mucose: x inalazione o ingestione. In questo caso x poter penetrare il virus deve possedere adeguati caratteri di resistenza (virulenza) che gli consentano di sfuggire ad una inattivazione ad opera di fattori di difesa aspecifici presenti in corrispondenza delle mucose (muco, pH acido, sali biliari, enzimi proteolitici).


- L'effettiva penetrazione del virus attraverso le mucose avviene x effetto di una sua replicazione nelle cellule. In alternativa i virus possono interagire con molecole presenti alla superficie delle cellule dendritiche (o cell dotate di proprietà macrofagiche) capaci di legare e di veicolare il virus in numerose zone interne dell'organismo, mettendolo in grado di interagire con le specifiche cellule bersaglio.


REPLICAZIONE

Avvenuta la penetrazione, il virus va incontro ad una:

replicazione primaria nelle cellule permissive. Nel corso di alcune infezioni (da virus influenzale, rotavirus e di altri agenti di enteriti acuta) la replicazione primaria può assumere estensione tale da divenire essa stessa causa di malattia; in questi casi il processo infettivo può rimanere localizzato sia x le caratteristiche del virus sia x una pronta attivazione delle risposte immunitarie.

replicazione secondaria:in altre situazioni (malattie esantematiche, infezioni da virus partitico, poliovirus, coxsackievirus) la replicazione primaria è limitata e cmq quasi sempre asintomatica o paucisitomatica. Il virus ha così il tempo di diffondersi in aree distanti dal sito di ingresso e di andare in contro a cicli di replicazione secondaria. L'infezione si estende a organi diversi; ad una prima viremia ne segue una 2° sostenuta dalla nuova localizzazione virale e perdurante fino alla definitiva attivazione delle risposte immunitarie dell'ospite.


DIFFUSIONE

Nelle infezioni disseminate → la diffusione virale può avvenire x vie differenti (linfatica, ematica, neuronale) e con differente modalità (sotto forma di virioni liberi (enterovirus) o di virioni associati a elementi linfo-monocitari circolanti (virus del morbillo , herpesvirus). Anche la diffusione è spesso condizionata dalla capacità del virus di esprimere caratteri di virulenza che gli consentono di superare i meccanismi di difesa dell'ospite, sia specifici che aspecifici.

- Alcuni virus esibiscono la proprietà di infettare i linfociti B e T e gli elementi circolanti della serie monocitaria. Un ex sono: - virus dell'Epstein-Barr (linfociti B)

virus dell'Herpes simplex

citomegalovirus

virus della rosolia

agenti della febbre gialla           macrofagi

della dengue

febbri emorragiche virali

In corso di Dengue o altre infezioni sostenute da Ribovirus, sono stati osservati aggravamenti sintomatologici conseguenti alla compara in circolo di anticorpi anti-virali. Ciò è lagato a fenomeni di ipersensibilità, ricondotti alla capacità degli agenti infettanti di moltiplicarsi all'interno dei macrofagi. La formazione di complessi virus-anticorpi causa x effetto della presenza di recettori Fc sulla superficie macrofagica, una + efficace captazione dei complessi stessi ad opera di tali cellule, e una + estesa capacità infettante virale.


ORGANI BERSAGLIO

È condizionato dal tropismo cellulare del virus e dalla permissività dell'organo alla completa e produttiva replicazione virale. Il tropismo cellulare e tissutale del virus dipendono dalla presenza di strutture complementari sulla superficie del virus e sulla superficie delle cellule bersaglio.


LE LESIONI

Possono :  1) direttamente derivare dall'azione citopatogena del virus;

essere conseguenza della attivazione delle risposte immunitarie dell'ospite.

LESIONI DIRETTAMENTE PROVOCATE DAL VIRUS

Gli organi sede del processo replicativo virale vanno incontro ad alterazioni evidenti x effetto di danni direttamente provocati dal virus. Esempio sono:

a)     infezioni citocide → il virus si replica produttivamente nelle cellule infette e determina in esse modificazioni irreversibili che provocano la morte della cellula x apoptosi o per necrosi in un arco di tempo variabile. Le malattie sono quasi sempre acute, di brevi periodi di incubazione (influenza, poliomielite, enteriti, encefaliti erpetiche, encefaliti da togavitus) e l'immunità esercita un ruolo protettivo. Questi eventi consistono in blocchi delle sintesi macromolecolari cellulari( provocate da proteine precoci virus-indotte), in alterazioni della membrana citoplasmatica, in alterazioni delle membrane lisosomiali.

b)     Infezioni latenti non sempre i virus animali uccidono le cellule in cui si sono moltiplicati, essi possono realizzare un rapporto di parassitismo controllato che consente alle cellule stesse di sopravvivere ma anche di duplicarsi in modo normale. In questo caso si ha integrazione del genoma virale in quello dell'ospite. Il virus permane in forma latente senza produzione di virioni infettanti e senza formazione di grandi quantità di antigeni virus-specifici. Si instaurano infezioni asintomatiche in grado di decorrere x tutta la vita senza diventare clinicamente manifeste. Periodicamente sono possibili riprese moltiplicative virali (riattivazione), e si possono accompagnare cicli produttivi di infezione citocida (herpes labiale o malattie citomegaliche in soggetti immunodepressi)

c)     Infezioni persistenti → rappresentano una condizione di parassitismo virale controllato. Nella persistenza vi è continua produzione di quantità di antigeni virali e anche di virus infettanti. Le cellule nn subiscono danni letali direttamente ad opera del virus, ma sono esposte x la presenza di antigeni virus specifici sulla loro superficie ad azioni lesive esercitate dalle risposte immunitarie dell'ospite. Ne possono conseguire malattie croniche evolutive (epatite cronica attiva da virus dell'epatite B).

d)     Trasformazione → sono le modificazione cui vanno incontro alcune cellule in vitro in seguito ad infezione ad opera di virus oncogeni. Tali virus sono direttamente responsabili di alterazioni nn degenerative ma che condizionano la proliferazione anomala ed incontrollata delle cellule infette (trasformate). Queste cellule perdono la capacità di controllo dei loro processi moltiplicativi ed acquisiscono irregolare morfologia, anomalie cromosomiche, elevata attività glicolitica, assenza di inibizione da contatto.

2) LESIONI DIPENDENTI DAL COINVOLGIMENTO DEL SISTEMA IMMUNITARIO

Le risposte immunitarie dell'ospite contribuiscono alla guarigione e/o alla limitazione di molte infezioni virali. In alcune situazioni esse partecipano al processo patologico instaurato dal virus. Le modalità di coinvolgimento del sistema immunitario sono riconducibili :

a ) stimolazione antigenica costantemente esercitata dai virus infettanti;

b) capacità di alcune di esse di infettare specificamente le cell del sistema immunitario

(macrofagi e/o linfociti)



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