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GRECI
La democrazia
nacque con i greci intorno all'ottavo, settimo secolo a.C. poco dopo la nascita
delle poleis, città senza palazzo ma con piazza (Agorà), in Grecia. I Greci, o
Elleni, sono nati da un insieme di etnie nomadi di origine indoeuropea, tra le
quali troviamo i Dori, Eoli, Ioni, che si stanziarono nel Peloponneso verso il
Dopo questo periodo di transizione l'unica classe sociale che riuscì a sopravvivere senza molti problemi fu l'aristocrazia guerriera, che salì al potere della nuova società, il re di questo governo era "Basileus", questo sovrano era diverso da quelli delle popolazioni del passato, non aveva un potere assoluto, infatti prima di prendere una decisione si consultava con altri aristocratici, per questo motivo veniva anche chiamato "primo tra gli uguali", questo secondo me è un possibile inizio di un governo democratico.
Anche se i Greci avevano tutti la stessa origine le poleis rimasero sempre delle città stato indipendenti, infatti la storia greca è piena di conflitti tra poleis e alleanze temporanee. Questa particolarità delle poleis è probabilmente la causa della ricchezza culturale e politica della civiltà ellenica, questa immensa ricchezza è anche dimostrata dalle molte parole che ci hanno lascito (monarchia, tirannia.).
Le poleis greche ebbero molti tipi di governo diversi, a partire dalla monarchia, l'aristocrazia, oligarchia, la tirannide e solo in fine la democrazia. Nella maggior parte di poleis il percorso fu questo: inizialmente c'era un sovrano che aveva guidato le città in guerra, col passare del tempo i nobili si impadronirono del potere. Verso l'ottavo secolo a.C. ricominciarono a fiorire la produzione di manufatti ed i commerci marittimi. nello stesso periodo ci fu l'evoluzione delle tecniche di guerra, che portò alla creazione della falange oplitica e con la conseguenza dell'aumento del numero dei soldati. Questi due importanti fatti sommati portarono a una diminuzione del peso politico dei nobili e a un aumento di quello delle altre classi sociali. Di questa situazione ne approfittarono i tiranni, i quali si presentarono come difensori delle masse più deboli e così facendo si impadronirono del potere dello stato. Il predominio dei tiranni non durò mai molto a lungo perché essi avevano mandato in esilio molti nobili, per salire al potere più velocemente, ma così facendo alla sua morte non c'era un erede ed era molto facile che si instaurasse una democrazia.
La democrazia: La democrazia presente in Grecia era molto diversa da quella moderna, detta democrazia "rappresentativa", infatti si trattava di una democrazia "diretta" nella quale la sovranità non era delegata ad un deputato eletto che poi la esercitasse in nome degli elettori.
Nelle poleis tutti i cittadini avevano tre diritti:
partecipare attivamente alla vita politica dalla polis;
militare nell'esercito;
possedere terre;
chi non possedeva questi diritti non era considerato un vero cittadino, ma solo un abitante della polis.
Le donne, li schiavi e i meteci (stranieri, ma residenti nella polis) non erano considerati cittadini e perciò erano esclusi dalla vita della polis.
L'esclusione alla vita politica dei meteci mi sembra ingiusta, ma se penso a come vengono trattati gli immigrati in Italia nel ventesimo secolo, posso anche capire che più di 2000 anni fa la parità tra i locali e li stranieri non esisteva, o comunque non del tutto, visto che i meteci prestavano servizio nell'esercito. Io penso che l'obbligo alla partecipazione nell'esercito dei meteci sia una causa della falange politica, la nuova tecnica di combattimento degli Elleni che consisteva in una muraglia umana con un alto numero di fanti, per questo il diritto a prestare servizio nell'esercito venne allargato ad altri ceti. Il senso di superiorità che avevano i Greci è confermato anche dal fatto che consideravano e chiamavano "barbari" tutti i popoli che avevano una monarchia.
Anche l'inferiorità
della donna non mi sembra una cosa corretta, non capisco perché il sesso debole
non avessero li stessi diritti degli uomini, anche se con le stesse capacità. Comunque
guardando il corso della storia non è difficile capire qual era lo stato di
parità tra i due sessi nel passato, o ancora oggi in alcuni paesi, basta
pensare che il diritto di voto per la donne è arrivato per la prima volta solo
nel
Aristotele era convinto della superiorità del maschio rispetto alla femmina, tra i suoi manoscritti troviamo infatti questa frase :"nelle relazioni del maschio verso la femmina, l'uno è per natura superiore, l'altra inferiore, l'uno comanda, l'altra è comandata". Questo concetto vale anche per le relazioni tra il padrone e tra lo schiavo, come pure tra l'uomo e l'animale domestico. Anche se sono convinta che Aristotele sia stato un grande filosofo, io non approvo questo suo pensiero perché la donna non è per nulla inferiore all'uomo.
Molti filosofi o scrittori greci e romani espressero il loro parere su quale fosse la forma di governo migliore: monarchia, oligarchia, democrazia o tirannia. Uno di questi filosofi fu Platone, essendo di origine nobile non amò mai la democrazia. Egli voleva uno Stato retto da un'aristocrazia di uomini colti e non uno governato dal popolo, dove uno per salire al potere ed avere importanti cariche pubbliche bastava essere sorteggiati.
Io penso che la democrazia sia la forma di governo più giusta, ma non applicata come ad Atene dove non tutti gli abitanti avevano il diritto di partecipare alla vita politica e fra quelli che ne avevano diritto, i cittadini, chiunque poteva ricoprire cariche pubbliche importanti, anche se non aveva le capacità adatte. Secondo me è sarebbe meglio se tutti gli abitanti potessero votare ed esprimere il loro parere, ma solo le persone istruite e capaci potessero rivestire cariche importanti.
L'oligarchia: Nella grande città della Laconia non c'era una democrazia, come ad Atene, bensì un'oligarchia, cioè un governo in mano a pochi. La tradizione vuole che Licurgo, un politico la cui esistenza non è certa, adottò alcuni audaci provvedimenti per trasformare la sua polis in un governo democratico, ma purtroppo senza successo perché Sparta non divenne mai una democrazia. Il primo accorgimento fu la ridistribuzione delle terre in parti uguali per tutti i cittadini, questa distribuzione aveva anche un secondo vantaggio: i raccolti non erano molto abbondanti, il ricavato era il minimo indispensabile e perciò li spartani erano costretti a mangiare solo il necessario e di conseguenza si tenevano in forma. Il provvedimento successivo fu la spartizione dei beni immobili, Licurgo riuscì anche a superare abilmente l'ostacolo dell'avarizia dei cittadini con tre cambiamenti: svalutò le monete d'oro e d'argento e le sostituì con altre di ferro e a queste attribuì un valore molto basso, che rese molto difficoltoso possedere ingenti somme di denaro in casa. Il terzo cambiamento fu l'istituzione di una mensa pubblica nella quale si era obbligati ad andare tutti i pasti, lì tutti dovevano mangiare le stesse cose, tutto era uguale per chiunque; questo provvedimento aiutò molto Licurgo nel suo compito. L'istituzione di questo banchetto comune portò l'usanza di dire: "solo a Sparta è possibile godere della vista di Pluto (dio bendato della ricchezza)".
Io penso che i provvedimenti addottati da Licurgo sia stati molto importanti per il futuro della polis basata sul principio di uguaglianza, però non sono del tutto d'accordo con lui, io trovo questi provvedimenti un po' troppo radicali, per me non è necessario mangiare tutti le stesse cose, in mensa, per essere uguali e nemmeno avere esattamente la stessa quantità di terra del vicino. La cosa che conta di più è avere li stessi diritti, qualunque sia la tua provenienza, il tuo ceto, la tua istruzione; pure essere tutti uguali davanti alla legge è fondamentale, anche se i possedimenti di tutti i cittadini non si equivalgono perfettamente non è gravissimo, l'importante è che non ci siano differenze troppo grandi.
A Sparta la situazione della donna non era ottimale, ma era comunque meglio di quella della donna ateniese, che non era per nulla dipendente, mentre nell'oligarchia spartana, anche se privata della sua femminilità, la donna aveva una sua vita.
Le ragazze a Sparta dovevano prendersi cura del proprio corpo, rassodandolo con corse, lotte, lancio del disco e del giavellotto, con queste cure le madri durante il parto avrebbero sopportato meglio le doglie e avevano più probabilità di sopravvivere, dando vita a figli più forti e belli. Per eliminare in loro qualsiasi morbidezza, scontrosità e femminilità le donne dovevano intervenire nude nelle processioni, questo comportamento non era un'indecenza, poiché le circondava di modestia, si formava in esse l'abitudine della semplicità e la ricerca della sanità fisica.
Io trovo questo atteggiamento sbagliato, perché privare una donna della propria femminilità? che scopo ha? Non mi sembra corretto impedire a una persona di mostrare il suo carattere, con tutti i difetti e i pregi che ha, senza doverne nascondere una parte importante.
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