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Dalle decisioni del Gran Consiglio al decreto-legge di novembre.




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Dalle decisioni del Gran Consiglio al decreto-legge di novembre

Il 7 e l'8 ottobre 1938 i giornali britannici pubblicarono la dichiarazione del Gran Consiglio del Fascismo, riunitosi a Palazzo Venezia nella notte tra il 6 e il 7, con la quale veniva approvata una lunga serie di misure contro gli ebrei. Si trattava, in realtà, di una summa dei provvedimenti che la stampa italiana e i numeri dell'Informazione Diplomatica, usciti a partire dal febbraio di quell'anno, avevano preannunciato e di cui la stampa britannica aveva già dato notizia; tuttavia, non mancò di suscitare interesse. Alla stessa stampa fascista - come rivelò l'Evening Standard - era stato espressamente richiesto di attribuire grande importanza alle decisioni del Consiglio:

The Italian newspaper have been ordered to give great prominence on the main pages to the Council's racial decisions.

Tutti i quotidiani britannici, e soprattutto il Daily Mail e il Daily Telegraph & Morning Post, diedero particolare risalto alla disposizione che negava la possibilità di matrimoni misti: 'Italians Must Not Marry Jews' e 'Duce's Drastic Wedding Laws'58) furono rispettivamente i titoli con cui i due quotidiani annunciarono le risoluzioni del Gran Consiglio. L'attenzione speciale a questo argomento era probabilmente da attribuirsi al fatto che si prospettava in merito uno scontro tra il Vaticano e il governo fascista, come gli stessi quotidiani osservarono prontamente. Il Daily Mail riportò sulla questione una notizia dell'agenzia di stampa British United Press:

// the official organ of the Vatican, the Osservatore Romano, will publish a leading article in its next issue protesting in reserved terms against the matrimonial laws //.59)

Il Daily Telegraph pubblicò un articolo del proprio corrispondente a Roma:

The Vatican newspaper // raises a serious question which // might imperill the Concordat which exists between the Fascist State and the Holy See. It expresses anxiety at the news of the Fascist Grand Council's decision to prohibit marriages between Italians and non-aryans.60)

Per quanto riguarda i restanti provvedimenti approvati dal Gran Consiglio, quasi tutti i quotidiani presi in esame ne riassunsero dettagliatamente i contenuti e, in modo più o meno esplicito, denunciarono le pesanti ripercussioni che essi avrebbero avuto sulla comunità ebraica italiana: il Daily Herald parlò di 'drastic decisions reguarding the Jews,'61) l'Evening Standard, invece, di 'far reaching measures regulating the position of the Jews in Italy'62).

L'unica voce fuori dal coro fu apparentemente quella del Times, che sembrò non trovare affatto drastici i deliberati del Gran Consiglio e, anzi, ne mise in evidenza la moderazione rispetto alle misure annunciate nei mesi precedenti63)

An elaborate code of regulations for the defence of the race was issued by the Fascist Grand Council in the early hours of this morning after nearly five hours of discussion. The examination of these provisions shows that they are more rational and considerate than the first hasty measures against the Jews taken during these months // they show more evidence of genuine preoccupation lest the Italian race should deteriorate through to much intermarriage //.64)

Già qualche tempo prima, nel commentare il discorso che Mussolini tenne a Trieste il 18 settembre,65) il Times aveva accennato alla possibilità di un'attenuazione dei provvedimenti contro gli ebrei:

The passage about the Jews in signor Mussolini's speech at Trieste yesterday struck a note of moderation and for the first time the world was given a comprehensible justification of the Fascist policy towards the Jews,. There is some reason to believe that the speech will be the prelude to a number of announcements intended to mitigate force of the anti-Jewish decrees so far published.66)

Le attenuazioni cui il Times faceva riferimento erano in particolare il fatto che il Gran Consiglio avesse esonerato dal provvedimento d'espulsione gli ebrei anziani o coniugati con un 'italiano puro' prima dell'emissione dei decreti e l'annuncio che essi non sarebbero stati costretti a convertirsi al cattolicesimo.

Il Times, però, osservò anche che la definizione di 'ebreo', elaborata dal Gran Consiglio, era più restrittiva rispetto a quella apparsa in precedenza e che, inoltre, era stata preannunciata l'introduzione di una nuova legge che proibiva agli ebrei l'acquisizione della cittadinanza italiana.

La dichiarazione del Gran Consiglio fu seguita da una serie di disposizioni che di certo non avrebbero potuto dare adito a voci di una possibile moderazione nella politica antisemita del fascismo. Anzi, il Daily Herald giudicò le nuove misure ancora più severe delle precedenti e le definì 'ghetto decrees'67):

New and severe measures against Italy's Jews, far harsher than those decided on by the Fascist Grand Council last month, were yesterday decreed by Mussolini's Cabinet.

Le nuove disposizioni limitavano, ad esempio, il possesso di beni immobili e non, proibivano l'assunzione di cittadini 'ariani' in qualità di domestici, e prevedevano pene severe per i preti che univano in matrimonio 'ariani' ed ebrei.

Queste ed altri provvedimenti andarono ad aggiungersi ai deliberati del Gran Consiglio e entrarono a far parte della legislazione dello Stato: una tappa fondamentale di questo processo fu il decreto-legge 17 novembre 1938 n. 1728 pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale il 19 novembre e convertito in legge il 5 gennaio successivo,69) che, appunto, comprendeva - in forma ampliata e con qualche modifica - i punti principali della dichiarazione dell'ottobre.

Dopo la pubblicazione del R.D.L. 17 novembre, il Times commentò così il trattamento riservato agli ebrei dal governo italiano:

Whether as a principle of Rome-Berlin axis or for some other reasons the Italian Government deem it right and proper to have the Jews vilified and abused in every possible way.70)

Se è vero - come mostrano i brani degli articoli citati sinora - che di fronte all'annuncio dei provvedimenti antiebraici in Italia la stampa britannica reagì con espressioni di biasimo e manifestò preoccupazione per quello che fu considerato l'esito della 'cattiva influenza' nazista, è altrettanto vero, però, che fino al luglio del 1938, e in alcuni casi anche oltre, la maggior parte dei quotidiani britannici non registrò i pur evidenti sintomi della successiva evoluzione antisemita. La mancata riflessione sulle tappe che portarono all'introduzione della legislazione razziale ebbe come esito un'errata valutazione dello spessore e della gravità di quella decisione: la tendenza, infatti, fu quella di considerarla esclusivamente come una scelta dettata dalla necessità di rassicurare il Fuhrer dopo la sigla dell'accordo anglo-italiano nell'aprile. Era opinione diffusa all'estero che in Italia - come lo stesso Mussolini aveva più volte ribadito - non esistesse una 'questione razziale' e mancasse quel retroscena di invidia e disprezzo nei confronti degli ebrei, che in Germania aveva costituito un terreno fertile per l'antisemitismo. La legislazione razziale del fascismo sembrò quasi nascere dal nulla e non avere ragioni per sussistere. Si parlò di una 'svolta improvvisa', laddove, in realtà, - come la storiografia ha recentemente sottolineato - non erano mancate, almeno a partire dal 1935-'36, le premesse degli eventi del 1938.

Uno degli aspetti che la stampa britannica non prese in considerazione fu l'incidenza della conquista dell'impero sull'evoluzione razzistica del fascismo.

Fin dagli anni Venti il regime aveva intrapreso una politica demografico-sanitaria per il 'miglioramento della popolazione italiana'71): migliori condizioni igienico-sanitarie avrebbero favorito la crescita numerica della popolazione, simbolo di forza e premessa indispensabile per la conquista dell'impero. L'occupazione dell'Etiopia, però, al di là dell'entusiasmo per la dimostrazione di potenza della 'rigenerata popolazione italiana', ebbe come conseguenza anche l'unione di militari e coloni italiani con gli indigeni. Nell'opinione del duce la mancanza di 'dignità razziale' degli italiani, che li aveva portati a mescolarsi con gli indigeni, oltre a 'imbastardire la razza', aveva causato fenomeni di insubordinazione nei territori occupati: era pertanto indispensabile che gli italiani acquisissero una 'coscienza razziale' e proclamassero senza mezzi termini la 'superiorità dei dominatori' rispetto alla popolazione indigena. Per evitare i rapporti tra italiani e africani il governo decise di adottare misure punitive nei confronti di chi 'si macchiasse di colpe contro la razza': furono previste addirittura la fustigazione e la condanna ai campi di concentramento.72)

La conquista etiopica rappresentò, dunque, una tappa fondamentale nello sviluppo del razzismo italiano e nella gestazione della politica razziale: essa, infatti, preparò il terreno alla successiva fase di elaborazione delle leggi per 'la difesa della razza'. Le leggi antiebraiche, sulla cui adozione indubbiamente influirono anche i rapporti italo-tedeschi, si inserirono, dunque, in un contesto di teorie e provvedimenti 'razziali' preesistenti ed autoctoni. Quando nel 1938 il governo fascista introdusse ufficialmente la legislazione razziale fu dato particolare rilievo ai 'motivi coloniali' del razzismo italiano. Nella dichiarazione del Gran Consiglio di ottobre si leggeva:

Il Gran Consigllio dichiara l'attualità urgente dei problemi razziali e la necessità di una coscienza razziale, in seguito alla conquista dell'Impero e ricorda che il Fascismo ha svolto da 16 anni e svolge un'attività positiva, diretta al miglioramento quantitativo e qualitativo della razza italiana, miglioramento che potrebbe essere gravemente compromesso, con conseguenze politiche incalcolabili, da incroci e imbastardimenti.73)

Del problema ebraico - cui pure era quasi interamente dedicata la delibera del Gran Consiglio - si sosteneva che era soltanto 'l'aspetto metropolitano di un problema più generale'.

La stampa britannica non valutò attentamente queste importanti premesse: ebbe pertanto una visione parziale della 'questione razziale' e non ne percepì la reale portata.

3.1 I provvedimenti antisemiti tra la fine del 1938 e i primi mesi del 1939.

L'interesse della stampa britannica per la politica antisemita del governo fascista dalla fine del 1938 in poi andò scemando e solo il Times continuò a dedicare spazio all'argomento; l'Evening Standard, pur occupandosi della questione dello Stato ebraico,74) della figura del duce e delle relazioni anglo-italiane, non si soffermò come in precedenza sulla legislazione antisemita.75)

Il 1938 si era chiuso senza alcuna prospettiva di miglioramento nella condizione degli ebrei in Italia. Da più parti erano giunte richieste al governo italiano affinché attenuasse i provvedimenti antiebraici e addirittura tra i fascisti stessi si levarono voci di disapprovazione per l'ingiusto trattamento riservato agli ebrei.

Il Times notò che la propaganda antiebraica del fascismo non aveva fatto presa su buona parte degli italiani, che, però, non erano liberi di esprimere il loro dissenso. Coloro, infatti, che mostravano solidarietà agli ebrei venivano bollati come 'pietisti' e 'traditori' ed erano soggetti a punizioni:

The anti-Jewish propaganda which has been poured out in the Italian newspapers during the last six months does seem to have made some impression on the ignorant masses, but the average educated Italian is not in the least anti-Jewish and sees not a justification for the treatment which is been meted out to them; still less does he approve of what is being done to the Jews of Germany and Austria, but he is not allowed to say so in public

Il Times ricordò, ad esempio, la presa di posizione di Ezio Garibaldi - deputato fascista e nipote del gen. Giuseppe Garibaldi - che aveva già più volte contestato, anche negli anni precedenti il 1938, gli orientamenti razzisti e antisemiti della pubblicistica fascista, definendo 'castronerie' le affermazioni di Julius Evola sul 'mito del sangue' e, una volta apparso il Manifesto degli scienziati, egli sostenne che altro non era se non una traduzione in italiano delle sciocchezze pubblicate dai giornali razzisti tedeschi

The anti-Jewish measures are unpopular among the Italian people and this unpopularity finds a significant and courageous expression in an article by Signor Ezio Garibaldi in his review Camicia Rossa. Signor Garibaldi is the nephew of General Garibaldi and his condamnation, coming as it does from one who has such a high-family traditional patriotism and who is a Fascist deputy, cannot slightly be dismissed.

Alcuni fascisti, pur approvando la politica antiebraica del governo, si pronunciarono a favore di una mitigazione della legislazione razziale, ma i loro appelli caddero nel vuoto. Il Times riportò l'invito alla moderazione di un altro fascista, il Senatore Crispoldi, il quale riteneva necessario porre un freno all'iniziativa di gruppi di entusiasti che agivano incontrollati, sferrando attacchi violenti contro ebrei:

// Senator Crispoldi, while affirming the necessity for the new measures, appealed for moderation in the anti-Jewish campaign. 'The Government - he said - should endeavour to discourage those who, by private action, embittered the racial question and humiliated the Jews, thus giving to the law // a character different from its real one and making it appear that persecution was intended.79)

Nel corso del 1938, il Papa Pio XI - come vedremo meglio in seguito - aveva più volte condannato il razzismo e sulle pagine dell'Osservatore Romano non aveva nascosto il proprio biasimo per le misure discriminatorie approvate dal Gran Consiglio del Fascismo, in particolare per il decreto che vietava i matrimoni misti, giudicato dal Vaticano una aperta violazione rispetto agli accordi tra Stato e Chiesa siglati nel 1929. Il duce e la stampa fascista considerarono i rimproveri della Santa Sede come inopportune intromissioni negli affari dello Stato e riaffermarono l'intenzione del governo di proseguire nella campagna razziale.

Il governo fascista aveva mostrato di non temere neanche la compromissione degli scambi commerciali con l'estero: gli ebrei britannici del Jewish People Council Against Fascism and Anti-Semitism 80) minacciarono, nel settembre del 1938, di boicottare tutte le merci italiane come già stava avvenendo per le merci provenienti dalla Germania e molti acquirenti ebrei, ancora prima che il Council approvasse il boicottaggio, iniziarono a rifiutare l'acquisto dei prodotti italiani.81) La risposta secca e perentoria di Roma apparve sul Giornale d'Italia e fu riportata dal Jewish Chronicle:

The semi-official Giornale d'Italia threatens that the Italian Jews will find their position still more serious if their coregionalists abroad will persist in such an ill considered gesture.82)

Neppure gli interventi dell'ambasciatore americano William Phillips che, in varie occasioni, espresse a Mussolini il biasimo del presidente Roosevelt nei confronti dei provvedimenti contro gli ebrei stranieri, in particolare contro il decreto d'espulsione, servirono a modificare l'atteggiamento del governo italiano. Il presidente americano - già dopo l'approvazione del decreto d'espulsione nell'ottobre - aveva formalmente chiesto al duce garanzie riguardo al trattamento dei cittadini americani residenti in Italia e in quell'occasione si credette che il governo italiano avrebbe apportato modifiche al decreto,83) ma non fu così. Nel gennaio del 1939, l'America presentò a Mussolini un invito a collaborare per la soluzione del problema dei rifugiati, ma egli, pur mostrandosi disponibile, non accennò ad attenuare le misure antiebraiche in Italia. Il Times osservò che, sebbene bastasse una sola parola del duce per alleviare le sofferenze degli ebrei in Italia e per contribuire alla soluzione del problema dei rifugiati, questi l'avrebbe pronunciata solo in cambio di un accordo su altre questioni con le potenze europee, tra cui la Gran Bretagna:

How far Signor Mussolini is prepared to go would presumably depend on how far Mr Chamberlain would meet him in other matters. A single word of the Duce would lighten the lot of Italian Jews without the necessity of altering any law.84)

Il 1939 si aprì, dunque, per gli ebrei con la prospettiva di dover lasciare l'Italia entro il 12 marzo: man mano che il termine ultimo per l'espatrio si avvicinava, crescevano le pressioni sugli ebrei, che spesso erano vittime di aggressioni da parte dei fascisti, durante le quali venivano arrestati per essere poi rilasciati dopo qualche giorno con l'ordine di lasciare il paese entro una settimana altrimenti sarebbero stati internati nei campi di concentramento appositamente predisposti. Molti ebrei, privati del loro lavoro, dei loro beni e della cittadinanza italiana e costretti ad emigrare - i più verso una meta ignota - si abbandonarono alla disperazione, tanto che, soprattutto nei primi mesi del 1939, si registrarono numerosi casi di suicidio85):

Even more tragic than poverty is the despair that is seizing the Jews and is resulting in a wave of suicides, particularly among dismissed Jewish naval and military officers who // have suddenly found themselves humiliated and degraded. Many suicides are also reported among well-to-do Jews, who have been expropriated without compensation.86)

Gran parte degli ebrei colpiti dal decreto d'espulsione, che lasciarono l'Italia nel marzo del 1939, scelsero di dirigersi verso la Francia e furono inviati alla frontiera, ma molti non riuscirono a valicare il confine; altri, che pure vi riuscirono, non andarono incontro ad una sorte migliore:

// it is reported that thousands of Jewish exiles are wandering in the montains in an exausting condition without being able to enter France or to return to Italy. Many refugees who have succeded in getting across the frontier during the last few weeks have been sent to prison.87)

Gli ebrei italiani, ai quali fu concesso di restare in patria, dovettero sottostare all'entrata in vigore di nuovi provvedimenti restrittivi: tra il gennaio e il marzo trovarono applicazione, tra le altre, le disposizioni che limitavano il possesso di case e terreni, e quelle che impedivano agli ebrei di assumere personale 'ariano' al proprio servizio. Alla fine di marzo il Jewish Chronicle riferì di una parziale moderazione delle iniziative antisemite, ma si trattò, in realtà, di un'azione spontanea della popolazione e non di una decisione delle autorità:

A slight relaxation is also noticeable in the anti-Jewish drive. Most of the signs on shops proclaiming that the owners are 'Aryans' have now been removed voluntary by the shopkeepers after it has been noticed that they are boycotted by the population.88)

Nel maggio sia il settimanale ebraico che il Times diedero notizia dell'introduzione di nuove misure a danno dei liberi professionisti ebrei sul modello di quelle adottate da Hitler in Germania:

A further tightening up of the official control exercised over the activities of Jews is forshadowed in a Bill approved by the Cabinet yesterday which will affect the position of the Jewish professional classes.89)

New measures against the Jewish lawyers, engineers, and others engaged in the professions have been decided by the Italian Council of Ministers. // This latest Fascist aping of the Nazi legislation is unlikely to arouse much entusiasm among the general population who view with indifference, or even hostility, the racial extravagancies of their leaders.90)

Questi decreti avrebbero dovuto entrare in vigore sei mesi dopo la loro approvazione, ma, di fatto, l'esclusione degli ebrei dalle libere professioni ebbe inizio da subito.91)

Il governo italiano, dunque, non diede, nei primi mesi del 1939 - ma neppure nei mesi successivi92) - segni di ripensamento riguardo alla politica razziale adottata l'anno precedente e non accennò ad attenuare le misure antiebraiche. La stampa fascista, dal canto suo, negava le notizie pubblicate dalla stampa straniera, secondo cui gli ebrei in Italia si trovavano in una condizione difficile e dolorosa a causa della legislazione razziale e ribadiva che gli ebrei italiani non erano affatto perseguitati:

The anti-Semitic leader, Roberto Farinacci, who is a Minister of State, complains in his paper, the Regime Fascista, that he has lately found in the foreign Press news to the effect that the Jews in Italy are suffering as a result of the racial legislation. In his opinion the Jews in Italy are well off and the news published abroad is incorrect; // the Jews in Italy are not being persecuted, but they are, on the contrary, faring well.


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