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Morte di orlando e vendetta di carlo - da chanson de roland




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Morte di Orlando e vendetta di Carlo

da Chanson de Roland


Domande n° 1-2-3-5 pag. 77 (volume a


Ritrovare le caratteristiche dello stile che denunciano la trasmissione orale della canzone (ad esempio riflettere sulla sintassi, sulle formule rituali, sulla metrica).


La Chanson de Roland era, in origine, una canzone destinata alla declamazione pubblica con l'accompagnamento di uno strumento musicale e destinata alla trasmissione orale. Ciò si capisce dalla struttura sintattica molto semplice, destinata, quindi, alla popolazione non colta. Inoltre, ci sono alcuni elementi stilistici propri della tradizione orale come l'uso di ripetizioni, sia di aggettivi sia di versi, e la presenza di epiteti fissi, i quali facilitavano l'apprendimento a colui il quale declamava questa canzone e imprimevano nella memoria degli ascoltatori la vicenda narrata.


Per quale motivo la spada di Orlando (oggetto di guerra) è un vero e proprio reliquiario (oggetto di fede)?


La spada di Orlando, chiamata Durendala, era un vero e proprio reliquiario perché nel suo pomo erano conservate delle reliquie di santi.


Quale rapporto lega Orlando all'imperatore? (riflettere sul fatto che Orlando in punto di morte ricorda le terre che ha conquistato per il suo sovrano).


Orlando è legato a Carlo da un rapporto di tipo vassallatico, quindi di origine feudale, ma anche da un rapporto di fedeltà, di origine cavalleresco.


Ci sono elementi del racconto che rimandano alla tradizione fiabesca? A quella agiografica?


Recentemente, la Chanson de Roland è stata paragonata ad una vera e propria opera agiografica, in quanto questo particolare genere letterario medievale si modella sulla vita di Cristo e dei santi (racconto della nascita accompagnata da eventi straordinari, conquista delle virtù, prove a cui il santo è sottoposto, miracoli, martirio e premio celeste), e da questo punto di vista la vita di Orlando è simile a quella di un santo. Inoltre, le analogie tra Orlando e Cristo riguardano l'identità tra il numero dei pari e quello degli apostoli (dodici) e la presenza di un traditore all'interno dei due gruppi (Gano/Giuda).

Genova, 20 ottobre 1999


Cantico di Frate Sole (di San Francesco d'Assisi)


Parafrasi


Altissimo, onnipotente, buon Signore, tue sono le lodi, la gloria, l'onore e ogni benedizione.

Solo a Te, Altissimo, si confanno, e nessun uomo è degno di nominarti.

Lodati sii, mio Signore, con tutte le Tue creature, specialmente il signor fratello Sole, il quale è luce, e ci illumini attraverso di lui. E lui è bello e luminoso con grande splendore: di Te, Altissimo, porta testimonianza.

Lodato sii, mio Signore, per la sorella Luna e per le stelle: in cielo le hai create, luminose, preziose e belle.

Lodato sii, mio Signore, per il fratello Vento, per l'aria, per il nuvoloso, per il sereno e per ogni tempo, per mezzo del quale dai sostentamento alle Tue creature.

Lodato sii, mio Signore, per la sorella Acqua, la quale è molto utile, umile, preziosa e pura. Lodati sii, mio Signore, per il fratello Fuoco, attraverso il quale illumini la notte: e lui è bello, giocondo, pieno di energia e forte.

Lodato sii, mio Signore, per la sorella nostra madre Terra, la quale ci nutre e ci alleva, e produce diversi frutti con fiori coloriti ed erba.

Lodato sii, mio Signore, per coloro i quali perdonano in nome del tuo amore e sopportano malattie e sofferenze.

Beati coloro i quali sapranno sopportare ciò in pace, perché saranno incoronati da Te, Altissimo.

Lodato sii, mio Signore, per la sorella nostra Morte corporale, dalla quale nessun uomo vivente può scappare: guai a coloro i quali moriranno nei peccati mortali; beati coloro i quali (la Morte) troverà nelle Tue santissime volontà, perché la dannazione non gli farà male.

Lodate, benedite, ringraziate e servite con grande umiltà il mio Signore.


Domande n° 2-3 pag. 152


Quale visione del rapporto tra Dio e il mondo, tra l'uomo e gli elementi naturali è presente nel testo?


A questo proposito ci sono diverse interpretazioni: la prima, quella di Casella, sostiene che gli elementi della natura sono l'unico mezzo attraverso il quale si può lodare Dio. Ne consegue che in san Francesco non è presente quel disprezzo del mondo, tipico dei medievali, che invece sarà presente in un filone delle opere di Iacopone da Todi.

Secondo Leo Spitzer, invece, le cose sono lodate anche in relazione all'uomo, in quanto sono a lui utili.


Come sono rappresentati gli elementi naturali (Sole, Luna)? Hanno un valore simbolico o sono definiti rispetto alle loro intrinseche caratteristiche ed al loro rapporto con l'uomo? A questo proposito riflettere sul fatto che Spitzer parla di <<antropocentrismo>> poiché ogni creatura è considerata in sé ed in rapporto all'uomo (ad esempio luna e stelle = <<clarite et belle>> in sé, <<pretiose>> in rapporto all'uomo).


Gli elementi naturali sono rappresentati come tramite tra noi e Dio e come mezzo di sostentamento e di utilità per gli uomini. Di conseguenza hanno sia un valore simbolico (interpretazione di Casella) sia un valore in rapporto con l'uomo (<<antropocentrismo>> di Spitzer).

Genova, 25 ottobre 1999


Donna de Paradiso (di Iacopone da Todi)

dalle Laude


Domande n° 2-4 pag. 166


Quali personaggi sono rappresentati e quali caratteristiche presentano?


I personaggi rappresentati sono la Madonna, Gesù, il Nunzio e il popolo.

La Madonna è rappresentata come semplice madre, disperata di fronte al dolore del figlio.

Gesù è rappresentato sia come uomo, in quanto, affidandola a Giovanni, è consapevole del dolore della madre, sia come divino, poiché è conscio della sua missione sulla Terra.

Il Nunzio, poi, che molti critici fanno coincidere con Giovanni, svolge la funzione di cronista delle torture subite da Gesù, rivelando a Maria anche i particolare più crudi. Nei suoi dialoghi non si percepisce un coinvolgimento emotivo alla vicenda.

Infine, il popolo appare in due occasioni e, in entrambe, chiede che sia eseguita la legge.


Quali elementi della lauda ci consentono di dire che questo testo costituisce una delle prime forme del dramma? (riflettere sulla pluralità dei personaggi rappresentati).


Uno degli elementi che ci consentono di dire che questo testo costituisce una delle prime laude drammatiche è l'uso di artifici retorici, come le interrogative, le esclamative e le invocazioni, che permettono di mutare frequentemente il punto di vista dell'azione.

Inoltre, il testo è composto da un continuo susseguirsi di dialoghi in forma drammatica.

Genova, 3 novembre 1999


Al cor gentil rempaira sempre amore (di Guido Guinizzelli)


Domande n° 2-3-5-6-7-8 pagg. 191-192


Quale teoria della nobiltà, quale concezione dell'amore, quale immagine della donna vengono espresse nella canzone?


Nella canzone viene espresso il concetto della nobiltà non di diritto ma d'animo. In questo senso le caratteristiche principali del nobile sono sapere amare 'finamente' e possedere la qualità della gentilezza. L'amore, però, è inscindibile dalla gentilezza, in quanto ha la sua sede naturale nel cuore gentile.

Inoltre, la donna è rappresentata come un essere dalle sembianze angeliche e quindi, in quanto proveniente dal Paradiso, non era peccato amarla.


Nella canzone, al di sotto del discorso logico-argomentativo, si svolge un discorso di secondo livello, di tipo lirico-fantastico, che è creato dalla successione delle immagini. Il nucleo centrale da cui tutte si irradiano è l'idea di luminosità, chiarezza, splendore. Si individuino tali immagini (ad esempio, vv. 5-6: <<sole>>, <<splendore lucente>>). Qual è il fine a cui tende l'insistenza su immagini di quel tipo? Esistono immagini che evocano concetti opposti?


Le immagini luminose e splendenti sono sinonimi di paradiso e di vicinanza a Dio. Concetto opposto, cioè relativo all'Inferno e al mondo del peccato, è, ad esempio, l'oscurità (vd. La <<selva oscura>> dantesca).


Quali innovazioni rispetto alla produzione cortese e siciliana presenta questo testo riguardo all'immagine della donna e alla concezione dell'amore?


La donna, vista nella scuola siciliana come una padrona terrena, si trasforma in questa poesia in un angelo, e questo giustifica il conflitto amore-religione presente nella poesia.


In quale contesto storico-sociale si colloca la canzone?


Il periodo in cui visse l'autore era un periodo in cui era presente nei comuni dell'Italia Settentrionale lo scontro tra Guelfi e Ghibellini.


Qual è l'importanza della natura nella canzone e quale funzione assume?


La natura è il termine di paragone della donna e, in quanto è espressione sulla Terra di Dio, serve ad elevare la figura femminile ad un livello quasi divino, angelicato.


La concezione della nobiltà ivi espressa è democratica, cioè tutti possono godere dell'amore?


La concezione della nobiltà espressa nella canzone non è democratica perché la gentilezza è una dote naturale, non acquisibile.

Genova, 4 novembre 1999


Io voglio del ver la mia donna laudare (di Guido Guinizzelli)


Domande n° 2-3-5 pag. 196


Quali tecniche usa il poeta per lodare la donna? (cioè la donna viene lodata in sé o attraverso il confronto con altri elementi?).


La donna viene lodata attraverso gli elementi naturali. In questo si può scorgere una visione del mondo simile a quella del Cantico di Frate Sole, in quanto la donna angelicata viene paragonata con gli elementi della natura che a loro volta sono espressione di Dio sulla Terra.

Viene quindi definitivamente superata la concezione del disprezzo del mondo tipico delle opere medievali.


Ci sono qualità comuni tra i vari elementi nominati (donna-rosa-giglio-stella diana)?


La donna è un elemento paradisiaco, la rosa e il giglio sono i simboli dell'amore e della purezza e la stella diana può essere considerata come il primo segno divino nell'arco della giornata, in quanto è la prima stella ad essere vista nel cielo.

Quindi, a mio avviso, non ci sono caratteristiche comuni a questi elementi ma tutti contribuiscono ad elevare la figura della donna, anche se a livelli diversi.


Quali sono gli effetti del passare per via della donna?


La donna fa abbassare gli occhi a coloro i quali la incontrano e li fa convertire alla religione cattolica anche se non sono credenti.


Chi è questa che vèn ch'ogn'om la mira (di Guido Cavalcanti)


Domande n° 2-3-4 pag. 200


Vengono direttamente descritte le qualità della donna? Come questa si rapporta con il mondo e con i soggetti che la vedono?


La donna non viene descritta direttamente e si rapporta con gli altri in modo umile ma superiore, lasciandoli allibiti e senza parole. In questo viene espresso lo sconvolgimento interiore tipico delle tematiche di Cavalcanti.


Quali effetti la donna produce sulla natura e su coloro che l'osservano?


L'uomo rimane senza parole e può solo sospirare, mentre la natura è a lei inferiore (come nel caso delle virtù) oppure al massimo uguale (la bellezza si mostra agli altri attraverso di lei).


Qual è la condizione dell'uomo che viene a contatto con tale donna?


L'uomo rimane stupito di fronte a così tanta bellezza e umiltà e non può far altro che sospirare e rammaricarsi del fatto che la natura non l'ha dotato di abbastanza virtù per poterla avvicinare.

Genova, 5 novembre 1999


Voi che per li occhi mi passaste 'l core (di Guido Cavalcanti)


Parafrasi


Voi che, servendovi degli sguardi, mi trafiggeste il cuore e risvegliaste la mente che dormiva, guardate la mia vita piena di angoscia che Amore distrugge a forza di sospiri. Egli viene spaccando con così grande forza che i deboli spiriti vitali vanno via: resta solo l'aspetto del viso in suo potere e poca voce, una voce fioca, che esprime dolore. Questa variazione d'amore che mi ha distratto dai vostri occhi gentili si mosse rapidamente: scagliò contro di me un dardo nel fianco. Il colpo giunse dritto al primo scoccare dell'arco a tal modo che l'anima, tremando, si risvegliò, vedendo il cuore morto nel fianco sinistro.


Domanda n° 4 pag. 202


Confrontate la funzione dello sguardo in questo sonetto con quella presente in Chi è questa che vèn.


Nel sonetto Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira lo sguardo è uno strumento attraverso il quale l'uomo ammira meravigliato la bellezza e l'umiltà della donna, mentre in questa poesia è la donna che con lo sguardo attraversa il cuore del poeta, cioè lo fa 'innamorare'.


Perch'i' no spero di tornar giammai (di Guido Cavalcanti)


Domanda n° 5 pag. 204


Si individui nella ballata il ricorrere di altri motivi tipici della tradizione cortese, oltre al motivo della lontananza indicato nell'analisi. Ad esempio il motivo del <<servizio d'amore>> dove compare? In che luce è presentata la donna? Si possono riconoscere l'opposizione cortesia-villania e il segreto in cui deve essere tenuto l'amore?


È presente il tema del servizio d'amore (vv. 33-36). Inoltre la donna, nell'ultima strofa, viene presentata ornata di ogni bellezza, intelligente e con tutte quelle qualità tipiche della letteratura cortese.

Genova, 8 novembre 1999


S'i' fosse fuoco, arderei 'l mondo (di Cecco Angiolieri)


Domande n° 1-2-3 pag. 207


Esaminare il sonetto rispetto a:


a)     livello retorico (ad esempio ci sono anafore? Iperboli? Adynata? Parodie?);


b)    livello sintattico (l'uso ripetuto del periodo ipotetico dell'impossibilità quale effetto ottiene?);


c)     livello lessicale (quale lessico prevale?).


Il sonetto è pieno sia di anafore (<<s'i' fosse>>) sia di iperboli sia di adynata (il testo è organizzato sul periodo ipotetico dell'impossibilità) e la poesia stessa è una parodia.

L'uso del periodo ipotetico dell'impossibilità rivela, a mio avviso, la volontà da parte del poeta di ribellarsi alla società cortese-comunale, al papa, all'imperatore e alla famiglia, ma l'autore è ben cosciente che questo non è possibile.

Infine, il lessico è popolare.


Quali sono gli obiettivi della critica dello scrittore?


Gli obiettivi del sonetto sono criticare la società, la famiglia, il papa e l'imperatore. Quest'ultima critica, però, è particolarmente significativa perché il poeta, criticando entrambi i poteri, non si schiera né con i Guelfi né con i Ghibellini.


C'è un richiamo in questo sonetto al genere provenzale del plazer?


Non c'è un richiamo al plazer perché questo genere provenzale elencava i piaceri della vita mentre, nel sonetto, i piaceri del poeta non sono realizzabili (periodo ipotetico dell'impossibilità).


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