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I malavoglia - di g. verga - riassunto




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Il barone rampante TITOLO: Il barone rampante AUTORE: Italo Calvino CENNI
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I MALAVOGLIA

di G. Verga


RIASSUNTO:

Il romanzo è ambientato nel piccolo paese di Aci Trezza in Sicilia e narra la decadenza di una famiglia di pescatori: i Malavoglia, che perdono i loro miseri averi, la loro casa e la barca da pesca (la Provvidenza). Essi non perdono mai la speranza di poter un giorno tornare a godere del benessere che si erano guadagnati.

La famiglia è composta da padron 'Ntoni, il figlio Bastianazzo, sua moglie Maruzza e 5 nipoti: 'Ntoni, Luca, Mena, Alessi e Lia.

Il declino inizia con la partenza per il militare di 'Ntoni, il figlio maggiore di Bastianazzo.

La necessità di guadagno induce padron 'Ntoni a comprare, senza poter pagare, una partita di lupini dallo zio Crocifisso, usuraio di mestiere. Questo sarebbe dovuto essere un buon affare ma si trasforma in una vera e propria tragedia: Bastianazzo, che avrebbe dovuto vendere la merce a Riporto, muore a causa di un naufragio e con lui vanno perduti i lupini e la Provvidenza.

Ai Malavoglia resta solo un grande dolore e la necessità di pagare il debito allo zio Crocifisso.

La Provvidenza viene poi ritrovata e 'Ntoni torna dal servizio militare. Egli ha poca voglia di lavorare e ciò che guadagna viene usato per riparare la Provvidenza, non potendo così ripagare il debito. Fingendo di aver venduto il suo credito a Piedipapera, l'usuraio riesce a mandare l'usciere dai Malavoglia la vigilia di Natale.

Nonostante le rassicurazioni dell'avvocato Scipioni, che cerca di spiegare a padron 'Ntoni che non c'è niente da temere poiché la casa del nespolo fa parte della dote della Longa, i Malavoglia si accordano con Piedipapera di lasciargli la casa qualora non riuscissero a pagare il debito.

Nel frattempo Luca parte soldato. 'Ntoni ha sempre meno voglia di lavorare e passa il suo tempo a fare la corte a Barbara, figlia di mastro Zuppiddo, suscitando l'astio di altri pretendenti. Mena viene promessa a Brasi di padron Fortunato Cipolla, nonostante la giovane ami Alfio Mosca, un carrettiere.

La Provvidenza, rimessa a nuovo, ritorna in mare e per Pasqua padron 'Ntoni riesce a guadagnare 100 £ per pagare parte del debito.

Nuove disgrazie incombono però sui Malavoglia: Luca muore in battaglia.

Non potendo più pagare il debito, i Malavoglia devono lasciare la casa allo zio Crocifisso e vengono abbandonati da tutti: padron Cipolla non vuole più che suo figlio Brasi sposi Mena e la Zuppidda non vuole più dare la figlia Barbara a 'Ntoni.

Un giorno una tempesta coglie padron 'Ntoni, 'Ntoni e Alessi in mare e i 3 si salvano a malapena.

'Ntoni si allontana sempre di più dal lavoro e frequenta l'osteria.

I Malavoglia vedono riaffiorare sogni e speranze grazie a una pesca abbondante. Tuttavia Maruzza muore di colera e 'Ntoni decide di partire in cerca di ricchezza. I Malavoglia sono costretti a vendere la Provvidenza e padron 'Ntoni e Alessi vanno a lavorare a giornata da padron Cipolla per guadagnare qualche soldo.

'Ntoni torna senza un soldo e senza voglia di lavorare, passa le giornate all'osteria della Santuzza. Intanto don Michele inizia a fare la corte a Lia. In una notte di pioggia 'Ntoni è sulla sciara per il contrabbando con Rocco Spatu, Cinghialenta e il figlio della Locca e, sorpresi dalle guardie, accoltellano don Michele. L'avvocato giustifica la coltellata raccontando di Santuzza che aveva lasciato 'Ntoni per il brigadiere. 'Ntoni viene condannato a 5 anni di carcere mentre Lia, disonorata, scappa di casa.

Di lì a poco padron 'Ntoni, ormai vecchio e malato, muore in ospedale mentre Alessi sposa la Nunziata e riscatta la casa del nespolo. Mena rimane con Alessi e la sua famiglia e rifiuta la proposta di matrimonio di Alfio Mosca, che nel frattempo era tornato ad Aci Trezza, a causa di Lia che aveva disonorato anche lui. 'Ntoni torna a casa e i fratelli lo invitano a stare ma egli non rimane, parte per un posto dove nessuno lo conosce. Fissa a lungo i luoghi noti poi all'alba si mette in cammino mentre il villaggio si risveglia.


SPAZIO:

Le vicende si svolgono in Sicilia, nel paese di Aci Trezza, che si trova pochi km a nord di Catania. Verga rappresenta la tipica realtà siciliana del suo tempo con la mentalità chiusa di una società rappresentativa dell'Italia meridionale di fine '800.


TEMPO:

L'inizio del romanzo è nel 1863, quando la Sicilia era appena entrata a far parte del nuovo regno di Italia. Non mancano nel paese certe note di passionalità politica, sospese fra il vecchio e il nuovo: rimpianti borbonici e speranze rivoluzionarie.


PERSONAGGI PRINCIPALI:

Padron 'Ntoni: incarna il tipo di "pater familias" siciliano attorno a cui ruota l'intera famiglia. Povero pescatore, attaccato alla sua città natale e alla sua casa. Dopo aver perso la casa del nespolo, la sua esistenza è tutta tesa alla ricostruzione del patrimonio personale. Il vecchio, nonostante le grandi sofferenze che è costretto a subire, dimostra una grande forza interiore.

Bastianazzo: figlio di padron 'Ntoni e marito della Longa. Perde la vita in mare trasportando il carico di lupini con la Provvidenza.

Maruzza la Longa: prototipo della donna siciliana di fine '800, dedita alla famiglia e ai lavori domestici. Nonostante le grandi sofferenze non si lamenta mai, cela il suo dolore e lavora assiduamente per raggranellare soldi per la casa del nespolo e per la dote di Mena. Affaticata dal dolore e malata di colera morirà tra le lacrime e la disperazione della sua famiglia.

'Ntoni: è il maggiore dei figli di Bastianazzo. È sempre pronto a lamentarsi del suo destino e ha poca voglia di lavorare. È invidioso dei ricchi e ciò lo porta al disprezzo della propria condizione sociale. Egli non riesce ad arricchirsi e trascorre le sue giornate all'osteria della Santuzza. La sua indole violenta sfocerà nella coltellata a don Michele che lo porterà alla galera. Solo alla fine pare avvicinarsi alla religione del focolare domestico e alle tradizioni.

Mena: è detta anche Sant'Agata perché stava sempre al telaio. È intensamente innamorata di Alfio Mosca ma questo amore è inconfessato non solo per il naturale pudore ma anche perché ci si sente sottoposti ad un'esigenza economica che per la povera gente è più forte dell'amore. Mena mette in secondo piano i suoi sentimenti: è pronta a sacrificare il suo amore per Alfio rassegnandosi alla sorte avversa.

Luca: è un ragazzo molto giudizioso che lavora duramente per aiutare la sua famiglia. Durante il servizio militare perde la vita nella battaglia di Lissa.

Alessi: aiuta con impegno il nonno nella pesca e alla fine riesce a riacquistare la casa del nespolo. Si sposa con Nunziata e forma una nuova famiglia.

Lia: è la figlia più piccola di Bastianazzo. Diviene una bella ragazza e don Michele inizia a farle la corte, suscitando i pettegolezzi dei vicini. Nel processo a 'Ntoni viene disonorata e così decide di fuggire e non tornare più.

Zio Crocifisso: è detto anche campana di legno, è l'usuraio del paese. L'unico suo desiderio è quello di arricchirsi. Alla fine sposerà sua nipote la Vespa che scialacquerà ciò che egli aveva avidamente raggranellato.


COMMENTO:

Questo racconto è lo studio sincero e spassionato del come probabilmente devono nascere e svilupparsi nelle più umili condizioni le prime irrequietudini pel benessere; e quale perturbazione debba arrecare in una famigliuola, vissuta sino allora relativamente felice, la vaga bramosìa dell'ignoto, l'accorgersi che non si sta bene, o che si potrebbe star meglio.

Il movente dell'attività umana che produce la fiumana del progresso è preso qui alle sue sorgenti, nelle proporzioni più modeste e materiali. Il meccanismo delle passioni che la determinano in quelle basse sfere è meno complicato, e potrà quindi osservarsi con maggior precisione. Basta lasciare al quadro le sue tinte schiette e tranquille, e il suo disegno semplice. Man mano che cotesta ricerca del meglio di cui l'uomo è travagliato cresce e si dilata, tende anche ad elevarsi e segue il suo moto ascendente nelle classi sociali. Nei Malavoglia non è ancora che la lotta pei bisogni materiali. Soddisfatti questi, la ricerca diviene avidità di ricchezze, e si incarnerà in un tipo borghese, Mastro don Gesualdo, incorniciato nel quadro ancora ristretto di una piccola città di provincia, ma del quale i colori cominceranno ad essere più vivaci, e il disegno a farsi più ampio e variato. Poi diventerà vanità aristocratica nella Duchessa de Leyra; e ambizione nell'Onorevole Scipioni, per arrivare all'Uomo di lusso, il quale riunisce tutte coteste bramosìe, tutte coteste vanità, tutte coteste ambizioni, per comprenderle e soffrirne, se le sente nel sangue, e ne è consunto. A misura che la sfera dell'azione umana si allarga, il congegno della passione va complicandosi; i tipi si disegnano certamente meno originali, ma più curiosi, per la sottile influenza che esercita sui caratteri l'educazione, ed anche tutto quello che ci può essere di artificiale nella civiltà. Persino il linguaggio tende ad individualizzarsi, ad arricchirsi di tutte le mezze tinte dei mezzi sentimenti, di tutti gli artifici della parola onde dar rilievo all'idea, in un'epoca che impone come regola di buon gusto un eguale formalismo per mascherare un'uniformità di sentimenti e d'idee. Perché la produzione artistica di cotesti quadri sia esatta, bisogna seguire scrupolosamente le norme di questa analisi; esser sinceri per dimostrare la verità, giacché la forma è così inerente al soggetto, quanto ogni parte del soggetto stesso è necessaria alla spiegazione dell'argomento generale.

Il cammino fatale, incessante, spesso faticoso e febbrile che segue l'umanità per raggiungere la conquista del progresso, è grandioso nel suo risultato, visto nell'insieme, da lontano. Nella luce gloriosa che l'accompagna dileguandosi le irrequietudini, le avidità, l'egoismo, tutte le passioni, tutti i vizi che si trasformano in virtù, tutte le debolezze che aiutano l'immane lavoro, tutte le contraddizioni, dal cui attrito sviluppasi la luce della verità. Il risultato umanitario copre quanto c'è di meschino negli interessi particolari che lo producono; li giustifica quasi come mezzi necessari a stimolare l'attività dell'individuo cooperante inconscio a beneficio di tutti. Ogni movente di cotesto lavorìo universale, dalla ricerca del benessere materiale alle più elevate ambizioni, è legittimato dal solo fatto della sua opportunità a raggiungere lo scopo del movimento incessante; e quando si conosce dove vada quest'immensa corrente dell'attività umana, non si domanda al certo come ci va. Solo l'osservatore, travolto anch'esso dalla fiumana, guardandosi intorno, ha il diritto di interessarsi ai deboli che restano per via, ai fiacchi che si lasciano sorpassare dall'onda per finire più presto, ai vinti che levano le braccia disperate, e piegano il capo sotto il piede brutale dei sovravvegnenti, i vincitori d'oggi, affrettati anch'essi, avidi anch'essi d'arrivare, e che saranno sorpassati domani.

I Malavoglia, Mastro-don Gesualdo, la Duchessa de Leyra, l'Onorevole Scipioni, l'Uomo di lusso sono altrettanti vinti che la corrente ha deposti sulla riva, dopo averli travolti e annegati, ciascuno colle stimate del suo peccato, che avrebbero dovuto essere lo sfolgorare della sua virtù. Ciascuno, dal più umile al più elevato, ha avuta la sua parte nella lotta per l'esistenza, pel benessere, per l'ambizione - dall'umile pescatore al nuovo arricchito - alla intrusa nelle alte classi - all'uomo dall'ingegno e dalle volontà robuste, il quale si sente la forza di dominare gli altri uomini, di prendersi da sé quella parte di considerazione pubblica che il pregiudizio sociale gli nega per la sua nascita illegale; di fare la legge, lui nato fuori della legge - all'artista che crede di seguire il suo ideale seguendo un'altra forma dell'ambizione. Chi osserva questo spettacolo non ha il diritto di giudicarlo; è già molto se riesce a trarsi un istante fuori del campo della lotta per studiarla senza passione, e rendere la scena nettamente, coi colori adatti, tale da dare la rappresentazione della realtà com'è stata, o come avrebbe dovuto essere.

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