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I disturbi del comportamento ali¬mentare




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I disturbi del comportamento ali­mentare


Anoressia, bulimia e iperfagia sono disturbi del comportamento alimen­tare molto dif­fusi, con una forte incidenza anche nelle popolazioni giova­nili. Le diverse spiegazioni a questo riguardo fanno riferimento a livelli biologici, psicologici e sociali fra cui: fa­miglie conflittuali, forme di asso­ciazione incon­scia tra cibo e condizioni relazionali, modelli negativi di magrezza del corpo proposti dai media, sofferenza rispetto alla pro­pria identità corporea.  Studi recenti hanno anche messo in luce tra l'anoressia e alcuni elementi culturali, come ad esempio l'ascetismo religioso delle "sante anoressiche" medioevali o il consumismo alimentari dei modelli di vita contemporanei. In ogni caso anoressia mentale, bulimia e iperfagia (che non vanno confusi con compor­tamenti simili, come il rifiuto del cibo dovuto ad uno stato depressivo o il di­sordine alimentare in periodi di stress) sono un fenomeno in aumento, tipico solo della nostra società, che colpisce prevalentemente (con un rapporto di circa il 90% dei casi) sog­getti femminili in età giovane. Le interpretazioni cli­niche a questo ri­guardo sono molteplici, e vanno dall'individuazione di cause neurologi­che alla concezione "sistematica" della psicoterapeuta Mara Palaz­zoli Sel­lini, per la quale la terapia delle persone anoressiche va indirizzata an­zi­tutto alla famiglia e sul sistema di comunicazioni patologiche in essa pre­sente. Secondo lo psicanalista Gérard Apfeldorfer le persone con disturbi del comportamento alimentare sono "soggetti in posizione iperempatica", con la tendenza a sovrastimare il rapporto con il mondo e a disconoscere sé stessi e i proprio corpo, che devono essere guidati a riconoscere la con­cretezza del proprio sé e la necessità del suo equilibrato controllo.



Anoressia nervosa o anoressia alimentare

a)   Rifiuto di mantenere un peso uguale o superiore al peso minimo tenuto conto dell'età e dell'altezza.

b)   Paura intensa di acquistare peso o di diventare grassi, anche con un peso anormalmente basso.

c)   La forma e il peso del corpo sono avvertiti in modo anormale, il giudizio su sé stessi è indubbiamente influenzato dalla forma e dal peso del corpo , o esiste un diniego delle conseguenze del basso peso corporeo.

d)   Nelle donne puberi, amenorrea, cioè assenza di mestruazioni per almeno tre cicli consecutivi.


Si distinguono tre tipi di ANOREXIA NERVOSA:

a)   la persona presenta iperfagie incontrollate accompagnate da comportamenti compensatori per prevenire l'acquisto di peso, come il vomito provocato, l'assunzione abusiva di lassativi o diuretici (tipo bulimia/vomiti).


b)   La persona non presenta episodi di iperfagia incontrollata né comportamenti compensatori per prevenire l'acquisto di pesi (tipo restrittivo).


c)   L'anoressia mentale non deve essere confusa con la perdita di appetito (anoressia) che si osserva negli stati depressivi, nella maggior parte delle malattie che ci cronicizzano, nelle malattie gravi che colpiscono gli organi vitali



Bulimia nervosa

a)   Episodi ricorrenti di iperfagia incontrollata cioè assunzioni alimentari in un tempo ristretto, inferiore alle 2 ore di una quantità di cibo largamente superiore a quella che la maggior parte mangerebbe nello stesso tempo e nelle stesse circostanze oppure impressione di non avere il controllo delle quantità ingerite o la possibilità di fermarsi.


b)   Il soggetto mette in opera comportamenti comprensori mirati ad evitare l'acquisizione di peso ( vomito provocato, assunzione di lassativi o diuretici, digiuno, esercizio eccessivo).




c)   Gli episodi di iperfagia incontrollata e i comportamenti comprensori per prevenire un'acquisizione di peso hanno luogo in media due volte per  settimana per almeno tre mesi.


d)   Il giudizio dato di sé stessi è indubbiamente influenzato dalla forma o dal peso del corpo.


e)   Il disturbo non sopraggiunge nel corso di una anoressia mentale.



Sindrome da iperfagia incontrollata o binge eating discorder

a)   Episodi ricorrenti di iperfagia. Ogni episodio consiste nell'assunzione, in un breve lasso di tempo (meno di due ore), di una quantità di cibo eccede in modo notevole quello che la maggior parte delle persone mangia nello stesso tempo e nelle stesse circostanze. L'individuo ha l'impressione di non aver il controllo delle quantità ingerite o la possibilità di fermarsi.


b)   Durante gli episodi di iperfagia, almeno tre dei seguenti criteri di assenza di controllo sono presenti:

l'assunzione alimentare nettamente più rapida del normale;

l'individuo mangia fino all'apparizione sgradevoli sensazioni di replezione gastrica;

ingestione di grandi quantità di alimenti senza sensazioni fisica di fame;

assunzioni alimentare solitarie al fine di nascondere agli altri le quantità ingerite;

sensazione di disgusto di se, depressione o grande senso di colpa dopo aver mangiato.

c)   Grande stato di sconforto per ciò che concerne l'iperfagia volontaria.

d)   L'iperfagia sopraggiunge in media due volte alla settimana per un periodo di sei mesi.

e)   Il disturbo non risponde ai criteri di diagnosi di bulimia nervosa e di anoressia mentale.

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