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La francia e l'europa dal direttorio a napoleone




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LA FRANCIA E L'EUROPA DAL DIRETTORIO A NAPOLEONE


1. IL DIRETTORIO: LIBERALISMO O REGIME DEI NOTABILI

Rovesciata la dittatura di Robespierre si manifestò l'esigenza di uno stato forte e moderno che doveva realizzare il progetto borghese di continuare una guerra di espansione. Con la Costituzione dell'anno III la borghesia rivoluzionaria aveva organizzato un sistema politico capace di battersi su due fronti: contro la destra monarchica e la democrazia giacobina. Restringendo l'elettorato secondo il censo aveva affidato il governo ai notabili, negli anni del Direttorio perciò si accentò la tendenza a accentuare il potere esecutivo e limitare quello legislativo.

2. LE GUERRE DEL DIRETTORIO

Il problema del Direttorio rimaneva la guerra; il ceto medio chiedeva espansione, e l'esercito rispondeva conquistando i territori d'Europa. Le guerre del Direttorio suscitarono le adesioni tra le popolazione alla Rivoluzione. Nel '96 il Direttorio progettò una grande offensiva contro gli Asburgo. Due forti eserciti al comando di Jourdan e Moreau penetrarono in Germania e puntarono su Vienna, mentre un terzo esercito affidato a Napoleone Bonaparte era impegnato in Italia.

3. L'ESERCITO ROCCAFORTE DELLA TRADIZIONE GIACOBINA

L'adesione al servizio militare obbligatoria, imposta dalla Montagna, aveva trasformato le bande mercenarie del passato in un esercito di popolo che si batteva per i valori della Repubblica e i propri. Da ciò nacque il concetto moderno di patria, infatti la guerra era sentita come una missione da compiere per liberare i popoli dalle loro catene.

4. LA CARRIERA DI BONAPARTE

Nato ad Ajaccio nel 1769 da una famiglia di piccola nobiltà Napoleone Bonaparte era un ufficiale di artiglieria nell'89. La rivoluzione gli offrì l'occasione per farsi avanti, accostatosi ai Giacobini ebbe l'incarico di strappare Tolone ai federalisti ribelli ed ottenne a soli 25anni la carica di generale. Dopo la caduta di Robespierre abbandonò i perdenti Giacobini accostandosi ai nuovi potenti, frequentando salotti parigini dove conobbe la moglie Giuseppina Beauharnais. Diventato amico di un membro del governo, Barras, gli fu affidata la difesa armata del Direttorio ed ebbe poi il comando dell'armata in Italia.

5. LA PRIMA CAMPAGNA D'ITALIA: 1796-97

Bonaparte battè le truppe sabaude in Italia, costringendo Vittorio Amedeo III a cedere alla Francia Nizza e Savoia e ad aprire il paese ai Francesi per le successive lotte contro l'Austria. Liberatosi dei Savoia, Bonaparte affrontò gli Austriaci costringendoli ad abbandonare Milano e chiudendoli a Mantova. I piccoli stati dell'Italia settentrionale dovettero sottostare a pesanti tributi e cedere preziose opere d'arte. Nel 1797 il papa fu costretto ad accettare col trattato di Tolentino lo stato di neutralità. Così si chiude la prima fase della campagna d'Italia. Nel tentativo di una controffensiva gli austriaci persero nella Repubblica veneta, anche questa cadde dopo la devastazione del suo territorio a causa dei due eserciti combattenti.

6. LE REPUBBLICHE GIACOBINI IN ITALIA SINO AL TRATTATO DI CAMPOFORMIO(17/10/1797)

Le vittorie di Bonaparte crearono grandi cambiamenti nell'Italia settecentesca, scomparvero  stati secolari, tutto ciò nell'entusiasmo delle minoranze giacobine; spesso al contrario facevano riscontro violente manifestazioni di opposizione. Le autorità francesi si appoggiarono alla borghesia e i patrioti giacobini furono isolati, così fu impossibile perseguire una politica sociale accettata anche dalle plebe e ciò causa la loro passività. Le prime repubbliche nacquero sotto Bonaparte, che intendeva crearsi in Italia un potere personale da contrapporre a quello del Direttorio. Sotto Bonaparte sorse, nel 96 la Lombardia, organismo indipendente dai francesi, nel 97 ci fu la Repubblica cispadana, con Modena, Reggio, Bologna e Ferrara. A Reggio si costituì un governo provvisorio con un proprio esercito e bandiera (verde, bianca, rossa) destinata a diventare l'attuale bandiera italiana. Il 6 giugno del 97 i patrioti genovesi proclamarono la repubblica ligure. Nonostante le tante repubbliche diverse il tema dell'uguaglianza e della libertà faceva parte di tutti. La campagna d'Italia, tuttavia, continuò ad essere favorevole a Napoleone, egli superati gli austriaci penetrò in Austria, puntando su Vienna. La diplomazia asburgica lo fermò avanzando proposte di pace: l'Austria avrebbe lasciato il Belgio ma in cambio chiedeva la spartizione della Valle padana Napoleone stipulò il trattato di Campoformio e rese pubbliche le sue trattative che l'Austria. Nel 97 a Parigi, il Direttorio appoggiato a Napoleone, fermò un pericolosa avanzata monarchica, il Colpo di Stato di fruttidoro;. Dopo unificò le Cispadana, la Transpadana e la Repubblica di Venezia, dando vita alla Repubblica Cisalpina, il primo nucleo dello stato italiano con capitale Milano e con esercito, amministrazione e bandiera propri.

7. LE REPUBBLICHE SORELLE IN EUROPA

Il Direttorio, non tenendo conto della dispersione delle forze militari sui fronti di guerra, continuò la sua politica di espansione in Europa. I programmi della rivoluzione interessavano le nazione con problemi sociali e politici simili a quelli francesi. Abbiamo due modelli dell'espansione rivoluzionaria: il primo è rappresentato dagli stati nei quali i movimenti patriottici avevano possibilità di mantenere il potere (Paesi Bassi, Svizzera, Italia del Nord); il secondo è quello degli stati nei quali solo la conquista francese poteva imporre la rivoluzione( Italia del Sud, Spagna e Germania). I movimenti patriottici del secondo gruppo si erano limitati alla gente colta. L'espansione francese prese di mira le regioni capaci di diventare repubbliche sorelle(stati subordinati). I Paesi Bassi divennero la repubblica Batava, la Svizzera divenne la Repubblica elvetica e fu incamerata dalla Francia.

8. LA REPUBBLICA CISALPINA E LA REPUBBLICA ROMANA NEL 1798-99

Nel 1798 nascevano la Repubblica romana e quella elvetica; gli equilibri concordati nel trattato di Campoformio crollarono e le potenze europee si unirono contro la Francia nella seconda coalizione: ad Inghilterra, Austria e Russia si unirono Turchia e Napoli. Nel 1799 con Napoli, Piemonte e Toscana i francesi ebbero il controllo della penisola. Durante l'estate gli Austro-Russi riuscirono a battere la Francia e stabilire in Italia il loro interregno. Nella Cisalpina si manifestò una vivace attività intellettuale, molti patrioti ed intellettuali rivendicarono l'autonomia dalla Francia, cosicché i francesi non esitarono a chiudere i loro clubs e censurare la stampa. Con quattro successivi interventi, colpi di stato, arrivarono ad emarginarli dall'attività politica. A Roma la repubblica fu appoggiata dalle armi francesi; il papa abbandonò la città. La costituzione dell'anno III(1795) fu accettata dai romani, si tese a tutelare i privilegi dei ceti medi e borghesi. Il governo della giacobina repubblica romana fu sostenuto come quello della Cisalpina da gruppi borghesi. Le masse popolari non manifestarono inizialmente ostilità alla Repubblica romana.

9. LA REPUBBLICA NAPOLETANA

La repubblica napoletana sorse nel 1799 dopo la fuga di Ferdinando IV di Borbone in Sicilia, e fu sostenuta da intellettuali come Pagano, Caracciolo e Russo, destinati a morire al ritorno dei Borborne. Abbandonata dai francesi nel tentativo di fronteggiare l'arrivo Austro-Russo, la repubblica tentò da sola di resistere all'offensiva della Seconda coalizione. Incaricato dal re di riconquistare il regno il cardinale Ruffo era riuscito a mobilitare contro il nuovo regime migliaia di contadini (bande sanfediste o esercito della Santa Fede). Napoli dovette arrendersi nel giugno del 99. I patrioti napoletani promossero attraverso atti coraggiosi legislativi, il riscatto civile e sociale delle masse contadine sottraendole alla servitù della Chiesa e dell'aristocrazia; la loro azione risultò inefficacie, così i contadini cedettero ala propaganda del clero per cui i Giacobini patrioti fossero nemici ed accorsero ad arruolarsi nell'esercito della Santa Fede contro di loro. A differenza del giacobinismo francese che unì popolo e borghesia, quello italiano non riuscì a stabilire rapporti con il popolo ne ad impedire che questo fosse assorbito dal blocco reazionario.

10. LA SPEDIZIONE FRANCESE IN EGITTO (98-99)

Il predominio nel Mediterraneo era diventato un obbiettivo importante per la politica francese e la conquista dell'Egitto poteva servire come mezzo di pressione per indurre la Turchia ad aderire alla Francia. In più ciò avrebbe minacciato i commerci inglesi, l'unica potenza rimasta ancora in armi. L'impresa fu affidata a Bonaparte, condottiero vittorioso e diplomatico accorto e moderato. Bonaparte partì da Tolone nel 98 e s'impadronì di Malta sconfiggendo i Mamelucchi, casta militare del sultano di Costantinopoli. Dopo poco l'ammiraglio inglese Nelson distrusse la flotta francese ad Abukir, l'esercito di Napoleone rimase bloccato mentre la Seconda coalizione progettava l'attacco che cacciò i francesi dall'Italia.

11. IL COLPO DI STATO DEL 8 BRUMAIO (9 NOVEMBRE 1799)

Le disfatte militari rivelarono la debolezza del Direttorio e ne provocarono la fine. Un gruppo di politici pensò di ricorrere al colpo di Stato, essi sapevano che l'opinione francese confidava in Napoleone, il solo in grado di opporsi ad un ritorno monarchico. Bonaparte decise di abbandonare l'esercito ormai spacciato in Egitto e nel 99 tornò a Parigi. Il Direttorio fu licenziato e da ora inizia l'era del dominio napoleonico, 18 brumaio anno VIII. Una nuova Costituzione repubblicana dell'anno VIII, assegnò il potere esecutivo al Consolato, formato da tre consoli il cui primo fu Bonaparte. Quello legislativo alla ricca borghesia attraverso una sistema di organi rappresentativi (Tribunato, Senato) i cui membri erano scelti dai consoli stessi. I magistrati non furono più eletti dal popolo ma dal Primo console. Il popolo doveva solo obbedire e servire, con ciò si tornava al sistema dell'Antico Regime, ma si mantennero le conquiste civili della Rivoluzione, l'uguaglianza dei francesi di fronte la legge e il diritto di proprietà.

12. VITTORIE IN GUERRA ED EFFIMERE SPERANZE DI PACE (1800-02)

Tra il 1800-02 l'esercito francese conseguì due importanti vittorie sugli austriaci, a Marengo e a Hohenlinden. La nuova condizione politica del continente venne redatta nel trattato di Luneville nel 1801, la Francia entrava così in possesso dei suoi confini naturali, Pirenei, Alpi e Reno e dall'altra parte di molti Stati subordinati, così si realizzava il sogno di Luigi XIV. Fu stipulata con l'Inghilterra la Pace di Amiens nel 1802 ma durò soli 13 mesi e ne seguirono violenti scontri; in effetti le condizioni di pace dettate da Napoleone erano troppo esigenti per le altre potenze che dopo poco rompevano l'accordo e ricominciavano gli scontri. Dopo la pace di Amiens Napoleone fu eletto console a vita.

13. DAL CONSOLATO ALL'IMPERO

Il 16 Luglio 1801 Bonaparte concluse il concordato con la Santa Sede e per dare risalto all'avvenimento assistette a Notre-Dame alla celebrazione di un Te Deum. I contemporanei lo considerarono un gesto simbolico, infatti dopo la scristianizzazione decise di riconoscere il Cattolicesimo e rispettarlo. Il clero così rinunciò a rivendicare i patrimoni ecclesiastici ed accettavano il nuovo costume laico, come il divorzio, il matrimonio civile e l'uguaglianza religiosa. I vescovi furono nominati da Napoleone e il clero stipendiato dalla Stato doveva giurare fedeltà alla Repubblica. Ma la pubblicazione degli Articoli Organici che ribadivano il diritto dello Stato e ribadivano gli obblighi della Chiesa fece pensare al pontefice di essere stato ingannato e ruppe con Napoleone il patto. Nel 1802 Napoleone promosse un'amnistia per tutti gli emigrati a causa della rivoluzione, così ebbe l'appoggio di quest'ultimi. La pacificazione che Bonaparte offriva alla Francia includeva il silenzio delle opposizioni, aveva deliberato la censura sulla stampa e sugli spettacoli, tentativi di congiure e sommosse furono immediatamente represse. Fu turbato dalla presenza di Luigi XVIII che rivendicava il trono, così per legittimare il suo potere si fece incoronare dal papa Imperatore di Francia il 2 dicembre 1804. La legislazione concesse alla sua famiglia l'eredità della corona. La Costituzione dell'anno XII accentuò il potere esecutivo e ridusse il legislativo, la volontà di Napoleone diventava legge, e la vita politica si raccolse attorno a lui. Fece principi i suoi fratelli e un certo numero di grandi dignitari imperiali tra civili e militari, con essi si creò attorno a sé un elite punto forza del suo impero.

14. LA CONQUISTA DELL'EUROPA OCCIDENTALE. IL PRIMO SCONTRO CON LA RUSSIA E L'ACCORDO CON LO ZAR

Crollati le paci di Luneville e Amiens, Napoleone per sete di potere si scontrò con gli stati del Centro e Nord del continente. Fu sconfitto sul mare a Trafalgar ma vittorioso in terra contro l'Austria, entrò a Vienna dove stipulò la pace di Presurgo(1805). Padrone dell'Europa occidentale si prese anche la Germania dove creò la Confederazione del Reno, comprendendo Baviera, Francoforte e Baden. La Prussia cercò di vendicare i germanici ma fu sconfitta e i francesi entrarono a Berlino da qui emanò il decreto che stipulò il blocco del commercio contro l'Inghilterra cercando di metterla in ginocchio. Napoleone occupò la Polonia e Varsavia e battè Prussia e Russia. Ebbe una vittoria decisiva a Friedland, dove incontratosi con lo zar Alessandro su una zattera dopo un conversazione di tre ore senza testimoni arrivò alla pace con cui si puniva la Prussia e si umiliava la Polonia. Fu costituita la Westfalia nel territorio prussiano assegnato al fratello Girolamo. Intanto Francia e Russia si impegnarono in un alleanza contro l'Inghilterra.

15. L'INIZIO DEL DRAMMA SPAGNOLO (1807

Tra il 1806-07 Napoleone al punto massimo del suo potere prese due decisioni che segnarono la sua fine: occupare la penisola iberica e il blocco economico contro l'Inghilterra. Dopo aver aiutato il re spagnolo a conquistare il Portogallo lo costrinse a cedere la corona al fratello Giuseppe. Gli spagnoli traditi insorsero contro i francesi. Il blocco economico suscitò malcontento e proteste e paradossalmente l'economia inglese continuò a progredire.

16.L'EUROPA RESISTE ALLA CONQUISTA. IL MATRIMONIO AUSTRIACO (1808-1810)

Nel 1808 i rapporti tra Napoleone e Papa Pio VII continuarono a peggiorare. Dopo aver occupato Roma Bonaparte fu scomunicato e Napoleone rispose con l'incarcerazione del papa. Una parte del clero passò all'aperta opposizione contro il regime e alcuni vescovi furono esiliati. Anche nel centro crebbe la protesta, la prima sommossa venne dalla Prussia dove il filosofo Fiche rivendicò i principi della Rivoluzione francese. Mentre due statisti Von Hardenberg e Von Stein e il re Federico Guglielmo III promossero una serie di riforme, quella agraria, riorganizzarono l'esercito, cancellarono le discriminazione sugli Ebrei. Nel 1809 l'Austria scatenò un'offensiva in Germania fu nuovamente battuta ma le vittorie erano molto più sofferte. Furono le difficoltà complessive a spingere Napoleone, preoccupato di non avere eredi a divorziare da Giuseppina e sposarsi con Maria Luisa d'Asburgo, ciò avrebbe risolto il problema dinastico e avrebbe unito Austria e Francia (1810).

17. IL SISTEMA CONTINENTALE

Geograficamente l'Impero napoleonico coincideva con quello romano d'occidente, Napoleone cercò di assicurare alla Francia la supremazia economica sul continente bloccando i traffici dell'Inghilterra la quale proseguiva una lotta implacabile, sostenendo i nemici di Napoleone nell'interno della Francia e fomentando la guerriglia nei regni vassalli. Il Blocco, come tutta la politica economica di Napoleone generò il malcontento in Europa.

18. NAPOLEONE E L'ITALIA: UNA NUOVA CARTA POLITICA

Alla vittoria di Maregno seguì la ricostituzione della Repubblica cisalpina; Napoleone nel 1801 fece convocare a Lione un'assemblea di notabili che doveva definire l'assetto del nuovo Stato italiano. Si accettò la presidenza di Bonaparte e la vicepresidenza del patrizio Francesco Melzi D'Eril. Il presidente nominava i ministri che governavano e proponevano leggi. Dopo l'incoronazione imperiale la Repubblica italiana scomparve; nel 1806 Napoleone era padrone di tutta l'Europa occidentale. Cacciò i Borboni per la loro indegnità, lasciando il trono al fratello Giuseppe. Si può dire che per la sua astuzia politica Napoleone considerasse le conquiste come merce di scambio.

19. NAPOLEONE E L'ITALIA

La politica napoleonica in Italia presentava diverse contraddizioni: se da un lato promuoveva, secondo i principi della rivoluzione francese, le riforme come l'autogoverno e il rinnovamento legislativo, dall'altro sottometteva i nuovi Stati con un apolitica di potere e militare. Ciò determinò il fallimento di Napoleone in Europa. La riorganizzazione dello Stato incise sulle condizioni sociali (es.abolizioni doganali, riforma fiscale) e da ciò sorsero atteggiamenti più collettivi. Nonostante i cambiamenti delle abitudini l'economia e la politica rimasero inalterate, sempre dominio aristocratico. Napoleone poi considerava l'Italia come un risorsa agraria francese, ciò danneggiò molto l'economia italiana. Troviamo anche un malcontento popolare, contro l'obbligo della coscrizione e il prelievo fiscale. A Napoli quando Gioacchino Murat successe Giuseppe Bonaparte furono promosse queste riforme, in questo periodo i piccoli e medi proprietari divennero più forti. La borghesia provinciale successe al feudalesimo e amministrò varie funzioni statali, vennero a crearsi nuove figure sociali, funzionari e impiegati civili.

20. LE OPPOSIZIONI A NAPOLEONE

Contro la Francia di Napoleone si schierarono insieme all'Inghilterra anche i sovrani spodestati, le masse popolari e gli intellettuali, detti liberali o scrittori romantici(esponenti del Romanticismo), oltre che Spagna, Germania e Russia. "Nazione" nella rivoluzione francese aveva trovato il significato moderno, mentre con Napoleone ritornò al significato tradizionale. Importanti esponenti del Romanticismo furono Fichte e Chateaubriand.

21. LA RISCOSSA DELLE NAZIONALITA': L'INSURREZIONE SPAGNOLA

Oltre all'opposizione intellettuale Napoleone affrontò anche quella delle masse popolari, le quali parteciparono per la prima volta volontariamente alla lotta contro Napoleone. Così l'esercito francese si trovò a combattere non più contro mercenari ma contro il popolo, e si rivelò impreparato. In Spagna la guerra fu combattuta senza pietà da ambo le parti; non tutti gli spagnoli combatterono, essi furono chiamati afrancesados (borghesi) che tenevano per i francesi con la convinzione che con loro il paese si sarebbe sviluppato. Questi ottennero l'emanazione di una nuova costituzione, Cadice, che rappresenta un tentativo democratico alla lotta di liberazione. Nel 1812 gli Inglesi si installarono in Sicilia, emanarono un'altra costituzione che insieme alla Cadice sancì una nuova lotta ideologica contro Napoleone.

22. LA CAMPAGNA DI RUSSIA (GIUGNO-NOVEMBRE 1812)

L'alleanza dinastica tra Francia e Spagna aveva allarmato lo zar Alessandro I inoltre il boicottaggio delle merci britanniche danneggiavano i traffici russi così vi pose fine. Con la sua egemonia Napoleone preoccupava lo zar, così da convincersi per un inevitabile guerra. Napoleone decise di penetrare in Russia con affianco le truppe alleate (Italia, Polacchi e Tedeschi), egli si aspettava di concludere la guerra in poche settimane invece le truppe russe resisterono attirando i francesi all'interno del loro paese e bruciando tutto ciò dietro di loro in modo che i francesi trovarono solo terre bruciate. I Russi impedirono l'accesso a Mosca dei francesi i quali perdevano sempre più potenza, ma alla fin Napoleone ebbe la meglio, anche se successivamente alcuni anonimi bruciarono Mosca, iniziò così la guerriglia. Alla fine Napoleone fu costretto a ritirarsi avendo subito gravissime perdite.

23. LA BATTAGLIA DI LIPSIA, L'INVASIONE DELLA FRANCIA, LA FINE DELL'IMPERO NAPOLEONICO

Napoleone diede la colpa della disfatta russa al clima gelido. La Prussia entrò in trattative con lo zar e dichiarò guerra alla Francia che accettò, ma si vede abbandonare dalla Svezia (il cui re ebbe il trono da Napoleone stesso), dalla Germania e dall'Olanda. Si formò una nuova coalizione(Inghilterra, Russia e Prussia)contro la Francia. Nella battaglia di Lipsa, Napoleone fu battuto. I segni di un imminente crollo erano dati anche dal grande numero di disertori nel'esercito. Russia e Prussia intendevano marciare su Parigi, Napoleone con la campagna di Francia cercò di proteggere Parigi ma i suoi nemici entrarono lo stesso. Egli fu costretto nel 1814 ad abdicare, lasciando il trono a Luigi 18. Napoleone si ritirò nell'isola d'Elba, con la fine di Napoleone si sciolsero anche gli Stati satelliti.

24. I CENTO GIORNI (MARZO-MAGGIO 1815)

Nonostante la sconfitta Bonaparte non voleva abbandonare la scena. Il ritorno del monarca preoccupati del ritorno all'Antico regime. Questo clima di delusione riaccese in Napoleone una speranza: si imbarcò alla volta di Parigi con 1000 fedeli e l'esercito che doveva fermalo passò dalla sua parte, cosicché Luigi 18 fu costretto ad abbandonare Parigi. Iniziarono così i "Cento giorni" che conclusero drammaticamente la carriera di Napoleone. Si ricostruì la coalizione contro Napoleone, che cercava invano di allearsi, così dovette ricorrere alla guerra, ma prima volle ingraziarsi il bene dei francesi condendogli una carta costituzionale molto ampia. Nella piana di Waterloo si concluse la guerra a favore dei coalizzati, Napoleone si consegnò agli inglesi e fu relegato a Sant'Elena dove morì nel 1821.


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