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Tabagismo




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TABAGISMO


Una tra le più diffuse piaghe sociali degli ultimi decenni è rappresentata dal tabagismo, ossia l'abuso di tabacco.

Questo fenomeno avviene ormai da tempo antichissimi, fin da quando gli indigeni dell'America appena scoperta da Colombo, avevano la strana usanza, sconosciuta agli Europei, di fumare le foglie di una pianta.

Quest'ultima fu portata in Europa da Jean Nicot nel 1560 e da lui prese il nome di Nicotina tabacum.

Da allora anche nel nostro continente si cominciò a fumare il tabacco, credendo che esso aumentasse persino la capacità di concentrazione del fumatore.

Venne poi introdotto l'uso della pipa, mentre molti sovrani iniziarono ad emanare documenti che mettevano in guardia contro le malattie del fumo.

Intanto il vizio si diffondeva sempre più tra le masse popolari, tra gli aristocratici e tra gli intellettuali.

Le scoperte della medicina hanno in questi ultimi secoli allungato la vita media degli uomini e diminuito fortemente il tasso di mortalità infantile; il fumo invece ha contribuito ad invertire questo processo per molte persone, cioè per i fumatori e per coloro che convivono a stretto contatto con questi ultimi.

Le ragioni per cui queste persone si lasciano catturare dal vizio del fumo sono diverse, certamente però non è esatto credere che esso possa portare qualche effetto positivo sul cervello; è dimostrato infatti che anche la memoria ne viene sicuramente danneggiata.

Probabilmente le ragioni sono altre e di carattere psicologico: molti fumano, soprattutto i giovani perché credono che questo sia un simbolo di virilità, di maturità, di ricchezza forse.

In particolare per gli adolescenti infatti l'abitudine di fumare deriva dal normale bisogno del giovane di adeguarsi al comportamento degli altri componenti del gruppo, spinti dal fenomeno del conformismo. Se i compagni fumano la spinta ad uniformarsi può diventare insostenibile. Spesso la rigida disapprovazione dei genitori spinge questi ragazzi a fumare di nascosto, aggiungendo un senso di colpa a quello di insufficienza e di ribellione.

Anche tra gli adulti secondo me, il primo impulso al fumo è dato dal desiderio di sentirsi più importanti o più interessanti di quello che realmente si è.

Un grave danno è operato continuamente da due ordini di fattori. Il primo riguarda i mezzi di comunicazione di massa ed in particolar modo il cinema.

Infatti spesso moltissimi personaggi famosi nei film vengono ripresi con la pipa o con la sigaretta in bocca, proprio per rendere il loro personaggio più attraente. Anche per i personaggi femminili sembra che l'abitudine del fumo sia segno di un certo fascino.

Un altro grave esempio è dato dai medici stessi . Molti di loro, infatti, rientrano nella categoria dei fumatori, invece di dare l'esempio e di rendere consapevoli gli altri dei danni provocati dal fumo.

La sigaretta contiene molti veleni: tra questi vi sono la nicotina e l'ossido di carbonio che entrano immediatamente in circolazione.

La nicotina, in particolare, crea una certa dipendenza nel fumatore perché si concentra nel sangue e rende quasi indispensabile continuare a fumare.

I danni del fumo sono molti, ma in particolare si tratta di malattie dell'apparato respiratorio gravi e gravissime come il cancro ai polmoni, alla bocca e alla lingua; danni al sistema nervoso e agli occhi. La nota più sconfortante è che i danni non sono solo quelli che il fumatore arreca a se stesso, ma anche quelli che arreca agli altri. I danni da fumo passivo, cioè quelli di coloro che sono costretti ad aspirare i veleni altrui perché vivono nello stesso ambiente sono altrettanto gravi.

È stato infatti scientificamente provato che si può essere fumatori passivi ancor prima di nascere, se la donna in stato di gravidanza non decide di smettere, per amore del figlio, di abbandonare, almeno nel periodo della gestazione, le tanto amate sigarette. Sotto questo profilo, il livello di istruzione sembra giocare un ruolo essenziale nel persuadere le future madri a smettere di fumare.

Particolarmente significativo è il fatto che le donne fumatrici, in preoccupante aumento, durante la gravidanza corrono seri rischi per il nascituro oltre che per loro stesse, mettendo al mondo un neonato con un peso corporeo inferiore alla norma, non di rado prematuro.

Proprio perché il fuma passivo è anch'esso molto dannoso, le legislazioni di tutti i paesi progrediti, Italia inclusa, hanno regolamentato da tempo il fumo nei mezzi di trasporto e nei locali pubblici o vietandolo completamente o creando locali riservati a fumatori, purché dotati di impianti di ventilazione e del ricambio dell'aria regolarmente funzionanti, ed altri ambienti per non fumatori.

In Italia i fumatori passivi sono circa 15 milioni e oltre 4 di loro sono bambini.

Particolarmente severa risulta al riguardo la legge statunitense che disciplina il fumo nei luoghi di lavoro. Intervenire preventivamente per attenuare o impedire la diffusione del tabagismo risulta essere un'impresa titanica se solo si considera l'enorme influenza pubblicitaria esercitata in forme più o meno occulte dai mass-media , anche in presenza di espliciti divieti.

La prima legge che in Italia regolamenta la pubblicità delle sigarette risale al 1962 e vieta ogni forma di pubblicità dei prodotti per fumatori su carta stampata, tv, manifestazioni sportive, magliette, . Alla legge del 1991 è seguito il Decreto Ministeriale del 1991 che vieta la pubblicità televisiva delle sigarette e di qualunque altro prodotto del tabacco.

E come esiste una legge che vieta di far pubblicità alle sigarette, ve ne è un'altra che ha introdotto una scritta su tutti i prodotti da fumo che avverte il consumatore che, usandoli, arreca un grave danno alla propria salute.

Molto importante secondo me è rafforzare  tutte quelle campagne pubblicitarie che combattono il vizio del fumo, soprattutto rivolgendosi ai giovani. I non fumatori devono continuare a lottare per fare rispettare i loro diritti dai fumatori. Il fumo purtroppo non è una sostanza innocua e non è giusto che qualcuno, incosciente, costringa anche gli altri ad avvelenarsi.

Recenti dati statistici stimano che nel mondo circa 211 milioni di bambini e di bambine sotto i 14 anni invece di andare a scuola, giocare, avere tempo per riposare, lavorano! Lavorano nei campi, nelle discariche, sulla strada, ovunque vi sia l'opportunità di guadagnare qualcosa per aiutare la famiglia.

Si stima che addirittura il 72% dei bambini si occupi a tempo pieno o a tempo parziale della lavorazione del tabacco.

Molti di loro lavorano nelle fabbriche che producono bidi, la tipica sigaretta indiana che viene preparata a mano, una a una: arrotolata, riempita di tabacco, chiusa, annodata.

Questi bambini sfruttati lavorano almeno 18 ora al giorno di lavoro in ambienti estremamente pericolosi e a continuo contatto con sostanze nocive.

Tali condizioni non solo compromettono la loro salute, ma a volte sono talmente pericolose da mettere a rischio la loro vita.

Tra i fumatori, il 75% si trova tra la popolazione dei paesi in via di sviluppo.

Il fumo oltre a danneggiare l'organismo umano è ulteriormente dannosa anche per l'ambiente. Per esempio in Inghilterra nel 1999 le sigarette hanno causato circa 5200 incendi provocando centinaia di morti.

Nel mondo ogni anno sono sacrificati 2,5 milioni di ettari di foresta per produrre e seccare il tabacco; infatti nei paesi in via di sviluppo, circa il 5% del disboscamento generale è dovuto alla coltura del tabacco.

Nelle coltivazioni di tabacco, in soli 3 mesi vengono effettuate ben 16 applicazioni tra pesticidi, fertilizzanti e antiparassitari, rendendo queste sostanze altamente tossiche.

Il loro uso provoca l'avvelenamento dei suoli, delle acque e degli animali, l'intossicazioni acute nell'uomo nelle aree in cui i pesticidi vengono usati più frequentemente e aumentano le nascite di neonati con malformazioni.

L'importante comunque è comprendere che poche sigarette ogni tanto, non rappresentano né un vizio né un pericolo; ciò che è dannoso, come in tutte le cose, sono gli abusi continui che innescano una spirale dalla quale è poi molto difficile liberarsi, provocando danni a se stessi, agli altri e all'ambiente.

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