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Metamorfosi Come Spostamento Di Identità: Gli Studi Di Freud Sul Narcisismo




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Metamorfosi Come Spostamento Di Identità:

Gli Studi Di Freud Sul Narcisismo


Il narcisismo è un disturbo della personalità e indica un eccessivo investimento nella propria immagine. I narcisisti dimostrano mancanza di interesse verso gli altri, ma sono altrettanto indifferenti ai loro veri bisogni e spesso il loro comportamento è autodistruttivo. Dal punto di vista sociale, il fenomeno esteso alla collettività, antepone la ricchezza alla saggezza, la notorietà alla dignità e il successo è più apprezzato del rispetto di sé. Lo stato di irrealtà del narcisismo non è solo nevrotico, tende allo psicotico. La persona e la collettività non sono consapevoli della propria malattia, condizione che impedisce ogni tentativo di guarigione. La chiave di una possibile terapia è la comprensione: tutti i narcisisti hanno un profondo bisogno di essere compresi, di qualcuno che li capisca. La malattia è condizionata dall'esagerato investimento nell'immagine che obbliga uno spostamento di identità, dal sé, all'immagine di sé, caratteristico dello stato narcisistico patologico. Questa concezione è aderente al mito di Narciso che continuava a specchiarsi nell'acqua per conferma della propria bellezza più che per ammirazione.

Nel 1914 Freud[1] presenta il suo primo saggio sul narcisismo intitolato appunto "Introduzione al narcisismo" introducendo i concetti di narcisismo primario, tipico del bambino nella primissima infanzia, in cui la libido è centrata sul proprio corpo, e quello di narcisismo secondario, in cui la carica libidica ritorna al soggetto attraverso un'identificazione con l'oggetto amato.

"..il narcisismo appare ora spostato su questo nuovo io ideale, che si trova in possesso, come l'io di quando si era bambini, di tutte le più preziose qualità. L'uomo si è dimostrato ancora una volta, come sempre nell'ambito della libìdo, incapace di rinunciare a un soddisfacimento di cui ha goduto in passato. Non vuol essere privato della perfezione narcisistica della sua infanzia e se - importunato dagli ammonimenti altrui e dal destarsi del suo stesso giudizio critico - non è riuscito a serbare questa perfezione negli anni dello sviluppo, si sforza di riconquistarla nella nuova forma di un ideale dell'io. Ciò che egli proietta avanti a sé come proprio ideale è il sostituto del narcisismo perduto dell'infanzia, di quell'epoca cioè in cui egli stesso era il proprio ideale."                                (S. Freud, Introduzione al narcisismo, in Opere, Bollati-Boringhieri, Torino, 1989)

Il saggio consta di tre capitoli in cui viene presentato lo stadio narcisistico (termine derivato dalla leggenda di Narciso) come una fase evolutiva della libido sessuale. Secondo Freud in questo stadio la libido prende come primo oggetto l'Io stesso del bambino e solo in un momento successivo questo investimento libidico si rivolgerà invece ad un oggetto esterno. All'inizio del primo capitolo Freud definisce il narcisismo come un carattere appartenente in maniera diversa a tutti gli uomini e mai del tutto superato. L'interesse per lo stadio narcisistico risiede nella particolare forma di alcune psicosi in cui l'Io del malato sembra essere di fatto il centro della corrente libidica: il paziente perde ogni interesse verso l'esterno rivolgendo a sé stesso la propria corrente libidica oggettuale, dando così forma a sovrainvestimenti dell'Io che sfociano ad esempio nelle manie di grandezza. Secondo Freud è ciò che avviene nelle parafrenie (schizzofrenia e dementia praecox), a dispetto invece delle nevrosi ossessive in cui l'interesse verso l'esterno è confermato dalle fantasie del malato. Freud inoltre individua questa fase anche nel comportamento del bambino quando assume sé stesso a centro del mondo, nella sua onnipotenza dei pensieri e nelle credenze superstiziose degli uomini primitivi. Nel secondo capitolo Freud tratta diffusamente delle pulsioni dell'Io, della libido oggettuale e della libido dell'Io, in contrapposizione alle teorie di Jung che tendevano ad unificare queste pulsioni in un'unica energia psichica. Esemplifica poi il comportamento narcisistico nei casi della vita amorosa degli uomini, della malattia e perfino dell'ipocondria. Nell'ultimo capitolo Freud, tenendo ferma la distinzione tra libido oggettuale e libido dell'io,si interroga sul destino di quest'ultima, arrivando a supporre che essa vada a sostenere un ideale che l'Io ha di sè. Nell'età adulta dunque una parte della corrente narcisistica si indirizza non più all'io ma al suo ideale, ideale a cui Freud riconosce la dignità di istanza psichica e coscienza morale. L'esistenza di questo ideale sarebbe inoltre condizione della rimozione di pulsioni e pensieri, nonché della censura onirica e della sensazione del 'sentirsi osservati' riportata dai nevrotici. Nell'ultima parte del libro l'autore segue la genesi dell'ideale dell'io, la dinamica degli investimenti libidici (in particolare nella vita amorosa), e sottolinea l'importanza dell'ideale dell'Io nella comprensione della psicologia delle masse, tema che Freud affronterà compiutamente nel successivo saggio "Psicologia delle masse e analisi dell'io".

" Affermiamo che l'uomo dispone in origine di due oggetti sessuali: sé stesso e la donna che si prende cura di lui; con ciò postuliamo che un narcisismo primario sia presente in ogni essere umano, narcisismo che può rivelarsi per alcuni l'elemento dominante nella scelta oggettuale. Il paragone fra l'uomo e la donna rivela poi che nei confronti del tipo di scelta oggettuale esistono fra i due sessi differenze di fondo, ancorché non riscontrabili ovviamente in ogni singolo caso. L'amore d'oggetto che corrisponde pienamente al tipo di scelta oggettuale per appoggio è invero caratteristica tipicamente maschile. In questo amore si manifesta una spiccata sopravvalutazione sessuale che deriva certamente dall'originario narcisismo infantile, e che corrisponde pertanto a una traslazione di quest'ultimo sull'oggetto sessuale. Tale sopravvalutazione sessuale è all'origine del peculiare stato d'innamoramento, in cui sono adombrati i tratti della coazione nevrotica, stato che risale quindi a un impoverimento libidico subíto dall'io a vantaggio dell'amore." (S. Freud, Introduzione al narcisismo, in Opere, Bollati-Boringhieri, Torino, 1989)

Il narcisismo è inoltre visto in un certo senso come ostacolo nella misura in cui si impernia attorno alla riflessione. In effetti, l'innamorarsi di Narciso della la propria immagine significa per Freud che la pulsione non arriva all'oggetto come altro, ma trova come suo oggetto l'immagine stessa del soggetto. Il soggetto scambia come oggetto altro il riflesso immaginario di sé perché c'è una superficie riflettente, come specchio o acqua. Questa superficie non lascia passare la pulsione (la quale tenderebbe genuinamente all'oggetto, all'altro) e l'irretisce nel soggetto stesso. Il narcisismo non è quindi solo amore speculare per se stessi, è soprattutto il ritornare a sé della propria immagine.




Sigmund Freud, neuropsichiatra austriaco (Freiberg 1856- Londra 1839). Studia medicina a Vienna e nel 1881 si laurea; si specializza in neurologia. Nel 1885, grazie a una borsa di studio, è a Parigi presso la scuola di neuropatologia di Salpetriere. Nel 1886 si sposa con Martha Bernays, da cui ebbe sei figli (da ricordare Anna Freud, che portò avanti il lavoro del padre nel campo della psicoanalisi infantile). Nel 1895, tornato a Vienna, pubblica assieme a Josef Breuer gli "Studi sull'isteria" che segnano l'inizio della scoperta della psicoanalisi.Il fatto che portò alla nascita della psicoanalisi è la celebre guarigione di una paziente, Anna O. Colpita da isteria, Breuer utilizzerà l'ipnosi per riportare alla luce gli avvenimenti inconsci che causarono il trauma. Accortosi però che la paziente stava sviluppando un certo legame affettivo nei suoi confronti (il transfert), Breuer lascerà proseguire la cura a Freud, il quale, senza ipnosi e con l'aiuto della talking cure (il metodo discorsivo che dava libero sfogo al flusso dei pensieri), ne curerà definitivamente l'isteria.

Nel 1900 Freud pubblica l' "Interpretazione dei sogni", il testo che segna ufficialmente la nascita della psicoanalisi. La nuova teoria faticherà a imporsi e troverà non poca resistenza in ogni campo, soprattutto a causa dei risvolti rivoluzionari legati alla scoperta della sessualità infantile.Nel 1908 si tiene il primo congresso della Società Psicoanalitica Internazionale, al quale partecipano anche Jung e Adler, successivamente allontanatisi dalla linea di Freud e fondatori di teorie proprie ed autonome.Nel 1933, a Berlino, il regime nazista brucerà, tra gli altri, anche i libri di Freud. Visse a Vienna fino al 1938, quando fu costretto a lasciare il paese e a riparare a Londra, dove morì l'anno dopo. Le sue opere principali sono: L' "Interpretazione dei sogni" (1900); "Psicopatologia della vita quotidiana (1901); "Tre contributi alla teoria sessuale (1905); "Il motto di spirito e le sue relazioni con l'inconscio (1905); "Totem e tabù"(1913); "Per la storia del movimento psicoanalitico" (1914);" Al di là del principio del piacere" (1920); "L'Io e l'Es" (1923); "L'avvenire di un'illusione" (1927); "Il disagio della civiltà (1930); "Lezioni introduttive alla psicoanalisi" (1932).


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