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"L'Antisemitismo e le sue manifestazioni nel '900"




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"L'Antisemitismo e le sue manifestazioni nel '900"


Come argomento di questa mia tesina vorrei parlare del periodo tra la fine della prima guerra mondiale e l'inizio della seconda, soffermandomi sulle azioni del partito nazionalsocialista per quanto riguarda le persecuzioni degli ebrei e la nascita dei campi di concentramento in Germania.

Nazionalsocialismo

Il nazionalsocialismo è una dottrina politica del XX secolo, nota anche come nazismo che, per alcuni aspetti, è affine al fascismo italiano e s'ispira alle dottrine di superiorità biologica e culturale della razza ariana.

L'ascesa del partito nazionalsocialista risale alla fine della prima guerra mondiale, quando la Germania sconfitta, e ritenuta la principale responsabile della guerra, dovette accettare le dure condizioni del trattato di Versailles (1919). In questo periodo di dopoguerra la Germania entrò in una fase di crisi, segnata da un'inarrestabile inflazione e da una vasta disoccupazione. Finanziata dagli ambienti militari, nel 1920, la formazione politica assunse il nome di Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori (NSDAP National-Sozialistische Deutsche Arbeiterpartei) e si dotò di un braccio armato, le SA, con lo scopo di interrompere con la violenza le riunioni d'altri partiti e dei sindacati e di perseguitare le famiglie d'origine ebraica.

Hitler formulò un programma d'azione antidemocratica, basato sul nazionalismo e sull'antisemitismo. Nel 1923 egli dotò il partito di uno strumento efficacissimo di propaganda, il quotidiano "Volkisher Beobachter" (L'osservatore nazionale), e di un simbolo ufficiale, una croce uncinata nera, inscritta in un cerchio bianco su campo rosso: la svastica (figura 1



Figura 1: "Svastica"


Nello stesso anno, Hitler concentrò la sua azione politica contro il partito comunista tedesco e tentò un colpo di stato per rovesciare il governo bavarese. Il tentativo fallì, Hitler fu condannato a cinque anni di carcere e, durante la detenzione, che durò meno di un anno, scrisse la prima parte di "Mein Kampf" (La mia battaglia), l'opera in cui riassunse i capisaldi dell'ideologia nazista ed espose il proprio progetto di conquista dell'Europa. Una volta scarcerato, riorganizzò il partito e creò il corpo armato delle SS (Schutz-Staffeln, squadre di difesa) e l'ufficio di propaganda. Appoggiato anche dalle classi medie, dai piccoli proprietari in crisi e dai disoccupati colpiti dalla "grande depressione" economica, il partito nazista conquistò la maggioranza relativa e l'anno seguente, nel 1933, Hitler ottenne il cancellierato e da quel momento la Germania si avviò alla dittatura. Sempre nello stesso anno, con lo scopo di eliminare i dissenzienti, venne istituita la Geheime Staatpolizei (polizia segreta di stato), nota come Gestapo.

Grazie al nuovo ordine la Germania uscì dalla crisi, venne creata un'efficiente macchina da guerra e fu inaugurata una stagione di politica estera. Si formò l'asse Roma-Berlino (1936) e l'Austria venne annessa al reich (1938). Infine l'invasione della Polonia (1 settembre 1939) fece scoppiare la seconda guerra mondiale.  Questa dottrina, diventata l'unica organizzazione politica legale, si basava sulla superiorità della razza ariana su quell'ebraica e sull'odio per quest'ultima razza (antisemitismo). 


L'Antisemitismo


Per antisemistismo, che nella storia si è tradotto varie volte in discriminazioni e persecuzioni, s'intende l'avversione nei confronti della razza ebrea.

Dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C., il popolo ebraico si disperse in Asia minore ed in tutta Europa, mantenendo una propria identità culturale e religiosa e si costituirono così minoranze ebraiche in molti paesi. Esse furono oggetto di persecuzioni e ostilità a causa della loro fede religiosa, dellà loro fedeltà alle tradizioni, dello sviluppo fiorente delle loro attività economiche. E, soprattutto, gli ebrei venivano ritenuti responsabili della morte di Cristo.  L'antisemitismo, infatti, nacque in contemporanea con il cristianesimo.

Anche nel tempo delle crociate (1096-1270), gli ebrei furono massacrati, segregati in ghetti, obbligati a portare dei segni di riconoscimento e fu loro vietata la partecipazione alle attività economiche. In seguito alla rivoluzione francese e all'illuminismo, con la progressiva separazione tra stato e chiesa e con la nascita dei nuovi stati nazionali, l'odio per gli ebrei si attenuò e questi ultimi furono gradualmente integrati nel sistema politico ed economico. Nell'Europa, verso la fine dell'Ottocento avvenne un ritorno ai pregiudizi antisemiti, dovuto soprattutto al profondo disagio sociale indotto dalle crisi economiche e politiche.


Figura 2: "Tipico manifesto antisemita pubblicato nel 1939"


Così in Germania nacquero le "Leggi di Norimberga" (1935) che regolavano la partecipazione degli ebrei alla vita politica e sociale. Ad imitazione delle leggi tedesche, in Italia, Benito Mussolini attuò delle leggi razziali (1938).Queste insensate leggi furono chiamate "leggi sulla purezza della razza", infatti, a capo dei progetti di Hitler c'era la purificazione della razza ariana con l'eliminazione della razza ebraica. Dopo, infatti, la rivoluzione francese era iniziata l'ascesa sociale degli ebrei, poiché altamente qualificati sia nelle professioni liberali e artistiche sia nel mondo economico e finanziario. Uno dei primi provvedimenti fu quello che si preoccupava di definire chi era ebreo. Secondo le leggi del "Fuhrer", "ebreo" era chiunque avesse tre, o quattro nonni osservanti della religione ebraica, e "mezzo ebreo" era chi aveva due nonni osservanti, o era sposato con un ebreo. Chi aveva solo un nonno ebreo era designato come "Mischlinge", vale a dire meticcio.

Queste leggi, in Germania, furono approvate all'unanimità dal "reichstag" e qui ne cito le più importanti:

Sono proibiti matrimoni tra ebrei e cittadini dello stato di sangue tedesco o affine; i matrimoni già celebrati sono nulli, anche se celebrati all'estero per sfuggire a questa legge.

Sono proibiti rapporti extramatrimoniali tra ebrei e cittadini dello stato di sangue tedesco.

Agli ebrei è vietato innalzare la bandiera del Reich e quella nazionale ed esporre i colori del Reich.


L'obiettivo, dichiarato del regime nazista, era quello di costringere gli ebrei ad emigrare e per arrivare a questo non furono utilizzate solo le leggi razziali, ma furono anche messe in atto diverse azioni. Tra il 1933 e il 1939 avvenne la così nominata "arianizazzione dell'economia", infatti, enti governativi, banche e imprese attuarono un'azione volta ad emarginare gli ebrei dalla vita economica. I non ariani furono licenziati dalla pubblica amministrazione, gli avvocati e i medici ebrei persero i clienti ariani, le ditte di proprietà ebraica furono liquidate e date in mano agli ariani. Nel novembre del 1938, in seguito al'assassinio di un diplomatico tedesco per mano di un giovane ebreo, in Germania furono incendiate tutte le sinagoghe, infrante le vetrine dei negozi di proprietà ebraica e arrestati migliaia di ebrei. Dal settembre del 1941, gli ebrei furono costretti a portare fasce recanti una stella gialla e nei mesi seguenti furono deportati nei ghetti in Polonia. Aumentarono i campi di concentramento che dal 1941 divennero esclusivamente strutture attrezzate per lo sfruttamento e l'eliminazione della razza ebraica, per così adempiere la "soluzione finale" dettata dal Fhurer.

Da tutta Europa furono deportati ebrei all'interno di vagoni merci attraverso le ferrovie e rinchiusi nei campi di concentramento. Su questi ultimi ci sono varie testimonianze perché in quel tempo ne esistevano molti, distribuiti in Polonia, Germania e Austria; tra i più importanti possiamo ricordare Auschwitz, Birkenau, Bergen-Belsen, Ravensbruck, Dora. I campi che sorgevano in luoghi malsani e disabitati erano composti di baracche in legno (block) larghe da sette a dieci metri e lunghe cinquanta. I campi erano recintati da filo spinato, nel quale veniva immessa l'alta tensione e nei punti nevralgici sorgevano torrette di controllo munite di mitragliatrici (Figura 4)

Tipica iniziazione tedesca era quella di marchiare, a fuoco, l'internato col proprio numero, nel braccio sinistro (figura 5) e di iscrivere quest'ultimo in registri.


Figura 5: " Numero di riconoscimento "




La divisa tipica degli internati era a strisce blu e bianche (Figura 6), sulla quale era cucito un triangolo di stoffa: rosso per i politici, verde per i delinquenti comuni, violetto per gli obiettori di coscienza, nero per gli asociali, rosa per gli omosessuali, giallo per gli ebrei con sovrapposto un altro triangolo rovesciato, a formare la stella di Davide.

Le durissime punizioni e il cibo estremamente scarso e spesso avariato mietevano vittime e riducevano anche i più forti in scheletri. Ogni mese avvenivano le selezioni nei kommandos con le quali tutti quelli non più abili al lavoro venivano uccisi. Nei campi di concentramento i metodi più usati d'uccisione furono:


le camere a gas all'interno delle quali, attraverso la somministrazione di acido cianidrico, venivano uccisi i prigionieri in massa (Figura 7)



Figura 7: "Camera a gas"


le fucilazioni, che avvenivano in un muro fatto con un particolare materiale che aveva la caratteristica di evitare il rimbalzo delle pallottole (Figura 8)



Figura 8: " Muro per le fucilazioni"


l'impiccaggione, ma questa veniva utilizzata solo nei casi di tentata fuga, con una cerimonia di fronte agli altri internati. (Figura 9)

Per l'eliminazione dei corpi invece si usavano:

i forni crematori, all'interno dei quali venivano immessi i corpi privi di vita (Figura 10)




Figura 10: "Forno crematorio"


le fosse comuni nelle quali i corpi venivano ammassati.


Il più grande campo di concentramento è stato in assoluto Auschwitz, dove persero la vita, secondo stime, quasi un milione di persone, molte delle quali furono prima usate come cavie per sperimentazioni scientifiche.

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