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'Il Dovere della Libertà' - tesina di maturita




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'Il Dovere della Libertà'


«… lottate, ragionate col vostro cervello, ricordate che ciascuno è qualcuno, un individuo prezioso, responsabile, artefice di se stesso, difendetelo il vostro io, nocciolo di ogni libertà, la libertà è un dovere prima che un diritto è un dovere.

Oriana Fallaci, “Un Uomo”







Premessa


Ho scelto di parlare di un argomento poco conosciuto e che spesso non si studia sui libri di scuola.

Questo, dopo aver letto il libro: “Un uomo” di Oriana Fallaci.

Questo romanzo ha diverse chiavi di lettura, può sembrare un romanzo ideologico anche se non è propriamente l’idea che la scrittrice vuole evidenziare, può sembrare un romanzo verità, un invettiva contro il potere, a tratti un romanzo d’amore o una biografia. “Un uomo” è tutto questo e ancora molto di più.

Per quanto riguarda le materia scolastiche, frequentando una scuola tecnico-professionale, ho dovuto collegare materie umanistiche a materie tecniche.

Il percorso, quindi, è articolato in due sezioni, la prima riguardante le materie umanitarie e precisamente la trama del romanzo e la vicenda storica, la seconda incentrata sulla Grecia, dove la vicenda è principalmente ambientata.











“UN UOMO”

Oriana Fallaci


La Fallaci comincia a scrivere la storia di Alekos Panagulis, raccontando il sogno che fece la notte prima dell’attentato. Quella notte, infatti, Alekos sognò dei pesci, questi animali per chi è scaramantico, come lo era lo stesso Alekos, sono un presagio di cattivo augurio… E, infatti..

Alekos Panagulis organizzò un attentato a Papadopoulos, lui che come racconta Oriana Fallaci non sarebbe stato capace neanche di ammazzare una formica, ma dopo vari ripensamenti del tipo: nella volante c’è anche l’autista, sarà anche lui una carogna oppure un disgraziato che deve guadagnarsi il salario? E giustificazioni come: la violenza chiama violenza e io non sono capace di uccidere un uomo, ma un tiranno non è un uomo, è un tiranno. Fece esplodere le mine, ma il destino volle che scoppiò solo una mina e non ci fu nessuno ferito.

L’attentato fallì e Panagulis fu condannato a morte, dopo aver subito maltrattamenti tremendi e torture di ogni genere. La condanna a morte fu revocata grazie ai reclami da parte dell’occidente.

Panagulis non si abituò mai all’idea di non essere stato ucciso, il tema della morte ricorrerà sempre nella sua mente.

Tra violenze e solitudine, Alekos Panagulis trascorse 5 anni in prigione, durante i quali  rifiutò più volte le offerte di grazia che il Presidente Papadopoulos, pressato dall’opinione pubblica e internazionale, sembrava disposto a concedergli.

Dopo aver provato ad evadere varie volte gli costruirono una tomba. La sua stanza era piccolissima, appena 3 passi, e su questo scrisse anche una poesia: “tre passi avanti, tre passi indietro.”

Inizialmente, era privato di tutto, libri, giornali, carta, penna, era spesso costretto a scrivere le sue poesie  con il sangue, e dopo vari scioperi della fame che durarono anche 4 settimane riuscì ad ottenere almeno carta e penna. Doveva tenere le manette 24 ore su 24, senza nemmeno la possibilità di beneficiare dell’ora d’aria. In carcere non si scoraggiò mai, non perse mai la grinta, la voglia di libertà, che aveva portato a tutto questo, ed era proprio attraverso le fughe che escogitava, che riusciva a sentirsi vivo.

Il 21 agosto del 1973 fu scarcerato grazie all’amnistia. Panagulis è libero ed è  per tutti, ormai, una leggenda.

È in questo momento che conosce Oriana Fallaci, venuta in Grecia per intervistarlo. Lui nel carcere lesse alcuni articoli e libri di lei e s’innamorò delle sue idee e forse anche della sua persona.

Appena la vide capì che doveva essere la sua compagna di vita e con la sua testardaggine riuscì a farla innamorare anche se lei, inizialmente, non voleva, non perché non fosse affascinata, ma perché sapeva a cosa sarebbe andata in contro, la tragedia che si basa su 3 elementi: l’amore, il dolore, la morte.

Infatti, la loro storia attraversò tutti questi elementi.

La prima settimana del loro amore fu all’insegna della felicità, e in questa settimana, la scrittrice insegnò a Panagulis a riscoprire un mondo che aveva dimenticato. Ma questa momentanea felicità finì all’improvviso quando andarono ad Egina.

Panagulis, in quest’isola volle vedere il poligono, dove, si doveva compiere la condanna, e si stupì dal paesaggio che lo circondava e la morte si trasformò in un rimpianto.  

« Perché un uomo che è stato condannato a morte, che ha vissuto tre giorni e tre notti aspettando la morte, non sarà mai più lo stesso. Si porterà sempre la morte addosso come una seconda pelle, un desiderio insoddisfatto.

Continuerà sempre ad inseguirla, sognarla, magari ricorrendo al pretesto di nobili cause,doveri. Né troverà la pace finché non l’avrà raggiunta.»

Alekos, inizialmente, idea una serie di progetti sovversivi contro il tiranno, come il finto attentato al Partenone, simbolo di Atene, ma non riuscì mai a concluderli, perché nessuno fu disposto a seguirlo su quella strada.

E nemmeno i viaggi a Creta e nell’intera Grecia per arruolare adepti, si riveleranno fruttuosi. Così decise di seguire Oriana in Italia, ma anche in questo paese, se spera di mobilitare i Greci fuoriusciti o allacciare contatti politici utili alla sua causa, dovrà ben presto ricredersi. Anzi sarà spiato e sorvegliato continuamente dai servizi segreti greci.

L’unica a credere in lui è la stessa Fallaci, che si paragona a Sancho Panza, umile ed ubbidiente al seguito di Don Chisciotte.

L’amore tra i due cresce e si trasferiscono in una villa nascosta in Toscana. Anche lì la vita non sarà facile, ma inizialmente, passeranno uno dei più bei momenti della loro storia, finché Oriana non perderà un figlio.

La loro storia subirà continui alti e bassi, ma sarà un amore vero, fra due spiriti forti, che si nutrono di passione politica. Lui, più portato al gesto eroico e romantico, lei, più pragmatica ed equilibrata.

Dopo un altro dei suoi sogni premonitori, nel 1974 la giunta abdica e vengono indette elezioni democratiche.

Alekos, in un primo momento, è piuttosto restio a partecipare alla politica dei partiti, comprende che per continuare la sua azione deve entrare in parlamento e per questo si presenta alle elezioni del novembre con l'Unione di Centro.

Nel frattempo, prende il via, il processo ai vertici della giunta fascista, e, inaspettatamente, Panagulis si schiera contro una possibile condanna degli imputati alla pena capitale, perché lui stesso affermerà, di non nutrire sentimenti di vendetta contro i suoi torturatori, e di non voler far diventare il processo una vendetta, dichiarando: « se in tempo di dittatura il tirannicidio è un dovere, in tempo di democrazia il perdono è una necessità. »

Rievoca le torture e le violenze subite nei 5 anni di prigionia, lo fa in mezz’ora neanche, tralasciando dettagli e con tono annoiato, al termine l’ex maggiore Teofilojannaccos, domandò a sorpresa di poter fare una dichiarazione alla corte, e disse che Alekos non aveva raccontato tutte le torture subite, e che fu l’unico a tenere testa, l’unico che non si piegò mai.

Ciò che preme in questo momento, Panagulis è, invece, trovare le prove, che gli consentano di smascherare quei sostenitori, che durante la Giunta, ricoprivano cariche militari di rilievo e che nella nuova Grecia democratica continuano, indisturbati, a svolgere ruoli di governo. Per mesi raccoglie tutto il materiale che necessita la sua causa. I documenti più scottanti, li ottiene penetrando furtivamente, nell’abitazione del comandante Hazizikis, ed  il contenuto è davvero esplosivo. Ci sono le prove del collaborazionismo di Demetrio Tsatsos, onorevole, nipote del Presidente della Repubblica, e deputato dello stesso partito di Alekos. Panagulis ne parla con il direttivo dell’Unione di Centro che lo invita a tacere.

Deluso, ma deciso, dà le dimissioni dal partito, ciò nonostante conserva la sua poltrona nel Parlamento greco come indipendente.

Non si ferma e vuole pubblicare i documenti, entrando, quindi, in conflitto aperto con il Ministro della difesa, ed altri.

Riesce a trovare un piccolo giornale, il Ta Nea, disposto a pubblicare i documenti, ma il regime riesce a vietare la pubblicazione. Così Panagulis attacca il regime pubblicamente in Parlamento, e racconta tutto ciò che sarebbe dovuto uscire sul giornale. Per mesi sarà oggetto di pressioni e di minacce di morte.

Alekos Panagulis, morirà all’alba del 1 maggio 1976, prima che possa aver pubblicato i documenti segreti.

Sul viale Vouliagmenis, che porta a Glyfada, sua città natale nei dintorni della capitale, l’auto di Panagulis, una fiat 131 Mirafiori, viene più volte speronata, lo accerterà una perizia e scagliata fuori strada da una Peugeot 504 con targa francese. Secondo la Fallaci ed altri, uno degli esecutori materiali dell'omicidio andava riconosciuto in Michele Steffas, militante con un passato di pilota professionista in Canada. Questo si era presentato spontaneamente alla polizia il 3 maggio come testimone dei fatti, sostenendo la tesi dell'errore umano. Verrà in seguito condannato a pagare una multa per omissione di soccorso e una condanna a due anni con la condizionale, ma le sue responsabilità non saranno mai provate.

Al funerale, il 5 maggio, dodici ore di straziato, esaltante tributo alle spoglie dell’eroe caduto.

Nella barra di cristallo < l’uomo che ci ha restituito l’orgoglio di essere greci >.

Per la famiglia e gli amici di Panagulis, resterà soltanto un dubbio:che Stefas sia stato lo strumento di un delitto di Stato o di un “avvertimento” tragicamente concluso?

Se potesse raccontare la sua morte, oggi, Alekos, ne farebbe probabilmente un esempio di scarsa fantasia degli organizzatori. Di “incidente stradale” sono già finiti in Grecia, prima di lui, altri personaggi importanti politicamente.

Colonnelli in Grecia

Nella notte fra il 20 e il 21 aprile 1967, alle 2.30, un reggimento di paracadutisti con a capo il maggiore Gheorghios Konstantopoulos occupò il ministero della Difesa. Quasi contemporaneamente, il comandante di brigata Stylianos Pattakos, si assicurò il controllo della radio e dei centri di comunicazione, del Parlamento e del Palazzo reale. Le unità della polizia militare, sulla base di liste già predisposte dal loro comandante Ioannis Ladas, arrestarono nello spazio di cinque ore più di diecimila persone, poi trasferite in “centri di raccolta”. Tra loro anche il primo ministro Panagiotis Kannellopoulos.

Gheorghios Papandreu, l’anziano leader dell’Unione di centro, all’epoca il maggior partito greco, fu invece prelevato nella sua casa a Kastri, appena fuori la capitale. Sfuggirono alla cattura solo quelli che si spostavano di continuo, come il compositore Mikis Theodorakis, il capo della Gioventù Lambrakis.

Atene dormiva ancora, anche se quella fu una notte diversa dalle altre, piena di colpi alla porta, di ordini concitati e grida soffocate.

La popolazione al mattino si accorse che i telefoni non funzionavano e che i militari occupavano il Paese. Solo alle 6 il colonnello Gheorghios Papadopoulos dichiarò di aver preso il potere per difendere la “democrazia” e la “libertà”. Non c’era stata alcuna resistenza. La Grecia era finita in mano ai colonnelli.

“LAMBRAKIS ZEI!”.

Il golpe venne attuato applicando il piano Prometeo, predisposto, come in tutti i paesi aderenti alla Nato, per fronteggiare l’eventualità di una “sollevazione comunista”. Non giunse così inaspettatamente. Sorprese, che ad attuarlo, fossero stati i colonnelli e non i generali fedeli alla corona.

Era, infatti, cosa nota ad Atene che il re stesse progettando un proprio colpo militare, per evitare che nelle elezioni, fissate per il 28 maggio, trionfasse nuovamente l’Unione di centro, fondata nel 1961 da Gheorghios Papandreu, capace in pochi anni di raccogliere e rappresentare le forze sparse dell’opposizione non comunista.

La Grecia aveva visto modificarsi radicalmente i propri equilibri politici.

La svolta fu l’assassinio del parlamentare di sinistra Grigoris Lambrakis, picchiato con spranghe di ferro da alcuni fascisti, la sera del 22 maggio 1963 a Salonicco, dopo una manifestazione promossa dalla Lega per la pace e il disarmo nucleare. Al suo funerale ad Atene parteciparono almeno 500 mila persone al grido di “Lambrakis Zei!”, “Lambrakis Vive!”.  Le reazioni popolari non solo isolarono, ma costrinsero alle dimissioni il governo di Konstantinos Karamanlis. Nelle elezioni del novembre 1963 l’Unione di centro vinse superando la destra. L’Eda, la sinistra democratica unificata, costituitasi nell’agosto del 1951 dopo la messa fuori legge nel 1949 del Partito comunista greco, e da esso sostenuta, con i suoi 28 seggi si affermò come la terza grande forza del Paese. Quasi una rivoluzione. L’ex primo ministro lasciò la Grecia ritirandosi in esilio volontario a Parigi. Gheorghios Papandreu, per evitare ogni condizionamento, chiese subito nuove elezioni, puntando alla maggioranza assoluta.

Le ottenne e nel febbraio del 1964 sbaragliò definitivamente l’Ere, il partito conservatore, conquistando il 53% dei voti. Re Paolo morì di lì a poco. Sembrava l’inizio di un nuova epoca.

I CINQUECENTO GIORNI DI PAPANDREU

Nel breve tempo della sua esistenza il governo di Papandreu riuscì a riformare la scuola, rendendola accessibile alle classi povere, e varò una legge in favore di una reale autonomia e rappresentatività dei sindacati. Incrementò gli investimenti e facilitò il ricorso al credito per gli agricoltori.

Ma quando diede il via a un’inchiesta sul kyp (servizi segreti greci), svelandone trame e complotti, si aprì un conflitto politico e istituzionale. Con il pretesto della scoperta, montata ad arte, di una contro-cospirazione di sinistra all’interno dell’esercito, si arrivò alla crisi del governo. Il re Costantino, nel luglio 1965, rifiutò che ad assumere l’incarico di ministro della difesa fosse lo stesso Papandreu. Si giunse, in questo modo, dopo un lungo scontro e il vano tentativo da parte della destra di stabilizzare nuovi governi, alla decisione di fissare le elezioni per il 28 maggio del 1967.

L’UNIONE DEI GIOVANI UFFICIALI

Al vertice dell’esercito operava da sempre una sorta di società segreta: l’Idea, ovvero la Sacra lega degli ufficiali greci. Nel suo seno, fondata da Gheorghios Papadopoulos, si era nel frattempo costituita, sotto i buoni auspici della Cia, un’altra organizzazione ancora più segreta: l’Eena, l’Unione dei giovani ufficiali greci. Papadopoulos durante la guerra aveva fatto parte dei Battaglioni di sicurezza che avevano combattuto a fianco dei nazisti, raggiungendo il grado di capitano rastrellando i partigiani nel Peloponneso.

Passato, come molti altri, alle dipendenze degli inglesi, riuscì a distinguersi anche nella repressione contro le sinistre. Successivamente reclutato dal kyp fu mandato ad addestrarsi negli Stati Uniti. Divenne nei fatti l’agente numero uno della cia. Con lui nell’Eena: Ioannis Ladas, Dimitrios Ioannidis, Nikolaos Makarezos e Stylianos Pattakos.

Questo gruppo di ufficiali decise di entrare in azione per conto proprio il 21 aprile del 1967.

Quando i capi dell’esercito si ritrovarono ad Atene per una riunione compresero che era giunto il momento.

Trasmisero alle unità dislocate nel Paese l’ordine di eseguire il piano Prometeo, facendo loro credere che fosse emanato dal capo di stato maggiore. Tutti gli ufficiali lo eseguirono senza protestare. L’interruzione delle comunicazioni telefoniche facilitò la riuscita delle operazioni. Tutto il piano sarebbe comunque andato all’aria se il re si fosse opposto. Ma Costantino, dopo qualche tentennamento, fu convinto dalla Cia ad avallare il golpe. Opporvisi avrebbe significato rischiare la sollevazione. Gli inglesi, dal canto loro, si limitarono solo a consigliare al sovrano di inserire alcune persone di fiducia nella nuova giunta alla guida del Paese.

Fu in realtà la Cia ad orchestrare il tutto. Gli americani, a conoscenza dell’influenza britannica sui generali ed il re, oltre che del progetto di un loro colpo di Stato, previsto per il 13 maggio, decisero di bruciare tutti sul tempo. Per farlo si servirono del colonnello Papadopoulos e dell’Eena. Gli Stati Uniti si garantirono in questo modo un sostegno decisivo nel Mediterraneo orientale. La soluzione “dittatura militare” non fu certo in quel periodo un’eccezione. In soli quattro anni la Cia aveva operato per sbocchi analoghi in diverse parti del mondo, come in Vietnam (1963).

L'IDEOLOGIA DEI COLONNELLI

I colonnelli preferivano riferirsi al colpo di stato del 21 aprile come a una rivoluzione per salvare la nazione.

La loro giustificazione ufficiale fu che, cospiratori comunisti, si fossero infiltrati nella burocrazia, nelle università, nei centri di comunicazione ed anche nell'esercito, rendendo quindi necessaria una azione drastica per proteggere la Grecia da un rivolgimento.

Così la principale caratteristica della Giunta fu un implacabile anticomunismo unito alla costante battaglia contro gli invisibili, ma sempre presenti, agenti del comunismo.

Il termine anarcocomunisti fu spesso usato per indicare tutti coloro con idee di sinistra.

In quest'ottica la Giunta cercò di influenzare l'opinione pubblica non solo con la propaganda, ma anche inventando nuove parole che esprimessero i concetti chiave della sua ideologia come la “Grecia dei cristiani greci”.

La creazione di nemici veri e fittizi fu una pratica usuale. Ateismo, cultura pop, musica rock, hippies, erano aspetti della cospirazione comunista.

Nazionalismo e moralismo cristiano divennero i valori principali.

Durante il periodo in cui rimase al potere, la giunta militare soppresse le normali libertà civili. I partiti politici vennero sciolti e vennero istituiti tribunali militari speciali. Molte migliaia di supposti comunisti e di oppositori politici vennero imprigionati o esiliati in remote isole dell'arcipelago greco.

LA RICERCA DEL CONSENSO

Per guadagnare consenso al suo governo, Papadopoulos, fu abile nel proiettare un'immagine ammiccante ad alcuni settori della società greca. Il contadino povero, conservatore, religioso, con il suo rozzo galateo, il suo linguaggio semplice, il suo nome ampiamente diffuso (Georgios Papadopoulos è uno dei nomi più diffusi in Grecia) divenne una figura importante.

Papadopoulos stesso si presentò come un amico dell'uomo qualunque. I figli delle famiglie povere delle aree rurali non ebbero altra possibilità di educazione se non attraverso le accademie militari e vennero posti in contrapposizione con gli abitanti delle città, l'elite educata in maniera occidentale.

La musica moderna di origine occidentale fu bandita dalle trasmissioni radiofoniche mentre vennero promosse la musica e l'arte tradizionali.

Oltre a questo il regime avviò una politica economica di sviluppo delle aree rurali spesso trascurate dai precedenti governi che avevano favorito invece lo sviluppo sulle aree industriali urbane.

Le posizioni del regime furono meno ben accette tra i membri delle classi medie, ma l'instabilità politica che aveva caratterizzato gli anni precedenti portò molti cittadini a sperare in un governo più stabile, situazione che in effetti si realizzò sotto il regime militare. Nel complesso, i colonnelli non ebbero grandi difficoltà nell'estendere il loro controllo su tutto il paese.

LA FINE

Il regime crollò nell’estate del 1974. Papadopoulos aveva già dovuto passare la mano da qualche mese, dopo la rivolta, nel novembre del 1973, degli studenti universitari al Politecnico di Atene, a cui si erano uniti migliaia di lavoratori, repressa con i carri armati. Negli scontri rimasero uccise 24 persone. Il generale Dimitros Ioannidis rimosse Papadopoulos ritenendolo troppo debole e accondiscendente. Ioannidis tentò anche di rovesciare l’arcivescovo Makarios, presidente di Cipro, attraverso un colpo di Stato condotto dall’organizzazione filo-ellenica Eoka-B.

La reazione della Turchia che invase la parte nord dell’isola portò la Grecia sull’orlo della guerra. Fu la fine. I membri della giunta militare tolsero il loro appoggio a Ioannidis e nominarono presidente il generale Phaedon Ghizikis. Constatata la bancarotta richiamarono in patria il vecchio Kostantinos Karamanlis con l’obiettivo di formare un governo di unità nazionale e portare il Paese alle elezioni. Nel novembre del 1974 si tornò a votare. Il regime dei colonnelli era caduto.








La Grecia





































La Grecia  ha un’ immagine turistica di forte presa. È in crescita il numero di coloro che vi si recano per la prima volta, ma non diminuiscono affatto quelli che vi tornano una seconda, una terza e altre volte ancora. Una prerogativa, quest’ultima, che la Grecia condivide con pochi altri paesi: quelli di cui ci si innamora al primo incontro. Ciò dipende, principalmente, dai molteplici richiami che queste terre, cariche di storia, di miti e di cultura, sono in grado di offrire al visitatore. Richiami non si esauriscono solo nel “Tour della Grecia Classica”, ma c’è anche la Grecia Bizantina e quella dei segni lasciati dalle presenze franche,crociate e veneziane, di notorietà minore, ma di sorprendente e diffuso interesse. C’è anche, non ultima, la Grecia degli ambienti naturali e delle isole. E poi c’è la Grecia turistica, quella degli stereotipi un po’ da cartolina, fatta da tanti piccoli elementi legati a tradizioni, usi e costumi entrati a far parte dell’immaginario collettivo e che comunque, contribuiscono, in qualche modo, a decretare la fortuna turistica di questo paese. E, infine, non dimentichiamolo, c’è la Grecia moderna, una nazione che negli ultimi decenni, soprattutto dopo il suo ingresso nell’Unione europea, ha conosciuto un rapidissimo processo di trasformazione economica, sociale e culturale, culminato dal rinnovamento artistico di Atene in occasione dei giochi olimpici nel 2004.

La Grecia è un paese peninsulare e montuoso situato nell’Europa meridionale, nel Mediterraneo, tra l’Albania, la Bulgaria, la Turchia e l’ex Repubblica Iugoslava della Macedonia. Il paese è circondato dal Mar Egeo e dal Mar Ionio.

Il Paese è diviso in regioni e in gruppi di isole che sono organizzate (per motivi di amministrazione) in prefetture.














È una delle destinazioni europee preferite. La principale stagione turistica per visitare la Grecia dura all’incirca dall’inizio di aprile alla fine di ottobre, culminando nei mesi di luglio ed agosto. Alcune isole come Rodi, Creta e Corfù attirano i turisti durante tutto l’anno. Ad Atene i mesi di luglio ed agosto possono rendere un po’ faticosa la visita della città: l’inverno, in compenso, è una stagione piacevole.

La Grecia consiste nelle seguenti regioni:

Atene e l’Attica. Da quando, all’inizio del 1800, Atene fu scelta come capitale della risorta nazione ellenica, essa si è trasformata dalla misera cittadina turca che era in una delle più importanti e animate città d’Europa, situata in un punto al quale convergono tutte le strade e dal quale si dipartono molti itinerari. Questa città sviluppatasi così rapidamente nel XX secolo, è dominata dall’Acropoli del V secolo a.C. : reliquiario perenne di classica bellezza, simbolo della civiltà e del pensiero politico dell’Occidente. La Plaka, la città vecchia,si stende proprio ai piedi dell’Acropoli, è un popoloso quartiere,ricco di animazione e folklore, che incanta i turisti: qui si trovano alcune delle migliori taverne di Atene. Le Olimpiadi del 2004 sono state l’occasione per rinnovare urbanisticamente la città.

Dal Monte Imetto, l’occhio spazia su quasi tutta l’Attica: il golfo Sardonico, Salamina, Egina, la pianura di Maratona ed il capo Sounion.

Queste località storiche e le spiagge a sud di Atene meritano tutte una visita.

A pochi chilometri di distanza, sulla strada per Delfi, è ideale fare una sosta a Dafni, per ammirare il suo monastero, che rappresenta il più bel monumento bizantino della Grecia Meridionale. Delfi fu sede del più famoso oracolo della Grecia e del mondo allora conosciuto.

Il Peloponneso. Questa penisola che ha la forma di una foglia di mora, rappresenta una meta d’obbligo per il turista, subito dopo Atene e Delfi. Essa comprende i luoghi dove in antico si svolgevano i giochi olimpici; l’austera Sparta e la licenziosa Corinto; il teatro di Epidàuro, dove ogni anno vengono rappresentate le tragedie classiche greche, e il posto della preistorica Micene. Per chi ama il mare, ci sono comunque, splendide spiagge, soprattutto nella costa meridionale ed occidentale.

L’Epiro. Di fronte alle isole Jonie c’è l’Epiro che, a torto, è una delle penisole greche  meno frequentate dai turisti. Il suo capoluogo, Giannina, situata in una stupenda posizione, ha conservato una spiccata fisionomia turca. Con una gita domenicale al villaggio montano di Metzovo ci si può trovare immersi nell’autentico folclore greco.

La Tessaglia. Vólos, il capoluogo di questa fertile regione, è stato completamente ricostruito dopo il terribile terremoto del 1955.

Nelle vicinanze, il boscoso Monte Pelio è facilmente accessibile ed accoglie parecchi pittoreschi villaggi, alcuni dei quali si sono trasformati in località di villeggiatura estiva.

Quasi ogni domenica si può assistere ad allegre danze popolari.

Non si dovrebbe tralasciare l’escursione a Tempe, una formidabile gola lunga 8 km.

La Macedonia e la Tracia. La Macedonia rievoca Alessandro Magno, mentre Salonicco, moderna città ha molti resti dell’impero bizantino. Il suo animato porto, il fermento del vecchio quartiere turco,e la folla, che di sera va a passeggiare sul lungomare, dove si trovano i migliori ristoranti della Grecia, daranno una misura della vitalità del Salonicco. Nella parte occidentale della Macedonia si trova la florida città di Kastoria, famosa per la lavorazione delle pellicce, che possiede oltre 70 chiese bizantine di età variabile tra l’XI e il XIX secolo. Nella parte orientale, Kavalla è un importante centro del tabacco. La penisola di Athos, sede di circa 1500 monaci, gode di uno statuto autonomo.

Il monte Athos. I turisti che intendono visitare il monte Athos per motivi religiosi o culturali devono essere muniti di un permesso speciale. E’ vietato l’ingresso delle donne e dei giovani di età inferiore ai 21, se non accompagnati.

La regione del Monte Athos è una repubblica monastica autonoma con un governatore greco che risiede nella capitale Karyes. I monaci dedicano molto tempo alla preghiera, circa otto ore al giorno.

Le isole Jonie. Queste isole, che derivano il loro nome dalla mitologica Io, amata di Zeus, si trovano sparse lungo la costa occidentale della Grecia.

Esse non furono mai soggette alla dominazione turca e conservano tuttora qualcosa della gentilezza di costumi e della civiltà introdottevi da Venezia.

Zante è nota da tempo come il “fiore del Levante”; Itaca è l’antica patria di Ulisse; Leucade viene ogni anno ravvivata in estate da un festival folcloristico.

Gli esperti di nuoto subacqueo troveranno in queste isole un campo ideale per l’esercizio di questo sport. Servendosi delle imbarcazioni locali – i caicchi- è possibile veleggiare tra un’isola e l’altra e spingersi anche più lontano, come a Citera, a sud del Peloponneso.

L’arcipelago Egeo. Rappresenta la parte del paese più imbevuta di carattere greco. L’arcipelago comprende parecchi gruppi di isole: le Sporadi, scaglionate a nord delle isole centrali; a sud le Cicladi. Il gruppo orientale , a ridosso della costa turca, comprende le grandi isole di Samo e Chio e l’antica Lesbo.

Del Dodecanneso, Rodi è sicuramente la più celebre e la più bella, e, prima della seconda guerra mondiale apparteneva all’Italia. L’isola di Creta è situata a mezza strada fra tre continenti e può vantare di una delle più antiche civiltà: quella dei re Minoici, della quale ci si può fare un’idea visitando il palazzo di Knosso.









Il Partenone (447-438 a.C.)















































Il tempio, eretto sull’Acropoli di Atene, rappresenta la massima espressione architettonica greca.

L’Acropoli era la parte più elevata della collina che sovrasta la città di Atene, e rappresentava il centro ideale della città e il luogo sacro per eccellenza. Le polis nacquero tra l’XI e il IX secolo a.C. Inizialmente, l’acropoli coincideva con la polis stessa, ma in seguito ne fu sempre più distinta.

La polis non costituisce soltanto un modello urbanistico, ma, soprattutto, un modello di organizzazione sociale e di convivenza civile. Essa si compone di più parti.

Innanzi tutto vi è l’acropoli, attorno ad essa si estende l’àsty, o città bassa, dove si trovano le abitazioni, i magazzini e le botteghe artigiane. Al centro dell’àsty, sorge l’agorà, che è la piazza principale della polis. In essa si svolge il mercato, ma in seguito vi si terranno anche le riunioni politiche dei cittadini.

Attorno all’àsty, infine, vi è la chòra, cioè la campagna agricola, con dei villaggi agricoli (chòmai), nei quali vivono pastori e contadini.

È dalla chòra, che l’intera città trae il proprio sostentamento e questo spiega perché i Greci, stante anche l’esiguità dei territori disponibili, sentissero come dovere prioritario e assoluto quello di difendere a ogni costo le loro polis. La novità maggiore è costituita dal fatto che la polis, nel suo insieme, non è più dominio esclusivo di un wanax, dotato di poteri assoluti, ma, anche se governata da un re, rappresenta un bene comune a tutti i cittadini.

Fu grazie a Pèricle (ca 495-429 a.C.), uno dei più grandi uomini politici del tempo, che si concretizzò in Atene la vera democrazia; tutti i cittadini, cioè, potevano prendere parte attiva alla vita politica della polis, partecipando all’assemblea e sedendo nei tribunali popolari. Ciò fu loro possibile perché, per la prima volta nella storia, ricevettero in cambio delle loro prestazioni una modesta retribuzione. E fu proprio in questo periodo che la città di Atene fu dotata di importanti complessi edilizi.

Nel 447 a.C. , infine, gli Ateniesi ricostruirono l’Acropoli, che era stata messa a ferro e fuoco dalle armate di Serse, tra il 480 e il 479.

Ed è proprio in questa fase che inizia il Periodo Classico, quello in cui l’arte greca giunse alle sue massime vette.

All’interno del programma di rinnovamento dell’Acropoli promosso da Pericle, gli architetti Ictino e Callicrate, iniziano la ricostruzione del Partenone, con la supervisione di Fidia, tra il 447 e il 438. Il tempio era dedicato alla dea protettrice della città, Atena Partenos (ossia Atena Vergine).



È un tempio di ordine dorico, periptero, octastilo.

La cella è divisa in tre navate da due file di colonne doriche; ciascuna fila è formata dalla sovrapposizione di colonne di due diverse dimensioni , più alte quelle inferiori, più basse quelle superiori.

Sul lato ovest un ulteriore doppio ordine di colonne legava la fila di destra con quella di sinistra e tutte assieme costituivano uno straordinario e inusuale scenario per la statua crisoelefantina (cioè in oro e avorio) dell’ Athena fiducia accolta nel naos.

La cella è dotata, all’esterno, di un fregio ionico continuo, dorizzato con l’aggiunta delle règulae ( listello con gocce sottostanti) al di sotto della tenia tra architrave e fregio.

Sul lato tergale della cella, infine, si apre un altro locale largo quanto il naos e lungo poco meno della metà.

Coperto da un soffitto a cassettoni retto da quattro colonne ioniche, esso è accessibile dall’opostidomo e prende il nome di parthenòn (stanza delle vergini).

Al suo interno, le vergini ateniesi tessevano e ricamavano a turno il peplo (abito) da offrire alla dea Atena, durante una festa chiamata Panatenèa, che si svolgeva ogni anno.

In periodo moderno il tempio fu trasformato in chiesa cristiana e poi in moschea. Quando la Grecia fu conquistata dall’impero ottomano,tra il 1456 al 1830, i turchi utilizzarono il tempio come deposito di armi e munizioni.

Nel 1687 durante l’assedio veneziano alla città di Atene, un colpo di mortaio sparato da una nave colpì il tempio che ne rimase praticamente distrutto. In seguito si provvide alla ricollocazione delle parti superstiti, ricostruendo solo parzialmente il tempio, al quale tuttavia mancano numerose parti scolpite, che nel XVIII secolo Lord Elgin, nobiluomo e diplomatico inglese, acquistò dai turchi e trasportò a Londra dove oggi, sono conservate nel British Museum.

Composizioni statuarie decoravano i due frontoni e decorate erano anche le 92 metope, intercalate dai triglifi. In questo tempio dedicato ad Atena, la dea della sapienza, tutti i temi delle metope stanno a simboleggiare la vittoria della civiltà sulla barbarie e della ragione sull’irrazionalità.

La vittoria del Lapita sul centauro nella metopa ne è un esempio. Rappresenta la lotta fra Lapiti e centauri, avvenuta in occasione delle nozze fra Piritoo e Deidamia.

Durante la nozze, i centauri, ubriachi, tentarono di usare violenza alla sposa e alle altre donne presenti, ma furono respinti e uccisi dai Lapiti. La composizione si basa su uno schema triangolare di cui un lato è chiaramente disegnato dal nudo corpo obliquo dell’uomo.

Questi, puntando a terra una sola gamba, tiene l’altra piegata e premuta contro il centauro dal busto compresso tra il proprio corpo equino e la forte presa dell’avversario.

Il fregio ionico, lungo circa 160 metri e alto circa 1 metro, rappresenta sia la solenne processione delle Panatenee, in onere di Athena Poàlis(protettrice della città), sia le gare con i cavalli che si svolgevano nei giorni successivi.


Ma è soprattutto nei due frontoni che è meglio possibile constatare la grandezza della concezione artistica di Fidia.






























Il frontone orientale, meglio conservato di quello occidentale, rappresenta la nascita di Athena dalla testa di Zeus. A sinistra Helios, trainato dai suoi cavalli, sorge dal profondo del mare, mentre a destra Selene e la sua quadriga scendono in esso.
Dionysos nudo è sdraiato sul proprio mantello e si rivolge verso il sorgere del sole. Seguono, sedute, Kore e Demeter, e a loro si avvicina Artemis. Al centro Zeus seduto,dal capo dal quale usciva Athena armata. Seguivano altre divinità, da ultime Hestia e Dione che raccoglieva in grembo Afrodite sdraiata.

Il frontone occidentale,è ancora più complesso di quello orientale.


Nel frontone, era rappresentata la mitica gara fra Atena e Poseidon per il possesso dell’Attica (la regione di Atene): il re del mare, infatti, aveva donato agli Ateniesi una sorgente d’acqua salmastra, fatta scaturire da una roccia, e Atena, aveva recato in dono un ulivo. Dallo spazio centrale del timpano le due grandi figure incrociate di Atena (la cui posizione inclinata è sottolineata dal panneggio della veste) e di Poseidon (dal possente nudo) divergono verso angoli opposti. I cavalli di Atena, tenuti a freno da Hermes, si impennano con furia, mentre una gran folla di eroi attici e di altre divinità assiste all’evento. La tecnica scultorea di Fidia appare sempre più raffinata.











Généralités sur la Grèce

La guide routard, outre donner des informations spécifiques sur la Grèce, sur les diverses villes et iles, musées, monuments, places à visiter, plages. Elle donne des conseils pratiques sur les dangers qu'on peut courir, sur les prix, et autres très importantes informations qu'à un vrai voyageur ils ne doivent pas manquer ! Et je voudrais m'arrêter vraiment sur ces pratiques conseils.

POUR LE BUDGET

La Grèce peut coûter cher…ou s’avérer bon marché. Tout dépend comment vous la prenez ou de la période à laquelle vous vous y rendez.

Sac au dos, en bus et en stop, en dormant sur les plage( attention, le camping sauvage est interdit), en se lavant dans les toilettes des tavernes, et en se contentant de souvlaki et de gyros, le voyage ne reviendra pas trop cher ! Vous pouvez aussi mixer votre mode de voyage : alterner les dodos sue les galets avec la confort des pensions, le stop(ou le bus pour les longs trajets) avec la location d’une mob pour découvrir l’intérieur du pays. Il est inutile de perdre 4h à attendre un bus pour aller voir un monastère ou une plage éloignes de 20 Km ! La location d’un scooter ou d’une voiture pour 4 personnes pour une journée n’est pas si élevée!

Officiellement, le coût de la vie en Grèce atteint 90% de la moyenne européenne.

C’est le cas dans l’hôtellerie (seules les chambres chez l’habitant demeurent encore relativement bon marché ). Pour l’alimentation, les prix au détail sont très variables ; les restos populaires restent encore très abordables. Heureusement, l’essence est moins taxée qu’en France et les transports en commun sont encore pas trop chers.




HEBERGEMENT

Les hôtels  le prix ne sont pas, comme en France, indiqués à l’extérieur de l’hôtel ; en revanche on peut les lire à la réception. Dans chaque chambre, il doit y avoir une pancarte indiquant le prix maximum que l’on peut vous faire payer pour une nuit. Il est conseillé de négocier, car les hôteliers ont coutume de faire fluctuer les prix selon la saison et le degré de fréquentation de leur établissement.

Les mois de juillet et août sont les plus fréquentes, et donc le plus chers. A’ Athènes, la haute saison commence en général dès le 1er avril et s’achève le 31 octobre et certains hôteliers ne s’embarrassent pas avec les saisons, pratiquant les mêmes tarifs toute l’année.

Le logement chez l’habitant : toutes les chambres doivent être déclarées à l’EOT ( office du tourisme hellénique) et les prix doivent être affiches comme dans les hôtel. Trois catégories : A, B et C.

Le camping : les camping organisés sont devenus assez chers. En 10 ans les prix par personne a plus que triplé! Ils sont généralement ouverts d’avril ou mai à octobre, à l’exception de quelques-uns ouverts toute l’année.


DANGERS ET ENQUIQUINEMENTS


Location de scooters : les accidents sont fréquents sur les iles,  et les loueurs pas toujours honnêtes, si bien que parfois les paragraphes du formulaire d’assurance stipulant qu’en dehors des dommages occasionnés avec un tiers tout les autre frais de réparation seront à votre charge sont écrits uniquement en grec !

Taxis : tous les chauffeurs de taxis à Athènes ne sont pas forcément honnêtes. Voir « Les taxis : ruses et arnaques » dans le chapitre consacré à Athènes. Et en dehors d’Athènes, ce n’est pas forcément mieux. Bien faire mettre le compteur à zéro.

Dragueurs : ça s’appelle le kamaki et ça consiste à draguer les touristes occidentales seules. Les Grecs peuvent se révéler assez collants, le cas échéant.

Plaisanciers : gare à la complicité des policiers et du pompiste ; ce dernier laisse parfois échapper quelques litres dans la marina, ce qui peut vous occasionner une amende pour pollution !

Escroquerie : depuis plusieurs années, Jean-Paul Lurier, un Français qui se fait passer pour un journaliste de Libération réussit à extorque à ses compatriotes des sommes d’argent plus ou moins importantes selon la générosité de ceux à qui il s’adresse. Le plus souvent, il opère à Athènes, là Plaka et près de l’Acropole.














Il Franchising in Grecia


Il sistema Franchising, alla fine degli anni 80, quando ha fatto la sua prima comparsa nel mercato ellenico, era formato da circa 15-20 franchisors (affilianti), via via sono diventati 75 alla fine degli anni 90. Al giorno d'oggi, in un periodo in cui le piccole-medio imprese in Grecia presentano importanti problemi di sopravvivenza, le aziende che hanno puntato sul franchising hanno avuto uno sviluppo delle loro reti del 167% negli ultimi 5 anni.

Secondo recenti studi di Associazioni del settore, attualmente ci sono 505 franchisor attivi in Grecia, che coprono 20 settori, a fronte di circa 8.039 affiliati e di 3.345 negozi gestiti direttamente dai franchisor.

Predominano le insegne greche che rappresentano l'85% del totale, seguite dalle catene statunitensi e via via le europee; le insegne straniere in ogni caso stanno aumentando a velocità sostenuta.

Atene e' la città dove ha sede il maggior numero d'insegne (370), dato che un terzo della popolazione della Grecia risiede nella zona della capitale ed il resto soprattutto a Salonicco (circa 100) e nel resto della Grecia.

I settori che vanno per la maggiore in Grecia sono quelli dell'abbigliamento attive, della vendita al dettaglio, della ristorazione, e dei servizi con 59 insegne.

Non esistono al momento in Grecia, a parte il Codice Etico, leggi o normative che regolino il franchising. Uno dei principali lati negativi in Grecia e’ che molti franchisor non mettono a disposizione strumenti, programmi di formazione e seminari all'altezza proprio per la formazione stessa dell'affiliato che desidera entrare nel campo del franchising, dando la possibilità di diventare affiliato a chiunque anche senza esperienza nel settore.

Di positivo invece c'e' che alcuni nuovi franchisors possono mettere a disposizione anche piccoli finanziamenti all'affiliato per aiutarlo ad entrare nel mercato. L'Associazione Ellenica del Franchise, responsabile dello sviluppo di questa forma di mercato, e' l'organo ufficiale a disposizione di tutti quelli che vogliono impegnarsi nel franchising. Non esistono finanziamenti specifici per chi intraprende un'attività' di franchising se non quelli a disposizione di ogni libero professionista che decida di aprire un'attività' economica a seconda del settore d'appartenenza. Alcuni dei maggiori ostacoli sono: l'alto capitale richiesto dai franchisors da investire nell'attivita' (soprattutto nel campo della ristorazione) e il costo d'affitto dei locali dove si vuole svolgere la propria attività: nelle vie centrali delle città di Atene e Salonicco i costi d'affitto sono elevatissimi e potrebbero scoraggiare il piccolo investitore.

Tra i marchi italiani già presenti nel mercato greco si segnalano: Intimissimi, United Colors of Benetton, Calzedonia e Sergio Tacchini per l'abbigliamento, Divani & Divani e Veneta Cucine per l'arredamento.

Due strumenti molto utili per la promozione del proprio marchio in Grecia sono la partecipazione alle fiere del settore e la pubblicazione di inserti o annunci pubblicitari sulle riviste specializzate. La manifestazione fieristica più importante è sicuramente la “Kem Franchise” che si tiene ogni anno ad Atene e Salonicco.








Ma che cosa è il franchising?

Definizione

Il franchising (affiliazione commerciale) è il contratto fra due soggetti giuridici, economicamente e giuridicamente indipendenti, in base al quale una parte concede all’altra la disponibilità di un insieme di diritti di proprietà industriale o intellettuale relativi a marchi, denominazioni commerciali, insegne, modelli di utilità, disegni, diritti d’autore, know how, brevetti, assistenza o consulenza tecnica e commerciale, inserendo il franchisee (affiliato) in un sistema costituito da una pluralità di affiliati distribuiti sul territorio, allo scopo di commercializzare determinati beni o servizi.

Il contratto di affiliazione commerciale può essere utilizzato in ogni settore di attività economica.

Il quadro giuridico in Grecia

Come già detto precedentemente, al contrario dell’Italia, dove esiste una recente Legge del 6 Maggio 2004 n.129, in Grecia non esiste una legge specifica che definisce gli obblighi e i diritti dei partecipanti al contratto.

Per colmare il vuoto legislativo vengono applicate diverse leggi e in particolare la legge 703/1977 su “il controllo sul monopolio e la protezione della libera concorrenza” , la legge 146/1914 su “la concorrenza sleale” e la legge 2239/1994 su “i marchi” dal momento che il franchising contiene tra l’altro anche la concessione dell’uso di marchi.

Anche in Grecia, come in molti altri Paesi Europei l’Associazione Ellenica di Franchising, per far fronte al vuoto legislativo, applica per i suoi membri il Codice Etico di Comportamento della Federazione Europea di Franchising che si basa sul Regolamento 2790/1999 dalla Commissione Europea.



Principi guida del Codice

Il franchisor(affiliante) è l’iniziatore di una rete di franchising, composto da se stesso e dai franchisee.

Obblighi del franchisor:

-Avere operato in una attività imprenditoriale con successo, per un periodo di tempo ragionevole ed in almeno un’unità pilota prima di iniziare il network di franchising;

-Essere proprietario o avere i diritti legali per l’utilizzo di nome e marchio del proprio network di franchising;

-Fornire ai franchisee la formazione iniziale e assistenza commerciale continuativa per l’intera vita del contratto;

Obblighi del franchisee:

-Impegnarsi per la crescita del franchising e per il mantenimento dell’identità comune e della reputazione del network;

-Fornire al franchisor dati operativi verificabili per facilitare la determinazione dell’andamento imprenditoriale e i rendiconti finanziari necessari per un’efficace guida della gestione e permette al franchisor di avere accesso ai locali e alle informazioni del franchisee su richiesta del franchisor in tempi ragionevoli;

-Non informare terzi riguardo il know how acquisito dal franchisor, né durante né dopo la conclusione del contratto;

- Pagare un diritto di entrata;

- Corrispondere una royalty annua, calcolata in percentuale sul fatturato;

- Contribuire per le spese di pubblicità dell’intera rete di franchising;

Obblighi comuni ad entrambe le parti:

I rapporti reciprochi tra le parti devono essere corretti. Il franchisor deve fornire comunicazione scritta ai franchisee di ogni inadempienza contrattuale e, se appropriato, garantire il tempo necessario per rimediare.

Le parti dovrebbero risolvere reclami e dispute in buona fede attraverso comunicazione e negoziazione equa e ragionevole.

Assunzione, pubblicità e notifica

Ogni pubblicità per l’assunzione dei franchisee deve essere priva di ambiguità e dichiarazioni fuorvianti.

Al fine di permettere ai potenziali franchisee di entrare in un accordo vincolante con piena conoscenza, deve essere loro fornita copia del Codice Etico di Comportamento, così come tutto il materiale informativo sul rapporto di franchising in forma scritta, con una ragionevole anticipo rispetto all’esecuzione di tale accordi.

Il contratto di franchising

Il contratto di franchising dovrebbe attenersi alla legislatura nazionale, della Comunità Europea e al Codice Etico di Comportamento.

L’accordo dovrebbe riflettere gli interessi dei membri del network nella tutela dei diritti sulla proprietà industriale e intellettuale nonché nel mantenimento dell’identità e della reputazione comune del network.

Tutti i contratti e tutti gli accordi contrattuali connessi alla relazione di franchising devono essere scritti e/o tradotti nella lingua del paese in cui ogni singolo franchisee è basato. Gli accordi firmati,inoltre, devono essere comunicati immediatamente al franchisee.

Il contratto di franchising deve stabilire preventivamente senza ambiguità gli obblighi e le responsabilità reciproche delle parti e tutti i termini della relazione.

I basilari termini del contratto devono essere i seguenti:

I diritti concessi al franchisor

I diritti concessi al singolo franchisee

I beni e/o servizi da fornire ai franchisee

Gli obblighi del franchisor

Gli obblighi del franchisee

I termini di pagamento da parte dei franchisee

La durata del contratto, che dovrebbe essere ampia abbastanza da permettere ai franchisee di ammortizzare gli investimenti iniziali specifici al franchising stesso, e di sfruttare l’attività fino a quando il contratto è in vigore.

Le basi per un successivo rinnovo del contratto

I termini tramite i quali il franchisee possa vendere o trasferire l’attività e i possibili diritti di prelazione collegati.

La fornitura rilevante per il franchisee nei termini dei segni distintivi del franchisee, nome commerciale, marchio, insegna, logo ed altri segni distintivi.

Il diritto del franchisor di adattare il sistema di franchising a sistemi nuovi o mutati.

Informazioni sul termine del contratto

Informazioni sul riscatto al termine del contratto di ogni proprietà tangibile e intangibile appartenente al franchisor.






Athens. A jewel of the ancient world

Athens was considered the intellectual and artistic center of Greece.

It was the city where mankinds' most precious and most significant moral values were founded.

Philosophy, science, literature, art and drama are just some of the concepts born in ancient Athens.

Geographical position


Athens is the capital and the largest city in Greece, it dominates the Attica periphery: as one of the world's oldest cities.

The city is located in the middle of a wide, flat valley that is crossed by two rivers, the Cefisus and the Ilissus. The valley lies among the Imettus, the Aigaleos mountains and the Egina gulf. In the valley there are some hills, like the Licabettus and the Acropolis.

Spring and late autumn are the best times to visit Athens. Summer can be extremely hot and dry! Winter is definitely low season, being somewhat chilly with occasional rainy days.


GREAT ESCAPE TO ATHENS

SEPTEMBER- NOVEMBER 2008

THE TOUR INCLUDES :

- Round trip transfers from/to airport

- 4 overnights in Athens in 3 star hotel and half board

- Half day Athens guided sightseeing tour

- Daily breakfast- Free entrance fees during the tour

- Hotel taxes- airport taxes





ITINERARY :

DAY 1 : ATHENS

Take a scheduled flight from Rome to Athens, and transfer to the hotel. We will stay for 4 nights at the three star “Hotel  Rio” ( 5 nights half board). The hotel is situated in the centre of the city.

Rest of the day at leisure.

We recommend to choose the Plaka and Syntagma Square. The Plaka is a lively area with lots of street vendors, shops and restaurants selling traditional Greek goods, Syntagma Square (Constitution Square) is beautiful with the parliament building as its focal point. Come here to see the changing of the guard.


DAY 2 : ATHENS

Morning sightseeing tour of Athens' most famous sights including a visit to the spectacular Acropolis.

The most important monument on the Acropolis is The Parthenon and is Greece’s most instantly recognisable landmark. Built between 447BC and 438BC, it was built for Athena Parthenos.

Other highlights on the Acropolis include The Erechtheion and the Temple of Athena Nike which has a row of four columns on each side.



In the evening you may go to Athens and try out some local Greek inns and the best place to do so is in the Plaka. One establishment which is extremely popular with both tourists and locals alike is Vizantino.


DAY 3: GET AWAY FROM THE CITY

Transfer to the isles.

The first port of call is the island of Aegina, well known over the world for its peanut production.

From there we will go to the Temple of Afaia, built on the top of a hill back in the 5th century BC, which boasts amazing views.

From Aegina, embark the boat once more en route to the next island, Hydra. You can walk around the island’s main town, exploring all the hidden walkways and alleyways. Hydra always proves to be the favourite one with tourists, relax here for a while and explore the different towns. After exploring the various boutiques and shops of the town, get back on the boat and return to the mainland at 7pm. Rather than going towards to the nearest hotspot when you arrive back to Athens, Allou Fun Park is the most unique way to spend an evening.





DAY 4 : ATHENS - DAY FREE

Free day in Athens for shopping, strolling through the city discovering its hidden charms.

We reccommend to choose the exclusive shopping district in modern Athens in Kolonaki. After lunch, ride the new funicular to the top of Likavittos Hill for views across Athens and out to the sea. In the evening enjoy dinner at a restaurant offering live traditional folk music and dancing.

DAY 5: ATHENS/AIRPORT

We will be moved from your hotel and transferred to the airport by our taxi driver for your departure flight.


Departure Dates

Prices per person



September 530,00


October 500,00




Prices are per person based on the shared occupancy of twin - or double- bedded rooms with private shower and wc. Supplements per person: single rooms 14€ per night. Holiday Delay insurance








“Il Sogno e la sua Interpretazione”

Sigmund Freud


Freud spiega che il sogno ha da sempre interessato l’uomo, sin dall’antichità.

In effetti, gli antichi consideravano i sogni come un presagio di qualcosa che si sarebbe manifestato.

Con il passar del tempo,alcuni studiosi sostennero che i sogni, non sono altro che manifestazioni di forze mentali alle quali è stata impedita la libera espansione durante il giorno.

I medici, invece cercarono di risolvere il problema dei sogni spiegando che essi non hanno alcun significato e che raggiungerebbero appena il livello di fenomeni psichici.

Invece, la maggior parte del popolo, afferma che i sogni hanno un significato, che si riferisce alla predizione del futuro e che può essere scoperto tramite interpretazione.

Freud arriva alla conclusione che chi si avvicina maggiormente alla realtà è proprio il popolo.

Giunse a questa rivelazione applicando il metodo delle libere associazioni all'interpretazione dei sogni.

Per interpretare un sogno si parte dal ricordo che si ha di questo e dopo di che si cerca di associare ogni pensiero che viene in mente con qualcosa di realmente accaduto.

Stando a Freud, il sogno non é l'inconscio, ma é solo una delle sue manifestazioni, la quale, se opportunamente interpretata, permette di accedere ai contenuti repressi e al modo di lavorare dell'inconscio stesso.

Durante il sonno, infatti, la censura messa in atto dalla coscienza si affievolisce e così l'inconscio, coi suoi desideri rimossi, preme con più intensità e genera tensioni; il sogno, rende possibile la liberazione di queste tensioni. In questo senso, il sogno viene concepito da Freud come “ l' appagamento di un desiderio ”.

Ma la coscienza, cerca ancora, in qualche modo, di censurare il sogno attraverso mascheramenti e deformazioni.

Freud parla del lavoro onirico come della via privilegiata per giungere a scoprire l'inconscio e introduce la divisione in “contenuto manifesto” e “contenuto latente”.

Il contenuto manifesto è il sogno così come viene ricordato dall’individuo, si può presentare però in diverse forme.

Ci sono sogni sensati e comprensibili, che sono spesso brevi e non destano attenzione, altri, invece, anche essendo chiari e coerenti sembra che non abbiano un senso, come quando si sogna della morte di un parente caro in circostanze impossibili, e poi, ci sono sogni che sembrano incoerenti, confusi e privi di significato, che provocano la domanda:

“come mi è venuta in mente una cosa simile?”.

Queste ultime 2 categorie hanno al loro interno degli elementi simboli, che non riusciamo a capire, ed è proprio in questo caso che si cerca di decodificarli, così entra in gioco il “contenuto latente” ovvero, quei contenuti mascherati dagli elementi simbolici.

Il contenuto latente va allora ricostruito ripercorrendo all'indietro il lavoro svolto dal sogno: ed è proprio in questo che consiste l'interpretazione dei sogni, ossia nel trasformare il <contenuto latente> in <contenuto manifesto>.

Questa operazione prende il nome, di <lavoro onirico>, cioè individuare che cosa simboleggi ciascuna componente del sogno.

Questo é possibile solamente tenendo in considerazione le regole 'sintattiche' che presiedono al collegamento di questi disparati elementi: queste regole sono essenzialmente la condensazione,lo spostamento e la drammatizzazione.

La condensazione avviene quando ricordiamo il sogno, ma al suo interno ha degli elementi che in apparenza non hanno nulla in comune, ma se li si analizza, si viene a scoprire che hanno almeno un elemento che li accomuna; rappresentando due individui mediante un unico tratto comune o tramite un'assonanza tra i loro nomi e così via.

Lo spostamento lavora in stretto contatto con il fenomeno di condensazione e associa emozioni legate a determinati pensieri ad altri elementi del contenuto manifesto. Per esempio, un sogno in cui appare un uomo anziano in un ruolo molto importante, ma che  è del tutto indifferente nella vita del sognatore. Grazie all’analisi ci accorgiamo che si tratta di un sostituto della figura paterna; in questo caso c’è stato uno spostamento da una rappresentazione significativa (il padre) appartenente ai pensieri latenti ad una rappresentazione insignificante o secondaria.

Abbiamo un’inversione dei valori: l’elemento fondamentale viene escluso a favore di quello meno importante. Si capisce allora che lo spostamento è un ulteriore meccanismo a disposizione della censura.

La drammatizzazione, è semplicemente il fenomeno grazie al quale, nei sogni, i nostri pensieri vengono trasformati in situazioni. Come quando, sogniamo la realizzazione di un avvenimento, che accadrà realmente il giorno successivo.

Freud analizza anche i sogni concreti e significativi, e spiega che questi sogni sono più comuni nei bambini, mentre in noi adulti si manifestano maggiormente dei sogni cosiddetti “incomprensibili”; anche se ci possono essere delle eccezioni.

Spesso, infatti, ci può capitare di sognare la realizzazione di un desiderio. Per esempio, quando sogniamo di essere già svegli e di essere nel bagno a lavarci, oppure già a scuola o al lavoro.

Nei bambini, i processi psichici che svolgono il lavoro onirico sono notevolmente semplificati, e sono un'ottima base per ampliare lo studio agli adulti.

Freud cita alcuni esempi come:


Un giorno una bambina di tre anni e mezzo fece una gita al lago. Il viaggio evidentemente non fu abbastanza lungo per lei, poiché pianse quando dovette scendere dalla barca. La mattina dopo raccontò che durante la notte era stata in gita sul lago. Aveva continuato il viaggi interrotto.


Una bambina di sei anni fece un sogno []. Durante una passeggiata il padre aveva abbreviato la meta prevista, poiché si stava facendo tardi. Sulla via del ritorno ella aveva notato una targa che indicava il nome di un'altra località e il padre le aveva promesso che l'avrebbe portata anche là un'altra volta. La mattina dopo salutò il padre con la notizia che aveva sognato il luogo dove il giorno precedente non erano stati.


Questi bambini hanno realizzato il loro desiderio in un sogno, inoltre i sogni dei bambini hanno un nesso con la vita diurna, in genere quella del giorno precedente.

Quindi i sogni sono la realizzazione di un desiderio. Nell’opinione popolare che crede che il sogno predica il futuro c’è quindi un fondo di verità: il futuro che ci mostra il sogno non è però quello che accadrà, ma quello che noi desideriamo che accada.

Inoltre, l’analisi ha condotto Freud a rivelare che la maggior parte dei sogni delle persone adulte è riconducibile a desideri erotici.

Questi sogni sono sempre sorprendenti per il superamento dei limiti posti dal sognatore durante la vita vigile; in molti sogni in cui non si riconosce nulla di erotico nel contenuto manifesto vengono smascherati dal lavoro di interpretazione come appagamenti di desideri sessuali.

Questi pensieri rimossi sono sostituiti nel contenuto onirico da accenni, allusioni e forme di raffigurazione indiretta: i simboli, ovvero il <contenuto latente>.

Infine, Freud incita a continuare con le ricerche sull’interpretazione dei sogni, anche accingendosi al suo libro più famoso, “ l’interpretazione dei sogni” e conclude poi dicendo che tutti sono in grado di sognare perché i pensieri onirici sono presenti in tutti gli uomini.







Bibliografia



Italiano

Oriana Fallaci, Un uomo, Milano, Bur, 2005


Storia


Aldo De Jaco, Colonnelli e Resistenza in Grecia, Roma, Editori Riuniti,1970

Saverio Ferrari, www.Osservatoriodemocratico.com

it.wikipedia.org/wiki/Dittatura_dei_colonnelli

www.media68.net/ita/grecia/grecia.htm


Geografia


Grecia : 13 itinerari e più di 900 località per visitare le isole e il continente, Milano, Touring club Italiano TCI, 1995

www.ente-turismoellenico.com


Arte


Giorgio Cricco- Francesco Paolo Di Teodoro, Itinerario nell’arte, Volume 1, Dalla Preistoria all’età gotica,Bologna,Zanichelli, 2003

https://web.tiscali.it/atenefracastoro/Partenone.htm

https://www.filosofico.net/demo0crazi1apoliis.htm


Francese


Grèce continentale, Le guide du Routard, Hachette, 2004


Psicologia


Sigmund Freud, Il sogno e la sua interpretazione, Tascabili Economici Newton, Roma,1992


Tecnica Turistica


Fare affari in Grecia - Guida per l’imprenditore

www.frachising-net.org/Analisi-grecia.html


Inglese


www.lonelyplanet.com/worldguide/greece/athens/

www.en.wikipedia.org/wiki/Athens

https://www.athens-travel-guide.gr/inside-athens.html





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