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I fabbisogni nutrizionali in eta' evolutiva - bambino




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I FABBISOGNI NUTRIZIONALI IN ETA' EVOLUTIVA - BAMBINO

I fabbisogni nutrizionali esprimono le quantità di energia e di nutrienti necessari a garantire un buono stato di salute e, in particolare nel bambino, un accrescimento adeguato.

In rapporto al fine che avranno gli alimenti nell'economia di tutto l'organismo possiamo distinguere tre tipi di fabbisogno:

energetico: apporto di energia necessaria per coprire tutte le funzioni dell'organismo (quantità di energia chimica);

plastico o costruttivo: apporto di sostanze nutritive per la costruzione e il rinnovamento dei tessuti;

idrico: apporto di acqua indispensabile alla vita.


L'acqua

Il fabbisogno di acqua nel neonato è all'incirca di 75-100 ml/Kg/die anche se molto spesso può aumentare a causa della facilità con cui le riserve idriche vengono perse (aumento delle perdite a livello renale cutaneo e polmonare, metabolismo elevato), per tale motivo i bambini e specialmente quelli appena nati vanno più spesso incontro a disidratazione.

Tenuto conto di ciò si calcola che l'introito giornaliero di acqua debba essere:

700 ml/die da 0 a 6 mesi;

800 ml/die da 7 a 13 mesi;

1300 ml/die da 1 a 3 anni;

1700 ml/die da 4 a 8 anni.

Il bambino allattato al seno o con latte formulato non necessita di supplemento di acqua mentre dopo lo svezzamento è indicato assumere acqua o bevande come succhi di frutta.


Fabbisogno calorico giornaliero totale e quoziente energetico

Il quoziente energetico (QE) rappresenta la quantità di calorie necessarie al giorno per kg di peso corporeo: QE = Calorie / 24 h / Peso (kg). Il quoziente energetico di un bambino è diverso da quello dell' adulto perché va considerata l'energia necessaria per la crescita, questo succede soprattutto nei periodi di più rapido sviluppo psico-fisico: primi mesi, pubertà.

Il fabbisogno energetico giornaliero è invece la quota di calorie da introdurre nelle 24 ore. Il quoziente energetico tende a diminuire con l'aumentare dell'età perché rallenta la velocità di accrescimento e diminuisce il rapporto tra superficie corporea e peso.

Nonostante la riduzione del quoziente energetico, è chiaro che l'aumento del peso corporeo fa si che, col passare degli anni, il fabbisogno energetico giornaliero aumenti.


Nutrienti

Ogni individuo necessita quotidianamente di una determinata quota di proteine, carboidrati, grassi, vitamine e sali minerali in base ai diversi fabbisogni nutrizionali.

I LARN sono i livelli di assunzione di energia e di nutrienti. In questo ambito distinguiamo:

Il fabbisogno medio stimato o EAR (Estimated Average Requirement). Sono i livelli raccomandati di assunzione dei vari nutrienti in grado di coprire il fabbisogno del 50% della popolazione;

Dose giornaliera raccomandata o RDA (Recommended Daily Allowance), in grado cioè di coprire i bisogni della maggior parte della popolazione.

I LARN si riferiscono ad individui in buona salute e non sono applicati a soggetti con necessità specifiche derivanti da malattie, particolari terapie o diete speciali.

I livelli raccomandati sono generalmente più elevati negli USA che nei Paesi Europei mentre si osserva una sostanziale parità fra i valori proposti dalla Commissione Europea e quelli del Regno Unito.

In natura non esiste un alimento "completo" che contenga tutti i principi, per cui ne consegue la necessità di consumare ogni giorno alimenti diversi; nello stesso tempo, però, ciascun alimento può essere sostituito da un altro o da altri, purché abbia le stesse caratteristiche nutrizionali.

L' Istituto Nazionale della Nutrizione ha classificato gli alimenti in gruppi, tutti nutrizionalmente abbastanza omogenei, per cui all'interno di ogni gruppo esiste l'intercambiabilità e l'equivalenza.

Figura : Gruppi di alimenti proteici.

Figura : Gruppi di alimenti energetici e protettivi.


Proteine

Le proteine alimentari vengono utilizzate dal bambino soprattutto per l'aumento della massa corporea: funzione plastica. Esse si diversificano dagli altri alimenti per la capacità che hanno di assolvere la funzione plastica: valore biologico. Il valore biologico delle proteine è in rapporto al contenuto in amminoacidi essenziali (non prodotti dal nostro organismo).

Le proteine animali hanno un valore biologico superiore a quelle vegetali. Il valore biologico delle proteine può essere determinato misurando l'Età (mesi) g/kg/die.

Il rapporto azoto trattenuto/azoto ingerito viene definito indice di utilizzazione proteica netta (NPU). Il fabbisogno proteico varia a seconda dell'età, infatti nel lattante il fabbisogno è più alto, mentre nell'adulto è 0.8-1 g per kg di peso corporeo.

È essenziale rispettare il rapporto tra proteine di origine animale e vegetale. In una dieta equilibrata le percentuali proteiche dovrebbero essere: 50 - 70% di origine animale; 30 - 50% di origine vegetale.

La valenza delle proteine nella dieta varia nel corso del primo anno di vita, infatti la percentuale di calorie proveniente dai protidi aumenta in questo modo:

7-8% delle calorie totali nel lattante al seno;

15% delle calorie totali dopo il 1° anno di vita, ciò perché con lo svezzamento si determina il passaggio da una dieta a base di solo latte ad una dieta più completa e vicina a quella dell'adulto in cui compaiono sostanza ricche in proteine come uova e carne.

Si ritiene che il neonato necessiti di una porzione maggiore di aminoacidi essenziali rispetto all'adulto: agli aminoacidi essenziali per l'adulto (leucina, isoleucina, valina, treonina, metionina, fenilalanina, triptofano, lisina, istidina) si aggiungono: tirosina, cisteina e probabilmente arginina. Probabilmente il fabbisogno di cisteina è dovuto ad una ridotta attività della cistationasi epatica, enzima che converte la metionina a cisteina fino ai 4 mesi d'età.

E importante sapere che le proteine materne e quelle del latte formulato contengono quantità sufficienti di questi aminoacidi essenziali.


Lipidi

I lipidi hanno 3 funzioni principali:

fonte di energia metabolica;

veicolo naturale per l'assorbimento e il trasporto delle vitamine liposolubili;

ruolo strutturale: costituenti essenziali delle membrane cellulari; alcuni acidi grassi polinsaturi come il linoleico (18:2n-6) o omega 6 e il linolenico (18:3n-3) o omega 3, indispensabili per una crescita normale, non possono essere sintetizzati dall'organismo e come tali sono pertanto definiti essenziali, tanto che si potrebbe addirittura parlare di vitamina F da "Fatty acid". Il fabbisogno di acido linoleico è di 0.5-1 g/Kg/die, leggermente inferiore invece è il fabbisogno di acido linolenico.

Il fabbisogno di grassi è maggiore nel bambino rispetto all'adulto per i motivi già elencati riguardo gli altri nutrienti (sintesi di nuovi tessuti), inoltre nel neonato e nella prima infanzia gli acidi grassi polinsaturi (PUFA), in particolare l'acido arachidonico (ARA) e l'acido docosaesaenoico (DHA), influenzano lo sviluppo fisico e neuropsichico del bambino partecipando alla costituzione delle membrane cellulari del sistema nervoso, in particolare di quelle retiniche che sono costituite per il 40% da DHA.

Alcuni studi hanno evidenziato che i bambini allattati al seno vanno incontro ad un migliore sviluppo visivo e psichico rispetto a quelli alimentati con latte formulato e ciò potrebbe derivare dalla carenza di DHA a cui l'organismo non riesce a sopperire attraverso la conversione dell'acido linolenico a DHA.

In una dieta equilibrata le percentuali di calorie provenienti dai grassi in rapporto all'età devono essere le seguenti:

al di sotto di 1 anno: 40% - 50%;

tra 1 e 2 anni: 30 - 40%;

dopo i 2 anni: 25 - 30%.

Per quanto riguarda gli acidi grassi essenziali la percentuale di calorie proveniente da essi deve costantemente essere intorno al 6-8% del totale.


Carboidrati

Svolgono funzioni molto importanti per l' organismo ma sono considerati non essenziali perché il glucosio è prodotto a partire dagli amminoacidi. Rappresentano la principale fonte di calorie e vengono principalmente assunti sotto forma di disaccaridi (lattosio, saccarosio) o sotto forma di polisaccaridi (amido). Bisogna prediligere zuccheri complessi anziché semplici (saccarosio) che devono rappresentare solo il 15-16% di tutti gli zuccheri (essendo pro-diabetogeni).

Il fabbisogno di carboidrati deve essere:

il 40% del fabbisogno totale al di sotto di 1 anno;

il 55-60% dopo l'anno di età.


Vitamine

Le vitamine sono sostanze organiche necessarie sia per la vita che per il benessere psicofisico; non sono sintetizzate dal nostro organismo per cui è necessaria l'assunzione con gli alimenti. Soprattutto per alcune di esse è importante la modalità di preparazione e conservazione dei cibi.

Il neonato necessita di un maggiore fabbisogno di alcune vitamine, per esempio:

Vitamina D = 10 μg/Kg/die (400 UI/die) :la quantità di vitamina D presente nel latte materno è minore rispetto a quella presente nel latte vaccino ma viene assorbita meglio, per sopperire allo scarso assorbimento il latte non umano viene supplito di vitamina D. Inoltre nei nati prematuri il fabbisogno di vitamina D raddoppia;

Vitamina C = 7mg/Kg/die (20-30 mg/die).

Oggi, non a caso, il latte artificiale viene sempre addizionato di queste due vitamine.

La vitamina K viene sintetizzata dai batteri intestinali, essendo l'intestino neonatale privo o scarno di questa flora benefica si può incorrere in una situazione di ipo-protrombinemia con problemi di coagulazione fino alla "malattia emorragica del neonato" (per evitare questo pericolo la vitamina K viene somministrata al neonato appena nato tramite iniezione intra-muscolare).


Sali Minerali

Si dividono in:

Macrominerali (calcio, fosforo, potassio, sodio);

Microminerali (ferro, cromo, manganese, iodio).

In età pediatrica particolare attenzione deve essere posta al ferro ed al calcio, essendo la prima infanzia il periodo più critico a causa della rapida crescita che necessita di un'utilizzazione del Fe veloce ed ampia.

I sali minerali contenuti nel latte materno sono sufficienti ai fabbisogni del lattante.

Calcio: L'introito di calcio raccomandato varia in base all'età. Nell'adolescente il picco di massa ossea è ottenuto intorno ai 12.5 anni (femmine) e 14 anni (maschi), dopo un periodo di 3-4 anni in cui viene accumulata circa il 40% della massa ossea globale della vita di un individuo. Un introito di calcio adeguato nel corso dell' infanzia e dell'adolescenza è necessario ad ottenere un picco di massa ossea sufficiente ai fini della riduzione del rischio di frattura e osteoporosi in età adulta .

Molti studiosi sostengono che l' osteoporosi sia una malattia pediatrica con conseguenze in età adulta/geriatrica, cioè abbia le sue basi appunto in un non adeguato apporto di calcio nell'infanzia; inoltre dati recenti suggeriscono la possibilità che una bassa massa ossea possa contribuire al rischio di fratture nei bambini, dimostrando una relazione tra lo scatto puberale (corrispondente al picco di massa ossea) ed il rischio di fratture.

Ciò rappresenta un problema in quanto è segnalato da molti studi che, soprattutto i bambini in età adolescenziale (età in cui si ha il picco di massa ossea), non assumono la quota di calcio raccomandata, gli introiti documentati nei ragazzi in età puberale hanno una media di 700-1000 mg/die, minori rispetto al target richiesto.

Le principali motivazioni relative all'insufficiente apporto di latte nella dieta degli adolescenti sono:

per quanto riguarda le ragazze spesso i regimi dietetici a cui si attengono per badare alla linea sono privi di latte, essendo questo alimento ricco di grassi, in realtà molti non sanno che un latte senza grassi contiene la stessa quota di calcio di un latte intero;

le abitudini alimentari sbagliate dei genitori influenzano quelle dei figli: spesso lo scarso consumo di latte da parte delle madri predice il consumo dello stesso da parte delle loro figlie femmine;

gli adolescenti fanno uso di Soft drinks, Succhi di frutta e Fruit drinks che si sostituiscono al latte;

l'87% di scuole secondarie ha distributori automatici con juice drinks e cibi con basso valore nutrizionale e apporto di calcio. Solo il 6% dei distributori offre latte;

è in aumento il numero degli adolescenti che mangia fuori casa.

I fattori che favoriscono l'assorbimento del calcio sono:

Vitamina D: questa vitamina ha un ruolo centrale nel metabolismo del calcio, in particolare ne favorisce l'assorbimento a livello intestinale promuovendo l'espressione di trasportatori specifici;

Rapporto Ca/P elevato (1,5-2) come nel latte materno;

Lattosio (è stato dimostrato che individui con problemi di assorbimento di lattosio, introducono in maniera significativa meno calcio di gruppi di coetanei con assenza di questo disturbo).

I fattori che riducono l'assorbimento di calcio sono:

Acidi grassi saturi;

Acido fitico e acido ossalico presenti nelle piante (formano sali insolubili).

Ferro: In età pediatrica il bambino tende ad espandere continuamente i suoi tessuti e ad aumentare quindi il volume di sangue, proprio per quest'ultimo motivo diventa fondamentale un adeguato apporto di ferro, essenziale per la costituzione dell'emoglobina e dei globuli rossi in generale; non è raro infatti che nel bambino si riscontri un'anemia sideropenica dovuta al divario tra ritmo di espansione ematica e quantità di ferro a disposizione.

ll contenuto di ferro in un adulto è di 3 - 5 g e ogni giorno attraverso pelle ed intestino ne perdiamo circa 1mg. È assorbito esclusivamente a livello duodenale, in una percentuale del 10% rispetto al totale ingerito con gli alimenti. Il fabbisogno è raddoppiato in donne fertili o gravide e negli organismi in crescita.



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