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LA FABBRICA E L'OPERAIO VISTI DA C. CHAPLIN
Tempi moderni: una storia i cui personaggi sono l'industria, la catena di montaggio,l'operaio alienato
Una parte rilevante del film Tempi Moderni è ambientata in una grande fabbrica dove l'invenzione cinematografica riproduce la realtà, pur avendo aspetti quasi fantascientifici, se guardati con gli occhi dell'epoca. Pensando al tema del mio lavoro subito mi è apparso l'operaio di Chaplin che tanto bene rappresenta un aspetto della realtà industriale di tratto in questa tesina.
Charlot infatti è un operaio di una grande fabbrica metal meccanica è addetto a un nastro convogliatore ed il suo lavoro alla catena di montaggio ha ritmi estenuanti. Tutto accade sotto gli occhi del padrone, grazie a un Impianto televisivo a circuito chiuso. La legge del profitto non solo porta ad accelerare continuamente i ritmi di lavoro, ma induce anche a escogitare una macchina per l'alimentazione automatica degli operai, al fine di evitare ogni tipo di pausa. . Ciò che ancora oggi impressiona di molte sequenze filmiche è proprio la capacità di C. Chaplin di riprodurre questo lavoro, con la sua ripetitività e suoi ritmi assurdi che portano anche Charlot a essere scelto come cavia per un esperimento che si conclude con un disastro. Un giorno, mentre lavora alla catena di montaggio, Charlot ha una crisi da 'esaurimento nervoso' e l'alienazione lo induce a ripetere meccanicamente i gesti cui è stato costretto, applicandoli a qualsiasi cosa o a chiunque gli capiti sotto tiro.
Finisce in manicomio e, una volta dimesso, conosce la disoccupazione, quella della Grande Crisi. Nel corso di uno scontro tra operai e polizia, per un equivoco viene ritenuto il capo dei dimostranti e arrestato. La fabbrica riapre, ma solo per il tempo necessario a far sì che Charlot si esibisca nel gag della manutenzione dell'enorme macchina.
Tempi moderni è stata una pellicola in grado di resistere al logorio del tempo infatti, ricorrendo al suo umorismo scanzonato e sagace, Chaplin ha costruito una feroce parodia dei suoi tempi (oggi come ieri sempre più moderni) dove il senso del progresso contrasta sia con il mercato del lavoro che con i sentimenti umani. Tra le figure che appaiono in questa pellicola vi sono delle "vittime sacrificali" di quel mondo che proseguiva verso la via dell'industrializzazione e del progresso schiacciando la forza lavoro, la personalità e le aspirazioni degli operai. Chaplin è stato capace, con grande coraggio, di mettere in faccia al pubblico, deridendola, quella corsa inarrestabile verso il progresso. Secondo Chaplin infatti i tempi moderni (dove per tempi s'intende soprattutto quelli di produzione) funzionano proprio così, con un operaio ai limiti dell'alienazione (secondo le teorie di Marx), che rischia il collasso nervoso o il carcere nel momento in cui non è capace ad adeguarsi ai ritmi produttivi e, una volta entrato in questo circuito, non ha più né i mezzi né gli strumenti per uscirne, rimanendo vittima di un circolo vizioso che lo vuole per sempre sovversivo e vagabondo. Non c'è posto, infatti, in città per chi non si adegua alla modernità dei tempi.
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