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Classificazione e funzioni dei sottotitoli




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Classificazione e funzioni dei sottotitoli






Negli ultimi anni i prodotti audiovisivi sono entrati nella nostra vita quotidiana nelle forme più svariate: dalla televisione a Internet e alla tv digitale, dal videoregistratore VHS al DVD, dalle videocamere digitali ai videogame e alla Playstation. Tutto questo grazie a un inarrestabile sviluppo tecnologico che, per quanto riguarda il mondo della TAV, ha portato alla nascita di software per la creazione di sottotitoli sempre più precisi e avanzati, ma al tempo stesso accessibili a un pubblico eterogeneo e non necessariamente esperto in materia. L'inarrestabile progresso tecnologico che ha interessato queste aree multimediali ha determinato la nascita di nuove metodologie traduttive che si affiancano a quelle tradizionali, ma sfuggono alle pratiche di sottotitolazione tradizionale. Ci stiamo riferendo, in modo particolare, alla sottotitolazione sperimentale dei cartoni animati giapponesi, un metodo di TAV che è stato reso disponibile in rete da sottotitolatori non professionisti e con competenze linguistiche spesso non accademiche

In questo paragrafo, tenendo conto che il mondo della TAV, e in particolar modo


quello della sottotitolazione, è un mondo in continua crescita e ridefinizione, cercheremo di elencare i parametri che sono stati impiegati fino ad oggi per la classificazione dei sottotitoli. Inoltre, includeremo nella nostra classificazione quelle nuove metodologie di sottotitolazione che sono il frutto delle nuove tecnologie.

In base a criteri di natura linguistica possiamo distinguere tre tipi di sottotitoli: quelli interlinguistici (interlingual), quelli intraliguistici intralingual, unilingual o same language subtitles) e quelli bilingui (bilingual subtitles) 13 La differenza principale tra queste diverse tipologie consiste nell uso che ne fanno i destinatari. Lo scopo principale dei sottotitoli interlinguistici è sempre stato, fin dalla nascita del film sonoro, quello di rendere fruibile a un pubblico internazionale la produzione cinematografica multilingue. I sottotitoli interlinguistici prevedono il passaggio da una lingua di partenza a una di arrivo e saranno l'oggetto di questa tesi. Gottlieb14 li ha definiti diagonal subtitles poiché oltre al cambio semiotico dall orale allo scritto coinvolgono due lingue e due culture. Fino a poco tempo fa in Italia, Spagna e Germania (paesi che si avvalgono principalmente del doppiaggio) spesso i non udenti si dovevano accontentare di vedere quei pochi film proposti nella versione sottotitolata, pur privandosi di tutte quelle informazioni paralinguistiche necessarie alla contestualizzazione delle azioni in scena. Oggi, grazie all'avvento del DVD e a una crescente sensibilità verso gli utenti portatori di queste disabilità sensoriali, si possono facilmente trovare, in molti paesi tra cui l'Italia, sottotitoli interlinguistici per sordi.


I sottotitoli intralinguistici corrispondono alla trascrizione, non sempre totale , dei dialoghi nella lingua originale del prodotto audiovisivo. La sottotitolazione intralinguistica è stata definita da Gottlieb come un tipo di traduzione "verticale , poiché consiste nel trasporre un testo orale in una data lingua in un testo scritto nella stessa lingua. Questa tipologia di sottotitoli si rivolge principalmente al pubblico dei non udenti, ma è anche adatta per gli apprendenti di una lingua straniera, gli immigrati o gli abitanti di paesi afflitti da un alto tasso di analfabetismo (come India e Cina , che possono così avvalersi della versione sottotitolata per migliorare la conoscenza della propria lingua . In Italia i sottotitoli intralinguistici vengono diffusi attraverso il

teletext in questo modo essi possono essere visualizzati solo da chi desidera questo


tipo di ausilio, senza che la visione del programma o del film in questione venga disturbata per gli altri spettatori. I sottotitoli intralinguistici vengono infine impiegati per il karaoke, per i film musicali, per rendere comprensibili i dialoghi di quei film in dialetto o che usano varietà linguistiche non facilmente identificabili dai parlanti di quella stessa lingua e, per concludere, per le pubblicità e per le informazioni riportate sui tabelloni della metro, delle stazioni, degli aeroporti e così via.

I sottotitoli bilingui sono tipici dei paesi che hanno due o più lingue ufficiali o che, ad ogni modo, presentano una situazione di bilinguismo. Si pensi, ad esempio, al Belgio, in cui i sottotitoli appaiono su due righe, una per ciascuna lingua, rispettivamente il francese e il fiammingo. Lo stesso fenomeno si riscontra in Israele dove coesistono sottotitoli in ebraico e in arabo. I sottotitoli si possono suddividere anche in base al tempo impiegato per la loro preparazione gli offline subtitles sono sottotitoli preparati prima della messa in onda del programma/film da sottotitolare, mentre gli online (o real-time) subtitles sono creati in tempo reale (sono particolarmente impiegati nella sottotitolazione per sordi, ma anche in quella standard, nel caso di interviste o notizie importanti che non possono essere sottotitolate preventivamente .

Dal punto di vista tecnico disponiamo di due sottotitoli: i sottotitoli aperti o in chiaro open), che sono sovraimpressi alla pellicola o al video in modo inseparabile, e i sottotitoli chiusi o criptati closed). Questi ultimi sono opzionali, e dunque visualizzabili sullo schermo solo su richiesta dell utente, e possono essere aggiunti al prodotto audiovisivo grazie a diverse tecnologie come il teletext o il DVD, uno strumento che ha il vantaggio di offrire dialoghi sottotitolati in più lingue . Recentemente, anche la televisione digitale permette all'utente di poter selezionare sottotitoli chiusi sia intra- che interlinguistici in più lingue

L'ultimo criterio per la suddivisione dei sottotitoli, sempre secondo Díaz Cintas,


concerne il canale di diffusione . La regola più diffusa in ambito europeo, frutto di studi condotti in Belgio verso la fine degli anni ottanta, è nota con il nome di "regola dei sei secondi . Essa si riferisce al tempo necessario a uno spettatore medio (di un'età compresa tra i 14 e i 65 anni) per leggere e comprendere sottotitoli a due righe di 3 7 caratteri per linea, spazi compresi. In realtà non è ancora certo se si tratti di una tempistica ottimale poiché, allungando il tempo di permanenza dei sottotitoli sullo schermo, non sono stati riscontrati miglioramenti significativi nella comprensione e nel ricordo degli stessi

Tuttavia la velocità di lettura è determinata anche dal canale di comunicazione e dunque varia a seconda che i sottotitoli siano destinati alla televisione, al cinema o ai DVD. Il cinema può utilizzare fino a un massimo di 4 1 caratteri, dal momento che si ritiene che i sottotitoli vengano letti più facilmente e velocemente su uno schermo di dimensioni maggiori. Anche per i DVD i tempi di lettura e di permanenza sullo schermo si accorciano rispetto alla regola standard e sono ammessi dai 39 ai 40 caratteri, poiché lo spettatore può rivedere la scena e rileggere il sottotitolo tutte le volte che ritiene opportuno. La televisione, invece, sembra rispettare la regola dei sei secondi in maniera più rigorosa; per questo motivo non sono generalmente ammessi più di 37 caratteri per linea.


Accade, dunque, che esistano diverse versioni sottotitolate di uno stesso prodotto a seconda che esse siano state ideate per la televisione, il cinema o il DVD e a cambiare non sono solo i tempi di lettura e il numero dei caratteri, ma anche il tipo di lettere e lo spotting, ossia il momento in cui i sottotitoli appaiono e scompaiono dallo schermo, in sincronia con l audio.

Descriveremo ora alcune tipologie di sottotitolazione che stanno assumendo un ruolo sempre più importante sul mercato italiano e europeo. Inizieremo delineando i passi in avanti compiuti nell ambito della sottotitolazione per sordi, analizzeremo il respeaking, continueremo illustrando alcune delle pratiche frutto delle nuove tecnologie (ad esempio i fansubs e la sottotitolazione per videogiochi) e concluderemo soffermandoci su una delle funzioni più interessanti dei sottotitoli, sia intralinguistici che interlinguistici: il loro ruolo nell'apprendimento delle lingue



. La sottotitolazione per sordi


La sottotitolazione intralinguistica per sordi è una pratica diffusa in moltissimi paesi europei e che ha iniziato a essere sperimentata in Italia a partire dal 1986, anno in cui fu trasmesso il film di Alfred Hitchcock, La finestra sul cortile, con sottotitoli per sordi . Questo tipo di sottotitoli si rivolge a un pubblico vasto ed eterogeneo: persone affette da deficit uditivo fin dalla nascita e individui che hanno subito perdite acustiche nel corso della propria vita. Da un punto di vista terminologico distingueremo dunque tra "sordi , ossia coloro che sono affetti da gravi perdite uditive, "Sordi", persone che hanno perso l'udito fin dalla nascita e che si avvalgono della lingua dei segni per comunicare, e infine "sordastri" (noti anche con il nome inglese di hard of-hearing), gli individui che sono nati con forme di ipoacusia o che le hanno manifestate nel corso della propria vita, oppure, più in generale, coloro che non riscontrano perdite acustiche profonde

Studi recenti hanno rilevato che la serietà del deficit acustico è connessa alle abilità linguistiche e cognitive di chi è affetto da un grado più o meno grave di sordit . Per questo motivo i sottotitoli intralinguistici dovrebbero essere realizzati in conformità alla situazione specifica di ogni utente. Purtroppo non è concretamente possibile venire incontro alle problematiche di ciascuno spettatore e dunque i sottotitolatori devono cercare di lavorare in direzione di un giusto equilibrio comunicativo tra le informazioni da esplicitare, in modo che non siano penalizzati né coloro affetti da sordità invalidante,

né coloro che soffrono di forme meno gravi


Il compito del traduttore audiovisivo, dunque, è di rendere i sottotitoli di questo tipo il più "accessibili" possibile a un pubblico che racchiude al suo interno diversi livelli di vulnerabilit . Con il termine "accessibilit " si intende il grado di raggiungibilità di un prodotto da parte di un qualsiasi utente, indipendentemente dalle sue condizioni sociali, anagrafiche, culturali e cognitivo percettive . Per essere accessibili i sottotitoli devono essere visibili e leggibili in modo e chiaro e senza difficolt . Oltre che accessibile un sottotitolo deve essere anche "usabile , ossia efficace e comprensibile: il modo in cui le informazioni sono riportate all'interno del sottotitolo stesso e le scelte lessicali effettuate dal sottotitolatore stanno alla base del concetto di utili



In base alle nozioni sopraelencate di accessibilità e usabilit , i sottotitoli


intralinguistici per sordi (il termine "sordo" sarà usato d ora in avanti in senso iperonimico per riferirsi a tutti coloro che manifestano perdite uditive) differiscono da quelli standard per ragioni sia tecniche (che concernono il tempo di permanenza del sottotitolo sullo schermo) che linguistiche (si pensi ai mezzi lessicali impiegati per veicolare le informazioni sonore).

Il deficit acustico, infatti, rende difficile l'identificazione di tutti i tratti prosodici del parlato e degli elementi fonici del film come i silenzi, i rumori, le musiche, le canzoni, gli effetti sonori e così via. Per questi motivi, i sottotitoli per sordi riportano una serie di informazioni extra, necessarie ai fini della comprensione del messaggio. Ad esempio, i diacritici e i segni interpuntivi sono usati con molta più frequenza rispetto alla sottotitolazione standard e con finalità spesso diverse. Si pensi al punto esclamativo che, posto tra parentesi tonde (! , è impiegato per indicare ironia o sarcasmo. Oppure al carattere maiuscolo, che pavere la duplice funzione di conferire enfasi all'intonazione (o di marcare un aumento nel volume della voce) oppure di segnalare, tra parentesi, elementi sonori non comprensibili per mezzo delle sole immagini.

A seguire, forniamo un esempio di quest'ultimo tipo, tratto dalla versione sottotitolata per sordi della serie televisiva This is England '86 (Figura 1).





(Figura 1)                    




Il carattere maiuscolo può essere infine usato in didascalie per indicare accenti, dialetti o lingue straniere (Figura 2). Le didascalie, che possono apparire da sole (Figura 1) o accompagnate da un sottotitolo Figura ), sono un altro mezzo per rendere le sfumature paralinguistiche del parlato o i rumori di scena che altrimenti non sarebbero percepiti dall'utente con deficit uditivo.

I tratti prosodici e soprasegmentali della lingua parlata, però, possono essere rappresentati in altri modi oltre che attraverso l'uso della punteggiatura e dei mezzi lessicali (le didascalie); di recente, sono state introdotte le emoticons testuali (Figura , ovvero icone emotive indicanti uno stato d animo, le "faccine emotive", conosciute anche come smileys e usate soprattutto nelle chat, e le icone grafiche, ossia piccole immagini che traducono visivamente gli elementi fonici di un film ad esempio il simbolo di un'ambulanza, di un aereo o di una nota musicale, posto tra parentesi quadre in fondo allo schermo .

L'impiego di questo tipo di icone risulta essere in parte più efficace di quello delle didascalie . Le didascalie, infatti, posso causare ridondanze o disorientamento, soprattutto quando non rimangono sullo schermo il tempo necessario per essere lette e comprese dallo spettatore

Le icone, tuttavia, costituiscono una soluzione ancora molto moderna e per questo motivo non sono state accolte da tutti gli utenti con lo stesso entusiasmo. Si ritiene inoltre che esse siano talvolta meno immediate e comprensibili rispetto alle normali didascalie, le quali rimangono al momento la soluzione preferita dalla maggior parte dei non udenti.

Passiamo ora ad analizzare alcuni altri aspetti salienti della sottotitolazione per sordi. Per quanto riguarda l'identificazione dei personaggi che prendono la parola sullo schermo, sono possibili diverse strategie. La prima prevede che allo spettatore venga segnalato il nome del locutore tra parentesi tonde, la seconda che siano forniti sottotitoli di colori diversi per ogni attore che prende parte all'azione. Per rendere efficace questa seconda strategia e non confondere lo spettatore, sarebbe opportuno limitarsi a un numero massimo di due o tre colori (bianco, giallo e verde risultano essere i più

leggibili), uno per ogni personaggio principale . Il servizio teletext e la televisione


digitale ma non i DVD) sfruttano molto l'uso di più colori.

Un altro aspetto problematico riguarda la permanenza dei sottotitoli sullo schermo e l'elaborazione dei medesimi da parte del pubblico sordo. Come è ormai risaputo, i tempi di lettura dei non udenti tendono a differire da quelli dei normodotati . I tempi di permanenza dei sottotitoli devono dunque essere adattati alle esigenze del pubblico sordo; l'eccessiva velocità di trasmissione del testo, infatti, può comprometterne la comprensione.

Tuttavia, non esistono studi specifici e universalmente condivisi sui tempi di lettura dei sottotitoli da parte dei non udenti; non è dunque possibile stabile dei criteri assoluti per determinarne la durata sullo schermo. Uno studio di particolare importanza ha dimostrato che la velocità di lettura di sordi esposti alla visione di sottotitoli si attesta intorno alle 145 parole per minuto, contro le 300 che riesce a leggere un normodotato . La tendenza generale, dunque, è di allungare di qualche frazione di secondo i tempi previsti dalla regola standard. Questa scelta, che rimane una delle più valide soprattutto se si considera che il pubblico dei non udenti comprende anche bambini, può far sì che i sottotitoli risultino leggermente asincroni e che si creino forti discrepanze tra l'entrata

del testo scritto e il momento in cui gli attori iniziano a parlare.


Per concludere, il sottotitolatore per sordi deve saper soppesare le scelte lessicali sulla base delle competenze linguistiche dell'utente, tenendo presente che i sottotitoli non sono rivolti solo agli adulti ma anche ai bambini non udenti. È quindi buona norma impiegare strutture sintattiche e forme lessicali non marcate. Sarebbe inoltre opportuno non riprodurre i dialetti e offrire i dialoghi in italiano standard, soprattutto se si considera che i sottotitoli possono aiutare i bambini sordi a sviluppare l'apprendimento della propria lingua madre37.




2. Nuovi sbocchi professionali: il respeaking e i respeakers




Il respeaking38 è la più recente e innovativa tra le tecniche di sottotitolazione; questa moderna modalità di trasferimento linguistico è utilizzata da poco più di un decennio per sottotitolare i programmi televisivi in diretta e renderli accessibili agli audiolesi

Il respeaking è un processo attraverso il quale un testo orale viene trasformato simultaneamente in un messaggio scritto. Questa pratica fu introdotta per la prima volta in Gran Bretagna nel 1 90 grazie a una legge (Broadcasting Act) finalizzata a incrementare la percentuale di programmazioni televisive sottotitolate, sia live che preregistrate. Da allora, molti paesi europei hanno iniziato a sottotitolare un numero crescente di programmi, prima con la stenografia a macchina, chiamata anche stenotipia, poi attraverso il respeaking.

In Italia, la sottotitolazione televisiva online nasce nel 199 , anno in cui, per la prima volta, viene sottotitolata tramite stenotipia l'edizione delle 20. 0 del TG Fino al 2008 la RAI utilizza la stenografia a macchina per produrre sottotitoli in diretta, poi, nel luglio dello stesso anno, viene finalmente sottotitolato il primo programma (Cominciamo bene Estate su RAI 3) tramite respeaking. Da allora Colby, l'azienda che si occupa di fornire questo servizio, ha respeakerato programmi sportivi, di intrattenimento e giornalistici in tutte le fasce orarie.

Il respeaking, rispetto alla stenotipia, ha permesso di incrementare la percentuale di programmazione sottotitolata riducendo i costi di produzione . Questa tecnica innovativa, infatti, ha portato a una stretta collaborazione tra uomo e macchina e, di conseguenza, alla produzione di sottotitoli simultanei più accurati e realizzabili grazie a sistemi economicamente accessibili e dotati di interfacce user-friendly.



Alla luce di queste precisioni, si può comprendere la definizione di respeaking


fornita da Lambourne



Real-time transcription using speaker-dependent speech recognition of the voice of a trained narrating interpreter in order to provide near simultaneous subtitles with the minimum errors.



La descrizione offerta da Lambourne evidenzia l accuratezza ("minimum errors") e la sincronia "simultaneous ) di questo tipo di sottotitoli. Il respeaking, però, non si limita a essere una pura trascrizione in tempo reale; esso è un processo complesso che richiede la mediazione di due elementi essenziali: il software di riconoscimento del parlato (speech recognition) e il respeaker, una figura professionale nuova che si occupa di riprodurre in modo corretto un testo intermedio che rispecchi il discorso dell'oratore.

Il respeaker (letteralmente "colui che riparla") è dunque un mediatore che deve concentrare la propria attenzione tra l'ascolto del testo di partenza, pronunciato da un determinato locutore, e la formulazione di un testo intermedio scevro di tutti quei tratti tipici dell oralità intercalari, false partenze, autocorrezioni, parole pronunciate in modo scorretto), così da facilitare la comprensione ai destinatari dei sottotitoli.

Inoltre, affinché il software riconosca pienamente tutte le parole, è necessario che il respeaker, come l'interprete, non abbia difetti di pronuncia, balbuzie o accenti regionali fortemente marcati. Questa figura professionale deve dunque possedere un ottima conoscenza della propria lingua madre e una preparazione culturale solida (e soprattutto adeguata alle tematiche trattate nel programma da respeakerare) che possa consentirgli la piena comprensione del testo originale e la formulazione di un testo intermedio il più fedele possibile a ciò che viene detto in trasmissione.



Infine, così come il sottotitolatore per sordi, il respeaker deve riformulare il testo di partenza evitando strutture complesse e cercando di fornire, invece, le informazioni extralinguistiche più rilevanti che, altrimenti, non possono essere recepite dal pubblico dei non udenti.



Respeakers e sottotitolatori, inoltre, devono ridurre il testo di partenza per rispettare i limiti spazio-temporali imposti dalla sincronizzazione dei sottotitoli con l'immagine. I sottotitoli prodotti dal respeaking, tuttavia, presentano maggiori problemi di sincronismo poiché tendono a comparire sullo schermo con un ritardo di circa -4 secondi rispetto all'enunciazione da parte dell'oratore. Questa asincronia può causare frustrazione in chi si cimenta in questa nuova professione, poiché si può avere la sensazione che il prodotto finale sia "impuro" e poco adatto a soddisfare le esigenze di chi legge.

Volendo sintetizzare i numerosi compiti del respeaker, possiamo riassumere come segue: egli deve ascoltare, riformulare e allo stesso tempo monitorare il suo output sullo schermo, tenendo conto dello stress derivante dalla diretta televisiva e dalla difficoltà di non poter prevedere lo sviluppo della conversazione tra i parlanti in scena. Questa nuova professione si delinea come complessa e articolata, ma risulta indispensabile a quella parte audiolesa di pubblico che, grazie alla stretta collaborazione tra uomo e macchina, può ora accedere a quasi tutti i programmi televisivi in diretta.



. La sottotitolazione sperimentale: fansubs e pop up glosses




Il termine sottotitolazione sperimentale"43 è generalmente associato alle pratiche di traduzione che sfuggono alle norme tradizionali; ci riferiamo in modo particolare agli anime giapponesi, un tipo di animazione che dagli anni '80 è sempre più distribuito sul mercato italiano e internazionale sia in forma doppiata che sottotitolata. La prima tipologia di TAV necessita di tempi di preparazioni lunghi e costosi, mentre la seconda è realizzabile a un minor prezzo, spesso a costi nulli, da sottotitolatori non professionisti appassionati al mondo degli anime.

L'avvento di programmi sofisticati per la creazione e lo scambio di sottotitoli attraverso il file sharing e la predilezione degli appassionati per le versioni sottotitolate di anime hanno fatto sì che il web si sia arricchito di cartoni animati sottotitolati (o di soli sottotitoli) prodotti gratuitamente da fan per i fan. Ci si riferisce dunque a questa pratica traduttiva moderna con il termine fansubs . Questo fenomeno non si limita solo alle animazioni nipponiche, ma si è esteso anche ad altri generi televisivi, per cui è possibile trovare episodi di telefilm sottotitolati in modo amatoriale e caricati sul web poco dopo esser stati trasmessi in televisione.

Da un punto di vista etico, si deve precisare che non è sempre facile stabilire la legalità di certi fansubs presenti in rete. Phillips sostiene che in mancanza di una legislazione sul copyright condivisa a livello internazionale è difficile determinare un confine preciso tra legalità e illegalità di queste versioni sottotitolate gratuitamente da non professionisti, e quindi distribuite su internet a fini non lucrativi . Bisogna inoltre specificare che queste traduzioni non autorizzate hanno spesso contribuito a rendere popolari alcuni anime prima della loro distribuzione ufficiale sul mercato audiovisivo e che, tendenzialmente, i fansubs vengono ritirati dalla rete non appena gli episodi sono commercializzati e tradotti da professionisti che ne hanno acquistato il titolo.

Da un punto di vista tecnico, ci si riferisce sempre più a questo tipo innovativo di sottotitolazione con il termine, usato con accezione positiva, "abusiva" : essa contravviene alle norme grafiche e linguistiche standard e ricorre a più stili e generi all'interno dello stesso prodotto. Dalla sottotitolazione intralinguistica per sordi ha attinto l'impiego di sottotitoli con colori diversi, mentre dai paesi a tradizione bilingue, come Belgio e Finlandia, il ricorso a più di due righe per fotogramma

Una delle caratteristiche principali di queste forme sperimentali di traduzione è l'utilizzo di pop up glosses, note esplicative collocabili in qualsiasi punto dello schermo. Queste glosse nella lingua di arrivo sono generalmente racchiuse in piccole finestre rettangolari a sfondo bianco e precisano il significato di elementi marcati culturalmente visibili tramite sottotitolo) o udibili (per mezzo della traccia sonora) in lingua originale.

I pop up glosses, dunque, dimostrano la volontà di mantenere, almeno in parte,

l'esoticità del prodotto audiovisivo; questo mezzo permette di promuovere la cultura di partenza evitando così scelte addomesticanti, che sono invece riscontrabili in gran numero nelle versioni doppiate di anime. Queste tracce scritte che si aggiungono ai sottotitoli hanno infine la funzione di rendere le animazioni giapponesi accessibili sia a un pubblico non esperto in materia, che può comprendere gli elementi più opachi attraverso le glosse, sia a un pubblico di veri appassionati, poco incline ad accettare manipolazioni o eccessive localizzazioni

È interessante notare che, di recente, molti produttori e distributori di DVD


giapponesi si sono dimostrati sempre più inclini ad adattarsi alle tendenze sperimentate dai fansubbers, una comunità di giovani molto esperta e aggiornata sulle nuove tecnologie. Oggi è dunque possibile reperire forme sperimentali di sottotitolazione non solo nei fansubs scaricabili dalla rete, ma anche in alcuni DVD presenti sul mercato

Lo stesso Díaz Cintas si sofferma sulla seguente riflessione:




[] the subtitler is prepared to go to great lengths such as the revolutionary use of headnotes and glosses on the screen, an occurrence unheard of in our field that throws into disarray previously upheld notions about the translator s visibility or invisibility in AVT



Díaz Cintas ritiene che glosse esplicative e note alla traduzione possano essere visualizzate sullo schermo simultaneamente ai sottotitoli. Ciò permetterebbe al sottotitolatore di interagire in prima persona con il pubblico, fornendo note relative alle scelte traduttive adottate oppure glosse con funzione esplicativa.

Il DVD, emblema per eccellenza della rivoluzione digitale che stiamo vivendo, in un certo senso sta già aprendo la strada a queste nuove prospettive in quanto, oltre al film in sé e per s , può contenere materiale extra selezionabile da parte dell'utente (scene tagliate, interviste al regista, agli attori, ai doppiatori e così via )

Queste nuove tendenze, tuttavia, sono ancora ritenute sperimentali e non è chiaro


se l'uso di pop-up glosses o note alla traduzione visualizzabili insieme ai sottotitoli possano accrescere lo sforzo di lettura degli spettatori. Secondo alcuni studi, tuttavia, risulterebbe che solo l'abbinamento di glosse e sottotitoli a due linee aumenterebbe il carico cognitivo e di elaborazione . Inoltre, non è detto che questo presunto sforzo di lettura interferisca necessariamente con il gradimento di quegli utenti interessati a voler approfondire le proprie conoscenze sulla cultura di partenza, anche a costo di un piccolo sacrificio. Dal momento che "subtitling conventions are not set in stone"53, solamente il tempo potrà dirci se queste pratiche sperimentali si riveleranno una tendenza effimera o se diventeranno il nuovo punto di riferimento per la sottotitolazione professionale. Alla luce di quanto finora rilevato, però, è doveroso constatare che i fansubs hanno già alterato il modo di percepire ciò che fino ad oggi era considerato la norma: essi, inoltre, seppur realizzati da traduttori amatoriali, risultano molto spesso più accurati dei sottotitoli dei DVD per la descrizione attenta dei personaggi e delle loro idiosincrasie, anche linguistiche.



. La sottotitolazione per videogiochi e la localizzazione




Possiamo definire i videogiochi come "computer-based entertainment software, using any electronic platform [. , involving one or multiple players in a physical or networked environment . I videogiochi, dunque, sono prodotti audiovisivi realizzati ricorrendo alle tecnologie più avanzate e innovative e sfruttando la creatività dei programmatori per ottenere una grafica sempre più realistica e attraente.

I videogame possono essere destinati a diverse piattaforme: Playstation, XBox, Wii, PC/Mac, iOS, e così via. Generalmente, tutte queste tipologie richiedono la traduzione di materiale testuale: men , opzioni (ad esempio liste di oggetti e utensili selezionabili ai fini del gioco) e istruzioni. Infine, dal momento che i videogiochi, soprattutto quelli per computer e console, includono parti parlate e dialoghi, il materiale audio può essere sia doppiato che sottotitolato.


Negli ultimi anni, l'industria dei videogiochi si è sviluppata a tal punto che, in fatto di rendita, è riuscita a surclassare sia cinema che televisione. Ciò può esser attribuito ai controlli che le varie compagnie esercitano sulla qualità dei propri prodotti . La traduzione, infatti, viene considerata parte integrante del processo di localizzazione del videogioco. La localizzazione è un processo di adattamento del videogame al contesto in cui lo stesso sarà commercializzato. Questa strategia è pianificata in modo che siano attuate modifiche sia linguistiche che funzionali per soddisfare la cultura ricevente: vengono adattati (e dunque non solo tradotti) dialoghi, effetti umoristici e aspetti culturali, come eventi che rimandano a feste nazionali. Inoltre, sono anche gli elementi architettonici del gioco a essere contestualizzati (scene, luoghi,

sfondi) perché il giocatore deve essere calato in un contesto virtuale sempre più simile al proprio (Figura 3)56.




(Figura




Si deve tener presente che il processo di localizzazione, in genere, è portato a termine dalla stessa compagnia di videogiochi, di solito giapponese o coreana, e che i traduttori sono coinvolti in ogni sua fase fin dall'inizio. Per questo motivo Delia Chiaro afferma che: "[.] the video game industry is a rare example of the way translation is not seen just as something to be carried out once production has been completed as a sort of unrelated and unimportant appendage"



I sottotitolatori di videogiochi devono tener presente la natura ludica e interattiva del prodotto da tradurre. Essi, inoltre, devono dimostrare familiarità con il genere in questione e con il tipo di registro che si è soliti impiegare in questi prodotti. Lo scopo principale dei traduttori di videogiochi, infatti, è di rendere il videogioco stesso appetibile a un pubblico diverso da quello di origine. Per questo motivo, da un punto di vista traduttivo, gli addomesticamenti e il ricorso a equivalenti funzionali sono preferibili rispetto all'uso di forestierismi. Si richiede inoltre una grande creatività da

parte di chi traduce ; per questa ragione ci si riferisce spesso a questa pratica di traduzione con il termine "transcreation"


Da un punto di vista tecnico, la sottotitolazione necessita di tempi piuttosto lunghi poiché si richiede che i traduttori seguano il gioco in tutte le sue fasi. I sottotitoli, infine, rimangono sullo schermo per un tempo inferiore rispetto alla regola dei 6 secondi; ciò per rispettare la velocità del gioco e non comprometterne la fruizione da parte del giocatore.












5. L'uso dei sottotitoli per l'apprendimento delle lingue




Nei paragrafi precedenti, abbiamo sostenuto che i sottotitoli intralinguistici si rivolgono, preferenzialmente, a persone con deficit dell udito di diverso grado. I sottotitoli di questo tipo, tuttavia, possono essere destinati (con le dovute modifiche) anche a un altra funzione: l apprendimento linguistico di una L .

Diversi studi hanno infatti dimostrato che l'uso di materiale audiovisivo (brani di film/telefilm, trasmissioni televisive, documentari, videoclip e così via) con sottotitoli favorisce il rafforzamento e lo sviluppo della competenza grammaticale e lessicale della lingua che si vuole apprendere

I sottotitoli agevolano la decodifica dei dialoghi in lingua originale e assicurano


chiarezza nella comprensione. I materiali audiovisivi come i film, ad esempio, non hanno lo scopo finale di insegnare la lingua a studenti stranieri; al contrario, si pongono l'obiettivo di trasmettere informazioni, contenuti, emozioni. Essi, inoltre, presentano una lingua parlata che ripropone molte caratteristiche del parlato spontaneo (velocità d'eloquio, false partenze, esitazioni, autocorrezioni 61 e molti aspetti sociolinguistici (si pensi alla numerose varietà diatopiche e diastratiche dell inglese), che talvolta, soprattutto nel caso degli apprendenti a livelli iniziali, possono essere compresi nella loro pienezza solo grazie all ausilio dei sottotitoli.

Secondo uno studio svolto in Giappone da Kikuchi per dimostrare l'efficacia dei film originali con sottotitoli nella ricezione e ritenzione mnemonica del vocabolario straniero, risulterebbe che gli studenti sottoposti a una verifica di comprensione del testo filmico sottotitolato in inglese hanno ottenuto punteggi più alti rispetto agli studenti che avevano visto lo stesso film solo in versione sonora

I sottotitoli, dunque, aiuterebbero lo spettatore apprendente a prendere sicurezza e dimestichezza con la lingua straniera parlata nel film; per questo motivo, negli ultimi anni sono aumentati gli studi volti a dimostrare l'utilità didattica dei prodotti sottotitolati in classi di studenti di una lingua straniera . In modo particolare basandoci parzialmente sulle considerazioni formulate da Talaván Zan ), i sottotitoli intralinguistici risulterebbero essere vantaggiosi perché:




- lo studente può migliorare la propria capacità di lettura in lingua straniera, adeguandosi alla velocità di trasmissione dei sottotitoli.

- L'apprendente ha la possibilità di sentire la corretta pronuncia delle parole straniere visualizzate sullo schermo.

- Gli studenti possono migliorare la memorizzazione dei vocaboli che presentano una grafia molto diversa dalla propria realizzazione fonetica.

- I sottotitoli permettono la comprensione di frasi idiomatiche o di espressioni fortemente vincolate alla cultura di partenza proverbi, modi di dire .

- Gli apprendenti sono messi nella condizione di poter recepire e comprendere giochi di parole, battute, humour.

- Infine, i sottotitoli invoglierebbero gli studenti a studiare l'idioma straniero al di fuori dell ambito accademico/scolastico, in modo particolare guardando film e programmi televisivi in lingua originale.



I progressi tecnici nell ambito della diffusione di materiali audiovisivi avrebbero agevolato l'uso didattico dei sottotitoli. Ad esempio, i film in formato DVD, che hanno anche il merito di aver introdotto un'ampia gamma di versioni sonore in lingue diverse con relativi sottotitoli, presentano particolari caratteristiche di interazione che li rendono estremamente utili per l'insegnamento delle lingue in classi o per l'autoapprendimento: rallentatore (slow motion), fermo immagine freeze frame), accesso casuale random- access viewing), la possibilità di scegliere tra vari tipi di angolazioni e così via

L'utente di questo prodotto può dunque selezionare una serie di combinazioni (ad esempio film con il sonoro nella lingua straniera e sottotitoli in italiano) a seconda del proprio livello di competenza e rivedere o fermare una determinata scena tutte le volte che ritiene opportuno. Infine, la possibilità di poter accedere ai film in più versioni (sottotitoli intralinguistici o in traduzione , anche da casa propria, costituisce un modo efficace per affinare e incrementare le conoscenze di una determinata lingua in modo divertente e stimolante.

Grazie alle moderne tecnologie, è inoltre possibile scaricare dalla rete parti di film sottotitolati oppure utilizzare appositi programmi, come Flash DVD Ripper, per selezionare determinati frammenti di un prodotto filmico e trasformali in un video indipendente che può essere riprodotto ovunque.

Questi nuovi mezzi informativi, dunque, rendono meno difficoltoso l'impiego di porzioni filmiche sottotitolate (con lo scopo di essere comprese, analizzate, contestualizzate) in classi, in laboratori linguistici oppure, per gli autodidatti, nella propria casa.

Tuttavia, se finora ci siamo soffermati sulle funzioni didattiche dei sottotitoli intralinguistici, non si deve sottovalutare la potenzialità glottodidattica dei sottotitoli interlinguistici. Abbiamo infatti discusso, nella sezione dedicata ai fansubs (3.), il ruolo crescente che sta avendo questa forma di sottotitolazione interlinguistica sperimentale per la divulgazione di lingue e culture straniere.

I sottotitoli interlinguistici, generalmente parlando, risultano innanzitutto utili ai fini dell apprendimento di una lingua straniera a livelli di competenza iniziali. Essi, inoltre, si rivelano particolarmente vantaggiosi nel caso in cui la lingua originale sia parlata in una varielinguistica non standard che può non essere compresa persino da apprendenti a livello intermedio o avanzato.

I sottotitoli in traduzione, infine, sono generalmente graditi da quella parte di pubblico che, pur non avendo una conoscenza adeguata o sufficiente della lingua parlata dai personaggi, non vuole rinunciare a godersi il prodotto filmico con le voci reali degli attori e i dialoghi originali. È questo il caso di tutti quei film telefilm, ad esempio, che subiscono o hanno subito atti di censura (eliminazione di linguaggio osceno o di riferimenti politici, religiosi o sessuali considerati scomodi e oltraggiosi) o forti manipolazioni nel doppiaggio italiano e che possono dunque risultare sgradevoli, non solo agli apprendenti di una lingua e di una cultura straniera, ma anche agli appassionati di un determinato genere televisivo o cinematografico . Il film sottotitolato nella lingua di arrivo, invece, rispetta nella sua integrità i dialoghi originali e non può permettersi di manipolare il messaggio di partenza perché lo spettatore è messo nella condizione di poterlo confrontare costantemente con la traduzione

Di recente, in alcune università sono stati introdotti corsi di traduzione audiovisiva mirati a stimolare la consapevolezza e la padronanza linguistica degli studenti attraverso la creazione di sottotitoli nella propria lingua madre. Questo tipo di corsi risulterebbe particolarmente adatto per la formazione professionale di traduttori di qualsiasi genere: è stato infatti dimostrato che, attraverso la creazione di sottotitoli in traduzione, gli studenti sono messi nella condizione di affinare la conoscenza della propria lingua madre

In modo particolare, i sottotitoli permetterebbero di incrementare l'abilità di


sintetizzare parti molto lunghe di testo, dando la priorità a determinate informazioni e omettendo, invece, quelle ritenute superflue, e di ottimizzare la competenza lessicale sia nella propria lingua che in quella straniera (senza contare che l'esposizione alla parte orale del prodotto filmico non può che migliorare la capacità di ascolto e comprensione della L

I testi audiovisivi più adatti a questa pratica risulterebbero essere i telefilm, in quanto hanno una durata media di 2 45 minuti a episodio (lunghezza che ne consente la sottotitolazione integrale in classe) e presentano una lingua in contesto, che pur essendo recitata da copione risulta viva e spontanea Infine, le situazioni comunicative e i ruoli degli attori sono chiari, facilmente disambiguabili (per cui sarà impossibile confondere un cameriere con il cliente , e rispecchiano la cultura e la civiltà del paese che rappresentano



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