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Progressismo totalitario di destra e di sinistra




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PROGRESSISMO TOTALITARIO DI DESTRA E DI SINISTRA


Il fascismo e il nazionalsocialismo non ebbero fiducia nel miglioramento razionale e generale della condizione umana, concepite come rivolta contro la modernizzazione. Il loro rapporto col progresso in verità era molto contraddittorio. Argomenti "di sinistra" come la critica al capitalismo, l'antindividualismo, l'antipluralismo ebbero un ruolo. La differenza era nel soggetto che esse immaginavano protagonista: la razza in un caso, la classe nell'altro.

Questa ambivalenza di tradizione e rivoluzione, critica della società e di progressismo, è sicuramente molto più marcata nel fascismo e nazismo. Le loro asserzioni progressiste sono vaghe, prive di determinazione temporale. Si sapeva solo che lo stato di cose sarebbe stato millenario, definitivo, eterno.

Il nazismo seppe concentrare tutti gli elementi, seppe concentrare tutti gli elementi anche contraddittori su un solo o pochi punti: l'approccio esistenziale allo sgomento per il presente (pessimismo culturale) e l'attesa di un'ideale comunità del futuro che avrebbe risolto tutto (ottimismo ideologico).

Una delle cause portanti dell'affermarsi del nazismo fu l'azione della corrente letteraria chiamata "rivoluzione conservatrice". Il punto di partenza di questa era la supremazia del nazionalismo teesco, la sua missione antioccidentale. Il socialismo specificamente tedesco era fondato sulla comunità etnica anziché sulla classe e sulla massa.

I risentimenti antioccidentali erano forti nel gruppo dei "nazionalbolscevichi" (niekisch)

Questa utopia però ebbe l'effetto di rivalutare anche la weltanshauung nazista che riuscì a penetrare nei salotti. Spengler che proclamava il cesarismo barbarico la forma di autorità del futuro; van der Bruck rivendicava per la Germania il "diritto dei popoli giovani"; Junger scrisse del lavacro della guerra; Jung un libro antirepubblicano; Grimm; Spann propagandava lo stato corporativo di tipo fascista, influenzando teorici fascisti e nazisti. Anche Schmitt, Freyer e il gruppo attorno alla rivista "Die Tat". In campo poetico e letterario la lirica di Stefan George.

Il movimento nazionalsocialista aveva tre radici fondamentali: duplice protesta del nazionalismo e dell'antiparlamentarismo; sul terreno economico il "panico del ceto medio"; su quello psicologico sfruttava il problema generazionale e il clima di protesta romantico della gioventù. Quindi esso si trasformava in una mistica comunità sfogando l'aggressività repressa verso l'esterno, come una valvola di sfogo al bisogno di azione causato dall'incertezza sul futuro. L'organizzazione rivendicava quindi l' "uomo totale" incolpando i "vecchi".

Quest'idea in seguito fu pervertita in quella di organizzazione collettiva centralistico-burocratica. Tuttavia rimane il concetto del "credere" alla motivazione del movimento facendo ricorso a una mistica biologica. Soprattutto da notare l'invasata adorazione per il Fuhrer.

L'elemento di novità del nazismo era rappresentato dalla stretta connessione tra politica interna ed estera, tra teoria e prassi, aspirazioni tradizionalistiche e rivoluzionarie. Alcuni esempi di questo intrecco:

La conciliazione tra classe operaia e Stato nazionale (socialismo nazionale)

L'idea di una gerarchia razzista dell'umanità; convinzione del razzismo come principio rivoluzionario mondiale

Impostazione socialdarwinista che afferma il diritto superiore del più forte; il tono che caratterizza l'antisemitismo quando evoca un presunto declino si trasforma in spinta alla politica totalitaria e alla supremazia razziale

Miscela peculiare di cultura romantico-conservatrice e di progressismo tecnico-economico

La liturgia politica di massa (religione politica). Le radici antimodernistiche vengono superate dal culto della tecnica e dell'efficienza.

Questa contraddittarietà è il punto di forza del nazismo, poiché scompaginava le valutazioni dei nemici. Non si può quindi liquidare con una semplice formula l'ideologia nazionalsocialista.


In fondo la politica comunista stessa è qualcosa di mistico che è accessibile soltanto all'entità collettiva e ai suoi capi. Per determinare tale politica non vengono impiegate (differenza col fascismo) categorie irrazionali come l'istinto. Gli iniziati dell'elite comunista possiedono la vera scienza del progresso.

Il nucleo dell'ideologia fa del comunismo una religione politica con una rigida chiesa. L'elite decideva sulle questioni morali e culturali, sugli interessi degli individui, come se fossero Dio. Questi punti sono sia di forza che di debolezza del comunismo, perché non evitano numero e inevitabili crisi di fede.

Il leninismo pare quindi un adattamento del marxismo alle condizioni russe e di paesi simili; esso ha la pretesa teorico-storica e quella rivoluzionario-pratica. Marx il filosofo geniale; Lenin il geniale stgratega. Quindi ha un duplice aspetto: marxismo classico per i paesi capitalistici, dottrina rivoluzionaria per i paesi in via di sviluppo.

Ogni dirigente comunista era per Lenin un eterno studente della letteratura marxista. Le ideologie fasciste invece consideravano fonte ultima della verità la volontà intuitiva del capo. Il marxismo di Lenin invece sarà la Bibbia del comunismo.

I grandi peccati originali della politica comunista (il patto con Hitler) potevano essere spiegati spacciandoli per una tattica temporanea su una via storico-mondiale giusta.

I dubbi sorgono riguardo la stagnazione dello sviluppo rivoluzionario in Occidente e la difficoltà di spiegare i fascismi come movimenti di massa.

Dopo il 1945 si mostrò la forza dell'alternativa socialdemocratica al comunismo. Di fatto gli scritti di Marx, di Engels e di Lenin riservavano il segreto del comunismo finale ai sapienti.

Occorreva la forza dell'Unione Sovietica e la dimensione totalitaria della dittatura per trasformare il comunismo da attraente dottrina religiosa in una forza politica mondiale. Nell'azione reciproca tra potere politico e fede politica sta tutta la sua forza; nella loro identificazione e fusione è la sua disumanità.


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