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La Comunita' economica europea




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L'UNIONE EUROPEA L'UNIONE EUROPEA è un'organizzazione sovranazionale di cui
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La Comunita' economica europea

L'Unione Europea (UE) è un'organizzazione internazionale, di tipo sovranazionale e intergovernativo, che dal 1 maggio 2004 raggruppa 25 paesi europei. Nasce dal Trattato di Maastricht (dal nome della città olandese in cui fu stipulato il 1 novembre 1993), al quale gli stati aderenti sono giunti dopo il lungo cammino delle precedenti Comunità Europee fino ad allora esistenti.

L'Unione Europea non è un'organizzazione tra governi (come le Nazioni Unite) né una federazione di stati (come gli Stati Uniti d'America), ma un organismo, alle istituzioni del quale gli stati membri delegano parte della propria sovranità nazionale.





















Nascita della Comunita' economica europea


La vicenda dell'Unione Europea iniziò nella seconda metà degli anni Quaranta , quando, di fronte alla drammatica situazione economica e sociale in cui versava l'Europa, prostrata dalla seconda guerra mondiale, in alcuni ambienti si diffuse la speranza che la ricostruzione potesse costituire un'occasione di cooperazione tra i paesi del continente. Nel 1948, con il compito di coordinare gli aiuti del piano Marshall, nacque l'Organizzazione europea per la cooperazione economica (OECE), che costituì il primo embrione del processo di integrazione. I rapporti tra i paesi europei occidentali si intensificarono con la nascita, nel 1949, del Patto Atlantico e del Consiglio d'Europa, ma fu il piano elaborato da due statisti francesi, Jean Monnet e Robert Schuman, a determinare l'avvio di una collaborazione ancora più stretta.


La Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA)


Nel maggio del 1950 Schuman propose la creazione di un'autorità comune per regolamentare l'industria del carbone e dell'acciaio; la proposta fu accolta da Belgio, Germania Federale, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi che, insieme alla Francia, firmarono, il 18 aprile del 1951, il trattato di Parigi, dando vita alla Comunità europea del carbone e dell'acciaio (entrata in vigore il 27 luglio 1952).


La Comunità economica europea (CEE)


Nel giugno 1955, con la conferenza di Messina, i ministri degli Esteri dei sei paesi della CECA avviarono le trattative per ampliare le basi della cooperazione economica: ebbe così inizio il processo che portò alla conclusione dei due trattati di Roma del 25 marzo 1957, istitutivi della Comunità economica europea (CEE) e della Comunità europea per l'energia atomica (EURATOM). Dal punto di vista economico, il trattato che istituiva la CEE prevedeva l'eliminazione entro dodici anni delle barriere doganali tra gli stati membri, lo sviluppo di un sistema comune di dazi doganali per gli scambi con gli altri paesi del mondo e la creazione di una politica agricola comune. In risposta alla CEE, nel 1960 la Gran Bretagna e altri sei paesi europei costituirono l'EFTA. Tuttavia, già nel 1961 la Gran Bretagna avviò trattative per il suo ingresso nella CEE, al quale si oppose, nel 1963 e nel 1967, il presidente francese Charles De Gaulle, contrario a estendere l'accordo ad altri paesi e in particolare alla Gran Bretagna, per le sue strette relazioni con gli Stati Uniti.  


L'allargamento della CEE


Nel luglio del 1967 le tre comunità (CEE, CECA ed EURATOM) confluirono in un'organizzazione denominata Comunità Europea (CE).

Nel dicembre del 1969, su proposta di Georges Pompidou, succeduto a De Gaulle alla presidenza francese, si tenne all'Aia una riunione volta a preparare l'ampliamento della Comunità, ormai maturo, ad altri paesi europei. Dopo un lungo negoziato, il 1° gennaio 1973 Danimarca, Gran Bretagna e Irlanda entrarono a far parte della CEE; la Norvegia ritirò invece la sua candidatura, in quanto un referendum popolare interno l'aveva bocciata.

Nel 1981 la CEE si ampliò nuovamente con l'ingresso del decimo paese: la Grecia. Nel 1986 fu la volta di Spagna e Portogallo. Tra gli anni Settanta e Ottanta vi furono altri importanti sviluppi: l'intensificazione degli aiuti comunitari ai paesi in via di sviluppo, in particolare alle ex colonie europee,  la costituzione del Sistema monetario europeo (SME), volto a garantire la stabilità nei rapporti di cambio tra le monete dei paesi membri; la graduale realizzazione del Mercato unico europeo attraverso la riduzione delle barriere doganali. Un evento di fondamentale importanza nella storia dell'integrazione europea si ebbe nel 1979, con l'elezione a suffragio universale del primo Parlamento europeo.


Il trattato di Maastricht


Tra il 1989 e il 1990 altri due passi importanti vennero compiuti in direzione dell'integrazione europea: l'adozione di una Carta comunitaria dei diritti sociali dei lavoratori e la rimozione delle restrizioni ai trasferimenti di capitale. Entrambe le misure furono approvate senza il consenso della Gran Bretagna, che temeva che un ampliamento dei poteri della Comunità Europea potesse rappresentare una minaccia alla propria sovranità; soltanto in seguito il governo britannico sarebbe tornato sui propri passi, condividendo i provvedimenti.

A imprimere una vigorosa accelerazione al processo unitario europeo fu anche il crollo del blocco comunista: la riunificazione della Germania aprì infatti la strada a una più profonda cooperazione con i paesi dell'Est, cui fu fornita assistenza politica, economica e militare.

Nel 1991 furono avviati i negoziati per la creazione dell'Unione Europea. A dicembre, il Consiglio europeo si riunì per elaborare la bozza dell'accordo. Il testo definitivo del trattato venne firmato a Maastricht, nei Paesi Bassi, il 7 febbraio del 1992 dai capi di governo dei paesi membri e fu ratificato nell'ottobre 1993. Il 1° novembre dello stesso anno, con l'entrata in vigore del trattato di Maastricht, nacque l'Unione Europea. Grazie al trattato di Maastricht ogni cittadino dell'Unione, indipendentemente dalla sua nazionalità, ha il diritto di voto e il diritto di candidarsi alle elezioni comunali dello Stato membro in cui risiede e alle elezioni del Parlamento europeo.



Atto unico europeo


L'Atto Unico europeo è un aggiornamento dei Trattati di Roma - i trattati che hanno fatto nascere la CEE - entrato in vigore il 1° luglio 1987. Con l'Atto Unico Europeo cambia il modo di prendere le decisioni all'interno della CEE. 

Il nome 'Atto Unico' deriva dal fatto che in un unico documento sono contenute diverse regole. 

Le novità contenute nell'Atto Unico riguardano la realizzazione del mercato interno, cioè di uno spazio europeo senza frontiere per la libera circolazione di merci, di persone, di denaro e di servizi. La creazione di questo mercato interno fra i Paesi europei è il vero inizio di una reale Unione economica e monetaria tra i Paesi membri d'Europa. 

L'Atto Unico stabilisce: 

- che gli organi della Comunità europea possano occuparsi anche dei problemi dei cittadini, degli anziani, degli studenti, degli ospedali e degli immigrati;

- che gli organi della Comunità, fra cui il Parlamento europeo, possono promuovere delle leggi valide per tutti i Paesi europei;

con l'Atto Unico europeo viene stabilita la volontà di aiutare le zone d'Europa più povere per portarle al livello di quelle più ricche (Coesione sociale europea); per la prima volta l'Europa intera parla dell'ambiente e di come salvarlo dall'inquinamento.


L'Unione monetaria europea


Il mercato unico: abolizione delle barriere


C'è voluto del tempo prima che gli Stati membri rimuovessero tutte le barriere commerciali esistenti e trasformassero il loro 'mercato comune' in un vero e proprio mercato unico in cui venisse garantita la libera circolazione di beni, servizi, persone e capitali. Il mercato unico è stato formalmente completato alla fine del 1992, nonostante in alcuni settori i lavori non siano ancora ultimati: si pensi, ad esempio, alla creazione di un effettivo mercato unico dei servizi finanziari.


Durante gli anni '90 è diventato sempre più facile per le persone circolare liberamente in Europa, grazie all'abolizione dei controlli doganali e dei passaporti presso la maggior parte delle frontiere interne dell'UE. Ciò ha significato, tra l'altro, una maggiore mobilità per i cittadini dell'Unione. Dal 1987, ad esempio, oltre un milione di giovani europei hanno potuto frequentare corsi di studio all'estero grazie al sostegno dell'Unione.

La moneta unica

Nel 1992 l'UE ha deciso di istituire l'unione economica e monetaria (UEM), implicante l'introduzione di una moneta unica europea gestita da una Banca centrale europea. La moneta unica - l'euro - è divenuta realtà il 1° gennaio 2002, quando banconote e monete in euro hanno sostituito le valute nazionali in dodici dei 15 paesi dell'Unione europea (Belgio, Germania, Grecia, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Portogallo e Finlandia).

Nell'ottobre del 2002 la Commissione diede avvio all'ultima fase negoziale con Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia e Ungheria, che entrarono ufficialmente nell'UE il 1° maggio 2004. Il 1° gennaio 2007 sono entrati nell'Unione altri due paesi dell'Europa orientale, la Bulgaria e la Romania.


Un nuovo panorama europeo


L'Unione Europea è oggi una delle più importanti e prestigiose realtà politiche ed economiche di tutto il mondo. La sua popolazione, che già supera i 400 milioni, è destinata ad aumentare con l'ingresso della Turchia (con cui le trattative sono complesse, ma ormai in fase avanzata) e con quello, inevitabile, dei paesi balcanici, senza i quali il continente europeo continuerebbe a soffrire di instabilità politica e sarebbe esposto a pericolose tensioni (a cominciare da quella nazionalista). Sono destinate a cambiare ulteriormente anche le sue caratteristiche politiche, sociali, culturali, etniche e religiose, soprattutto con l'ingresso della Turchia, paese a maggioranza islamica.

L'Unione Europea ha un'urgente necessità di crescere anche da un punto di vista politico, sviluppando una democrazia adeguata e le istituzioni e le strategie necessarie ad affrontare l'attuale, problematica congiuntura internazionale, soprattutto per quanto riguarda i temi dei diritti, dell'ambiente, del lavoro, del welfare, della guerra. L'Unione Europea si sta perciò dotando di una vera e propria Costituzione, il cui progetto, avviato in seguito alla dichiarazione di Laeken del 2001, è stato approvato nel luglio del 2003. Il trattato che adotta la Costituzione europea è stato poi firmato dai capi di governo dei 25 paesi membri il 29 ottobre del 2004 a Roma, nella stessa Sala degli Orazi e Curiazi in Campidoglio dove nel 1957 nacque, con la firma dei trattati di Roma, la Comunità economica europea.

Le finalità della Cee


Gli obiettivi principali della Cee sono:

* Eliminare di ogni misura protezionistica tra i Paesi membri con l'abolizione dei dazi doganali.

* Adottare politiche comuni (Agricola, Sociale, Commerciale)

* Favorire la libera circolazione delle merci, dei servizi, delle persone e dei capitali.

La realizzazione delle libertà ha dato vita al mercato comune europeo (Mec) pilastro della comunità:

* Libera circolazione delle merci: costruzione di un'unione doganale, abolizione delle barriere esistenti.

* Libera circolazione dei lavoratori: diritto dei lavoratori di spostarsi liberamente nel territorio comunitario per trovare lavoro e impiantare imprese nel territorio comunitario.

* Libera prestazione dei servizi: libertà di stabilimento

* Libertà di circolazione dei capitali: diritto dei cittadini dei paesi membri di acquistare beni immobili e valori mobiliari, o aprire un conto bancario in ambito comunitario.



Organizzazione dell'UE


L'amministrazione dell'Unione è affidata a:


* Consiglio dell'unione europea o consiglio dei ministri: si riunisce a Bruxelles è formato da un ministro, che rappresenta il governo, per ciascun paese, e la sua composizione varia a seconda dell'argomento trattato. La presidenza spetta a turno, ogni sei mesi, a ciascuno degli Stati membri. Le decisioni in tema di politica fiscale e su natura costituzionale vengono prese all'unanimità, negli altri casi è sufficiente una maggioranza qualificata. I voti sono ripartiti secondo il peso demografico e economico. Il consiglio ha tre poteri:

- emana gli atti normativi;

- definisce e approva le politiche comunitarie;

- ratifica i trattati.

* La commissione europea: è l'organo esecutivo, e ha sede a Bruxelles. È composto da 20 membri nominati dal governo di ogni stato membro. I commissari e il presidente sono scelti tra i cittadini in base alle loro competenze. La composizione della commissione dipende dall'estensione e dalla popolazione dello stato (piccoli 1 rappresentante, grandi 2). La commissione ha un mandato di 5 anni (4 sino al 1995). Essa:

- vigila sulla corretta applicazione dei trattati;

-può avviare le procedure di infrazione;

- propone gli atti normativi al Consiglio;

- applica gli atti normativi;

- gestisce i fondi comunitari.


* Il parlamento europeo: istituto nel 1958, ha sede a Stransburgo. Esso viene eletto ogni 5 anni dai cittadini degli stati membri a suffragio universale e diretto (prima del 1979 i suoi membri erano scelti tra quelli dei parlamenti nazionali). Attualmente i seggi sono 626. I parlamentari si organizzano secondo la tendenza politica e ogni paese per eleggerli adotta il sistema proporzionale. Il parlamento esercita i controllo sulla commissione (può votare mozioni di censura), partecipa alla funzione legislativa, ha poteri consultivi nei confronti della commissione e del consiglio e ha poteri di codecisionalità e parere conforme per gli atti normativi.


* La corte di giustizia: ha sede a Lussemburgo, è composta da 15 giudici, 1 per ogni stato membro, e da 8 avvocati generali nominati di comune accordo che restano in carica per 6 anni. Essa assicura il rispetto dei trattati e controlla che gli atti comunitari rispettino i fondamenti dei trattati. Può annullare gli atti della Commissione del consiglio e dei singoli governi nazionali se ritenuti incompatibili con il diritto comunitario. Le sue delibere sono segrete e le sentenze hanno efficacia esecutiva (si realizzano concretamente, con forza).

* La corte dei conti europea: sede a Lussemburgo, è l'organo contabile dell' UE. È composta da 15 membri nominati dal consiglio che rimangono in carica per 6 anni. Ha il compito di esercitare il controllo esterno sulla gestione del bilancio e sulla gestione finanziaria della comunità.





Aspetti positivi


Allo scopo di appianare le disomogeneità presenti nel tessuto economico e sociale delle diverse regioni del continente, l'Unione promuove:

la crescita delle aree meno sviluppate attraverso l'erogazione di ingenti fondi riservati al finanziamento degli investimenti

- La creazione di nuovi posti di lavoro;

- L'investimento nelle infrastrutture, per favorire lo sviluppo e la creazione di posti di lavoro aree e, in generale, per diversificare e rivitalizzare le attività economiche locali;

- Il supporto alle piccole e medie imprese locali, ad esempio favorendo il trasferimento delle tecnologie e promuovendo strumenti finanziari idonei al sostentamento delle aziende, anche tramite aiuti economici diretti;

- L'investimento nel campo dell'educazione e della sanità

- Lo sviluppo dell'ambiente produttivo, la promozione della ricerca di nuove tecnologie, lo sviluppo della società dell'informazione, la tutela dell'ambiente, le pari opportunità nell'accesso al lavoro e la cooperazione interregionale e transnazionale.


Complessivamente, i fondi europei per lo sviluppo regionale contribuiscono al sostentamento di aree economicamente e socialmente meno sviluppate, segnatamente negli stati membri di recente ingresso.

Progetto Erasmus

Il progetto Erasmus, nato nel 1987, permette agli studenti universitari europei di svolgere un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla propria università all'interno di un qualsiasi altro ateneo situato all'interno dell'Unione.

Il progetto fu creato per educare le future generazioni di cittadini all'idea di appartenenza europea; dalla sua creazione si è giunti a mobilitare all'interno della comunità europea oltre un milione di studenti. Attualmente 2199 istituzioni universitarie dei 31 paesi che aderiscono al programma Socrates partecipano al progetto Erasmus.

Per molti studenti universitari europei il programma Erasmus offre l'occasione per vivere all'estero in maniera indipendente per la prima volta. Per questa ragione è diventato una sorta di fenomeno culturale ed è molto popolare fra gli studenti universitari europei. Il programma non incoraggia solamente l'apprendimento e la comprensione della cultura ospitante, ma anche un senso di comunità tra gli studenti appartenenti a paesi diversi. L'esperienza dell'Erasmus è considerata non solo un momento universitario ma anche un'occasione per imparare a convivere con culture diverse.


Diritti umani e democrazia 


L'Unione europea ha da sempre assunto il principio dello stato di diritto e la promozione dei diritti umani come propri valori fondanti (basti pensare che requisito fondamentale per farne parte è l'abolizione della pena di morte); essa difende attivamente tali diritti sia all'interno dei suoi confini che nelle proprie relazioni estere, ponendo talvolta precisi requisiti per la concessione di accordi commerciali o di altro genere.

Per quanto riguarda la situazione interna, l'Unione europea ha promosso l'armonizzazione delle legislazioni nazionali in materia di asilo politico per i rifugiati, e si propone di combattere il razzismo e la xenofobia attraverso il sostegno ad una rete di organizzazioni non governative ed una specifica Agenzia.

Dal punto di vista delle relazioni internazionali, dal 1992 l'Unione ha introdotto nei propri accordi commerciali o di cooperazione con paesi terzi una clausola che indica il rispetto dei diritti umani come elemento essenziale del rapporto bilaterale (p. es. nella convenzione di Cotonou, che lega la UE a 78 paesi in via di sviluppo ai quali si richiedono precisi impegni nel campo del rispetto dei diritti umani). I principali obiettivi della politica estera europea sono dichiaratamente il progresso e la pacificazione internazionale, ritenuti possibili solo nell'ambito di una struttura democratica.


Critiche e punti deboli


Barriere linguistiche


L'Unione europea contempla 23 lingue ufficiali, lingue parlate in almeno uno degli stati membri (anche se solo l'inglese, il francese e in parte minore il tedesco, sono usate come lingue di lavoro all'interno della Commissione europea).

Il Parlamento europeo conta circa quattromila interpreti, per un costo stimato in quasi un miliardo di euro all'anno; mediamente un singolo documento può richiedere fino ad una settimana per essere tradotto in tutte le lingue dell'Unione, spesso per la necessità di passare attraverso lingue intermedie, data la mancanza di interpreti in grado di tradurre direttamente da una lingua all'altra (le possibili combinazioni delle lingue ufficiali dell'unione, prese a due a due, sono infatti 276). Oltre al dispendio di risorse umane ed economiche, il lavoro di traduzione può compromettere la chiarezza dei documenti o addirittura portare alla perdita di informazioni e a divergenze fra versioni in lingue diverse del medesimo documento.

In passato, il commissario europeo Neil Kinnock ha proposto di rendere la lingua inglese l'unica lingua di lavoro dell'Unione; questo non comprometterebbe il principio secondo cui tutte le leggi approvate in via definitiva debbono essere tradotte nelle ventitré lingue ufficiali, e modificherebbe solamente il funzionamento interno delle istituzioni europee.

Un'altra proposta è stata quella di introdurre l'esperanto come lingua di lavoro unica per l'intera Unione, per ovviare alla fondamentale necessità di evitare favoritismi verso gli Stati anglofoni nelle trattative e nei dibattiti politici.

Per non incorrere in questa obiezione, circola fin dagli anni settanta, soprattutto nei paesi nordici, la proposta di adottare come lingua ufficiale europea il latino, considerando che, di fatto, è stata l'unica lingua comune nella storia del continente.


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