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L'illuminismo




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L'ILLUMINISMO


L'Illuminismo si sviluppa nel Settecento ed è caratterizzato dalla fiducia nella ragione intesa come capacità critica ed emancipatrice rispetto alla tradizione e al sapere.

Nasce in Inghilterra alla fine del Seicento soprattutto per opera del filosofo inglese Giovanni Locke, il quale sostiene la libertà di pensiero degli uomini in fatto di religione e il concetto di sovranità popolare. Queste idee ispirano gli illuministi francesi e proprio la Francia diventa il maggior centro di diffusione dei principi di questa nuova corrente di pensiero che si propaga poi in tutta Europa influenzando la letteratura, la filosofia, l'arte e le vicende politiche del Settecento.

L'illuminismo si propone di illuminare le menti con i lumi della ragione e in tal modo fa suo un metodo di indagine già affermato in campo scientifico da Galileo Galilei.

Così come Galileo aveva sostenuto che fonte della conoscenza è l'osservazione diretta dei fatti, anche gli illuministi vengono ad affermare che unica fonte di conoscenza è l'esperienza: l'uomo apprende con i sensi e poi organizza questo suo sapere con la ragione. La ragione umana pertanto è ritenuta capace di risolvere da se tutti i problemi, senza dover fare ricorso a spiegazioni di natura religiosa. Entra così in crisi la religione tradizionale, ritenuta responsabile di forme di superstizioni e di ignoranza.

Nel settecento vengono inoltre sottoposti a critica radicale tutti i cardini che avevano sostenuto i vecchi regimi monarchici e assoluti. Gli illuministi svolgono una critica alle stesse possibilità conoscitive della ragione e tale atteggiamento determina successivamente in Kant il criticismo, ovvero la scelta di sottoporre al tribunale della ragione la ragione stessa.

La borghesia prende coscienza, per la prima volta, di se stessa come classe ben definita che difende i propri interessi, ma che, nello stesso tempo, sostiene ideali validi per l'intera società.

Gli illuministi criticano l'assolutismo dei sovrani, respingendo il concetto che i re fossero tali per grazia di Dio. Rifiutano inoltre i privilegi che i nobili reclamano per diritto di nascita, si fanno sostenitori della libertà dell'individuo ed elaborare nuove forme di organizzazione dello Stato. Tra i maggiori esponenti del pensiero illuminista troviamo Montesquier, il quale è contrario all'assolutismo dei re poiché sostiene che tale assolutismo ha finito con il mortificare la stessa aristocrazia; Voltaire e Rousseau.

La morale viene rivisitata da Hume e da Smith, alla ricerca di una fondazione dei valori dell'uomo e della vita collettiva.

La concezione della storia: la storiografia illuminista indaga le istituzioni, le leggi, l'economia dei vari paesi anche extraeuropei; grazie a tale prospettiva cosmopolita, che produce un lavoro costante di comparazione fra culture diverse, scaturisce il concetto di storia universale, tipico dell'Illuminismo. Altro fattore costitutivo della nuova mentalità storica è il concetto di progresso. Gli illuministi ritengono che l'elaborazione di nuove conoscenze porti a un miglioramento delle condizioni di vita: il fine della lotta contro l'ignoranza e il pregiudizio consistono nell'acquisizione del benessere e della felicità per il maggior numero di persone. L'idea di progresso si associa a quella di trasformazione della società da parte dell'uomo, che ha un ruolo attivo fondamentale.


LA FINE DELLO SPIRITO ILLUMINISTA:

Nel periodo post-kantiano, che vede in Europa l'egemonia di Napoleone e la Restaurazione, si dissolve rapidamente lo spirito illuministico e il centro degli studi filosofici si sposta dalla Francia e dalla Inghilterra alla Germania, che per parte del XIX sec. costituisce il paese guida di tutta la filosofia europea. Si sviluppano gli studi sul kantismo, ma il criticismo incontra una prima decisa opposizione che si fonda sulla fede e sul sentimento.


L'IDEALISMO ROMANTICO: dalla Germania si diffonde in tutta Europa la cultura e la filosofia romantica, che contro l'Illuminismo e il razionalismo esalta il sentimento e, giunge alla divinizzazione della natura.

In Germania nasce e si sviluppa la grande corrente dell'idealismo, destinata a esercitare un'influenza enorme su tutta la cultura europea.

L'idealismo ha alla base il riconoscimento dell'assoluta originarietà e indipendenza dello spirito, sia che affermi che tutta la realtà, in quanto conosciuta dal soggetto, è rappresentazione o atto del soggetto stesso (Fichte); sia che restituisca alla natura la sua realtà senza separarla dallo spirito (Schelling); sia infine che identifichi la ragione con la realtà, ponendo come principio di ogni cosa l'idea, intesa come unità contenente virtualmente in sè tutte le determinazioni formali della realtà (Hegel).


TRA CONSERVATORISMO E LIBERALISMO: Il pensiero politico nella prima metà del XIX si presenta come reazione all'illuminismo e alla Rivoluzione Francese.

Tuttavia l'esperienza della rivoluzione e dell'impero napoleonico non poteva passare senza lasciare traccia. Per questo, elementi derivanti dalla Rivoluzione Francese si mescolano nei vari pensatori a un insieme a volte disparato dio motivi antilluministici, dando luogo a contraddizioni evidenti. Si sviluppa il concetto di nazione, al quale dà un notevole contributo il romanticismo. L'età della reazione vede, soprattutto in Francia, alcuni studiosi teorizzare la politica reazionaria dei governi europei, con un pensiero antilluministico, e antirivoluzionario. Principali studiosi che appartengono a quesito pensiero politico sono: De Maistre e De Bonald.


IL LIBERALISMO MODERATO: In Francia nella I metà del XIX sec., una corrente liberale moderata si oppone al pensiero reazionario di coloro che volevano un completo ritorno all'antico. Questi pensatori, che si ispiravano al liberalismo e all'individualismo, rifiutavano sia la rivoluzione che la reazione, e pur se avversi ai principi democratici ritenevano che i diritti dell'individuo dovessero essere difesi contro i soprusi e gli arbitri del potere.  Importante pensatore di questo periodo è Alessio de Tocqueville.


SOCIALISMO SENTIMENTALE O UTOPISTICO: proprio della prima metà del XIX  secolo, che si diffuse soprattutto in Francia.

Socialismo significava regolamentazione collettiva della vita umana sulla base di principi cooperativi, avendo come obiettivo la felicità e il benessere generali e dando risalto non alla politica ma alla produzione e distribuzione della ricchezza e al rafforzamento dei fattori socializzanti nell'educazione dei cittadini.

I socialisti sono coloro che  privilegiano la componente sociale dei rapporti umani, il principio di cooperazione fra gli uomini contro il principio della concorrenza, l'elemento associativo contro l'individualismo in economia e nella società. Per i seguaci di Saint-Simon, come quelli di Fourier e di Owen, sono importanti la felicità e il benessere della collettività, ma questi obiettivi non possono avvenire in una situazione sociale che stimoli la lotta tra gli uomini e la concorrenza e che costruisca un sistema economico dominato dal principio del laissez-faire e della legge della naturale ridistribuzione delle ricchezze accumulate da pochi. Se per Saint-Simon e Owen, il lavoro è l'asse del sistema economico, i lavoratori devono essere considerati diversamente dalla società e dal ceto politico: i privilegi dei ceti più abbienti devono essere controllati; è necessario emarginare i ceti parassitari; non può essere vietato e punito l'associazionismo operaio; le condizioni di vita dei lavoratori devono essere migliorate insieme alla loro istruzione.

Per Saint-Simon , Fourier e Owen, l'educazione ha un ruolo molto importante nella società perché è intesa come un inalienabile diritto dell'uomo.

Nè Saint-Simon, nè Fourier, nè Owen mettono in discussione la proprietà privata, l'accumulazione di ricchezze, la divisione sociale del lavoro, e quindi la divisione in classi. L'eliminazione dello sfruttamento più duro e una distribuzione più equa dei beni su presupposti umanitari sono gli obiettivi dei socialisti utopistici. Essi non si oppongono alla società capitalistica ma ai suoi eccessi e agli esiti sociali, politici ed economici della sua espansione; infatti, anche se con sfumature diverse, Saint-Simon e Owen hanno fiducia nella ragione, nella scienza e nel progresso e ritengono che i possibili sviluppi della società industriale possano risolvere i problemi dell'umanità.

Principali rappresentanti furono: Saint Simon che si propose di fondare una specie di socialismo di Stato, organizzato ai fini della produzione industriale, in modo che ciascuno dovesse ricevere un compenso secondo il proprio lavoro; Luis Blanc, che durante la rivoluzione del 1848 fece parte del governo provvisorio e, per dare lavoro ai disoccupati, propose a ottenne la creazione degli opifici nazionale (Ateliers nationaux) falliti miseramente per l'enorme carico finanziario a cui dovette sobbarcarsi lo Stato e per l'impossibilità di dar lavoro a tutti i disoccupati; Fourier e Owen.


IL POSITIVISMO: Fondatore del positivismo può considerarsi Auguste Comte, anche se l'invenzione del termine si deve a Saint-Simon.

il pensiero positivista è formato da due filoni distinti:

- quello sociale, a cui appartengono Saint-Simon , Comte,  John Stuart Mill;

- quello evoluzionistico a cui appartiene Spencer  e che afferma l'esistenza di una legge universale dell'evoluzione valida per ogni settore della realtà materiale e psichica, dall'universo alla mente umana.

Il Positivismo rappresenta l'ideologia della nuova società industriale e la sua affermazione è legata ai grandi progressi tecnologici-scientifici del XIX sec.

caratteristiche principali sono: l'ottimismo e la fede nel progresso, considerato inarrestabile e di per se positivo. Il Positivismo nasce in Francia e si diffonde anche in Europa: in Inghilterra con la pubblicazione del saggio di J. Stuart Mill 'Auguste Comte e il positivismo' (1865); in Italia grazie all'opera di Ardigò.

Nella II metà del XIX sec. il Positivismo conosce un ulteriore diffusione; la fiducia nella scienza e nel progresso diventano mentalità dominante.


SOCIALISMO SCIENTIFICO, MATERIALISTA: proprio della II metà del XIX secolo che si diffuse soprattutto in Germania. Principali rappresentanti furono Karl Marx, che nel 1848 pubblicò il 'Manifesto del partito comunista' e nel 1867 l'opera 'Il Capitale' in cui formulò la nota teoria del 'materialismo storico' e della 'lotta della classe'; Friedrich Engels, discepolo e collaboratore di Karl Marx; Federico Lassolle, ecc;

Secondo il materialismo storico del Marx, le istituzioni politiche e sociali sono determinate dalle forze economiche e delle condizioni di produzione.

L'altro caposaldo della dottrina materialistica è la Teoria del Plusvalore cioè della differenza, ritenuta ingiusta e arbitraria, tra remunerazione e produzione. Nel 1864, per ispirazione del Marx sorse a Londra la Associazione Internazionale dei Lavoratori, la quale mirò come programma massimo ad ottenere la socializzazione del capitale e di tutti gli strumenti di lavoro, e come programma minimo ad ottenere una serie di riforme economiche e sociali per l'elevazione della classe operaia. Sul piano politico il socialismo scientifico combatteva il regime del libero mercato e propugnava l'uguaglianza economica, con la conseguente abolizione della proprietà privata, e la socializzazione del capitale e di tutti i mezzi di produzione attraverso la lotta di classe.

Il diffondersi delle ideologie e dei movimenti socialisti provocò in primo tempo, il ricorso alla forza e ad una serie di azioni repressive.                        




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