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Legislatura 1987-1992




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Legislatura 1987-1992


Fine della guerra fredda e le immediate conseguenze in Italia.  E' l'evento internazionale che caratterizza questo quinquennio dove la fine della guerra fredda fra le due superpotenze del XX secolo, in pratica la caduta di una delle due contendenti, l'URSS, sancisce, dal punto di vista dei riflessi sulle politiche europee e soprattutto interne all'Italia, la fine della permanenza ideologia della conventio ad excludendum che è stata poi la scusa del mantenimento della democrazia bloccata. Il 9 Novembre 1989 cade il muro di Berlino, simbolo per eccellenza della divisione del mondo e soprattutto europea. In Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Romania Bulgaria e Nella Germania Federale, crollano i regimi dittatoriali comunisti. L'URSS inizia il suo travaglio che pian piano la porterà ai moti indipendentisti interni.


In Italia, il riflesso degli eventi internazionali prende corpo nella trasformazione del PCI che approda alla fine del suo percorso di revisione, seppur lentamente, per dar vita al PDS, formazione politica che abbandona l'identità comunista per legittimarsi pienamente nella vita democratica e aspirare al governo del Paese. Proprio la lentezza della trasformazione non eviterà al PCI di subire la scissione al suo momento più cruciale, dove l'anima radicale fonda il partito della Rifondazione Comunista. Se per gli ex comunisti è un passaggio determinante per il completamento della svolta, per gli avversari il PDS rappresenta un triste tentativo di riciclaggi all'indomani della caduta della «Casa Russia».


La decima legislatura si caratterizza però soprattutto per la grave situazione finanziaria del paese. Nel 1988, la disoccupazione supera i 2 milioni, e il debito pubblico è allestire. Nel 1989 la manovra finanziaria italiana è bocciata dal fondo monetario internazionale. L'Italia corre il rischio di arrivare affannata all'appuntamento europeo. Inizia il dibattito sulle privatizzazioni. Nella 1992 il 57,6 % del Prodotto Interno Lordo è in mano allo stato,. Il fallimento del settore pubblico nell'economia italiana segna pertanto le emergere di nuove politiche di privatizzazione.. Determinante della decima legislatura è l'accordo tra i leader democristiani e socialisti, il CAF, il patto tra Andreotti, Craxi e Forlani che sottintenderà la spartizione delle poltrone delle istituzioni pubbliche. La spartizione è fatta: Andreotti alla presidenza del consiglio, Forlani alla segreteria dopo l'abbattimento di De Mita, con la accordo che alla successiva legislatura Craxi entrato a palazzo Chigi, per Andreotti ci sarà il Quirinale. Il CAF si fonda su un mero accordo di potere che si basa sull'affondamento di De Mita dai vertici della DC. Nell'annata più difficile per ALITALIA, quella dove affiorano sempre più evidentemente le gestioni irresponsabili dei poteri partitocratici, si inserisce anche la guerra del golfo nel mille e novecento Atlanta, e successivamente il conflitto in Jugoslavia. Proprio la politica estera metti in evidenza le nesso l'ennesimo affanno del sistema e della politica italiana. Le manifestazioni pacifisti sono sempre più numerose, DC e PCI sono sempre più difficoltà, soprattutto per la resistenza dei comunisti ad abbandonare il classico anti americanismo. È evidente quanto abbandono della pregiudiziale americana sia alla base del rinnovamento comunista. Contattato le istituzioni italiane però subiscono un grave colpo dai movimenti segni e Orlando. Mario segni si caratterizzerà per la sua battaglia anti partitocratica che sfocia nel referendum elettorale sulla preferenza unica del giugno 1991.Venuto dalla democrazia cristiana, Segni lancia un vero e proprio attacco alla malgoverno della partitocrazia demo socialista, che riesce a godere dell'aiuto delle organizzazioni cattoliche, di alcuni vescovi, e soprattutto di molti personaggi provenienti dalle file comuniste, radicali, repubblicani, liberali. il referendum del 1991 piazza tutti i partiti di governo, dove Craxi fa il famoso invito ad andare al mare. Il risultato è però inaspettato: il 65% dei votanti infrange la sicurezza del Caf.


Tangentopoli. Il Palazzo inizia il suo crollo sotto l'offensiva della magistratura che, grazie ad un marittimo di magistrati di Milano, il cosiddetto pool di mani pulite, riesce, attraverso una fitta serie di inchieste a mettere allo scoperto tutta la rete di malaffare, di corruzione, e del degrado politico ed istituzionale di una classe di governo arrogante e partitocratica. Se prima la magistratura subiva gli attacchi dei politici che individuano sulla politicizzazione delle inchieste giudiziarie, ora l'azione dei giudici, sostenuta soprattutto dai comunisti che ripropongono il tema della questione morale, si fa via via sempre più incisiva. Non è un caso che proprio all'indomani degli scandali scoperti che finisce la cosiddetta prima repubblica.


Il picconatore. Eletto nelle 1985 presidente della repubblica, Cossiga, per quasi quattro anni mantenuto si tranquillo nel nelle 989 irrompere con forza nella scena italiana. Viene soprannominato il calcolatore, perché divenuto un personaggio decisamente scomodo per la democrazia cristiana, le sue esternazioni sono vere e proprie picconate al palazzo istituzionale e corrotto diretto dall'asse DC-PSI. Cossiga parte dallo scenario internazionale che vede l'abbattimento del muro di Berlino per esortare gli alleati di governo a prendere atto della nuova realtà internazionale e soprattutto della situazione interna italiana. Egli richiama l'attenzione alla necessità di operare una revisione istituzionale, una riforma di sistema. È una tale insistenza che scatena il veleno tra lui e il suo partito. La DC si impegna compatta in una vera e propria battaglia contro il presidente della repubblica mettendo in campo diversi elementi passare dei mesi al gettare descritto sul capo dello stato: la strage di Ustica, dove Cossiga era ministro dell'interno, i rapporti tra Cossiga Gelli, vengono tirate fuori addirittura alcune lettere di moro scritte durante la prigionia. Infine scoppia l'affare Gladio, gruppo dipendente ai servizi segreti italiani, insieme con la Nato, in funzione anti comunista, operante fin dagli anni cinquanta. È un vero e proprio complotto ai suoi danni quello portato avanti dalla DC. Senza scoraggiarsi, Cossiga affonda i colpi, anche nei confronti di tutti gli altri partiti, ovviamente comunisti compresi. Le picconate del presidente sono la goccia che fa traboccare il vaso. Le dimissioni dalla democrazia cristiana infine, definita da Cossiga un «blocco di conservazione», sono l'ultima frecciata che contribuisce alla fine di una prima repubblica buia.




QUADRO TEMPORALE DEI GOVERNI DELLA X LEGISLATURA.


Luglio 1987 - Aprile 1988

Gov. GORIA

DC-PSI-PSDI-PRI-PLI

Aprile 1988 - Luglio 1989

Gov. DE MITA

DC-PSI-PSDI-PRI-PLI

Luglio 1989 - Aprile 1991

VI Gov. ANDREOTTI

DC-PSI-PSDI-PRI-PLI

Aprile 1991 - Giugno 1992

VII Gov. ANDREOTTI

DC-PSI-PSDI-PRI-PLI







DC.


La situazione per De Mita è traballante sotto il peso dei notabili delle correnti. Nel 1987 Goria strappa Palazzo Chigi a De Mita, che riesce poi nell'88 a sedere alla Presidenza del Consiglio tanto ambita, ma che il suo accentramento di cariche è sempre più mal visto all'interno della DC. E' da troppo tempo che gestisce il partito.

L'alleanza dei capi corrente, Andreotti, Gava, Forlani, Donat Cattin spodesta il segretario al congresso dell'89.

Si avvia il CAF:

FORLANI SEGRETARIO (1989). Nell'89 Andreotti presiede un nuovo governo. Inizia la vendetta contro i demitiani. Martinazzoli è l'unico ad alzare la voce contro il degrado raggiunto dalla DC.

La battaglia di Segni sulla riforma elettorale non è condivisa nella DC. Segni preferisce affondare i colpi e rivolgersi alla società civile con i referendum, che implicano la formazione di un patto trasversale alle forze politiche in difesa di un nuovo sistema elettorale: il Patto Segni.

A sorpresa però Segni riscuote velati consensi in alcuni ambienti cattolici, imbarazzati da un troppo stretto legame con una DC ormai in balìa degli scandali e prossima alla fine. Leoluca Orlando è «cecchinato» dalla sua stessa DC. Esce dal partito e perde la carica di sindaco. NASCE LA RETE (1990).

SI SPEZZA L'UNITA' DEI CATTOLICI PER LA PRIMA VOLTA.

Alle Europee del'89 e alle amministrative del '90, la DC arretra sempre di più, soprattutto nel Nord, raccolto dalla Lega. Regge solo nel Meridione. Il Nord si configura come la roccaforte della protesta antipartitica, mentre il Sud tenta di salvare il salvabile della partitocrazia elargitrice di tanti privilegi e soldi clientelistici.

Anche per essere stata picconata dal Presidente Cossiga, nel 1992 c'è il tracollo elettorale, la DC ottiene il 29,7%, la prima volta sotto il 30%.



PSI.


Il grande successo elettorale nel '87 non è così formidabile come s'intenderebbe ad una prima lettura. Craxi lo sa bene. Il 14,3% non è sufficiente per distaccarsi dalla DC o subordinarla come vorrebbe, tanto meno mediante il polo laico-socialista verso il quale non c'è nessuna disponibilità dalle altre forze politiche. Lungi poi dal pensare ad un avvicinamento a sinistra verso il PCI che sta per diventare PDS.

Craxi utilizza i suoi voti per consolidare il rapporto con la DC, di mera spartizione del potere, mediante il CAF : Craxi Forlani Andreotti che, nel 1989 sconfigge De Mita, Forlani diventa segretario, Andreotti va a Palazzo Chigi che, con la prossima legislatura diventerebbe Presidente della Repubblica per lasciare il posto, come da accordi, a Craxi.

Alle amministrative del '90 il PSI ottiene un enorme 15,3% ma, nel '91, subisce una pesante sconfitta proprio dalla società civile: il referendum sulla preferenza unica passa, contrariamente alla forte campagna mediatica fatta dal PSI.

C'è nell'aria un calo preoccupante di popolarità nel paese, ma anche nel suo partito.

Nel congresso di Bari rispunta la sinistra interna capeggiata da Signorile, e soprattutto le critiche avanzate da Claudio Martelli, ex delfino di Craxi, che riscuotono l'ovazione dell'assemblea, fanno irritare il segretario socialista che si sente tradito.

E' l'inizio della fine. Il partito è comunque troppo identificato con il suo segretario che, quando nell'XI legislatura verrà colpito dagli scandali, collasserà lasciandosi dietro le rovine.

Martelli chiede la direzione della strategia socialista verso il PDS, che è in attesa di un passaporto socialista per l'ingresso dell'IS, ma Craxi non sembra intenzionato per il momento poiché, assicuratosi la promessa di Cossiga per un incarico nella prossima legislatura, decide di provocare la crisi di governo.

Gli scandali di Milano, con Pillitteri, ed i primi movimenti giudiziari mettono all'erta Craxi che alla vigilia delle nuove elezioni, anticipa l'alleanza con la DC.

Sconfitta alle elezioni del '92 (13,6%).




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