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Teoria dello sviluppo




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TEORIA DELLO SVILUPPO


nella visione di Fairbairn la caratteristica centrale dello sviluppo emotivo è una sequenza maturativa naturale di relazioni con altri.

La psicopatologia è caratterizzata da disturbi in questa sequenza naturale di relazioni,cioè da una proliferazione di relazioni con oggetti interni compensatori e da una conseguente frammentazione interna.

Per Fairbairn l'evoluzione dell'uomo attraversa diversi stadi.

Gli stadi non sono basati sulla maturazione di zone corporee,ognuna delle quali predomina in sequenza,ma sulla maturazione i modalità diverse di relazione con altri.

Quello che cambia non è la parte del corpo che funge da punto focale della tensione sensuale, ma la qualità e la complessità delle relazioni con gli altri.

Secondo Fairbairn questa sequenza è composta da tre grandi fasi;

il primo periodo di dipendenza infantile;una fase di transizione;uno stato di maturità,che chiama "dipendenza matura".

Poiché la fase di mezzo ha la funzione da ponte, lo sviluppo normale consiste essenzialmente in un graduale processo, tramite il quale una modalità infantile,dipendente,di relazione con altri viene sostituita da una capacità di reciprocità adulta.

L'elemento chiave,in questa transizione, è il processo di separazione.

La descrizione di Fairbairn dello stato psicologico dei primi mesi di vita del bambino è imperniato sull'esperienza di fusione con la madre.

I primi mesi di vita sono caratterizzati dal perpetuarsi dello stato mentale esistente prima della nascita in cui il bambino si trova in uno stato di fusione con la madre talmente totale da precludergli ogni pensiero di differenziazione dal corpo materno.

Fairbairn chiama la modalità relazionale, attraverso la quale il bambino piccolo sperimenta contatti con altri durante questo periodo,"identificazione primaria", che definisce come "l'investimento di un oggetto che non è stato ancora differenziato dal soggetto che investe".

La tendenza a fondersi con la madre deriva dalla totale e incondizionata dipendenza del bambino.

La sua sopravvivenza dipende dalla presenza e dalle cure della madre, ed egli sperimenta o se stesso in armonia con sua madre o se stesso che tenta di esserlo,attraverso le principali modalità relazionali di cui può disporre.

I primissimi mesi di vita, che per i teorici classici consistono in un "narcisismo primario", in cui tutto l'amore del bambino è diretto verso sé stesso, sono per Fairbairn caratterizzati da una fusione totale con la madre,uno "stato d identificazione con l'oggetto".

Fairbairn definisce il pieno sviluppo emotivamente sano, lo stadio della "dipendenza matura".

Gli adulti sani sono emotivamente dipendenti l'uno dall'altro.

Nella maturità la dipendenza è condizionabile, con altri oggetti sempre potenzialmente disponibili, mentre il bambino è incondizionatamente dipendente dai suoi unici oggetti:i genitori.

Per Fairbairn la genitalità non è la base di un'intimità adulta ma soltanto un canale per la sua espressione.

L'adulto sano non dovrebbe avere bisogno di attaccamenti compensatori ad oggetti interni,e l'energia libidica sarebbe completamente disponibile per contatti e scambi con altri esseri umani reali.

La fasi di transizione fa da ponte tra le relazioni oggettuali basate sulla dipendenza infantile e quelle basate sulla dipendenza matura.

Questo implica una rinuncia ad attaccamenti compulsavi ad oggetti, basati su identificazione e fusione primaria, in favore di relazioni basate su differenziazione e scambio.

Questo rappresenta un gradino evolutivo estremamente difficile da raggiungere, e in realtà non lo si raggiunge mai del tutto; la grande paura è quella della separazione e della perdita totale degli oggetti.

Dal punto di vista di Fairbairn l'io ha bisogno di oggetti per sopravvivere.

Per raggiungere la maturità, il bambino deve rinunciare alle sue relazioni dipendenti con i genitori reali, esterni,e sperimentare se stesso come pienamente differenziato e separato da loro,e deve anche rinunciare al profondo attaccamento ai suoi oggetti interni compensatori, che gli hanno dato il senso di sicurezza e di continuità che maniaca nelle reali relazioni con i genitori.

Perché questo processo cruciale possa aver luogo, il bambino deve sentirsi amato in quanto persona e credere che il suo proprio amore sia ben accolto e apprezzato.

Con la rinuncia agli oggetti interni infantili viene superata la scissione dell' io e ne vengono ripristinate l'integrità e la ricchezza originali.

Se manca il senso di fiduciosa possibilità,se il bambino sente che la rinuncia all'attaccamento infantile ai genitori e ai suoi oggetti interni non sfocia in nuove relazioni,ma in isolamento e mancanza di contatto, l'attaccamento rimane e la fase di transizione non viene mai portata a compimento.

Le dinamiche anale e fallica sono ridefinite da Fairbairn :non sono più considerate "organizzazioni" ma veicoli per i conflitti del bambino,durante la fase di transizione,tra il desiderio di abbandonare gli attaccamenti e gli oggetti interni dell'infanzia e la spinta a rimanere legato ad essi.

Feci e pene assumono significati orali:l'intenso desiderio di non abbandonare gli attaccamenti infantili viene trasmesso attraverso fantasie ritentive.

Le fantasie falliche vengono spesso usate al servizio di dinamiche orali;le relazioni sessuali sono sperimentate come una transazione essenzialmente orale.

I genitali dell'oggetto vengono identificati con il seno,quelli del soggetto con al bocca.






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