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Rilievi geostrutturali di dettaglio




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Rilievi geostrutturali di dettaglio

1. Discontinuità


Le aree coltivate sono caratterizzate dalla presenza di numerose fratture per le più rappresentative delle quali è stata compilata una apposita scheda descrittiva che ne riassume tutte le caratteristiche principali. Di seguito per le due cave sono stati riassunti i dati rilevati.


CAVA DANZI

è riconoscibile una direzione prevalente di discontinuità con orientamento NNE-SSW e media N-S ad elevato angolo di inclinazione associato ad un sistema a direzione media ESE-WNW nella porzione settentrionale dell'area coltivata variante a E-W/ENE-WSW nella parte meridionale sempre ad elevata inclinazione;

le fratture a direzione N-S presentano fenomeni di carsificazione o principi di carsificazione limitatamente alle zone prossime agli imbocchi;

non sono state rilevate situazioni di flusso idrico associato a fratturazione così significative come quelle evidenziate per la Cava Beltrami.

Di seguito è riportata la rappresentazione, in forma di proiezione sferica, dei poli delle discontinuità rilevati nella cava Danzi.

Figura Proiezione sferica, sotto forma di poli, dei piani di discontinuità rilevati nella cava Danzi.



CAVA BELTRAMI

è ben riconoscibile un sistema principale di discontinuità a direzione media variante da NNW-SSE a NNE-SSW, generalmente ad inclinazione elevata o prossima alla verticale con spaziatura plurimetrica, a cui si associa una famiglia a direzione media E-W anch'essa ad elevata inclinazione;

per quanto concerne i fenomeni di carsificazione associati alle fratture si nota che le discontinuità del sistema a direzione E-W, pur essendo in numero ridotto, sono in larga parte carsificate, mentre per quanto riguarda le fratture a direzione N-S la carsificazione é concentrata in genere limitatamente alla porzione settentrionale della cava;

nella porzione NE dell'area coltivata le discontinuità denominate 3 e 4 (direzione N-S) delimitano una porzione di soletta sensibilmente basculata; le discontinuità concentrate in tale area sono quelle in cui, in caso di precipitazioni intense e/o prolungate, si ha la circolazione idrica più rilevante con risposte quasi immediate all'evento.

Di seguito è riportato, in proiezione sferica, il diagramma dei piani di discontinuità, rappresentativi del mezzo roccioso, sotto forma di cerchi meridiani e di poli della cava Feltrami.



Figura 3.2. Proiezione sferica, sotto forma di cerchi meridiani, dei piani di discontinuità rappresentativi dell'ammasso roccioso della cava Feltrami ed i relativi poli.


Di seguito si riportano due tabelle che identificano le discontinuità per le quali è stato possibile rilevare le giaciture stimando la direzione media di immersione:


CAVA DANZI

N. FRATTURA

GIACITURA

DIREZIONE

NOTE





Pervade il pilastro n. 73





corre lungo la faccia orientale del pilastro n. 73 e si sviluppa lungo tutta la soletta dalla parete meridionale a quella settentrionale della cava

















si sviluppa lungo l'intera soletta intersecando le pareti nord e sud della zona coltivata

7b















si interrompe contro la galleria "W"









Direzione variante a N-S a monte della traversa di sostegno in cls
















Sistema di due fratture subparallele pervasive del pilastro n. 74




Sistema di tre fratture di cui la centrale pervade il pilastro n. 71








Dislocata dalla frattura 21





Direzione verso SW presso parete di fondo cava





Si interrompe contro la frattura 20









All'intersezione con la parete di cava





Variante a 30-210 verso S





Variante a 65-245 verso N





A monte del pilastro n. 68 acquista direzione 40-220




60-240 (W)

Direzione variante a 90-270 verso E





Sistema di due fratture subparallele




20-200 (S)

Direzione variante a 40-220 verso N









Associata al sistema una terza frattura a direzione 40-220




K1 160-340 K2 70-250 K3 140-320

Zona di intensa fratturazione fra i pilastri n. 60-61-65





Sistema costituito da tre fratture





Sistema costituito da tre fratture subparallele





Direzione variante a 40-220 verso S; intercetta la parete della zona coltivata a N del pilastro n. 57



45-225 (N)

Direzione variante a 15-195 verso S





Sistema costituito da tre fratture subparallele





Sistema costituito da tre fratture









Sistema costituito da due fratture immergenti verso W incl.




Immergente verso W













Immersione verso WNW

















Sistema associato ad un secondo sistema a direzione 270-90




Si biforca presso il pilastro n. 50













Variante a NNW-SSE verso N





Sistema di fratture





Sistema di tre fratture associato a frattura a direzione 80-260








A NE termina in corrispondenza della zona carsificata "D"




Sistema di due fratture; il ramo W pervade il pilastro n. 44 (presso spigolo NW)




Direzione variante a 320-140; interseca l'area carsica "H"





























A S del pilastro n. 29 si biforca in due rami di cui quello W si interrompe contro il pilastro, l'altro continua fino all'esterno




Immersione apparente verso W a basso angolo; verso N dir. 0-180







20-200 (S)

Direzione variante a 90-270 (porzione centrale) e 40-220 verso N



0-180 (N)

Direzione variante a 110-290 (porzione centro-meridionale)




Direzione variante a 0-180 verso la terminazione occident.



120-300

Sistema di due fratture intersecantisi













Terminazione esterna all'area coltivata



0-180 (S)


Direzione variante a 30-210 (porzione settentrionale)





Presso parete cava; curva verso W interrompendosi contro il pilastro 24








Giacitura misurata all'intersezione con la parete













Si sviluppa fino alla zona di imbocco





Sistema di tre fratture subparallele








350-170 (S)

Direzione variante a 10-190 verso N









Direzione variante a 15-195 verso la porzione centro meridionale






330/70 (S)

10-190 (N)




10-190 (S)

Direzione variante a 0-180 verso N





Pervade la parete di fondo dell'area coltivata





Direzione variante a 0-180 nella porzione centrale





Attraversa l'intera soletta da parete a parete













Interseca verso N la parete dell'area coltivata









Si individuano quattro famiglie principali di discontinuità K1 8/64 K2 36/82 - K3 90/70 - Ks 175/26






280/32 (S)


Direzione variabile a NW-SE nella porzione settentrionale









Intercetta e attraversa il pilastro n. 73





Sistema di due fratture pervasive della facciata N del pilastro n. 73












Termina all'esterno dell'imbocco dell'area coltivata









Subverticale; associata a fratture a giacitura media 340/75



CAVA BELTRAMI

N. FRATTURA

GIACITURA

DIREZIONE

NOTE




probabile faglia; pervade parete e soletta ad E pilastro 1








soletta ribassata di circa 50 cm lungo la frattura




estremità N termina in struttura carsica




basculamento della soletta (rotazione e rilassamento) lungo

la frattura





7b







direzione variabile da 290-110 a 270-90 verso il pilastro 3
















inclinazione stimata variabile fra 50 e 80°








inclinazione stimata variabile fra 30 e 60°




















misurato presso faccia W pilastro 9




















sistema di fratture








sistema di fratture




















pervade la faccia N del pilastro 17




probabili piani di faglia; quello a giacitura 106/42 pervade il pilastro 17



NNE-SSW

pervade il pilastro 14








Pervade la parete di fondo (fronte sud) dell'area coltivata



NE-SW























Dall'esame dei valori di giacitura riportati nelle tabelle si evidenzia che in entrambe le aree di cava sono nettamente prevalenti le discontinuità di elevata inclinazione (> 60-65°); le discontinuità aventi un basso angolo di inclinazione sono riscontrabili solo in alcune aree come ad esempio all'imbocco alto della Cava Danzi e all'imbocco principale della Cava Beltrami.


2. Carsismo

Il fenomeno carsico interessa diffusamente le aree di cava oggetto dell'indagine.

Dai rilievi sul terreno si evidenzia una prevalenza delle strutture a sviluppo verticale (pozzi) rispetto alle gallerie:

la quasi totalità dei pozzi censiti sono strutture "cieche" che spesso si sviluppano comunque verso l'alto sotto forma di fratture carsificate; fa eccezione il pozzo C' (Cava Danzi) che interseca la superficie topografica configurandosi quindi come punto di infiltrazione preferenziale;

nella porzione settentrionale della Cava Beltrami si hanno esclusivamente forme isolate (pozzi semplici e raramente strutture complesse derivate cioè dalla coalescenza di due o più strutture semplici), mentre in quella meridionale (presso la parete di fondo) prevalgono fenomeni carsici a carattere areale in cui è comunque riscontrabile la presenza di forme isolate ben definite;

i fenomeni carsici sono particolarmente rilevanti all'interno della Cava Danzi, ove si riconosce una situazione assai significativa nella zona grosso modo compresa fra i pilastri 24-25-26-27-33-34 e 38: nelle aree C e D, infatti, si notano spettacolari pozzi di diametro e sviluppo verticale plurimetrico che non trovano riscontro in altre zone delle aree coltivate in cui le dimensioni medie variano da pochi dm fino al metro;

ampie aree con fenomeni di carsismo diffusi sono presenti a N dell'allineamento fra i pilastri 60- 63-69 (Cava Danzi);

relativamente alle gallerie, tale tipologia appare particolarmente diffusa (sotto forma di sezioni di condotti) entro la Cava Danzi: i condotti sono generalmente meandriformi, di diametro da pluricentimetrico a decimetrico, isolati o intersecantisi in strutture reticolari; le gallerie presentano di frequente sulla volta tasche di materiale sabbioso-ghiaioso, talora grossolano e addensato, indice di condizioni di circolazione idrica molto rilevante; si segnalano per la loro dimensione due strutture (V e W) in prossimità dell'imbocco basso della cava con diametro metrico (2-2.5 m) derivate verosimilmente dalla coalescenza di più gallerie.


Le forme isolate e, a maggior ragione, le aree a carsismo diffuso sono da considerarsi come pericolose per la possibilità di fenomeni di distacco e crollo di materiale, essendo in tali zone l'ammasso roccioso particolarmente scadente per alterazione legata alla abbondante circolazione idrica e per la intensa fratturazione.


3. Solette

E' stato eseguito un rilevo di dettaglio delle solette delle aree coltivate finalizzato all'individuazione delle porzioni in cui sussiste il pericolo di distacco di uno o più elementi rocciosi e di quelle in cui fenomeni di crollo si sono già verificati.

Di seguito vengono sinteticamente descritte le situazioni riconosciute (puntuali e/o areali):


CAVA DANZI


Figura 3.3. Lastra subcircolare di superficie stimata 0,7 mq, molto sottile, alla terminazione N della frattura 25, e adiacente la zona carsificata Z.

Figura 3.4. Area di circa 3 mq in cui è ben riconoscibile una lastra sottile a S del pilastro 69.


Figura 3.5. Ammasso roccioso fratturato presso l'imbocco basso, in cui l'interazione fra le famiglie di discontinuità (N-S, E-W, superfici di stratificazione) determina la formazione di più elementi tabulari e prismatici a rischio di distacco e crollo.









CAVA BELTRAMI


Figura 3.6. Ammasso roccioso fratturato presso la soletta dell'imbocco principale, sede di rilievo geomeccanico;

tale zona è stata sede di distacco di più elementi rocciosi, come dimostrato dall'accumulo sul pavimento.


Figura 3.7. lastra sottile presso la parete di cava a W del pilastro 6; da tale parete si è probabilmente staccato il grosso masso adagiato sulla superficie di calpestio;



Figura 3.8. Area con più lastre a S del pilastro 3; la superficie media delle lastre è pari a circa 9000 cmq.



4. Pilastri

Anche i   pilastri di sostegno delle varie camere di coltivazione sono stati oggetto di un'analisi specifica.

Dall'analisi effettuata si evidenzia che:

le strutture di sostegno prossime al perimetro esterno della zona di coltivazione mostrano evidenze di rotture con distacco di elementi lastriformi soprattutto per l'azione del carico litostatico, in quanto le fratture non sono riconducibili alle famiglie di discontinuità rilevate nell'esecuzione dei rilievi geomeccanici;

fenomeni di distacco di lastre superficiali nei pilastri per l'azione del carico litostatico, nelle zone interne della cava, si riscontrano in modo evidente in corrispondenza del lato Sud del pilastro 16 della Cava Beltrami;

lastre in condizioni di equilibrio limite, completamente svincolate dall'intersezione della stratificazione con sistemi di discontinuità aventi direzione N-S ed E-W (questi ultimi generalmente piuttosto fitti), si evidenziano soprattutto lungo i lati meridionali dei pilastri 15-16-18 della Cava Beltrami.


5. Elementi morfologici e antropici

Lo studio e il rilievo della massa rocciosa affiorante nelle cave hanno comportato anche l'individuazione e l'analisi degli elementi morfologici e di origine antropica localizzati sia sul piano di calpestio delle zone di coltivazione in sotterraneo, sia in un intorno significativo delle aree esterne. Sono stati identificati:

Muri: strutture generalmente in pietrame a secco, di altezza variabile, che avevano la funzione di contenere gli accumuli del materiale di risulta in condizioni di sicurezza e di contornare le varie vie di accesso alla cava e di transito in sotterraneo (muri di controripa e sottoscarpa).

Materiale di risulta in sotterraneo: costituisce il materiale di scarto derivante dalle operazioni di estrazione della pietra ornamentale.

In linea di massima questo materiale è litologicamente costituito da blocchi e ciottoli in matrice ghiaioso-sabbiosa, a volte unicamente ghiaiosa, a supporto generalmente clastico o, più raramente, di matrice.

Nella Cava Danzi si riconoscono, soprattutto nella parte bassa della cava, depositi sabbiosi di colore beige, talvolta limosi, la cui origine è di difficile attribuzione.

Il deposito può presentarsi in buone condizioni di stabilità o in condizioni di equilibrio precario, soprattutto se accumulato con angolo di inclinazione elevato a tergo dei muri di contenimento.

Questa condizione ha creato nel corso degli anni, soprattutto a partire dalla dismissione delle cave, più eventi di scivolamento di tale materiale, creando anche la rottura di porzioni dei muri di contenimento, lasciandone la parte a contatto con il dissesto in condizioni di equilibrio limite, con più blocchi a rischio di crollo.

Materiale di risulta a cielo aperto: presenta le stesse caratteristiche del materiale sopra descritto; si differenzia unicamente per il fatto che tale deposito è generalmente colonizzato da vegetazione spontanea.

Massi e blocchi isolati: sono elementi singoli di particolare rilevanza per dimensione o per posizione, in quanto possono identificare aree di soletta dalle quali è avvenuto il distacco. A volte la loro ubicazione sembra invece imputabile a operazioni di movimentazione antropica.

Accumulo di massi e blocchi: deposito di più elementi litoidi a pezzatura generalmente grossolana, a costituire  volumi anche cospicui, indicanti o aree di distacco di elementi dalla parete o aree preferenziali di accumulo antropico.

Accumulo di dissesto in materiale di risulta e muro: deposito derivante dagli eventi di dissesto dei materiali di risulta, che nel loro scivolamento hanno quasi sempre coinvolto porzioni di muro.

Accumulo di dissesto in muro: deposito derivante esclusivamente da dissesti dei muri, in quanto in esso si riconoscono unicamente materiali di forma e dimensione tipica della struttura muraria.

Accumulo di materiale trasportato lungo strutture carsiche: deposito localizzato in prossimità delle principali strutture carsiche ed ad esso correlato, in quanto risultato dell'azione di trasporto di materiale a granulometria fine (argillosa) ad opera dell'acqua circolante in tali forme, soprattutto in occasione di elevati apporti idrici.

Accumulo di dissesto in roccia: costituito da blocchi e massi, con poca matrice costituita da ciottoli, presente unicamente in prossimità dell'imbocco occidentale alto della cava Danzi.

Substrato roccioso: è stato identificato il materiale roccia visibile sul pavimento delle zone di coltivazione, non ricoperto dai vari depositi antropici, e contornante i vari imbocchi alle zone di coltivazione, in quanto nel primo caso costituisce una zona preferenziale di transito ed accumulo delle acque , nel secondo caso rappresenta la potenziale sorgente di distacco di elementi lapidei.

Punti di infiltrazione preferenziale di acqua: costituiscono le direttrici favorite per il deflusso delle acque nelle camere di coltivazione, generalmente riconducibili a intersezione di fratture principali con il piano di calpestio e a zone di contatto fra strutture murarie e la loro base rocciosa; talvolta le piste interne alle cave si comportano come direttrici preferenziali di scorrimento delle acque meteoriche.

Zone di accumulo di acqua: localizzate in corrispondenza delle aree topografiche depresse interne delle zone di coltivazione, principalmente a ricoprire aree con substrato roccioso affiorante.

Nicchia di distacco di dissesto in materiale di risulta: rappresenta una forma di erosione del materiale di risulta, a valle della quale non si riconosce l'accumulo in quanto o asportato o rimodellato da intervento antropico

Linea di dissesto in muro: rappresenta una forma di rottura del muro, a valle della quale non si riconosce l'accumulo in quanto o asportato o rimodellato da intervento antropico

Canaletta di eduzione delle acque: presente unicamente nella cava Danzi, presso il limite meridionale della zona di coltivazione, avente funzione di raccolta e di evacuazione delle acque circolanti in cava, soprattutto a seguito di eventi piovosi in grado di apportarne volumi considerevoli

Vie di accesso e di transito principali e secondarie: costituiscono i passaggi attualmente riconoscibili, attraverso i quali le maestranze accedevano alle camere di coltivazione ed ai vari siti di estrazione della pietra ornamentale.


6. Imbocchi e accessi laterali alle aree coltivate

L'analisi degli imbocchi principali di accesso alle aree di coltivazione e delle pareti perimetrali ha inteso riconoscere soprattutto le potenziali situazioni puntuali e/o areali di dissesto di seguito elencate con apposita documentazione fotografica.


CAVA DANZI


Tratto fra sentiero di accesso dalla Cava Beltrami e pilastro n. 25 (Imbocco alto)

Nel tratto di imbocco compreso fra i pilastri n. 22 e 25 si evidenzia la presenza di un bancone metrico alla base (soletta), al di sopra del quale l'ammasso roccioso è stratificato (stratificazione sottile).

Si evidenziano quali elementi di pericolo:

fra il sentiero di accesso e il pilastro n. 22, potenziale distacco e crollo dal ciglio di scarpata di blocchi prismatici di volume variabile da 0.2 a 4 dm3 completamente svincolati (fronte a direzione media 170-350; K1 a direzione media 120-300 e Ks).

Si consiglia il disgaggio degli elementi maggiormente instabili (15/a in foto 1) e il taglio della vegetazione ad alto fusto (15/b) sul ciglio di scarpata per evitare incrementi del carico gravante sullo stesso;

presso lo spigolo superiore della risega del fronte di cava, presenza di blocchi completamente disarticolati (probabile resto di piccolo muro a secco) e potenzialmente soggetti a crollo.

È consigliata la rimozione di tali elementi, la pulizia dalla vegetazione infestante e il taglio degli alberi ad alto fusto più prossimi al ciglio.


Figura 3.9. Visione panoramica frontale dell'imbocco alto della Cava Danzi.



Imbocco a Nord del pilastro n. 32 (Imbocco centrale)

Si rileva l'esistenza di un ammasso roccioso stratificato delimitato verso il basso da bancone metrico.

Gli elementi di pericolo da segnalare sono:

a monte del pilastro n. 32, presenza di un ammasso roccioso intensamente fratturato (foto 2 area cerchiata e 3 per dettaglio) con potenziale distacco e crollo di blocchi prismatici di volume massimo fino a 0.4 m3; una situazione simile si ripete diffusamente lungo tutto il fronte in direzione N;

a W del pilastro n. 32, presenza di un ammasso roccioso intensamente fratturato (foto 4) dal quale si sono staccati numerosi blocchi prismatici rotolati e accumulatisi sulla pista di accesso alla cava; si stima che almeno 15 m3 di ammasso roccioso possano franare (tutto questo volume può mobilitarsi anche simultaneamente).

È consigliato il taglio della vegetazione ad alto fusto nelle aree adiacenti il ciglio;

presso la porzione centrale dell'imbocco, sulla soletta, presenza di un blocco di volume circa pari a 1 m3, svincolato (foto 5) da Ks e K1 (direzione media 50-230) e in parte ancora saldato alla soletta di cui comunque si consiglia il disgaggio.


Figura 3.10. Vista d'insieme della zona di imbocco intermedia.


Figura 3.11. Ammasso roccioso fratturato sopra pilastro n. 32.


Figura 3.12. Ammasso roccioso fratturato ad W pilastro n. 32 dal quale si sono staccati vari blocchi rotolati fino alla pista di accesso.


Figura 3.13. Blocco svincolato in soletta ancora parzialmente saldato alla stessa.




Imbocco a S pilastro n. 32 (Imbocco centrale)

Si evidenzia la presenza di un fronte costituito da un ammasso roccioso a stratificazione massiccia (strati da 30-50 cm fino a 100 cm).

Da segnalare come elementi di pericolo:

blocchi svincolati e ribaltati presso il ponte in roccia (foto 6) unitamente a potenziali distacchi di lastre dalla soletta di elementi di volume fino a 0.4 m3;

dalla scarpata rocciosa fratturata che fiancheggia il lato destro della zona di accesso alla cava (foto 7), distacco e crollo, con accumulo alla base della stessa, di blocchi prismatici e/o tabulari di volume variabile fra 4 e10 dm3.


Figura 3.14. Blocchi instabili ribaltati presso il ponte in roccia.


Figura 3.15. Parete fiancheggiante il lato destro dell'accesso alla cava.


Imbocco principale basso

Si rileva l'esistenza di un ammasso roccioso intensamente fratturato (32) interessato da sistemi principali di fratture a direzione media NS (giacitura media 270/70), ad apertura pluricentimetrica e spaziatura variabile fra 10 e 250 cm che, unitamente alla Ks e al sistema a direzione E-W, svincolano blocchi di volume anche superiore al m3.

Numerosi blocchi, di volume variabile fra 10 e 15 dm3, pur completamente disarticolati sono sostenuti soltanto grazie alla loro dilatanza e sono potenzialmente soggetti a crollo in seguito ad eventuali allargamenti delle fratture su cui poggiano lateralmente.

Sopra l'imbocco e alla sinistra dello stesso si sviluppa una scarpata scoscesa (subverticale) di sviluppo complessivo di una decina di metri, a stratificazione da media a indistinta, dalla quale è possibile il distacco e il crollo di elementi rocciosi di volume massimo di alcuni dm3.

La pista di accesso confina, sul lato destro, con una scarpata rocciosa subverticale a stratificazione media: in questa porzione si hanno possibilità di fenomeni di ribaltamento degli strati alla base (freccia) e di crollo di blocchi dal ciglio e dalla parete stessa.

Si segnala, infine, la presenza di grossi blocchi di volume anche di svariati m3 crollati dalla parete e accumulatisi alla base della stessa.


Figura 3.16. Visione panoramica dell'imbocco principale (basso) della Cava Danzi e della scarpata rocciosa che costeggia la pista di accesso alla cava.



Imbocco laterale a Nord del pilastro 73 basso (Imbocco basso)

L'imbocco "secondario" localizzato a Nord del pilastro n. 73, posizionato a mezza costa sul versante sinistro della carrabile che conduce all'ingresso principale (per chi accede all'area coltivata), potrebbe essere destinato quale via di accesso all'area di cava in caso di eventuale fruizione turistica della stessa, presentando l'ammasso roccioso condizioni di stabilità globali migliori rispetto all'imbocco principale. Non sono riscontrabili infatti elementi lapidei di dimensioni rilevanti, svincolati da sistemi di fratture, in condizioni di stabilità precaria lungo la parete rocciosa sovrastante l'imbocco, fatta eccezione per alcune "lame" di piccole dimensioni poste sulla volta, sulle quali risulta essere relativamente semplice operare interventi di disgaggio.


Figura 3.17. Visione panoramica della volta dell'imbocco secondario a N del pilastro n. 73.


CAVA BELTRAMI



Imbocco principale e parete adiacente la via di accesso

Si evidenzia l'esistenza di una parete verticale caratterizzata dalla presenza di un bancone metrico alla base, al di sopra del quale l'ammasso roccioso presenta stratificazione media (spessore variabile fra 10 e 110 cm) piano parallela; in corrispondenza della scarpata si ha il passaggio litologico dal Calcare di Saltrio al Calcare di Moltrasio (linea tratteggiata nella foto 10).

Le principali famiglie di discontinuità individuabili sono: Ks con giacitura media di 165° di direzione di immersione e 24° di inclinazione, K1, a direzione di immersione media N-S, spaziatura variabile fra 20 e 110 cm e apertura da 2 a 40 mm con riempimento prevalentemente granulare (sabbia), K2 (limitatamente alla porzione inferiore dell'ammasso roccioso) con direzione media SSW-NNE e spaziatura variabile fra 10 e 25 cm e K3 avente direzione di immersione 170° e inclinazione di 10° con spaziatura variabile fra 20 e 160 cm.

Data la verticalità della parete e la presenza di svariate famiglie di discontinuità, gli elementi di maggior rischio (16) sono costituiti dal potenziale crollo di blocchi prismatici e/o tabulari di volume massimo di più dm3 diffusi lungo tutta la parete.

La scarpata non si presenta regolare ma ha un profilo a sbalzo con la metà superiore più sporgente rispetto a quella inferiore.

Per quanto riguarda la scarpata che costeggia il lato destro della pista di accesso all'imbocco (foto 11), questa presenta stratificazione da media a grossolana, con interventi di sottomurazione: si individuano sistemi di discontinuità a direzione media N-S ed E-W, caratterizzati da apertura generalmente centimetrica o pluricentimetrica, che, unitamente alla stratificazione, svincolano elementi tabulari e più raramente prismatici in precarie condizioni di equilibrio potenzialmente esposti a ribaltamenti e di crolli.

Quanto detto è comprovato dalla presenza alla base della parete (lungo la via di accesso) di blocchi caduti di volume massimo fino a 0.3 m3. (foto 11).


Figura 3.18. Vista panoramica frontale della parete sopra l'imbocco principale.



Figura 3.19. Vista panoramica della parete a sud della via di accesso dell'imbocco principale.



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