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La Cina




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La Cina (REPUBBLICA POPOLARE CINESE), in cinese Zhonghua Renmin Gongheguo, si estende all'incirca tra il 18° e il 54° di lat. N e il 74° e il 135° di long. E.





CONFINI:

SUD: Hong-Kong, Vietnam, Laos, Birmania, India;

SUD/OVEST: Bhutan, Nepal, Pakistan e Afghanistan; NORD/OVEST: Tagikistan, Kirghizistan e Kazakistan;

NORD: Mongolia ;

NORD/EST: Russia e Corea del Nord.





TERRITORIO
















L'immenso territorio si divide in due regioni diverse tra loro per caratteristiche geografiche e insediamenti umani: la Cina orientale, con pianure fertili e popolatissime, e la Cina occidentale, resa inospitale dalla presenza di alte montagne, altipiani, deserti, e quasi del tutto disabitata.

I rilievi sono concentrati per lo più nella zona nordoccidentale del territorio: a nord la catena del Grande Kinghan; a ovest i monti Grandi Altaj e il gigantesco arco di montagne formato dai monti del Tian Shan,del Pamir, e dalle catene del Karakorum e dell'Himalaya, tra le quali si dipartono perpendicolarmente i monti Kunlun Shan che costituiscono il limite settentrionale del Tibet, il più vasto ed elevato altipiano cinese.


Gli altri due grandi altipiani sono il Sinkiang a nord-ovest e l'Altopiano del Loess a nord-est.

A nord, circondate dalle catene del Kunlun e del Tian Shan, ci sono le distese sabbiose del deserto di Taklimakan. Altre regioni desertiche sono la Zungaria e la Mongolia cinese dove troviamo il deserto del Gobi.














La Cina orientale, la cosiddetta Cina Propria, comprende le vaste pianure percorse dal fiume Giallo (Huang He) e dal fiume Azzurro (Chang Jiang) e un'ampia zona collinare nella sua parte meridionale.

I principali fiumi sono lo Huang He (Fiume Giallo) e il Chang Jiang (Fiume Azzurro).

L'Huang He nasce dalle pendici del Kunlun, nel Tibet e durante il suo corso erode il terreno trascinando con sé enormi quantità di loess che gli danno la caratteristica colorazione gialla.

Il Chang Jiang nasce anche lui in Tibet. E' il maggiore corso d'acqua della Cina ed è collegato all'Huang He dal Canale Imperiale costruito nel 1200.

I laghi sono veri e propri piccoli mari interni isolati: il Dongting e il Poyang svolgono la funzione di immensi bacini-serbatoi per il Chang Jiang.











CLIMA

Sono molti i climi che troviamo in Cina, in relazione alla latitudine, al rilievo, alla lontananza dal mare.

Nella parte meridionale, attraversata dal Tropico del Cancro, sono sensibili le influenze dei monsoni: le piogge sono abbondanti in estate, le temperature medie sono sempre elevate e l'escursione termica annua è contenuta.

Più a nord le differenze stagionali di temperatura sono più marcate e le precipitazioni estive più abbondanti.

In Manciuria le temperature medie diventano nettamente più basse: qui si fanno sentire gli influssi del nord; l'escursione termica annua è consistente e in inverno il termometro scende anche a 20°C sotto lo zero.

Verso l'interno l'elemento dominante del clima è l'aridità: nella Cina occidentale troviamo infatti i deserti freddi, caratterizzati, oltre che dall'assenza di precipitazioni regolari, da forti escursioni termiche annue. Le medie raggiungono i -15°C d'inverno e i +33°C d'estate.


POPOLAZIONE

Il miliardo e oltre di abitanti della C. (numero per il quale il paese è al primo posto nel mondo) si divide in cinesi propriamente detti (Han), che rappresentano oltre il 93% del totale, e altri cinquanta e oltre gruppi etnici (Tibetani, Mongoli, Manciù, Coreani, Miao, Yi, ecc.), che si differenziano gli uni dagli altri per religione, lingua, genere di vita, grado di evoluzione sociale ed economica, oltre che naturalmente per numero.

Genericamente parlando, la C. non è sovrappopolata: la sua densità media è infatti di soli 127 ab. per km². Ma circa il 90% degli abitanti vive su un sesto soltanto del territorio nazionale (Cina orientale). Basti considerare a tal proposito l'enorme sproporzione che esiste tra una regione, come il Tibet, con meno di 2 ab. per km² e i 2.174 ab. per km² di una municipalità come Shanghai.

A differenza di altri Stati asiatici (India), qui il rapporto città-campagna ha conservato un certo equilibrio: anche se la popolazione delle città ha raggiunto ormai il 33% del totale, ed esistono metropoli sovraffollate (Pechino, Shangai), molti cinesi vivono ancora nei tradizionali villaggi agricoli trasformati dalla rivoluzione in "comuni popolari".

Esiste un'unica scrittura, di tipo ideografico, ma non un'unica lingua: gli Han ne parlano almeno tre nelle diverse zone del loro insediamento. Attualmente viene considerata lingua ufficiale il dialetto della capitale Pechino.

Le religioni tradizionali hanno oggi una diffusione limitata: il buddismo è praticato nel Tibet, il confucianesimo, nato in Cina 2500 anni fa, è per lo più un fenomeno del passato.










ECONOMIA




Dopo l'instaurazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949, l'economia del paese ha attraversato una movimentata evoluzione che l'ha trasformata completamente. Il primo piano quinquennale (1953-1957) diede la priorità all'industria pesante: si sviluppò così una rete di nuovi impianti industriali, mentre l'artigianato forniva i beni di consumo necessari e l'agricoltura veniva progressivamente collettivizzata.

Le fonti energetiche, base dell'industria, sono grosso modo distribuite in tre settori, in ciascuno dei quali predomina una di esse. Il Sud, il Sud-Est e il Centro posseggono, grazie soprattutto al Chang Jiang, il 70% del potenziale idroelettrico del paese (che è il maggiore del mondo) e quasi tutte le maggiori dighe.

Il Nord e il Nord-Est sono ricchi soprattutto di carbone di cui la Cina è il primo produttore mondiale.

Tutta l'area settentrionale del territorio cinese è ricca soprattutto di petrolio.

Le altre risorse minerarie, notevolissime, unite agli enormi giacimenti di carbone garantiscono alla C. la possibilità di avere un'industria metallurgica e un'industria chimica poderose e ben diversificate. Tra i principali metalli estratti: ferro, tungsteno (di cui possiede i più ricchi giacimenti del mondo), antimonio, manganese, stagno, rame, zinco, piombo e cinabro.

Le tendenze dell'industrializzazione dopo il 1949 sono caratterizzate da: utilizzazione delle installazioni preesistenti, installazione di impianti nelle regioni poco industrializzate dell'Ovest, del Nord e del Sud-Est mediante la trasformazione dei grandi centri dell'interno in basi manifatturiere complete.





La produzione agricola si basa soprattutto sulla coltivazione di cereali: anzitutto riso (Centro e Sud), che fornisce il 50% della produzione cerealicola totale e di cui la C. è primo produttore mondiale, seguito da frumento (Nord e Nord-Est), mais (tutte le regioni collinari), orzo, miglio, ecc. Di grande importanza anche patate, patate dolci e manioca, soia, sesamo, zucchero.

Importante anche la produzione di tè che pone la C. al secondo posto, dopo l'India, nella produzione mondiale. Il cotone rappresenta la più importante coltura industriale. L'allevamento comprende principalmente suini, ovini,  caprini, bovini e bufali.

La pesca, per la quale la C. si colloca al terzo posto nel mondo, fornisce 11,3 milioni di tonnellate di pescato ogni anno.










Un settore di notevole importanza per il futuro sviluppo dell'industria cinese è quello siderurgico, favorito dall'enorme disponibilità di carbone e di minerali di ferro.

I maggiori impianti sorgono nella zona del fiume Chang Jiang, a Taiyuan, a Shangai e a Pechino.

L'industria cinese è da poco tempo divisa in due categorie. La prima comprende l'industria dell'interno del paese, di proprietà statale. I manufatti di queste industrie sono di bassa qualità e non trovano acquirenti al di fuori delle zone di produzione. Lo stato le mantiene aperte anche quando sono in perdita, per evitare di effettuare massicci licenziamenti.

La seconda categoria di industrie comprende i centri della costa, le "zone economiche speciali".

Qui sorgono industrie moderne di proprietà mista (stato, privati) che sfruttano la manodopera locale. La loro produzione di biciclette, tessuti e giocattoli è totalmente esportata all'estero e crea serie preoccupazioni agli altri paesi del Sud Est Asiatico, che non riescono ad essere concorrenziali con la Cina.






CITTÀ' PRINCIPALI



PECHINO










E' la capitale, sorge all'estremo limite settentrionale della Grande Pianura, dove un tempo correva la frontiera con i popoli del nord. Già secolare capitale dell'Impero prima che venisse proclamata la repubblica, la città si presenta ai giorni nostri divisa in due parti concentriche, racchiuse in cinte di mura: al centro si trova il più importante complesso monumentale cinese, la "Città Proibita", antica sede della corte imperiale, e così chiamata perché nessuno che non appartenesse a essa vi poteva accedere.

Al di la inizia la città moderna, percorsa dai grandi viali alberati.

Pechino, come molte capitali, svolge numerosi ruoli: ospita le maggiori attività politiche, amministrative e culturali dello Stato, ha fabbriche artigianali che producono oggetti tipici, e impianti industriali di grandi dimensioni.















SHANGAI


Con oltre 12 milioni di abitanti, è la più affollata metropoli cinese, e una delle maggiori del mondo; situata non lontano dalla foce del Chang Jiang, è il primo porto commerciale.











TIANJIN

A breve distanza da Pechino, ha circa 6 milioni di abitanti. Costruita, nella parte moderna, secondo i canoni dell'architettura occidentale: grandi palazzi nei quali trovano posto gli uffici e le sedi commerciali delle imprese, e ampi viali.


















STORIA























Le condizioni geografiche hanno esercitato un'indubbia influenza sullo sviluppo della civiltà cinese, il cui nucleo più antico ebbe, quale luogo di origine, il bacino del Fiume Giallo: l'Huang he. Il mito locale pone alle origini della storia cinese una serie di sovrani che avrebbero regnato in un'epoca molto antica.

Era comunque uno Stato feudale nel quale le varie signorie erano più o meno autonome e in lotta col potere centrale.

Tra il 551 e il 479 a.C. vennero elaborati i fondamenti di quella struttura politica che la C. conservò fino all'inizio del XX sec.

250 anni prima di Cristoi diversi stati in cui era diviso il paese vennero unificati dal re di Ch'in, che prese il titolo di Primo Imperatore e per bloccare le incursioni dei popoli delle steppe iniziò la costruzione della Grande Muraglia, lunga più di 2.000 km.















L'amministrazione dello stato venne affidata a un ceto di funzionari (mandarini) che da allora, sotto tutte le numerose dinastie che si susseguirono nei secoli, perfezionarono gli strumenti del loro governo, costituendo la più potente "burocrazia" della storia.

Invasioni ed espansioni territoriali furono vicende ricorrenti nella storia cinese; la più importante fù l'invasione dei Mongoli, gli allevatori nomadi delle steppe da sempre nemici dei cinesi: arrivarono da nord circa 700 anni fa e non vennero cacciati che un secolo e mezzo più tardi.

Circa 400 anni fa arrivarono in Cina i Portoghesi e, insieme a loro, i primi missionari.

La storia contemporanea della C. si può far risalire alla cosiddetta «guerra dell'oppio» (1840-1842), scoppiata tra Inghilterra e C., che fu in realtà una guerra per l'apertura del paese all'Occidente.

Il governo britannico ottenne l'apertura di cinque porti e la cessione dell'isola di Hong-Kong.

Altri trattati concedettero subito dopo privilegi analoghi agli Stati Uniti e alla Francia.




Nel 1899 scoppiò un grande moto popolare, quello dei boxers, che dilagò sino a Pechino, dove le legazioni vennero assediate (21 giugno 1900) e i rinforzi inviati in aiuto respinti. La corte lasciò fare e sottomano incoraggiò i ribelli; per liberare le legazioni fu necessaria addirittura una spedizione internazionale che conquistò e saccheggiò Pechino (14 agosto).

Nel 1912 la proclamazione della repubblica mise fine all'Impero millenario. Seguirono decenni di lotte interne tra due oposti partiti, quello nazionalista del Kuomintang guidato da Ciang-kai-shek, e quello comunista con a capo Mao Zedong.

Dopo una lunga tregua negli anni della seconda guerra mondiale, per combattere il Giappone aggressore, si riaccese la guerra civile: alla fine prevalsero i comunisti, che nel 1949 proclamarono la Repubblica Popolare Cinese, riconosciuta subito dal governo di Mosca.

La politica interna di Mao fu quella del passaggio graduale al socialismo attraverso una serie di vaste riforme: la prima fu la riforma agraria, che si concentrò nell'espropriazione dei latifondi e nella distribuzione della terra ai contadini.

Con gli anni peggiorarono i rapporti con l'URSS che si spezzarono definitivamente dopo il 1960 dividendo il blocco comunista in due tronconi, uno in prevalenza europeo, stretto attorno a Mosca, e uno in prevalenza asiatico che guardava verso Pechino.

Nel 1971 la Cina venne ammessa all'ONU.

Nella prima metà degli anni Ottanta il nuovo gruppo dirigente ottenne notevoli successi nella politica delle modernizzazioni, specie in quella dell'agricoltura, che, collettivizzata, raddoppiò già nel 1982 la produzione. Sulla scia delle innovazioni interne, sempre più intensi si fecero anche i rapporti con l'estero, che hanno visto in particolare il riavvicinamento con l'URSS.

I disordini di piazza Tiennamen a Pechino nel 1989, sedati nel sangue dalle truppe governative, rivelano comunque una ferma opposizione alla democrazia politica e al riconoscimento dei diritti umani.

Capo dello Stato dal 1993 è Jiang Zemin che ricopre anche la funzione di segretario generale del PCC dal 1987.









Autore ricerca: Elisa Stucchi - 3^ A - Don Milani


Bibliografia:   Enciclopedia Rizzoli 98

La nuova geografia - Loescher

Leggere la terra 3 - Morelli, Di Felice


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