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Esame di Stato - Scienze e Biologia - Antropizzazione




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Esame di Stato - Scienze e Biologia - Antropizzazione


Esame di Stato Scienze e Biologia     Antropizzazione Cos'è:   L'antropizzazione
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Esame di Stato

Scienze e Biologia



Antropizzazione

Cos'è


L'antropizzazione è il processo mediante il quale l'uomo modifica l'ambiente naturale, per renderlo più consono ai propri fini. La colonizzazione umana di territori naturali comporta sempre, o quasi, che vi siano alterazioni dell'ambiente preesistente.

Esempi di antropizzazione sono il disboscamento al fine di ottenere zone edificabili o coltivabili. Può essere considerato un esempio di antropizzazione anche un ambiente naturale ricostruito dall'uomo a proprio piacimento, come l'acquario di casa.


Popolazione


Una popolazione è un gruppo di organismi appartenenti alla stessa specie che vivono, contemporaneamente, nella stessa area geografica. Tra le proprietà fondamentali delle popolazioni, che nono sono proprietà dei singoli organismi, ci sono: crescita, mortalità, età, densità e dispersione


Modello di crescita logistico


I modelli di crescita di una popolazione osservati in natura sono vari e complessi. Uno dei modelli più semplici che illustra chiaramente l'effetto della capacità portante(*) è questo: [vedi presentazione]

Quando il numero di organismi è molto piccolo e le risorse sono abbondanti, la curva assomiglia a quella della crescita esponenziale. A mano a mano che il numero di organismi aumenta e le risorse diventano scarse, il tasso di crescita della popolazione rallenta, e se il numero degli organismi supera la capacità portante, esso diventa negativo. Alla fine, la popolazione si stabilizza ed oscilla intorno al valore massimo che l'ambiente può sostenere. Questo tipo di crescita della popolazione è chiamato modello di crescita logistico


il numero di individui che un dato ambiente può sostenere in certe particolari condizioni è chiamato capacità portante dell'ambiente. Per gli animali, può essere influenzata dalla riserva di cibo e dalla disponibilità di luoghi riparati


Densità di popolazione


La densità di popolazione è il numero di singoli organismi per unità di area o di volume. Per esempio la piante di tarassaco per metro quadrato di prato o il numero di persone in un kilometro quadrato di città.


Dispersione


La descrizione della dispersione, ossia il modello di distribuzione degli organismi all'interno di uno spazio bi- tridimensionale, fornisce un ulteriore informazione sulla popolazione. I tre modelli-base per la descrizione della dispersione sono:


  1. il casuale, nel quale lo spazio tra gli individui è irregolare
  2. l'aggregato, nel quale gli individui sono riuniti in gruppi
  3. il regolare, nel quale gli individui sono disposti in modo uniforme all'interno dell'area o del volume.

Diversi fattori, viventi o non viventi, possono influire sulla distribuzione spaziale di una data popolazione. I modelli di dispersione dipendono spesso dalla distribuzione delle risorse fondamentali: se, per esempio, l'acqua è disponibile soltanto in certe zone, è possibile trovare gli individui di una popolazione di una certa specie di pianta raggruppati in queste zone.

Nei vertebrati, i modelli di dispersione riflettono spesso il comportamento sociale; gli individui di una specie territoriale mostrano di solito una distribuzione regolare, mentre gli individui di specie fortemente gregarie tendono ad avere una distribuzione aggregata (cozze) . Il modello di dispersione osservato in una particolare popolazione, o specie, dipende dalla scala di misura dell'osservazione. Su scala locale, come per esempio pochi metri o kilometri quadrati, una specie può mostrare una distribuzione casuale o regolare, invece, quando si fa riferimento a  una scala più grande, come l'intero continente europeo, la stessa specie può mostrare una distribuzione aggregata.


La popolazione è distribuita in modo non uniforme sulla Terra:


Quasi tutta l'umanità vive concentrata su poco più di un sesto delle terre emerse. Alcuni fattori hanno condizionato in passato, e in parte condizionano ancora oggi, il popolamento.

In effetti, la distanza dall'Equatore porta verso le regioni a clima temperato e monsonico dove si concentra una buona parte dell'umanità. Sono le regioni in cui l'agricoltura si è sviluppata con buoni risultati fin dall'antichità. Verso i Poli, per il grande freddo, la popolazione diminuisce rapidamente.

Un secondo fattore è la distanza del mare e dei grandi corsi d'acqua. In tutti i continenti il popolamento è molto elevato lungo le coste dei mari e degli oceani, mentre diminuisce man mano che ci si allontana dalla costa e dall'acqua. Un terzo fattore è l'altitudine. Il popolamento più fitto si trova nelle aree di pianura, mentre le montagne e gli altopiani elevati, freddi e di difficile coltivazione, hanno sempre respinto gli uomini.

Infine, gli insediamenti dipendono dalle risorse che ogni ambiente offre e che gli uomini sono in grado di sfruttare. In effetti, le steppe aride, i terreni gelati, i luoghi desertici e privi di vie d'acqua, i territori scarsi di risorse alimentari hanno in passato respinto gli uomini. Oggi il popolamento dipende, per le diverse forme che assume, anche dal grado di sviluppo economico delle varie aree del mondo.

Ragionando in modo molto semplificato, si può dire che il mondo sia diviso da una linea immaginaria, orizzontale, che separa le nazioni ricche ed evolute nel Nord e quelle povere e in via di sviluppo nel Sud della Terra. Le differenze nel livello di vita generano flussi migratori dai luoghi più miseri verso quelli più ricchi. Questo fenomeno accade anche all'interno di ogni stato, ricco o povero che sia: le popolazioni tendono in genere a concentrarsi nelle aree urbane, abbandonando le campagne.


Gli uomini si concentrano nelle città:


La crescita delle città costituisce uno dei fenomeni più importanti della nostra epoca: in tutto il mondo la popolazione tende a concentrarsi negli insediamenti urbani e già oggi più di metà degli abitanti della Terra vive in città, mentre all'inizio del i cittadini erano solo 5 persone ogni 100.

Nei paesi sottosviluppati, la popolazione urbana cresce a un ritmo tre volte superiore rispetto ai paesi sviluppati. C'è però una grande differenza tra quanto accade nei paesi ricchi e in quelli poveri. Nei paesi ricchi l'urbanizzazione è frutto dello sviluppo: le città offrono posti di lavoro e un modo di vita per molti più interessante. Dove la società è più ricca ed evoluta si sta anzi delineando una tendenza contraria: attività industriali, aree commerciali e zone residenziali si spostano dalla città verso altri luoghi. È il decentramento urbano. Numerose fabbriche sono sorte in zone agricole, perché le reti telematiche e i trasporti veloci tendono ad annullare le


distanze. In aree extraurbane, talvolta in aperta campagna, sono sorti grandi centri commerciali e insediamenti residenziali. Nei paesi poveri, invece, le grandi masse che si accalcano nelle sterminate periferie delle città, inseguono solo la speranza, spesso solo illusoria, di migliorare la propria esistenza.


La città nei paesi sottosviluppati:



Molte città dei paesi sottosviluppati hanno un'origine coloniale e furono fondate dagli europei dal nulla o sostituendo gli insediamenti precedenti. Queste città sorsero lungo le coste o sulle foci dei grandi fiumi perché servivano da punti di raccolta delle materie prime che provenivano dall'interno. Perciò le attività urbane si concentravano intorno alle funzioni del commercio e del trasporto delle merci. Nei centri cittadini abitavano gli europei, e alcune famiglie ricche locali associate alle attività dei conquistatori. I centri storici sono quindi molto simili a quelli delle città europee, soprattutto nell'America Meridionale, dove giunse l'azione colonizzatrice della Spagna e del Portogallo. Le città dei paesi sottosviluppati sono divise in due settori del tutto diversi. C'è il settore moderno, con alcuni grattacieli, sedi normalmente di banche o compagnie internazionali, strade ampie e intasate di traffico, alberghi di lusso per i turisti stranieri. Nel settore tradizionale della città, invece, le case sono malandate, pullulano gli artigiani, i lustrascarpe, i piccoli commercianti adagiati sugli scalini di qualche casa. Colori, odori, oggetti di ogni tipo si mescolano e la confusione è sempre grandissima. La pulizia delle strade è scarsa e le auto circolanti sono vecchie e scassate. La maggior parte della popolazione vive negli insediamenti abusivi che circondano l'area edificata centrale. Si tratta di costruzioni temporanee, innalzate dagli abitanti stessi e fatte con mezzi di fortuna: lamiere ondulate, cartone, legno, ferro, taniche di plastica. Mancano l'acqua corrente, le fognature, la scuola, i negozi alimentari; quasi sempre c'è però un televisore! Sono le baraccopoli che prendono nomi suggestivi: favelas in Brasile, callampas in Cile, villas miseria in Argentina, bustess in India. Queste periferie brulicanti sono estesissime e ospitano più di metà della popolazione urbana dei paesi sottosviluppati.


Le politiche demografiche:


I governi degli stati realizzano una politica demografica quando vogliono esercitare un'influenza sulla struttura spontanea della popolazione per farla aumentare o per non farla aumentare troppo. In alcuni paesi europei (Francia, Belgio, Germania, Paesi Bassi), per esempio, i governi hanno incentivato le nascite con sostegni economici alle famiglie numerose. In alcuni paesi in via di sviluppo, invece, si cerca di ridurre le nascite. Per esempio, la Cina ha deciso di pianificare le nascite, anche perché ha una popolazione che supera il miliardo di persone. Si è così passati a una media di sei figli per donna a una media di tre e sono state approvate leggi che danno incentivi economici alle famiglie con un solo figlio e invece impongono tasse o altre punizioni alle famiglie che ne hanno tre o più.


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