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Diffusione di culture : kulturkreis , pre culturali e migrazioni




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DIFFUSIONE DI CULTURE : KULTURKREIS , PRE CULTURALI E MIGRAZIONI


L'ultimo decennio del XIX ° secolo vide un progressivo ed irrefrenabile declino delle teorie evoluzioniste . Il metodo storico nello studio delle singole culture aveva rimpiazzato la ricerca di uniformità delle leggi che regolano lo sviluppo socio-culturale . La teoria dei cerchi o circoli culturali (Kulturkreislehre ) nacque nell'area della lingua tedesca a fine ottocento . La storia non era più considerata come svolgimento delle leggi dello sviluppo socio-culturale pensate in senso naturalistico, ma come processo di crescita, inerente alle singole culture. A ciò si aggiungeva la prospettiva geografico-etnologica che mostrava come alcuni aspetti della vita materiale,istituzionale, simbolica dei popoli della terra potessero presentare similitudini ed analogie. Contrariamente agli evoluzionisti che trattavano similitudini ed analogie e come prodotti di cause simili ,gli etnologi tedeschi e australiani introdussero i concetti di diffusione e contatto, selezione e incorporazione dei tratti culturali . Prendendo in considerazione soprattutto armi e utensili considerati espressione di arte primitiva , essi elaboravano la teoria della diffusione degli strati e dei circoli culturali. Il geografo Friedrick Ratzel elaborò un criterio per individuare l'origine comune di 2 o più tratti culturali . Tale criterio , detto della "forma" o della "qualità " proponeva che 2 elementi simili rintracciati in contesti culturali differenti ,avessero un'origine comune se la loro somiglianza non fosse dovuta solo alla loro analogia funzionale o dal materiale con cui erano stati prodotti ,ma tale criterio doveva essere integrato con un altro, elaborato dall'africanista Leo Frobenius ,detto criterio della quantità . Secondo tale criterio se 2 reperti individuati in contesti culturali diversi ,fossero simili in base al criterio di qualità e presentassero anche accessori ed ornamenti simili,allora essi hanno certamente un'origine comune o sono l'uno la trasposizione dell'altro in un diverso contesto culturale . Frobenius scrisse molte opere sull'arte e le culture africane fra cui "L'origine delle culture africane " ,un'opera di sintesi in cui elaborò la teoria degli strati culturali . Con questo termine indicò dei processi di diffusione dei tratti culturali sotto forma di ondate successive ,ad un'ondata ne seguiva un'altra , e poi un'altra , fino a formare delle sovrapposizioni di strati composti da tratti. Obiettivo dei diffusionisti tedeschi fu quello di individuare le stratificazioni temporali dei tratti migratori , cui corrispondono non solo il contatto fra culture diverse , ma anche spostamenti di interi popoli. Fritz Graebner contribuì più degli altri all'elaborazione della teoria dei cicli culturali. Il lavoro di Graebner e collaboratori si determinò come una grande classificazione dei tratti culturali e nel loro ordine in tassonomie. Il limite della teoria di Graebner stava nel fatto che, malgrado ,egli parlasse di Kulturkreis come in un'insieme complesso di elementi, questi elementi non erano pensati come funzionalmente connessi fra loro. L'appartenenza dei tratti ad uno stesso ciclo dipendeva dalla semplice compresenza. Secondo Graebner ,infine ,compito degli etnologi non doveva essere solo quello di individuare l'origine comune dei tratti culturali ,ma quello di accertare l'influenza di una cultura su di un'altra. Le idee del diffusionismo in lingua tedesca vennero propagate soprattutto dal missionario cattolico austriaco Wilhelm Schmidt , fondatore di una vera e propria scuola, detta "Scuola di Vienna" che ebbe i suoi epigoni fino al 1950 , e in cui si formarono fra l'altro Paul Schebesta Wilhelm Koppers e Martin Gusinde ,specialisti nell'Asia ,nell'Africa e nelle Americhe . Secondo Schmidt lo sviluppo culturale avrebbe preso le mosse da 2 concezioni fondamentali :il culto della madre terra e quello del padre ciclo. Schmidt cominciò ad esporre le proprie ipotesi sulla rivista "Anthropos" da lui stesso fondata ,dove pubblicò un articolo dal titolo "L'origine dell'idea di Dio" che costituì ,fra l'altro ,l'inizio di una grande opera che avrebbe portato lo stesso nome e che Schmidt completò parecchi anni dopo. Le tesi dei diffusionisti accentuavano fortemente le teorie degenerazioniste ,infatti la diffusione di un tratto culturale comportava la sua degenerazione rispetto alla supposta purezza originaria. Qualunque elemento culturale a contatto con altri elementi ,subisce infatti un'alterazione che spesso viene letta come corruzione e decadimento . A ciò Schmidt accostò l'ipotesi della degenerazione dell'idea di Dio. Egli volle dimostrare che l'idea di Dio fosse presente presso i popoli naturali, anche i pigmei africani dimostravano di possedere tale idea,che, a contatto con altre culture e per naturale degenerazione si era trasformata nell'idea di un essere superiore come signore della natura. Secondo Schmidt il compito dei missionari etnologi era quello di far tornare ai popoli selvaggi la consapevolezza dell'idea di Dio ,presente ,seppur sbiadita ed impoverita ,nelle loro menti . Mentre si diffondevano le tesi di Boas si affermava ,nell'ambito dell'antropologia americana ,un indirizzo di ricerca che poneva al centro della propria attenzione la diffusione delle culture indiane. Fondamentale per tale prospettiva fu il concetto di area culturale .Con questo termine intendiamo un'area geografica all' interno della quale sono presenti determinati tratti . Il concetto di area culturale deriva da una particolare concezione di cultura come somma complessiva dei tratti componenti. Il concetto di area culturale si diffuse nei primi anni del '900 grazie a delle ricerche sia in campo etnografico che museografico . Le ricerche museografiche furono fondamentali sia in Germania che in America per la diffusione delle teorie diffusioniste. Sul piano teorico il problema che si posero tali studi può essere così formulato: come si può spiegare la distribuzione irregolare dei tratti culturali tra gruppi che possiedono un nucleo centrale tale da far credere che essi vivano nella medesima cultura? La risposta consisteva ,da un lato, nel considerare i tratti culturali come elementi soggetti a migrazioni ,dall'altro veniva problematizzata la natura composita e selettiva della cultura. Alcuni tratti venivano accolti altri rifiutati a secondo che fossero compatibili o meno col nucleo della cultura stessa. In tale prospettiva emersero le ricerche di Clark Wissler. Secondo Wissler esistono dei centri di irradiazione che distribuiscono i tratti culturali nell'aree culturali . Tali tratti vengono irradiati in maniera irregolare e diventano sempre meno incisivi man mano che ci si allontana dal centro. Le tesi di Wissler vennero criticate da etnologi e linguisti di varia ispirazione . Fra questi ricordiamo Edward Sapir che ne "La prospettiva temporale degli aborigeni australiani "evidenzia come i tratti culturali vengono irradiati in maniera disomogenea e non in tutte le direzioni e non seguendo sempre lo stesso ritmo,pertanto è difficile stabilire l'autenticità o la successione di un'acquisizione di una cultura rispetto ad un'altra. Inoltre nel ragionamento di Wissler era implicita l'idea che i centri di irradiazione non potessero subire delle variazioni considerevoli nel tempo. Il diffusionismo che si sviluppò in Gran Bretagna fu diverso sia da quello austro-tedesco che da quello americano . In Gran Bretagna si diffuse con diverse varianti ma quella che ebbe maggiore fortuna fu quella detta "iperdiffusionista" nella versione di Grafton Elliot Smith e del suo collaboratore William Perry . Costoro proposero come unico centro di irradiazione della cultura d'Egitto ,dall'Egitto la cultura si sarebbe diffusa a tutto il globo. Elliot Smith e Perry apportarono diversi esempi a sostegno della loro tesi. La presenza nell'America precolombiana di costruzioni di tipo piramidale ,la presenza in Australia di alcune pratiche di mummificazione di cadaveri , e varie teorie eliocentriche ed elio litiche ,che ebbero successo più fra i dilettanti che fra ricercatori affermati .




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