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          Critica della ragion pratica - immanuel kant
			 
			
			
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				2312 | Gradito: |    [ Medio appunti ] | 
			
  
			
			
			
			
			
Immanuel Kant
 
 
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
 
  
 
 
 LEGGE MORALE
    E' tale per la
    sua forma, non per il contenuto.
    Esprime una obbligazione in modo universale e necessario, cioè che valga per
    tutti i soggetti per tutti i casi. Una legge di natura è regola universale.
    Il suo fondamento non può derivare dall'esperienza ma è a priori
    La LEGGE MORALE
    deve essere: 
    AUTONOMA, FORMALE, UNIVERSALE
     
    
   
  
   
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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    MASSIMEValore soggettivo Una regola che vale solo per chi la formula: es. una persona può decidere di far carriera |  |  |  | 
 
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    IMPERATIVO
    IPOTETICO Prescrive i
    mezzi necessari ad ottenere determinati scopi. Si agisce bene sotto il
    comando dell'imperativo ipotetico quando si opera con mezzi adeguati ai
    fini. L'imperativo è valido per tutti, a differenza delle massime. Es: se vuoi
    buoni voti a scuola devi studiare. |  |  | 
   
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    IMPERATIVO CATEGORICO (TU DEVI) Dichiara l'azione come necessaria per se
    stessa, senza relazione alcuna con uno scopo qualunque. Esso non riguarda il
    contenuto dell'azione o la sua conseguenza, ma l'intenzione
    con cui è compiuta. L'INTENZIONE è il principio formale che determina la
    volontà |  | 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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    FORMULAZIONI
    DELL'IMPERATIVO CATEGORICO (Fondazione della metafisica dei costumi) 
     Agisci unicamente secondo quella massima in forza della quale
         tu possa volere nello stesso tempo che essa divenga principio di una
         legislazione universale. 
     Agisci in modo da trattare l'umanità, tanto nella tua persona
         quanto nella persona di ogni altro, sempre nello stesso tempo come un
         fine, mai solo come un semplice mezzo. 
     Agisci in modo tale che la tua volontà possa, in forza della
         sua massima, considerare se stessa come istituente nello stesso tempo
         una legislazione universale. |  | 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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    L'uomo, come essere fenomenico, è
    determinato dalla causalità naturale ma, in quanto dotato di volontà, è
    capace di libertà. Con la legge morale si accede al regno della libertà che
    è il mondo intelligibile o "Regno
    dei fini". Tale regno rappresenta la nostra speranza. |  | 
 
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    L'uomo,
    guidato dalla volontà, può compiere azioni morali, azioni immorali, azioni
    amorali e azioni legali. Ciò che caratterizza l'azione morale è la piena adesione
    all'imperativo morale, cioè la libertà di essere legge a se stessa |  | 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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    AZIONE
    LEGALE Agire coatto e
    subordinato ad un comando: la volontà si piega al comando, ma non
    acconsente. (comando
    eteronomo: obbedienza legale) |  | 
 
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    AZIONE
    MORALE Agire libero e
    autonomo: la volontà acconsente alla legge morale. (comando
    autonomo: imperativo categorico) |  | 
 
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    L'uomo
    è alla ricerca del Sommo Bene. Esso è inteso da Kant come l'unione di virtù e felicità.
    L'esercizio della virtù, in questo mondo, non garantisce la felicità. Ma poiché
    nell'uomo urge l'esigenza morale, si DEVE POTER SPERARE in una via che
    dalla virtù conduca alla felicità. |  | 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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    Affinché
    ciò sia possibile occorre ammettere dei POSTULATI ovvero proposizioni non dimostrabili che
    hanno un valore incondizionato a priori, e sono:   la libertà   l'immortalità dell'anima   l'esistenza di Dio  |  | 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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    POSTULATI 
     Libertà: è condizione
         indispensabile della vita morale. Senza di essa la vita morale non è
         pensabile perché non c'è scelta nell'agire (agire coatto). 
     Immortalità dell'anima: Il sommo
         bene contiene in sé il concetto di una virtù perfetta. Ma in un tempo
         finito (la mia vita) non è possibile raggiungere la perfezione morale
         o santità; è quindi necessario che la mia azione morale possa
         proseguire all'infinito  sotto
         la condizione dell'immortalità dell'anima. 
     Esistenza di Dio: Nel mondo la
         virtù non sempre porta alla felicità. È necessario postulare
         l'esistenza di Dio  perché
         possa garantire ai virtuosi la
         felicità in paradiso e si possa così realizzare l'accordo tra felicità
         e morale. |  | 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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    I
    postulati non hanno valore teoretico, ma solo VALORE PRATICO |  | 
 
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    PRIMATO DELLA RAGIONE PRATICA "Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me": La
    coscienza del soggetto è legge a se stessa |  | 
 
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    I
    postulati ci riportano alle idee della ragion pura: non hanno valore
    conoscitivo ma hanno valore morale; indicano che cosa possiamo sperare. |  |