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La relatività




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La relatività

Il problema di cosa siano lo spazio e il tempo è stato affrontato, in modo intuitivo o rigoroso prima di tutto nell'ambito della fisica; in questo senso è importante vedere come questi concetti si sono evoluti nel passaggio dalla fisica classica a quella moderna.


La fisica classica

Galileo, oltre ad essere ricordato per l'osservazione dei fenomeni naturali con il metodo scientifico, ha avuto il grande merito di definire il concetto di relatività dei moti e l'importanza del sistema di riferimento usati per descriverli con linguaggio matematico; Newton, partendo dalle osservazioni astronomiche di Galileo e di Keplero, ha formulato la legge della gravitazione universale, punto di partenza per tutta la meccanica classica.

Figura - Legge di gravitazione universale

Newton è partito da concetti di spazio e di tempo in linea con

l'esperienza quotidiana di ogni individuo:

spazio e tempo sono entità assolute in cui distanze e durate sono valide per tutti gli osservatori

spazio e tempo sono delle strutture vuote in cui si posizionano oggetti ed eventi

Su queste basi i fisici hanno costruito la meccanica e l'elettromagnetismo, che hanno consentito il grande progres-so scientifico e tecnico del XIX secolo.

In particolare l'elettromagnetismo con Maxwell ha fornito una teorie che unifica i fenomeni elettrici e magnetici, in cui la luce è un particolare tipo di onda elettromagnetica e perciò lo stesso campo elettromagnetico si propaga con la velocità della luce.


Einstein - la Relatività Ristretta

Il problema da cui parte Einstein è il fatto che la luce non obbedisce alla legge newtoniana della composizione delle velocità e perciò alla meccanica classica: la velocità della luce è costante per qualunque osservatore inerziale, indipendentemente dalla velocità con cui un osservatore si muove rispetto all'altro, inoltre nonostante tutti gli esperimenti compiuti non si è riusciti a dimostrare l'esistenza dell'etere come mezzo in cui la luce si propaga (esperimento di Michelson e Morley).

Nel 1905 Einstein pubblica la teoria della Relatività Ristretta:

per spiegare l'invarianza della velocità della luce usa le trasformazioni di Lorentz che sostituiscono quelle di Galileo

la luce non ha bisogno dell'etere come mezzo in cui propagarsi (Einstein dimostra un notevole senso pratico: se non si riesce a dimostrare l'esistenza di qualcosa, proba-bilmente è perché questa non esiste)

Figura Equivalenza tra energia e massa

le leggi dell'elettromagnetismo sono valide per le trasformazioni di Lorentz

la meccanica newtoniana, sempre valida per corpi che si muovono con basse velocità, viene sostituita dalla meccanica relativistica, il cui utilizzo è fondamentale per corpi che si muovono a velocità prossime a quelle della luce

la lunghezza e il tempo, come pure la massa, non sono più grandezze costanti e valide per tutti gli osservatori, ma dipendono dal particolare osservatore

la contemporaneità tra due eventi è un concetto relativo: due eventi possono essere contemporanei per un osservatore ma non per un altro

equivalenza tra energia e massa ( E = mc2 ). Questo fatto ha trovato una prova evidente con le reazioni nucleari, compresa la bomba atomica.


Trasformazioni di Lorentz

Galileo per primo formulò il principio della relatività, secondo cui tutti i sistemi di riferimento in moto rettilineo uniforme uno rispetto all'altro sono equivalenti tra di loro, nel senso che descrivono i fenomeni, come ad esempio il moto di un corpo, con le stesse leggi.

Per passare da un sistema di riferimento O,x,y,z ad un altro O',x',y',z' in moto rettilineo uniforme rispetto al precedente secondo l'asse x con velocità v, si usano le trasformazioni di Galileo, con l'ipotesi che il tempo sia lo stesso per entrambi gli osservatori:

Le trasformazioni di Lorentz utilizzate da Einstein nella teoria della relatività, introducono un fattore di correzione (1 - v / c dove c è la velocità della luce, la massima velocità possibile.








Contrazione delle lunghezze e dilatazione dei tempi

All'aumentare della velocità relativa tra i due sistemi, il valore di x' diminuisce (contrazione delle lunghezze) mentre il valore di t' aumenta (dilatazione dei tempi)

Δx < Δx'

Δt > Δt'

Se la velocità relativa dei due osservatori è piccola rispetto a quella della luce, le due trasformazioni coincidono, poiché il fattore (1 - v / c tende al valore 1.


Se vogliamo approfondire ...

Su un treno che viaggia a 100 Km/h un passeggero cammina con una velocità di 5 Km/h; un osservatore fermo alla stazione vede il passeggero muoversi rispetto a lui con una velocità di 105 Km/h. La verifica sperimentale dimostra però che la luce, per esempio di una stella, si muove sempre con la stessa velocità, indipendentemente dal fatto che la stella si stia avvicinando o allontanando da noi.

La luce, e tutti gli oggetti che si muovono con velocità simili a quella della luce, non obbedisce alla legge di somma delle velocità, che è alla base di tutta la meccanica classica.

Una conseguenza di tutto ciò è che il concetto di simultaneità di due eventi non ha più un valore assoluto:  due eventi che sono simultanei per me possono non esserlo per un altro; ciò dipende dal fatto che solo se la velocità della luce fosse infinita tutti gli osservatori vedrebbero i due eventi come simultanei: con una velocità della luce grande ma finita, se ad un osservatore le immagini dei due eventi arrivano contemporaneamente e li giudica simultanei, per l'altro osservatore arriva prima l'immagine di uno e poi quella dell'altra e perciò li giudica non simultanei.

Andando avanti con queste considerazioni, si mette in dubbio il principio di causa ed effetto: dal momento che due osservatori diversi vedono due eventi A e B in sequenza temporale diversa, per un osservatore l'evento A è causa di B, per l'altro il viceversa.

Un'altra conseguenza è la contrazione delle lunghezze e dei tempi nella direzione del moto.

In conclusione spazio e tempo non sono realtà assolute e indipendenti, ma formano un'entità unica, rappresentata dallo spazio a quattro dimensioni, tre spaziali e una temporale, la cui rappresentazione grafica è per noi impossibile, visto che siamo abituati dai nostri sensi a guardare uno spazio solo tridimensionale.


Einstein - la Relatività Generale

Il problema da cui parte Einstein è di cercare una nuova teoria della gravitazione che si accordi con le leggi della Relatività Ristretta; in particolare:

nella teoria della gravitazione universale di Newton la forza di attrazione gravitazionale tra due corpi si manifesta istantaneamente a qualunque distanza, mentre per la Relatività Ristretta nulla può muoversi con velocità maggiore di quella della luce.

La fisica classica ha definito due tipi di massa:

la massa inerziale, che descrive la proprietà di un corpo di opporsi ai nostri tentativi di modificarne la velocità (ad esempio è ben diverso il risultato se do un calcio ad un pallone di gomma o ad una palla del bowling)

la massa gravitazionale : la proprietà presente nei corpi responsabile della forza d'attrazione tra di essi.

I due concetti di massa sono completamente indipendenti tra di loro, ma nella pratica si vede che coincidono; come si spiega la coincidenza tra due grandezze fisiche definite in modo così diverso ?


Immaginiamo, a sinistra, Einstein all'in-terno di un ascensore in quiete. Qui è la forza di gravità che determina l'attrazione per cui non succede niente. Ma che succede invece se si spezza il cavo?

L'ascensore va in caduta libera, Einstein si 'sente' sollevato dal pavimento dell' ascensore e si ritrova come se galle-ggiasse nell'aria. Ad un certo istante, Einstein e l'ascensore subiscono la stessa accelerazione, mantenendo la stessa velocità.

E' come se fossero fermi l'uno rispetto all'altro. Gli effetti della gravità si sono sostituiti con quelli dell'accelerazione, essi sono della stessa natura perciò sono equivalenti.


Una persona in caduta libera (es. un paracadutista) non sente il suo peso: da ciò Einstein vede la connessione tra la forza di gravità e il moto accelerato, definendo il principio di equivalenza: un sistema in cui è presente un campo gravitazionale è equivalente (nel senso che i fenomeni vi sono descritti allo stesso modo) ad un sistema di riferimento non inerziale, cioè accelerato.

In altre parole: poiché non esiste un sistema di riferimento assoluto, non è possibile distinguere chi sta accelerando rispetto a cosa. Gli effetti della gravità possono essere compensati da quelli prodotti dall'accelerazione

Come fa la forza gravitazionale ad essere equivalente ad un'accelerazione ? La grande e geniale idea di Einstein è quella di 'sostituire' la forza di gravità con la geometria dello spaziotempo.

La griglia rappresenta il 'tessuto' spaziotemporale dove si muovono le masse. Al centro, la gravità del Sole determina una deformazione della geometria dello spazio attorno al quale possono esistere tre possibili traiettorie: 'e' sta per traiettoria ellittica, 'c' sta per traiettoria circolare ed 'a' sta per traiettoria aperta.

La spiegazione che fornisce Einstein è ancora una volta molto semplice dal punto di vista concettuale: la forza gravitazionale non esiste, è solo un nostro modo di spiegare ciò che vediamo, ma può essere eliminata pensando ad uno spazio non più piano come quello euclideo, ma curvo, secondo la geometria non euclidea dello spazio-tempo.


Lo spazio-tempo viene deformato dalla presenza di un oggetto dotato di massa e la deformazione è tanto maggiore quanto più grande è la massa presente.

Lo spazio e il tempo non sono più due contenitori in cui si posizionano i corpi e gli eventi, ma si modificano a seconda dei corpi presenti in ogni regione di spazio, producendo una curvatura dello spazio in cui si muovono gli oggetti.

La Terra si muove attorno al Sole seguendo la sua orbita non perché ci sia una forza gravitazionale che la tiene agganciata al Sole, ma perché è in uno spazio deformato dalla presenza della massa del Sole: la Terra non è soggetta a nessuna forza gravitazionale, e perciò continua nel suo moto rettilineo uniforme, ma .. in uno spazio curvo in cui la linea retta è l'ellisse dell'orbita.

Alcune conseguenze













Uno degli effetti previsti dalla R.G. è lo spostamento del perielio di Mercurio, ossia del punto più vicino dell'orbita, nel campo gravitazionale del Sole. Nel caso di Mercurio, per il quale l'effetto è maggiore essendo il pianeta più vicino al Sole, l'effetto dell'avanzamento del perielio è di circa 43' per secolo. Nel caso della Terra è di circa 4' per secolo.

I pianeti percorrono le loro orbite perché rotolano nell'avvallamento dello spazio-tempo creato dalla massa del Sole; la Relatività Generale spiega tra l'altro l'anomalia della precessione di Mercurio, prima inspiegabile

La legge di gravitazione di Newton rimane valida, ma non più per una forza agente a distanza, ma per la deformazione dello spazio causata dalla massa: non cambia la formula del moto, cambia la sua interpretazione

L'azione della gravità, ovvero la deformazione dello spazio-tempo non è istantanea, ma si propaga con la velocità della luce (onde gravitazionali e gravitoni come mediatori dell'azione gravitazionale)

Un raggio di luce proveniente dalla stella A viene curvato passando nelle vicinanze del campo gravitazionale del Sole. La stella viene osservata nella posizione apparente B data dalla proiezione del raggio di luce che arriva a Terra. I raggi di luce vengono curvati passando nelle vicinanze di un campo gravitazionale causato dalla presenza di una massa.

Non solo lo spazio diviene curvo in presenza di una massa, ma anche il tempo: in prossimità di una massa il tempo scorre più lentamente, fatto dimostrato sperimentalmente con orologi atomici posti al livello del mare e a grande altezza.


Anche la luce risente della curvatura dello spazio-tempo in vicinanza di una grande massa come il Sole: durante le eclissi riusciamo a vedere la luce di stelle che stanno dietro al Sole poiché la loro luce viene deviata dalla massa del Sole.

È massima la deviazione della luce in corrispondenza dei buchi neri, dove la densità di massa raggiunge valori estremi, tanto che la stessa luce viene inghiottita dal buco nero.










E la relatività oggi?


Biografia

Albert Einstein, nato nel 1879 a Ulm, piccola ma famosa cittadina tedesca, è morto nel 1955 a Princeton nel New Jersey.


Trascorse la sua prima giovinezza a Monaco, educato nel rigido sistema scolastico bavarese; dopo un breve soggiorno a Milano si trasferì a Zurigo dove continuò gli studi sino al dottorato in matematica e fisica presso il Politecnico.

Dopo la laurea continuò a dedicarsi intensamente ad alcuni problemi di fisica teorica anche quando, per risolvere i più gravi immediati problemi economici, prese la cittadinanza svizzera per assumere un modesto impiego presso l' Ufficio Brevetti di Berna.


Nel 1905 pubblicò tre articoli sugli Annalen der Physik, il primo sui quanti di luce,il secondo sul moto browniano, destinato a confermare l' atomicità della materia, il terzo sui fondamenti della relatività ristretta.


Questi ormai storici lavori furono l' avvio di una lunga e brillante carriera accademica, iniziata a Zurigo e proseguita in terra tedesca fino al 1932 quando, a causa delle persecuzioni antisemitiche naziste, fu costretto ad abbandonare la Germania per essere accolto a braccia aperte in USA.

Einstein, naturalizzato cittadino americano, si stabilì a Princeton, dove insegnò presso l'Institute for Advanced Studies fino al 1945, anno del suo ritiro dall'attività accademica.

Nella storia del potere creativo del pensiero umano, Einstein rappresenta un simbolo, un personaggio che ha colpito la fantasia della gente, uno scienziato che ha dato un alto e qualificato contributo allo sviluppo della fisica moderna.

Quest'uomo considerato da molti artista e quasi profeta che disprezzava la violenza e la guerra fu, suo malgrado doppiamente coinvolto nella realizzazione della bomba atomica di cui è considerato padre putativo: in primo luogo perchè uno dei risultati della teoria della relatività, riguardante la cosiddetta equivalenza massa-energia (E=mc2), doveva rappresentare il punto di partenza del successivo sviluppo dell' energia nucleare; in secondo luogo perchè si deve al suo intervento (voluto da altri) se il governo degli Stati Uniti d' America mise a disposizione i capitali che portarono alla costruzione della bomba di Hiroshima.

Tornando alle ricerche teoriche di Einstein, dobbiamo ricordare la classica memoria del 1916, I fondamenti della teoria della Relatività generale, frutto di oltre dieci anni di studio. Questo lavoro è considerato dal fisico stesso il suo maggior contributo scientifico e si inserisce nella sua ricerca rivolta alla geometrizzazione della fisica. Fino agli ultimi anni della sua vita egli tentò più volte di elaborare una teoria capace di unificare su una comune base geometrica i fondamentali campi allora meglio conosciuti: il campo gravitazionale e il campo elettromagnetico.

Nonostante lo sforzo di elaborazione teorica, i risultati non furono quelli sperati. 'La natura non si lasciò convincere a fare ciò che forse non è nella sua stessa natura'.

Dopo la seconda guerra mondiale, Einstein cercò in tutti i modi di favorire la pace nel mondo, promuovendo una vasta campagna popolare contro la guerra e le persecuzioni razziste. Proprio una settimana prima di morire, insieme ad altri sette Nobel, compilò una dichiarazione pacifista contro le armi nucleari. Questo messaggio all'umanità, che rappresenta una specie di testamento spirituale dello scienziato, termina con queste parole:

'Noi rivolgiamo un appello come esseri umani a esseri umani: ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto. Se sarete capaci di farlo è aperta la via di un nuovo paradiso, altrimenti è davanti a voi il rischio della morte universale'.


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