La Globalizzazione - Errori del Globalismo

La Globalizzazione

Col termine globalizzazione si indica il fenomeno di crescita progressiva delle relazioni e degli scambi (di diverso tipo) a livello mondiale, osservato a partire dalla fine del Ventesimo secolo.

In campo economico 'globalizzazione' denota l'integrazione nel commercio mondiale e la crescente dipendenza dei paesi gli uni dagli altri. Con la stessa parola si intende anche l'affermazione delle multinazionali nello scenario dell'economia mondiale.

È proprio nel contesto economico, che la globalizzazione è contestata da alcuni movimenti    no-global e new-global, mentre è fortemente sostenuta dai gruppi liberisti, libertari e anarco-capitalisti.

Con 'globalizzazione', quindi, ci si riferisce essenzialmente allo sviluppo di mercati globali anche nell'ambito della comunicazione di massa.

Il termine 'globalizzazione' è utilizzato anche in ambito culturale ed indica il fatto che nell'epoca contemporanea ci si trova spesso a rapportarsi con le altre culture, a causa di migrazioni.

Nell'immaginario collettivo la 'globalizzazione' è spesso percepita come una fase intermedia tra il passato ed il futuro.

In ogni caso, nella coscienza dei popoli il fenomeno si sta consolidando per un mondo migliore al di là dei propri interessi personali e dei confini nazionali. Si parla sempre più spesso di 'globalizzazione dei diritti' e perciò di rispetto dell'ambiente, di eliminazione povertà, di abolizione della pena di morte ed emancipazione femminile in tutti i paesi del mondo.

Di pari passo alla diffusione di notizie su scala mondiale, ed alla progressiva presa di coscienza delle problematiche globali, cominciano a svolgersi grandi manifestazioni con la partecipazione contemporanea di numerose località del mondo.

Errori del Globalismo

Il Globalismo ritiene che la globalizzazione sia un processo puramente economico e che il mercato si autoregoli, migliorando ogni aspetto della vita umana, ridistribuendo la ricchezza per tutti i paesi.

Questa concezione presenta i seguenti errori:

1. Considerare l'economia come capace di migliorare il benessere, rende ciechi su altri fronti, come quello della solidarietà umana: un globalista abolirebbe le pensioni per favorire l'economia.
2. Permettere di tutto all'economia, non migliora la vita umana: basti pensare ai paesi del terzo mondo in cui non si rispettano i diritti umani, pur di attirare le multinazionali. Il PIL è cresciuto ma non la qualità della vita.
3. I globalisti confondono l'internazionalizzazione (dell'economia) con la globalizzazione: Il commercio si svolge prevalentemente tra America, Europa ed Asia, non è globale.
4. Propagandare una ridistribuzione della ricchezza spinge i governi dei paesi ricchi a concedere troppo alle multinazionali.
5. L'idea che l'economia sia il futuro del mondo, è una sciocchezza: anche il mercato ha una sua dimensione.
6. Il globalista è sicuro che vi sarà un'uniformazione dei gusti; il globale li smentisce.

Il Globalismo opposto, ovvero quello che vorrebbe alzare barriere protezionistiche. Può essere suddiviso in 3 categorie:

Il protezionista nero, e non si rende conto che lo stato che tanto ama andrà comunque incontro allo sfacelo se si chiuderà su se stesso a livello mondiale.

Il protezionista verde non si rende conto che chiudendosi a livello nazionale, permetterà alle multinazionali di commettere i peggiori eco-crimini nei paesi del terzo mondo.

Il protezionista rosso cerca di non abbandonare il stato sociale, che indebolisce l'economia, crea disoccupazione e quindi costi sociali maggiori.