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Viaggi senza ritorno: italiani a Parigi




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Viaggi senza ritorno: italiani a Parigi


(Medardo Rosso ,Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi )


Per tutta la fine dell'Ottocento, gli artisti italiani frequentarono assiduamente la capitale francese, in cui vedevano possibilità di aggiornamento e di confronto e dove non di rado, trovavano significative occasioni espositive. Così accadde allo scultore torinese Medardo Rosso che,soggiornò per la prima volta a Parigi nel 1885. Molti artisti finirono con lo stabilirsi definitivamente a Parigi, svolgendo inoltre un'utile azione di aggiornamento nei confronti degli amici artisti rimasti in patria. Così accadde per tre pittori nati negli anni quaranta: Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi e Giovanni Boldini, accomunati anche dai contatti avuti con i Macchiaioli prima di lasciare l'Italia.


Medardo Rosso nacque a Torino nel 1858. Nel 1870 si è già trasferito a Milano con la famiglia. Il giovane comincia a scolpire nel 1880, e nel 1882-83 frequenta l'Accademia di Brera. In rotta però con i dettami dell'insegnamento accademico, Medardo Rosso viene presto allontanato da Brera.

Carattere ribelle e anarcoide, Rosso per temperamento è molto vicino alla Scapigliatura milanese. Nel 1885 Medardo Rosso è per la prima volta a Parigi, dove entra in contatto con Rodin. Rosso torna a Parigi nel 1899, e vi resta fino al 1914. In Francia la scultura di Rosso rischia l'etichetta di 'impressionista'. Obiettivo di fondo della sua scultura è la registrazione oggettiva dell'impressione della luce che si posa sugli oggetti. Non una raffigurazione dei valori formali delle cose, quindi, ma la restituzione plastica dell'effetto della luce e dell'atmosfera, con il disfacimento della materia che ne consegue. Sul finire degli anni '20, Rosso smette di scolpire per dedicarsi alla fotografia. Proprio a causa di un incidente, avvenuto nello studio con una lastra fotografica, Medardo Rosso muore a Milano nel 1928.


Giuseppe De Nittis nacque a Barletta il 25 febbraio 1846 da una famiglia di ricchi proprietari terrieri, il giovane De Nittis inizia a frequentare, senza l'approvazione familiare, la scuola di pittura. All'età di quindici anni si trasferisce nella città di Napoli, dove si iscrive all'Accademia di Belle Arti, dalla quale viene però espulso, nel 1863, per motivi disciplinari, poiché convinto dell'arretratezza dei dogmi accademici. Il 1867 è un anno molto importante per il pittore: dopo un viaggio a Firenze, dove conosce il gruppo dei macchiaioli e un soggiorno a Roma, De Nittis si trasferisce a Parigi. Nella capitale francese fa presto conoscenza con gli artisti del luogo, e l'anno successivo inizia a lavorare con Adolphe Goupil, famoso e importante mercante d'arte. Nel 1869 sposa Lèontine Lucille Gruvelle , e negli anni successivi viene a contatto con gli impressionisti Edouard Manet ed Edgar Degas. L'avvicinamento a questo gruppo, che però non accettarono mai completamente l'atteggiamento di distacco mostrato da De Nittis nei loro confronti, costa a quest'ultimo la rottura del contratto con Goupil, con il conseguente trasferimento dell'artista a Londra (1875), città che gli frutta numerosi contratti con ricchi mecenati.

Il forte rapporto con Parigi, però, non si esaurisce: nel 1878 la sua carriera artistica tocca il culmine grazie all'Esposizione Universale di Parigi, dove espone ben undici tele. Dal 1879 collabora come illustratore con la rivista francese "La vie moderne", e l'anno successivo è presente all'Esposizione Universale di Torino. Nominato Accademico di merito all'Accademia di Belle Arti di Perugia, muore il 21 agosto del 1874, a 38 anni, per una congestione cerebrale.

 Altro pittore che sempre nel 1874, l'anno della prima mostra impressionista arrivò nella capitale francese il pittore Federico Zandomeneghi, che nacque a Venezia il 2 giugno 1841, da una famiglia che già contava due generazioni di scultori. Dal 1856 è all'Accademia di Belle Arti di Venezia,  decise per iscriversi all'Università di Pavia nel 1859, al fine di eludere la leva austriaca e di poter combattere nelle file garibaldine l'anno successivo. Reduce dalla guerra, soggiorna a Firenze per cinque anni, frequentando il Caffè Michelangelo ed entrando in contatto con Signorini, Lega, ma sopratutto con Diego Martelli, del quale sarà spesso ospite a Castiglioncello. Nel 1874 si reca a Parigi e vi rimane sino alla morte. Nella capitale francese la sua pittura fonde i modi dei 'macchiaioli' con quelli degl' 'impressionisti'. Stringe amicizia con Manet e Cézanne,  con Degas e Renoir. Nel 1878 inizia a partecipare alle esposizioni degli impressionisti. Dal 1884, sull'esempio di Degas, si dedicò anche al pastello, con stesure a filamenti di colore ed intonazioni divisioniste. Nel 1888 è presente alla sezione italiana dell'Esposizione Universale di Parigi e nel 1893 tiene una personale alla Galerie Durand-Ruel; visto il successo ottenuto, il mercante lo accoglie nella sua "scuderia" di artisti. Muore a Parigi il 31 dicembre 1917, a pochi mesi dalla scomparsa dell'amico Degas.

A differenza di Boldini che, diventerà il pittore della vita mondana aristocratica, Giuseppe De Nittis e Federico Zandomenighi rimangono più aderenti alla realtà quotidiana, alle atmosfere delle vie parigine e agli ambienti più intimi della borghesia.


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